Archivio del Tag ‘civiltà’
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In principio era il corpo: viaggio nei Miti della Creazione
Chi siamo? Da dove veniamo? La stessa domanda rimbalza nel tempo, attraverso migliaia di anni. Le civiltà hanno trasformato la terra, ma qualcosa è rimasto perfettamente intatto: il corpo umano, primitivo strumento di carne e sangue, alfabeto gestuale di tutti i Miti della Creazione attraverso cui i nostri antenati hanno tentato di rispondere all’eterno quesito dell’origine. L’uomo? Modellato da Con Tiqui davanti a grandi caverne, secono il mito Inca. O addirittura espulso dal corpo di Mbombo, il gigante bianco dei Bantu africani, che «un giorno sentì un fortissimo dolore allo stomaco e vomitò il sole, la luna e le stelle». Cosmogonia e creazione, mitologie dai continenti: dilatazioni poetiche per tentare, forse, di recuperare il senso di quello che siamo.
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Barbarie: se il capitalismo suicida la civiltà occidentale
Che c’azzecca Pericle con Carlo Magno? Perché continuiamo a parlare, impropriamente, di “civiltà occidentale”, facendola discendere dall’età dell’oro della democrazia ateniese dei filosofi (e degli schiavi)? Se per Simone Veil il mondo ellenico basato sul culto della bellezza fu definitivamente spazzato via nel medioevo dalla Crociata Albigese contro i Catari, in cui trionfò la forza delle armi a cui già Roma aveva piegato il Mediterraneo, un nuovo libro prova ora a ridefinire il concetto di Occidente: qualcosa che è più corretto far risalire ai valori illuministici del ‘700, diritti e libertà, ora sull’orlo dell’estinzione sotto l’incalzare del culto definitivo del profitto, l’oscuro dio del capitalismo assoluto.
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Rigoni Stern: Tino Aime, le sentinelle della neve
Nell’arco delle Alpi, nell’uno e nell’altro versante, in qualche valle non raggiunta dal turismo perché discosta e non appetibile ai cittadini, e quasi del tutto abbandonata dagli abitanti, sono rimasti degli uomini a testimoniare, ma anche a custodire una antica civiltà. Sono la retroguardia in questa ritirata di valori civili, ma come in tutte le ritirate la retroguardia è quella che salva. In molti casi questi uomini sono poeti e artisti; ed è giusto sia così poiché sempre e ancora loro sono quelli che portano il lume. E oggi, poi, siamo in un momento della storia in cui occorre frenare un presunto progresso che non pone limiti alla totale distruzione del pianeta.
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Vivere o morire, le civiltà e l’anima dei luoghi
In questi ultimi decenni molti studiosi hanno richiamato l’attenzione sui problemi ecologici e sui limiti e le contraddizioni inerenti al nostro sistema. Tra questi un posto di rilievo merita sicuramente il vincitore del premio Pulitzer Jared Diamond, biologo e evoluzionista americano oggi docente di geografia e scienze ambientali all’Ucla. L’impatto avuto dalle sue opere più note “Armi, acciaio e malattie: breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni” (Einaudi, 1997) e “Collasso: come le società scelgono di morire o di vivere” (Einaudi, 2005), sulla cultura mondiale e in particolare in tutta l’area “verde”, è notevole.
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Bocca: navigare fino a Milano, salvare il Po dai veleni
Il Lambro avvelenato, che minaccia di avvelenare il Po, è l’ultima delle devastazioni compiute «dal partito del fare e del non ragionare». Il Piemonte è “il padre di tutte le inondazioni”, i suoi fiumi non tengono più. Contadini, industrie e cavatori hanno chiesto all’alto corso del Po più del ragionevole. Hanno preso i suoi valligiani per farne dei manovali, le sue acque per derivazioni che in certi tratti, d’inverno, asciugano il fiume che è tanto più pericoloso quanto più è in magra. Salvare il Po? E’ possibile, recuperando la civiltà del fiume. E utilizzandolo come via d’acqua commerciale, pulita e alternativa al cemento e all’asfalto.
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Fame e schiavitù, così l’Occidente ha condannato Haiti
La tragedia di Haiti è tale da lasciare senza parole. E da rendere ancor più piccine e petulanti se non tragicamente ridicole quelle che affollano la scena politica italiana. Sto leggendo un bel libro, che consiglio a tutti, “I giacobini neri”: narra la storia della rivoluzione degli schiavi di Haiti, allora ricchissima e invidiatissima colonia della Francia, in contemporanea con la Rivoluzione Francese. Quello di Haiti è l’unico esempio nella storia del genere umano di rivoluzione vittoriosa di schiavi contro i padroni schiavisti. Tralascio le efferatezze compiute di routine e per un paio di secoli – con la benedizione del clero – dalla “superiore” civiltà europea
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Task force di civiltà per soccorrere il popolo degli schiavi
Lo sciopero di ben oltre quattro milioni di immigrati in Italia il primo marzo di quest’anno è un’idea bellissima e generosa. Con discrete possibilità di realizzazione? È meglio interrogarsi. Non basta il web, occorrerebbe, innanzitutto, un’organizzazione capillare. Certo uno sciopero di tal fatta, come è stato fatto notare, dimostrerebbe perfino ai tifosi anti-Balotelli che anche loro campano sulle spalle di una forza lavoro indispensabile. Una forza spesso senza diritti e senza tutele. Se però lo sciopero fallisse o si limitasse a qualche isolata protesta, sarebbe un colpo per questa necessaria presa di coscienza.
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Caccia al nero, il nostro futuro: un inferno di menzogne
Il futuro in cui siamo già immersi comincia nella piana di Gioia Tauro: a Rosarno in provincia di Reggio Calabria (un’autentica guerriglia urbana è ancora in corso), come a Castel Volturno e a Reggio stessa, dove la ’ndrangheta ha voluto intimidire i magistrati con un attentato alla procura generale. Il futuro comincia a Rosarno perché i principali problemi della nostra civiltà si addensano qui: le fughe di intere popolazioni dalla povertà e dalle guerre (guerre spesso scatenate dagli occidentali, generatrici non di ordine ma di caos); le vaste paure che s’insediano come nebbie, intossicando la vita
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Fini ai giovani migranti: chi vi insulta è uno stronzo
«Chi dice che siete diversi è uno stronzo». Parola di Gianfranco Fini, presidente della Camera, in visita il 21 novembre al centro “Semina” dell’associazione “Nessun luogo è lontano” al quartiere Casilino di Roma, periferia popolare e multietnica. Un incontro informale, con giovani stranieri e figli di immigrati, alcuni dei quali già nati in Italia, come quelli della “generazione Balotelli”, «molto più italiani del nipote di un italiano che è nato e cresciuto in un altro paese e che magari non sa nemmeno una parola della nostra lingua». Qualcuno osa discriminarli per la loro origine? E’ uno «stronzo», proclama Fini, ricorrendo senza remore al turpiloquio.
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Moni Ovadia: la legge dell’odio e la fine della civiltà
I governanti della paura con la loro propaganda a favore dell’intolleranza sono riusciti nell’intento di fare regredire il nostro paese alla vergogna razzista. Ce l’hanno messa tutta per distruggere uno dei principi fondamentali di ogni diritto che si rispetti: il carattere individuale della responsabilità. Le nostre leggi sostengono che solo chi commette un reato ne risponde e ne risponde con lui chi è stato complice del delitto. Nelle aule di giustizia dei nostri tribunali campeggia sopra le teste dei giudici una scritta solenne: la legge è uguale per tutti. Ormai lo sappiamo quella scritta è un raggiro.
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Addio a Lévi-Strauss, grande sciamano dell’Occidente
«Con il passare degli anni, ogni giorno di più provo la sensazione di usurpare il tempo che mi resta da vivere e penso che niente giustifichi più il posto che occupo ancora su questa terra», aveva dichiarato Claude Lévi-Strauss quattro anni fa, quando non ne aveva ancora novantasette. L’ultimo grande maestro del nostro tempo, l’autore di “Tristi Tropici”, del “Pensiero selvaggio”, del “Crudo e il cotto”, ma anche di quel meraviglioso compimento che è “Guardare, ascoltare, leggere”, il pensatore che ha segnato il Novecento mettendo in questione non solo la centralità della cultura occidentale, ma anche quella dell’uomo nel sistema vivente
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Mannoia, lettera a Fini: ci aiuti a ridare dignità al Paese
Onorevole Fini, varchi il Rubicone: rompa gli indugi e si metta al lavoro per ricostruire una destra “onesta”, in grado di restituire dignità alle istituzioni. Questo il tono della lettera aperta che, attraverso “Micromega”, la cantante Fiorella Mannoia ha rivolto al presidente della Camera, sempre più critico nei confronti del premier e della Lega Nord. «Spesso le sue opinioni mi irritavano», premette Mannoia, «ma da un po’ di tempo a questa parte alcune sue dichiarazioni mi sorprendono, mi pare di trovare in lei quel buon senso di cui abbiamo così tanto bisogno