Archivio del Tag ‘cittadini’
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Abolire il contante: e se la banca ci rapina, come a Cipro?
Ridurre o eliminare l’uso del denaro contante, in nome della lotta all’evasione fiscale? Proposta contenuta anche nell’ipotesi di programma sostenuta da Bersani. «Di colpo, grazie ad un atto normativo, il cittadino verrebbe privato, oltre che di questa forma di libertà, anche dell’unica forma di dissenso a sua disposizione nei confronti del sistema bancario», scrive Paolo Cardenà sul blog “Vincitori e vinti”. «Per contro, le banche verrebbero graziate in quello che per loro costituisce il vero e proprio incubo: la corsa agli sportelli». A quel punto, essendo il denaro smaterializzato e sostituito con un algoritmo astratto e intangibile, ne deriva che, se non esiste moneta contante da scambiare e da prelevare, viene meno anche il pericolo che la popolazione possa chiedere la restituzione di ciò che non esiste. «E’ evidente, e le banche festeggiano: il sistema bancario deterrebbe in deposito la maggior parte della ricchezza del paese». Che – Cipro insegna – porrebbe anche “scomparire”, per decreto, da un giorno all’altro.
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Foa: la verità del web spiazza i media e gli spin doctor
Era il 2003 – esattamente dieci anni fa – e un grande libro, completamente ignorato dai media, raggiunse in pochi giorni la vetta delle classifiche, senza neppure una recensione sui giornali. “La guerra infinita”, di Giulietto Chiesa, “spiegava” per la prima volta quello che sarebbe successo da lì in poi, a partire dall’occupazione dell’Iraq col falso pretesto delle inesistenti armi nucleari di Saddam. La menzogna elevata a sistema, su scala mondiale, come vera e propria arma di distruzione di massa. Motivazioni elementari: il declino di un impero, messo alle corde dalla penuria energetica e dal boom demografico del pianeta, ma con ancora un vantaggio formidabile: la supremazia tecnologico-militare. Uso della forza reso accettabile soltanto dall’arma vera: la manipolazione sistematica della verità. In un post visitatissimo su “Byoblu”, Marcello Foa denuncia il ruolo-chiave degli spin doctor nel condizionare il sistema dei media, e cita il caso-Grillo: finalmente, un fenomeno di massa che esplode, nonostante la congiura del silenzio organizzata da giornali e televisioni.
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Scisma silenzioso: cristiani sempre più lontani dalla Chiesa
Il dibattito sul sistema di governo della Chiesa ha offuscato il tema grande del rapporto della Chiesa con la modernità e, più in particolare il suo cuore: il grande scisma che si sta consumando fra la Chiesa-apparato e i suoi fedeli. La Chiesa vanta 1.087.790.000 fedeli, ma, che credito dare a questo dato? Sulla carta anche io, in quanto battezzato, farei parte di quel miliardo di appartenenti alla Chiesa, ma chi scrive queste righe non è affatto credente, è ateo, razionalista e materialista. Moltissime persone, dopo il battesimo e gli altri sacramenti, sono diventate atee, agnostiche o anche genericamente teiste o cristiane, ma che non si riconoscono nella Chiesa. Questo accade soprattutto in Europa, ma in buona parte anche nelle due Americhe, per cui quel dato ha un valore essenzialmente anagrafico, ma non corrisponde ad una realtà sociale effettiva. Qualche dato può chiarire meglio il discorso.
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Laura Puppato coi No-Tav, cade il tabù della Torino-Lione
Vent’anni di tenace interdizione, sorretti da una fede incrollabile nell’opzione-zero, riassunta in due parole: No Tav. «Penso che non sia più tempo di spendere nemmeno un euro se non per investimenti all’insegna della ragionevolezza e del buon senso». Lo afferma Laura Puppato, reduce dalle primarie contro Renzi e Bersani. Incredibile ma vero, l’ex sindaco di Montebelluna si prenota il 23 marzo in valle di Susa per la grande manifestazione nazionale contro l’alta velocità, presidiata dai 163 neo-parlamentari grillini. E’ caduto il tabù della Torino-Lione: nonostante Bersani, Fassino e Chiamparino, ora persino nel Pd è possibile rimettere in discussione l’opera pubblica più inutile d’Europa. «Costa moltissimo, non è supportata da stime di traffici in crescita e la popolazione non la vuole», prende atto la senatrice veneta, che si schiera col presidente della Comunità Montana valsusina, Sandro Plano, e un altro illustre “dissidente” del Pd, il sindaco barese Michele Emiliano, non da oggi vicino alla protesta della valle di Susa.
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Via gli zombie dell’euro, l’Ue è fondata sull’imbroglio
Addio euro: si avvicina la fine di quella che è stata una pericolosa “avventura forzata” per i popoli europei e, al tempo stesso, un gioco d’azzardo per il mondo della finanza. Il premio in palio era la stabilità economica, come valore-guida di un’Europa immaginata libera, giusta e portatrice di civiltà e benessere? Fallimento totale: stiamo cercando di sopravvivere tra le macerie di un’Europa «instabile, schiavizzata, ingiusta e impoverita», osserva Alberto Conti su “Megachip”. Da noi, la crisi del sistema dominante, made in Usa, è stata aggravata dalla perdita rovinosa della sovranità monetaria – unica vera leva per attutire i colpi – e dal grande imbroglio delle politiche salariali tedesche, che «ha rappresentato la complicanza mortale di un sistema già malato». Puntando all’egemonia, non potendo svalutare la moneta, la Germania ha “svalutato” i salari, «provocando così differenziali d’inflazione che hanno rapidamente messo fuori gioco gli avversari più deboli nella gara della competitività produttiva e commerciale».
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Cipro, assalto alle banche: allo sportello col bulldozer
Brutta storia quella che sta accadendo a Cipro. Avrebbe meritato titoloni ma la nostra imparziale stampa (quella delle “domande scomode”) ha preferito mettere la solita sordina. Forse avete sentito qualcosa: il governo cipriota ha annunciato un prelievo forzoso sui conti correnti dei cittadini, pari a circa 10% per chi ha un saldo superiore ai 100 mila euro e quasi il 7% per chi ha un saldo inferiore. Tutto ciò è frutto di un accordo dei soliti generosi ministri delle finanze Ue, che prestano 10 miliardi a patto che i ciprioti ne regalino, nolenti, altri 5. Ciprioti, e non solo: nelle banche di Cipro giacciono un sacco di soldi russi, ed è proprio a loro che pare indirizzata la parte più sostanziosa dello scherzetto.
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Grazie a Grillo, Grasso e la Boldrini guidano il Parlamento
«Senza Grillo, ci saremmo sorbiti Franceschini e la Finocchiaro». Lapidario, Enrico Mentana, nel commentare su Twitter l’esito delle nuove presidenze istituzionali: Laura Boldrini alla Camera e Pietro Grasso al Senato. «Fuori dal mondo», per il direttore del telegiornale de La7, la scelta del Pdl di insistere su Schifani: «Se il Pd avesse scelto Topolino chi gli avrebbe contrapposto, il Pdl: Gambadilegno?». La seconda carica dello Stato è oggi l’ex procuratore nazionale antimafia, mentre al posto di Gianfranco Fini siede l’ex direttrice dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati, eletta con Sel. «Chi fra Grasso e Schifani ha votato scheda bianca se ne ricorderà con imbarazzo», commenta Gad Lerner, secondo cui «il cambiamento è possibile». Peccato che, per vedere alla guida del Parlamento nomi come Grasso e la Boldrini, sia stato necessario lo “tsunami” grillino: la valanga di quelli che, fino al giorno prima del voto, per i partiti maggiori e i grandi media erano solo i teppistelli dell’antipolitica.
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Sangue italiano: per l’euro, ci hanno rubato 600 miliardi
In media, fin dal lontano 1992, spariscono dalla circolazione circa 30 miliardi di euro all’anno, necessari a sostenere gli impegni di Maastricht. Sono andati alle banche, straniere e italiane. Una voragine: negli ultimi vent’anni, gli italiani hanno versato 620 miliardi di tasse superiori all’ammontare della spesa dello Stato. Ovvero: 620 miliardi di “avanzo primario”, il saldo attivo benedetto da tutti gli economisti mainstream e dai loro politici di riferimento, i gestori della crisi e i becchini della catastrofe nazionale che si va spalancando giorno per giorno, davanti ai nostri occhi: paura, disoccupazione, precarietà, aziende che chiudono, licenziamenti, servizi vitali tagliati. L’obiettivo di tanto sadismo? Entrare nei parametri di Maastricht e stare dentro l’Eurozona. Ma, nonostante l’immane sforzo, il debito pubblico non ha fatto che crescere, passando da 958 milioni a 2 miliardi di euro.
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Massacro a orologeria, per noi euro-prigionieri della Troika
Tutto il mondo politico italiano rappresentato nel nuovo Parlamento, compreso il “Movimento 5 Stelle”, vive in una nuvola lontana anni luce dalle drammatiche scadenze della crisi economica e dai vincoli europei. Pare che tutte le principali forze abbiano dimenticato le politiche di austerità che ci hanno portato ai confini della catastrofe sociale in cui già è sprofondata la Grecia e in cui stanno scivolando Portogallo e Spagna, in un terribile contagio destinato ad estendersi. Così si ignora che il prossimo governo, ammesso che se ne faccia uno, ha già i compiti e le decisioni assegnate dagli impegni assunti dal governo Monti e approvati quasi alla unanimità dal precedente Parlamento. Questi impegni sono stati furbescamente ignorati in una campagna elettorale concentrata sul ruolo dei partiti. La crisi economica è diventata così quasi una derivata della crisi di questi ultimi. Troppo facile, purtroppo.
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Renzi fa le pulci a Bersani, mentre l’Europa spolpa l’Italia
Il peso economico degli assunti del Pd vale ogni anno circa 12,5 milioni di euro, cui vanno sommati i soldi pubblici che escono dalle Camere: solo per Montecitorio, scrive il “Fatto Quotidiano”, il gruppo ha ricevuto per ogni anno di legislatura 9,5 milioni di euro, ovvero un milione in più delle stime del “dossier” Renzi, fatto circolare per terremotare la segreteria Bersani alle prese con le manovre post-elettorali, tra gli amletici grillini e il “malato” Berlusconi inseguito dai magistrati. Dilagano sui media – da “Dagospia” in giù – le cifre dei presunti stipendi di segretarie e funzionari: se Bersani accettasse di abolire il finanziamento pubblico ai partiti, sostiene il sindaco di Firenze, significherebbe «fare la pace non con me, ma con gli italiani». Questo il tenore del dibattito politico, in un paese dove una regione avanzata come il Piemonte è costretta a cedere alla finanza privata i propri ospedali, visto che lo Stato – devastato dal regime dell’euro e piegato dal “Rigor Montis” – non è più in grado di ripianare le spese vitali per la salute pubblica.
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Euro-rigore, i predoni della nostra vita truccano le carte
Politici e tecnocrati che parlano a agiscono come boss, recitando una commedia che, nella realtà, si trasforma nella nostra tragedia quotidiana: roba da leggere ai bambini come fiabe della buonanotte, dice Monia Benini, non fosse che il racconto della nostra crocifissione è fatto apposta per generare incubi. Come quelli che affiorano all’indomani della famigerata cena a bordo del panfilo Britannia ormeggiato a Civitavecchia nel giugno del ’92, con a bordo Mario Draghi e la super-lobby degli “invisibili” che avrebbe fatto un sol boccone delle privatizzazioni italiane. Le risorse del risparmio delle famiglie italiane, liberate dai titoli di Stato grazie anche al crescente interesse degli “investitori esteri” verso i titoli del nostro debito, sarebbero confluite nelle casse delle banche, attraverso i “fondi”, e questi li avrebbero a loro volta investiti nelle partecipazioni delle imprese privatizzate. Partita di giro, col trucco: i risparmi alle banche, per regalare loro l’industria statale. «Speculazione, scommesse sul nulla, gioco d’azzardo con imprese, con gli Stati e contro gli Stati».
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Vera sovranità democratica: la lunga marcia che ci attende
Un valido difensore della valle di Susa aggredita dalla Torino-Lione, colossale spreco di denaro pubblico, ben peggio del mitico Ponte sullo Stretto. E un nemico giurato della “casta”, quella che vive – anche – di finanziamento pubblico a quei partiti che non hanno voluto cambiare la legge elettorale tenendosi l’orrido “Porcellum”, per poter comodamente imbottire il Parlamento di “nominati” di stretta fiducia, inclusi indagati e pregiudicati. Questo in sostanza il profilo politico iniziale del “Movimento 5 Stelle”, che si è via via evoluto – durante la campagna elettorale, di piazza in piazza – per voce del leader, sempre più incline a puntare sul “reddito minimo di cittadinanza” per tenere in piedi un’Italia sul punto di crollare. Elementi di decrescita e riconversione ecologica dell’economia, certo. E poi: scuola pubblica e sanità pubblica, investimento culturale, Internet veloce e gratuito per tutti. Con che soldi? Forse si comincia a capirlo solo ora, dopo le elezioni.