Archivio del Tag ‘catastrofe’
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Menzogne e follia, sipario sulla farsa di Copenaghen
Centoventi capi di stato, diretta emanazione di banche e multinazionali, chiusi dentro a un fortino a disquisire dei disastri ambientali prossimi venturi, determinati dal modello di sviluppo che loro stessi hanno creato, al fine di garantire sempre maggiori profitti ai propri padroni. Disastri che la maggior parte di loro non vedrà mai, dal momento che per evidenti ragioni di età si sarà accomiatata da questo mondo prima che la barca affondi. Molte migliaia di giovani fuori al gelo, decisi a contestarne l’operato presente e futuro. Giovani che con i disastri ambientali e le loro conseguenze dovranno fare i conti
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Sos clima: la crisi non ferma le emissioni di gas serra
La crisi economica planetaria non ferma le emissioni di gas serra: foreste e oceani hanno perso la loro capacità di assorbire anidride carbonica e il surriscaldamento del pianeta non accenna a rallentare. «Se non si troverà subito un accordo per stabilizzare e ridurre le emissioni, l’aumento della temperatura globale non sarà di 2-3 gradi come fin qui ipotizzato, ma arriverà anche a 5-6 gradi entro la fine dell’attuale secolo», avverte la studiosa Corinne Le Quere, presentando l’ultimo studio realizzato da 31 ricercatori di sette paesi. La ricerca dimostra per la prima volta, dati alla mano, quello che molti scienziati avevano previsto: la rottura del ciclo della CO2.
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Olmert: Stato palestinese, o finiremo come il Sudafrica
L’elezione di Obama alla presidenza Usa ha acceso grandi speranze di nuovi orizzonti sui differenti scacchieri della politica internazionle ma in particolare su quello mediorientale. Le dichiarazioni del nuovo inquilino della Casa Bianca riguardo al vespaio israelo-palestinese sono state chiare e perentorie e confermate dalla scelta di George Mitchell come inviato nella regione. Ma mesi dopo le coraggiose dichiarazioni nulla sembra seriamente muoversi, neppure un modestissimo congelamento degli insediamenti.
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L’Indonesia brucia la foresta vergine, l’Italia ringrazia
Legno di acacia per l’industria delle cartiere e palma da olio per ricavarne biocarburanti. Per far posto a queste colture redditizie, l’Indonesia ha già distrutto due terzi della sua foresta pluviale, santuario naturale dell’Unesco. Un business per le grandi compagnie, incoraggiate dai maggiori clienti, come l’Italia. Migliaia di incendi dolosi: un saccheggio a mano armata, grazie alla corruzione dei governanti, mentre la popolazione locale è in fuga. Si tratta di una calamità con risvolti anche climatici, come ha denunciato il congresso mondiale delle foreste svoltosi a Buenos Aires sotto l’egida della Fao.
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Pd, 3 milioni al voto: Bersani prepari il dopo-Berlusconi
Tre milioni di votanti, cinquantamila volontari in diecimila seggi, decine di milioni di euro raccolti. «Se qualcuno nel Pd ha ancora dubbi sulle primarie è un pazzo», scrive Curzio Maltese su “Repubblica”: «Sono l’elemento più identitario del partito, dal giorno della nascita». Quella del 25 ottobre, secondo Maltese, «è stata una grande giornata per l’unico partito al mondo che coinvolga tanti cittadini nella scelta del segretario, ma soprattutto per la democrazia». Il voto degli elettori ha confermato quello degli iscritti: Bersani è il vincitore, ma Franceschini e Marino non escono sconfitti.
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Onu: Kabul, la Nato ignora l’impero mondiale dell’oppio
Quindici milioni di tossicodipendenti, 65 miliardi di euro di profitto e centomila morti all’anno: un numero di persone cinque volte superiore a quello delle vittime di otto anni di guerra ai Talebani. E’ il bilancio, spaventoso, della tragedia più grave dell’Afghanistan: la ditattura dell’oppio. Emerge dall’allarmante rapporto delle Nazioni Unite sul traffico di droga, pubblicato il 22 ottobre. «Rivelazioni – commenta “PeaceReporter” – che non sorprendono chi conosce il Paese, i traffici illeciti che vi si svolgono e le guerre che con l’oppio vengono finanziate».
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Attenti al complotto dei poteri forti: quello vero
Nel ‘93, quando gli avvisi di garanzia cominciarono a piovere sulle teste dei potenti e non solo dei cassieri di partito, i seguaci di Craxi gridarono al complotto. Un complotto di magistrati, poteri forti allora incarnati da Cuccia, la Cia e chissà chi altro, per mandare a casa Craxi, Andreotti e Forlani. La favola circolò per molto tempo sui media, nonostante la sua idiozia. C’era stata la caduta del Muro di Berlino, che aveva reso inutile in Italia il mantenimento di una classe dirigente corrotta e responsabile del peggior debito pubblico del mondo. Fine del complotto.
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Gandhi: amore e giustizia, per non morire di capitalismo
«Da qualche parte c’è un punto dolce, che produce abbastanza senza sfociare nell’iper-individualismo che sospinge la nostra economia insoddisfacente e sbandata. La miscela di regolazione e valori che potrebbe rendere più comune tale autolimitazione è ovviamente altrettanto difficile da creare in Cina che negli Stati Uniti; ben più semplice limitarsi a benedire un’economia ciascuno-per-sé e farsi da parte. Ma creare quei valori, e le leggi e consuetudini che potrebbero lentamente evolverne, può risultare il compito chiave della nostra epoca e in tutto il mondo» (Bill McKibben, “Deep Economy”).
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Lerner: date a Messina quel che le serve davvero
«Nella città dello Stretto il numero dei dispersi nel fango è ancora talmente elevato che si temono cinquanta morti. Persone che vivevano nel pericolo senza che alcuna autorità pubblica muovesse un dito». La cronaca ci mette impietosamente davanti agli occhi il terrore, le sofferenze e le devastazioni inflitte alla popolazione delle periferie montane di Messina: «Stiamo parlando di una delle regioni, la Sicilia, e di una delle città, Messina, peggio amministrate d’Italia», scrive Gad Lerner sul suo blog, facendo eco all’allarme lanciato dal capo della protezione civile, Guido Bertolaso: edilizia scriteriata e abusiva, abitazioni costruite su versanti franosi e sul letto dei torrenti.
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Addio ghiacci, aperto nell’Artico il passaggio a nordest
Un trionfo per l’uomo, un disastro per l’umanità: per la prima volta nella storia due navi commerciali si apprestano ad attraversare il “North-East Passage” nel Mare Artico e percorrono la rotta che va dalla Corea, lungo le coste russe della Siberia fino a raggiungere il porto di Rotterdam, in Olanda. I ghiacci perenni, che fino ad ora impedivano il passaggio marittimo, non ci sono più, a causa dell’innalzamento globale delle temperature. La Mv Beluga Fraternity e la Mv Beluga Foresight, due mercantili tedeschi con un carico di 3.500 tonnellate di materiali da costruzione, hanno da poco lasciato il porto di Yamburg in Siberia e si preparano a sfidare gli iceberg dell’Artico.
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L’Onu: addio ghiacciai in 40 anni, emergenza planetaria
Gli interessi economici guidano i governi, non gli interessi sociali. La crisi economica è stata una grande occasione (già perduta) per ridefinire le priorità. Al cambiamento ci dovremo arrivare per necessità. L’uomo è l’unico essere vivente che distrugge l’ambiente che gli permette di vivere. Sembra un alieno venuto dallo spazio con la missione di eliminare la vita dalla Terra. Il Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (Unep) e il Servizio di monitoraggio mondiale dei ghiacciai (Wgms) producono dati e analisi sulla scomparsa dei ghiacci. I ghiacciai contengono i tre quarti dell’acqua dolce esistente. Se tutti si sciogliessero, il livello delle acque salirebbe di 65 metri.