Archivio del Tag ‘catastrofe’
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Sapelli: soldi, la ricetta-Draghi vale più di tutti i lockdown
«La politica monetaria resterà accomodante fino a quando i vaccini saranno ben sviluppati e la ripresa potrà guadagnare slancio». Lo ha affermato Christine Lagarde, anticipando probabilmente le scelte che saranno annunciate dalla Bce a dicembre. Per Giulio Sapelli, storico dell’economia, il rapporto tra finanza ed economia reale oggi «ha bisogno di fondamentali innovazioni, rispetto alla vulgata ordoliberista dolorosa e infausta». E aggiunge: «I dogmi teutonici inscritti nello statuto della Bce si sono solo fatti dimenticare dall’azione di marca Usa propugnata grazie a Mario Draghi». In altre parole: stop al rigore, come richiesto da Super-Mario anche nel famoso editoriale sul “Financial Times”, a marzo. “La ricetta-Draghi vale più di tutti i lockdown”, sintetizza il “Sussidiario” nel presentare l’analisi di Sapelli, secondo cui i dogmi dell’austerity «sono fondati sull’ignoranza crassa della storia e della teoria economica, ma forse proprio per questo sorreggono con arroganza una politica di potenza nazionale che ricorda troppo quell’infausto “Lebensraum” (spazio vitale) che spaventa tutto il mondo, soprattutto ora che quell’arroganza si allea con l’aggressività cinese».È pur vero, osserva Sapelli, che la Bce si prepara dar vita a 500 miliardi di programma di acquisti anti-virus (Pepp) e a spostare la scadenza dal 30 giugno al 31 dicembre 2021. Ma tutto ciò è insufficiente: solo la Fed si è posta a capo di quella politica innovativa che Sapelli ha più volte ricordato. Per Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, è vitale sostenere l’economia con mezzi monetari adeguati. Lo chiarì Draghi, per primo: di fronte alla crisi-Covid, l’unica soluzione consiste nell’immissione di un fiume di denaro a fondo perduto, non destinato a trasformarsi in debito, da concedere – subito – a Stati, aziende e famiglie. L’alternativa? Non esiste, a meno che non si voglia la catastrofe. Lo stesso Powell ha detto che negli Usa è probabile che il mercato del lavoro si rafforzi ancora di più, e che gli stimoli fiscali (lanciati da Trump) dovrebbero continuare a sostenere la domanda nei prossimi anni. «Come ci insegna l’esperienza storica delle grandi crisi capitalistiche – osserva Sapelli – il panico finanziario diminuisce man mano che i responsabili politici diventano più audaci e creativi. Non a caso, negli ultimi giorni la cosiddetta “atmosfera” è migliorata, sui mercati finanziari. E questo per l’azione politica estremamente decisa degli Stati Uniti, nonostante la campagna elettorale e la guerra civile strisciante in corso in quella grande nazione».Nell’ultima settimana, aggiunge Sapelli, la stessa Fed ha esteso il suo “quantitative easing” alle obbligazioni municipali a breve termine, e ha annunciato un programma di acquisti che investirà obbligazioni societarie e Asset Backed Securities per 300 miliardi di dollari. Ha poi reso il programma Qe “illimitato” (inizialmente da 700 miliardi di dollari). «Nel frattempo, il Congresso ha approvato, bipartisan, un piano fiscale da 2.000 miliardi di dollari, pari a circa il 10% del Pil nazionale! Il pacchetto finanzia nazionalizzazioni di salvataggio, aiuti alle Pmi, sostegno al reddito delle famiglie, indennità di disoccupazione e sanità». Il programma di salvataggio include garanzie che potrebbero essere fatte lievitare 10 volte dalla Fed. «L’Europa, invece, nonostante gli annunci, spinge il mondo verso la catastrofe. E la Bce è ancora l’unica a prendere posizione». La classi politiche e burocratiche europee, aggiunge Sapelli, non sono riuscite a trovare un accordo su un’eventuale mutualizzazione dei costi della crisi sufficiente per superarla. Per questo la Bce, superando le opposizioni della sua tecnocrazia teutonica, «ha reso sempre più credibile il suo programma per l’emergenza pandemica (750 miliardi di euro), eliminando il limite per i titoli di Stato che finora ha vincolato gli acquisti sugli asset pubblici».Secondo Sapelli, «è giunta l’ora di comprendere come sia importante dar seguito all’idea che Christine Lagarde annulli completamente il credito derivato dalla sua politica di acquisti anti-crisi». Una banca centrale, «anche la Bce che stoltamente non lo è», può benissimo avere “mezzi propri” per gli acquisti di titoli di Stato. Per aggirare le resistenze della Corte Costituzionale tedesca, contraria all’azzeramento dei debiti, basterenne «trasformarli in una rendita perpetua, che la Bce deterrebbe nei confronti degli Stati a tassi di interesse nulli». Sarebbe un’applicazione della Teoria Monetaria Moderna evocata dallo stesso Draghi? La Mmt sostiene che i governi dovrebbero usare la politica fiscale per conseguire la piena occupazione, mentre le banche centrali creano il denaro necessario per finanziarne gli acquisti. Niente di strano: «È ciò che già da tempo accade negli Usa, e che gli ignoranti si affannano a non riconoscere: la Mmt negli Stati Uniti è una realtà». E’ proprio questa emissione “illimitata” di denaro che sta salvando l’economia privata. Anche per Sapelli è la strada maestra, ovvero l’unica praticabile, oggi. In questo modo, «Europa ordoliberista permettendo», si potrebbe «fuoriuscire dalla crisi pandemica».«La politica monetaria resterà accomodante fino a quando i vaccini saranno ben sviluppati e la ripresa potrà guadagnare slancio». Lo ha affermato Christine Lagarde, anticipando probabilmente le scelte che saranno annunciate dalla Bce a dicembre. Per Giulio Sapelli, storico dell’economia, il rapporto tra finanza ed economia reale oggi «ha bisogno di fondamentali innovazioni, rispetto alla vulgata ordoliberista dolorosa e infausta». E aggiunge: «I dogmi teutonici inscritti nello statuto della Bce si sono solo fatti dimenticare dall’azione di marca Usa propugnata grazie a Mario Draghi». In altre parole: stop al rigore, come richiesto da Super-Mario anche nel famoso editoriale sul “Financial Times”, a marzo. “La ricetta-Draghi vale più di tutti i lockdown”, sintetizza il “Sussidiario” nel presentare l’analisi di Sapelli, secondo cui i dogmi dell’austerity «sono fondati sull’ignoranza crassa della storia e della teoria economica, ma forse proprio per questo sorreggono con arroganza una politica di potenza nazionale che ricorda troppo quell’infausto “Lebensraum” (spazio vitale) che spaventa tutto il mondo, soprattutto ora che quell’arroganza si allea con l’aggressività cinese».
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Apocalisse Fake, l’imbroglio universale: grande spettacolo
La credibilità elettorale delle presidenziali americane, inquinate da quello che ha l’aria di essere un mare di brogli sfacciatamente negato a priori dal sistema-media, si avvicina in modo quasi surreale all’attendibilità dell’informazione ufficiale sul coronavirus e sulla propaganda governativa sul distanziamento, con l’immunologa padovana Antonella Viola che se ne esce annunciando che il lockdown-coprifuoco, decisivo per distruggere l’economia, è perfettamente inutile per arginare il virus che sta facendo impazzire il mondo. Chi ha gettato il malocchio virale l’avrebbe fatto innanzitutto per sfrattare Donald Trump dalla Casa Bianca, sabotando il boom economico (piena occupazione) che il presidente era riuscito a ottere in soli tre anni, tagliando le tasse e aumentando il deficit in modo squisitamente keynesiano, proprio come avrebbe fatto un leader socialdemocratico d’altri tempi. Proprio per questo, sui grandi media, Trump è diventato il demonio, e andava abbattuto ad ogni costo: anche con “la più grande frode elettorale della storia”, come s’è lasciato scappare l’anziano e scalcinato Joe Biden, che un giornalista di peso internazionale come Pepe Escobar definisce ormai afflitto da demenza senile.Biden? E’ l’ometto che non riesce più a contenere, nemmeno in pubblico, la pulsione irrefrenabile che lo spinge a sbaciucchiare, in modo preoccupante, le bambine che gli capitano a tiro. Un autentico veterano dell’establishment, molto logoro: iper-controllabile e ricattabilissimo in quanto debitamente corrotto. Una simulazione del cosiddetto Deep State – riferisce sempre Escobar – lo chiama con un nome in codice poco lusinghiero (”Cadavere”), presentando la “rivoluzione colorata” che l’avrebbe opposto a Trump (a sua volta ribattezzato, graziosamente, “Buffone”). Sarebbe stata la “fase due” dell’Operazione Corona. Primo round, stroncare l’economia statunitense con la sovragestione di un virus “scappato” alla Cina. Secondo round, abbattere Trump e sostituirlo (attraverso l’imbroglio) con un presidente “amico” del sistema oligarchico mondiale che usa la Cina come cavallo di Troia per restringere la libertà e la democrazia in Occidente, oggi grazie al pretesto dell’emergenza sanitaria.Peccato che non abbia funzionato: prima ancora di capire come andrà a finire davvero, negli Usa, dove incombe la seria minaccia trumpiana di ricorrere anche alla Corte Suprema, il risultato delle elezioni più “fake” della storia sarebbe stato “neutralizzato” comunque, a monte, da una sorta di patto massonico segreto. Il patto, peraltro, ha smesso di essere segreto quando ne ha parlato apertamente Gioele Magaldi, rappresentante di una delle fazioni contraenti. Il succo è presto detto: Joe Biden, insieme agli uomini che in realtà lo guidano, si sarebbe formalmente impegnato a co-gestire la politica della Casa Bianca attraverso una cabina di regia che vede presenti gli stessi sostenitori (massonici) di Trump. Chiaro l’obiettivo: proseguire sulla linea di Trump nello sbarrare la strada al “partito cinese”, in realtà anche euro-atlantico, che avrebbe concepito l’Operazione Corona e, prima ancora, la promozione della Cina come player oligarchico planetario, con la missione di mettere nei guai l’industria occidentale e, a ruota, il modello democratico fondato su diritti democratici.In questo sfacelo generale, i media si sono coperti di gloria: ieri davano per scontato il crollo elettorale di Trump, e oggi pretendono di sapere che i trumpiani non dispongono di prove solide per sostenere l’accusa gravissima dei brogli. L’atteggiamento dei grandi media, che si sono esercitati nel criminalizzare Trump in modo grottesco e ridicolo, sembra perfettamente speculare al complottismo apocalittico agitato da un influente prelato cattolico ultra-reazionario come Carlo Maria Viganò, già nunzio apostolico negli Usa: evocando una cospirazione “massonica”, Viganò è arrivato a elevare il presidente uscente al rango metafisico di “figlio della luce”, fingendo di non sapere che anche Donald Trump è un massone. Non solo: in questo variopinto carnevale “fake”, lo stesso Viganò finge di non ricordare che Trump militava tra i democratici (e andava a giocare a golf con l’amico Bill Clinton) quando alla Casa Bianca regnavano i neocon del clan Bush, che ammiccavano – loro sì – al “Dio, patria e famiglia” che risale a prima della Rivoluzione Francese.A prescindere dal sequel in arrivo, con possibili colpi di scena politico-giudiziari, le spettacolari “lezioni americane” regalate dall’incredibile autunno 2020 non potranno lasciare indifferente il pubblico, nemmeno nel paese di Salvini e delle Sardine, terremotato dalla paura di Stato e dalle storielle d’ogni genere che la televisione propone, da mesi, a proposito della cosiddetta emergenza pandemica, innescata da un virus la cui letalità è ferma allo zero-virgola. Il grande imbroglio (sommato all’impreparazione, al dilettantismo e ai tagli sanguinosi inferti alla sanità) lo si respira giorno per giorno, nella disperazione che circonda le migliaia di aziende chiuse o in procinto di chiudere, tra il Pil in picchiata e il debito pubblico fuori controllo, che nell’euro-sistema (senza più sovranità finanziaria) potrebbe comportare conseguenze catastrofiche, a beneficio dei soliti noti: Cina e asse franco-tedesco. Tutto questo per cosa? Viene da chiederselo, di fronte alle menzogne sempre più sfrontate, al bavaglio del web imposto persino a Trump e allo sconcio del voto americano palesemente taroccato. Se di apocalisse si può parlare, citando ancora Viganò, l’immane disastro finirà per svegliare, fatalmente, chi ancora crede che “andrà tutto bene”.La credibilità elettorale delle presidenziali americane, inquinate da quello che ha l’aria di essere un mare di brogli sfacciatamente negato a priori dal sistema-media, si avvicina in modo quasi surreale all’attendibilità dell’informazione ufficiale sul coronavirus e sulla propaganda governativa sul distanziamento, con l’immunologa padovana Antonella Viola che se ne esce annunciando che il lockdown-coprifuoco, decisivo per distruggere l’economia, è perfettamente inutile per arginare il virus che sta facendo impazzire il mondo. Chi ha gettato il malocchio virale l’avrebbe fatto innanzitutto per sfrattare Donald Trump dalla Casa Bianca, sabotando il boom economico (piena occupazione) che il presidente era riuscito a ottere in soli tre anni, tagliando le tasse e aumentando il deficit in modo squisitamente keynesiano, proprio come avrebbe fatto un leader socialdemocratico d’altri tempi. Proprio per questo, sui grandi media, Trump è diventato il demonio, e andava abbattuto ad ogni costo: anche con “la più grande frode elettorale della storia”, come s’è lasciato scappare l’anziano e scalcinato Joe Biden, che un giornalista di peso internazionale come Pepe Escobar definisce ormai afflitto da demenza senile.
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Prigionieri del Grande Imbroglio: dai media, bugie mondiali
Gli italiani sono chiusi in casa nelle zone rosse, mentre i migranti africani sbarcano a migliaia: alla propaganda di Salvini (che ha bisogno di farsi perdonare l’aver accettato il lockdown-bis) aderisce improvvisamente Di Maio, alimentando così i “rumor” sull’improvvisa precarietà del premier Conte, spaventato dalle proteste in corso contro il coprifuoco prenatalizio che rischia di stroncare definitivamente un paese il cui debito pubblico, denominato in euro e quindi non azzerabile, si sta avvicinando al 180% del Pil. Se si legge il “Corriere della Sera”, si va a sbattere contro due notizie da prima pagina che fanno a pugni tra loro: Walter Ricciardi invoca la clausura a oltranza, mentre Roberto Bernabei ribadisce che, di Covid, continuano a morire quasi solo persone molto anziane e molto malate. Ricciardi, longa manus dell’Oms e deus ex machina del ministero della sanità, dice testualmente: «Due settimane di lockdown non bastano, Wuhan insegna che serve più tempo» (come se l’Italia non si fosse già fermata per 80 giorni, in primavera: con quali risultati?). Il geriatra del Policlinico Gemelli, membro del Comitato Tecnico-Scientifico, sembra replicare a distanza: «Per morire di Covid devi avere più di 80 anni e almeno tre patologie». Per cosa stiamo bloccando il paese, allora? Ha forse a che fare con qualcos’altro? Per esempio, con l’incredibile rissa elettorale statunitense, che i giornali faticano a raccontare in modo corretto?
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Dolcino: se cade Trump cade Conte, il suo alleato segreto
E se Giuseppe Conte fosse, da sempre, una carta coperta di Donald Trump? In questo caso, salvo miracoli, il suo destino è segnato: se Trump cade, sotto il peso dei presunti brogli elettorali (voto postale) che potrebbero travolgerlo, lo stesso Conte dovrebbe lasciare Palazzo Chigi. E’ la tesi – controcorrente e assai suggestiva – sostenuta (non da oggi) da Mitt Doclino, osservatore speciale che vanta rapporti privilegiati con fonti d’intelligence. La caduta di Trump – e quindi, a ruota, di Conte – aprirebbe per l’Italia i più cupi scenari: il paese finirebbe nella morsa franco-tedesca dell’Ue, senza più nessun paracadute americano. Il “liquidatore” del paese sarebbe Draghi, alla cui “redenzione” Dolcino non crede. L’ex presidente della Bce agirebbe come e peggio di Monti, e o farebbe col supporto del Pd, di Renzi e del “falso sovranismo” della Lega, che addirittura coltiverebbe un progetto, molto tedesco, di “secessione” (economica?) del Nord Italia. E’ un mondo capovolto, quello presentato da Mitt Dolcino. Che, come prova delle sue tesi, esibisce l’evidente riluttanza di Conte nel firmare l’ultimo drammatico Dpcm “ammazza-Italia”, considerato assolutamente inutile nell’arginare il coronavirus ma, in compenso, perfetto per affondare definitivamente un paese il cui debito pubblico, di questo passo, arriverà al 180% del Pil. Precondizione ideale per la “tempesta perfetta” (spread) che proporrebbe un copione già visto, ma stavolta con esiti irreversibili: confisca materiale dei beni italiani.«Conte ha aspettato all’inverosimile per pubblicare il Dpcm voluto dall’Ue, quello che ammazza definitivamente l’Italia. Costretto, dagli eventi a cedere». Mitt Dolcino lo definisce «un lockdown cattivo, folle, che fa passare l’Italia sulla sponda dei più rigoristi». Aggiunge: «Era il Dpcm voluto da Bruxelles, quello dell’orda del Pd di Open, capitanata da Soros e da Renzi e supportata dalla Lega pro-euro, impersonificata nella famiglia Salvini e in Fontana». Previsione: «Ora l’Italia muore, ovvero verrà fatta a pezzi, salvo miracoli: non durerà un mese, con cotante folli misure», e quindi «non potrà a lungo restare relativamente benestante, unita e in pace». Lo stesso blogger ammette di essere convinto del fatto che «l’obiettivo del Covid e di questo lockdown sia anche e soprattutto di rompere l’asse “anglo”, ossia rompere il paese in Ue più filo-Usa: è dal 1861 che l’Italia unita fa danni agli imperi centrali». Per ovvie ragioni geostrategiche, la Germania (con la Francia) vorrebbe «diventare il quarto polo geostrategico globale, quello più neofeudale, quello che abbisogna vitalmente dei beni dei vicini per prosperare». Neo-colonialismo allo stato puro, insomma, «come per l’Africa dei piedi neri». E chi avrebbe lottato fino all’ultimo, segretamente d’intesa con Trump, per evitare il baratro italiano? Proprio lui, “Giuseppi”.Prima, scrive Dolcino, il premier ha «preso in giro tutto e tutti», reiterando fino alle calende greche la fatidica firma del Dpcm. «Poi, visti i brogli Usa, il premier è stato costretto a cedere e ha firmato il Dpcm cattivo, quello destinato ad ammazzare l’Italia», che Dolcino considera «voluto dalla fondazione Open, da Soros, dal Pd europeista, dalla Lega e da Forza Italia: ossia dai tifosi di Biden». Sì, perchè se Biden vince – sostiene Dolcino – l’Italia verrà messa sotto tutela tedesca. Finirà davvero così? «Non ci scommetterei, sull’epilogo finale negli Usa», dal momento che «abbiamo infatti patrioti anche dall’altra parte dell’Oceano che stanno facendo tutto quanto lecito e possibile per evitare che dei chiari brogli portino all’elezione di un presidente che sembrerebbe non aver rispettato il processo democratico». Quanto accade in Italia, invece, secondo Dolcino è ormai lampante. «Prima Fontana, quello dei camici del cognato e la cui assistente è la moglie di Salvini, che si scaglia contro il Dpcm di Conte, dopo aver lui imposto in passato il coprifuoco e dopo aver lui invocato assieme a Salvini il “chiudete tutto”. Poi Enrico Letta (parlo del nipote del braccio destro di Berlusconi) che scrive, su Twitter, che Trump non si è comportato da presidente».Dolcino è preoccupato: «Sappiate che in Italia le proteste monteranno, è inevitabile. E porteranno prestissimo alle dimissioni di Conte, uomo di Trump». Conte, cioè «colui che non firmava il Dpcm (suicida per il paese) sperando nell’elezione di Donald J. Trump negli Usa, con il fine di farla finita con i lockdown, che servono solo per ammazzare l’economia e non per fermare il virus». Prova ne è la Spagna, «che blocca con semi-lockdown e mascherine e blocchi di centri di svago il paese da quest’estate, senza minimamente riuscire a fermare il virus». Cosa succederò, a breve? «Dimissioni di Conte, naturalmente, se cadrà il suo mentore Trump. E passaggio di poteri a Draghi. Il quale, per rimanere nell’euro – non immediatamente, ma a breve – imporrà una tassazione abnorme agli italiani, al limite della confisca». Ossia: «Taglio delle pensioni, Imu sulla prima casa, una folle ed inutile patrimoniale che però esenterà la casta rientrata in Italia con la legge dei Paperoni voluta da Matteo Renzi». Dolcino evoca uno scenario fatto di «forze dell’ordine che entrano in casa per confiscare beni delle famiglie utili a ripagare il debito dello Stato, tanto per farvi capire la piega che si rischia di prendere, con un rapporto debito/Pil prossimo al 180%».Il timore dichirato è che il sistema-paese faccia crack, a breve. «Aspettatevi dunque insurrezioni e fame». Il motivo? Interessi: «I tedeschi e i francesi si sono infatti messi d’accordo con alcuni notabili italiani per far fare a loro il lavoro sporco, al fine della spoliazione degli averi della popolazione: è tipico del colonialismo». Dolcino accusa la Lega, «che si dice abbia ottenuto la promessa tedesca di abbonare il debito a fronte di una secessione del Nord Italia, sulla falsariga della divisione della Germania in due parti». Senza considerare che «la deindustrializzazione italica procederà spedita, comunque, trasformando appunto il Nord Italia nel paese di Don Rodrigo e di Renzo Tramaglino». E il Sud? «Ritengo resterà invece agli Usa per necessità militari, rispettando più o meno la Linea Gotica come confine». Tutto questo, ribadisce Mitt Dolcino, se Trump non vince. «Chiaramente, per cotanto scempio ci vorrà il Draghi, il tecnico, magari per il tramite di una puntuale crisi dello spread, con il Mario che verrà invocato prima di tutto dalla Lega, ossia dai falsi sovranisti, che lo voteranno sperando così che la gente non capisca che il liquidatore venuto dalla Bce farà perfettamente quello che la Lega ha concordato di fare con il nord Ue, per restare nell’euro».Mitt Dolcino ignora deliberatamente le clamorose prese di posizione che hanno segnato l’inedita rottura di Mario Draghi con gli ex alleati franco-tedeschi. Nella primavera 2019, quand’era ancora presidente della Bce, Draghi giunse a rinnegare le politiche del rigore europeo (da lui stesso incarnate, per anni), fino al punto di evocare il ricorso al drastico “helicopter money” della Mmt, la Teoria della Moneta Moderna che raccomanda emissioni di denaro illimitate, a costo zero, per far riprendere le economie in affanno. Stessa musica un anno dopo, in piena crisi Covid: dalle colonne del “Financial Times”, a fine marzo lo stesso Draghi ha raccomandato prestiti imponenti, a fondo perduto, per sostenere Stati, aziende e famiglie: un mare di miliardi, destinato a non trasformarsi in debito da ripagare. Poco dopo, la sera stessa in cui a Bruxelles era in corso il primo vertice europeo sull’emergenza, a Draghi è bruciato il tetto di casa. Tutto questo, però, a Mitt Dolcino non basta: semplicemente, non crede al “ravvedimento” di Draghi. E non solo: sostiene che Conte sia la “quinta colonna” italiana di Trump. «Vi sembra folle, questa interpretazione? Non dovete fare altro che aspettare e verificare», conclude il blogger. «Nel caso che il quasi-miracolo della vittoria di Trump non si concretizzi (o anche solo nell’attesa che ciò accada) l’Italia non dura un mese, in cotanto lockdown, secondo me». E chiosa: «Spero solo abbiate chiari gli stenti a cui andrete incontro».(Mitt Dolcino, “Conte, dopo aver ritardato all’inverosimile la pubblicazione del Dpcm voluto dall’Eu sperando nella vittoria di Trump, visti brogli Usa si arrende e firma. Immediatamente le reazioni dei pro-€. Finalmente è tutto chiaro! Ecco cosa sta succedendo”, dal blog di Mitt Dolcino del 5 novembre 2020).E se Giuseppe Conte fosse, da sempre, una carta coperta di Donald Trump? In questo caso, salvo miracoli, il suo destino è segnato: se Trump cade, sotto il peso dei presunti brogli elettorali (voto postale) che potrebbero travolgerlo, lo stesso Conte dovrebbe lasciare Palazzo Chigi. E’ la tesi – controcorrente e assai suggestiva – sostenuta (non da oggi) da Mitt Dolcino, osservatore speciale che vanta rapporti privilegiati con fonti d’intelligence. La caduta di Trump – e quindi, a ruota, di Conte – aprirebbe per l’Italia i più cupi scenari: il paese finirebbe nella morsa franco-tedesca dell’Ue, senza più nessun paracadute americano. Il “liquidatore” del paese sarebbe Draghi, alla cui “redenzione” Dolcino non crede. L’ex presidente della Bce agirebbe come e peggio di Monti, e o farebbe col supporto del Pd, di Renzi e del “falso sovranismo” della Lega, che addirittura coltiverebbe un progetto, molto tedesco, di “secessione” (economica?) del Nord Italia. E’ un mondo capovolto, quello presentato da Mitt Dolcino. Che, come prova delle sue tesi, esibisce l’evidente riluttanza di Conte nel firmare l’ultimo drammatico Dpcm “ammazza-Italia”, considerato assolutamente inutile nell’arginare il coronavirus ma, in compenso, perfetto per affondare definitivamente un paese il cui debito pubblico, di questo passo, arriverà al 180% del Pil. Precondizione ideale per la “tempesta perfetta” (spread) che proporrebbe un copione già visto, ma stavolta con esiti irreversibili: confisca materiale dei beni italiani.
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Magaldi: violeremo il coprifuoco, è imposto da mascalzoni
«A quel cialtrone di Giuseppe Conte trema la voce, ormai, nell’annunciare le nuove, inutili e devastanti restrizioni? Fa bene, ad avere paura: sa di essersi spinto troppo oltre, nel prestarsi a fare test di massa per dimostrare fino a che punto è possibile opprimere la popolazione, annullando democrazia e libertà, come vuole l’élite reazionaria che da decenni sta deliberatamente deprimendo l’Occidente». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, ha una visione chiara dell’origine della crisi in corso: «Prima il terrorismo economico-finanziario, poi la farsa hollywoodiana del terrorismo jihadista, e adesso la pandemia da operetta: sempre le stesse forze manipolano la realtà e la politica contro gli interessi delle collettività, in Italia e nel mondo». Magaldi sfida Conte e i fautori del “coprifuoco” in arrivo: «Saremo la cattiva coscienza di questi mascalzoni, esecutori e mandanti di questa tragicommedia chiamata pandemia». E avverte: «Chi ha ancora sangue nelle vene sarà felice di partecipare alle imminenti “passeggiate” della Milizia Rooseveltiana: senza mascherina e violando il coprifuoco, inviteremo le forze dell’ordine a fare obiezione di coscienza, nei confronti di misure assolutamente inutili in chiave anti-Covid ma micidiali per dare il colpo di grazia all’economia familiare di milioni di italiani».Autore nel 2014 del bestseller “Massoni” (Chiarelettere), che svela il ruolo occulto delle superlogge “neoaristocratiche” nell’imposizione del globalismo mercantilista neoliberale, in cui emerge la Cina come modello alternativo a quello occidentale (efficienza economica, ma senza libertà), Magaldi accusa il “partito cinese”, trasversale e influente anche tra le fila del governo Conte, di aver manipolato l’emergenza sanitaria a scopo di potere. «Il governo ha offerto un atteggiamento paternalistico e dispotico. Bisognava dire, sia agli anziani (fragili) che agli ipocondriaci paurosi: state a casa, voi sì. Siate liberi di mettervi in lockdown, se non volete contagiarvi e quindi immunizzarvi. Conosco tanti anziani che hanno contratto il Covid, si sono curati e oggi stanno meglio di prima. Chi invece ha paura, stia casa: si trinceri in un auto-lockdown responsabile, ma non impedisca agli altri di vivere e lavorare». Magaldi torna a citare un virologo mainstream come Guido Silvestri, secondo cui un nuovo lockdown sarebbe irreparabile. «Silvestri dice: state calmi, ormai ci si cura e si guarisce da casa». Ovvio che il numero dei contagiati dipende dall’enorme numero di tamponi effettuati. «Se poi però il numero dei contagiati viene usato dai media come una clava per fare terrorismo psicologico, e su questo i politici costruiscono le loro restrizioni, tra ordinanze e Dpcm, è tutto un montare di una colossale manipolazione».Insomma, si decidano ad ammetterlo: «L’aumento delle rilevazioni dei contagi non comporta affatto un’ecatombe», afferma Magaldi. «Piuttosto, così facendo, abbiamo perso altro tempo prezioso: in questi mesi bisognava infatti rafforzare la medicina territoriale e allestire comunque, anche a costo di lasciarli vuoti, dei centri di terapia (intensiva e non). E invece non è stato fatto nulla, di tutto questo. E ora il governo pensa davvero di cavarsela con un nuovo lockdown?». Per Magaldi, occorrerebbe invece «tranquillizzare la popolazione, togliere qualunque coprifuoco, favorire la ripresa di tutte le attività economiche». E inoltre, «spiegare che la contagiosità è un dato fisiologico ampiamente previsto, e che la gran parte dei contagiati stanno bene e non sono in pericolo: la piccola parte di popolazione che avrà complicazioni sarà curabile all’ospedale e soprattutto da casa, in assoluta sicurezza». In altre parole: nulla di quanto serviva è stato fatto, mentre non si è esitato a varare misure demenziali e suicide per l’economia. Anche per questo è durissimo, il presidente “rooseveltiano”, con il governo Conte: «Molti protagonisti di questa fase storica – sottolinea – andranno processati: per danni alla salute fisica e psichica dei cittadini e per i danni irreparabili arrecati all’economia, quindi alla sicurezza sociale, oltre che per grave attentato alla Costituzione».Il “partito cinese”, trasversale e annidato anche nel governo italiano, «sta sfruttando la pandemia per devastare l’economia, che già era in sofferenza, in modo da ottenere un maggior controllo sociale», sostiene Magaldi, che spiega: «Una persona che sia privata della sua autonoma via alla libertà economica sarà più incline a sottomettersi al “padrone” istituzionale che gli dà la mancia, e parliamo di istituzioni oggi occupate da gente che ha in odio la democrazia». Il leader “rooseveltiano” ammette di provare «dolore», di fronte allo spettacolo degli italiani costretti a rinunciare a lavorare, e quindi a sostentarsi economicamente, con anche «la paura di chi vede esaurirsi gli ultimi risparmi: le nostre città sono diventate spettrali, i cittadini già rimpiangono la vita che non c’è più e che di questo passo non potrà più esserci, per lunghi anni». Al tempo stesso, però, secondo Magaldi questa è anche una formidabile opportunità: «E’ la grande occasione per mostrare chi è davvero coraggioso e chi è vigliacco, chi ha voglia di combattere e chi è soltanto un “leone da tastiera”, chi ha coscienza dei propri diritti e anche coscienza del proprio dovere, di difendere i suoi diritti e quelli degli altri».Se qualcuno aveva sperato che il governo Conte risarcisse le imprese azzerate dal lockdown e riportasse il paese verso la normalità è rimasto deluso. Al contrario, ora si corre verso nuove, devastanti restrizioni. «La misura è colma», sentenzia Magaldi, pronto a mobilitare la Milizia Rooseveltiana, formazione creata dal movimento da lui presieduto, sorto nel 2015 per democratizzare la politica. «Abbiamo bisogno che, ogni settimana, gruppi “rooseveltiani” (anche esigui) infrangano il lockdown, infrangano il coprifuoco e si facciano portare nei commissariati, diventino dei “fuorilegge” riconosciuti, naturalmente nel senso alto e nobile della disobbedienza civile. E’ quella cosa per la quale, di solito – aggiunge Magaldi – i rivoluzionari pacifici e nonviolenti vengono poi riconosciuti, dalle istituzioni e dello stesso popolo, come benemeriti eroi», ben distinti dai teppisti che devastano vetrine e si scontrano con le forze dell’ordine. «Chi lancia molotov non ha capito che, spesso, poliziotti e carabinieri sono assolutamente simpatetici con le ragioni dei manifestanti: sono cittadini anche loro, e si rendono ben conto di trovarsi a fare i “cani da guardia” di qualcosa che è profondamente iniquo, figlio di una volontà più proterva rispetto a quella dei cialtroni del governo italiano». La missione civile dei “rooseveltiani” è precisa: «Facciamo in modo che il mondo diventi consapevole che il danno di questa pandemia non è nel virus, ma è nelle cattive misure politiche prese per fronteggiarlo».Magaldi offre anche un preciso sguardo geopolitico, alla vigilia delle presidenziali Usa. «Col virus, il “partito cinese” voleva azzoppare Trump, sperando di poter utilizzare Biden come ariete dell’oligarchia, sorretta dai partner occulti dell’unico vero fascismo di oggi, cioè il comunismo cinese». “Ordo ab chao”, si dice in massoneria, intendendo il ricorso al caos per instaurare un nuovo ordine. «Ebbene: il caos è stato abbondantemente prodotto con il coronavirus, senza il quale la riconferma di Trump sarebbe stata scontata. Oggi le chance di Biden sono cresciute, ma attenzione: i sondaggi erano sbagliati già nel 2016, quando davano sicura vincente Hillary Clinton». Aggiunge Magaldi: «Sappiate che gli astri di Trump sono migliori di quelli di Biden: non significa per forza che vincerà, ma vuol dire che la sua storia ha da dare qualcosa di più fruttuoso, alla comunità americana e a quella mondiale». Joe Biden? «Sarebbe solo un comprimario, altri deciderebbero al suo posto: e questo è un bene». Grazie a un preciso patto supermassonico, spiega Magaldi, l’eventuale presidenza Biden sarebbe infatti co-gestita da una cabina di regia concorde su un punto: «La necessità di proseguire nel contrasto della pericolosa egemonia del “partito cinese” sull’Occidente, che oggi viene esercitata anche attraverso l’autoritarismo indotto dalla cosiddetta pandemia».«A quel cialtrone di Giuseppe Conte trema la voce, ormai, nell’annunciare le nuove, inutili e devastanti restrizioni? Fa bene, ad avere paura: sa di essersi spinto troppo oltre, nel prestarsi a fare test di massa per dimostrare fino a che punto è possibile opprimere la popolazione, annullando democrazia e libertà, come vuole l’élite reazionaria che da decenni sta deliberatamente deprimendo l’Occidente». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, ha una visione chiara dell’origine della crisi in corso: «Prima il terrorismo economico-finanziario, poi la farsa hollywoodiana del terrorismo jihadista, e adesso la pandemia da operetta: sempre le stesse forze manipolano la realtà e la politica contro gli interessi delle collettività, in Italia e nel mondo». Magaldi sfida Conte e i fautori del “coprifuoco” in arrivo: «Saremo la cattiva coscienza di questi mascalzoni, esecutori e mandanti di questa tragicommedia chiamata pandemia». E avverte: «Chi ha ancora sangue nelle vene sarà felice di partecipare alle imminenti “passeggiate” della Milizia Rooseveltiana: senza mascherina e violando il coprifuoco, inviteremo le forze dell’ordine a fare obiezione di coscienza, nei confronti di misure assolutamente inutili in chiave anti-Covid ma micidiali per dare il colpo di grazia all’economia familiare di milioni di italiani».
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Conte è fermo a Wuhan: per fermare il virus uccide l’Italia
Mentre si parla sempre più intensamente di ritorno dell’emergenza sanitaria e di lockdown totale del paese, forse occorre ripensare l’ordine delle cose. Il problema grave per l’Italia oggi non è tanto quello sanitario, ma quello economico e politico. Perché c’è confusione e allarme per la situazione sanitaria in Francia ma lì non ci sono proteste e in Italia sì? Perché lì i gilet gialli sono spariti e qui sono arrivati con proteste disordinate e teppistiche che hanno illuminato le notti di molte città negli ultimi giorni? Qual è oggi la differenza tra Francia e Italia? La situazione sanitaria in Francia è forse peggiore che in Italia, ma in Francia ci sono piani per il rilancio economico del Paese, presentati già a Bruxelles, e c’è un governo che funziona. In Italia la situazione sanitaria è forse migliore ma non ci sono piani veri per la ripresa economica; il governo alla fine dell’anno avrà bruciato cento miliardi in sussidi e cassa integrazione, senza idee di sviluppo, e tutto sulle spalle della Banca Centrale Europea, che non potrà andare avanti ad acquistare titoli all’infinito; i centri delle città, una volta salotti della nazione, oggi sono un cimitero di negozi chiusi che in molti casi non riapriranno più.In otto mesi Piazza Affari ha bruciato 25 miliardi di valore e alla fine dell’anno il rapporto debito pubblico/Pil potrebbe arrivare al 200%. Se non oggi o domani, dopodomani arriverà il redde rationem con il crollo generalizzato. A meno che non si prepari una diga. Quindi in Francia si può fare affidamento su un progetto politico-economico, in Italia no. Il mix di débâcle sanitaria e débâcle economico-politica può essere fatale per un paese. Ciò significa che se il discorso si ferma sulla sanità, si confonde il dito con la luna. La peste del ‘600 a Milano, quella raccontata da Manzoni, fece più morti con gli assalti ai forni che con i bubboni passati dagli effluvi fatali, e così è stato per tutte le pesti della storia. Oggi la moderna sanità cura meglio la peste attuale, ma a prezzo di costi forse ancora maggiori su economia e politica. Occorre investire per una sanità migliore e per creare nuovi posti di lavoro. Ieri semplicemente non c’erano i mezzi; oggi, rispetto ai secoli scorsi, ci sono organizzazioni finanziarie in grado di mobilitare risorse che ieri erano impossibili ma c’è sempre bisogno di un progetto.Oggi come in passato le epidemie sono occasioni per rilanciare un paese o affossarlo. La peste del VI secolo distrusse le ambizioni dell’imperatore bizantino Giustiniano, quella del XIV secolo aprì le porte al Rinascimento. Per questo la vera grande sfida italiana è politico-economica. Nell’Asia di tradizione sinica, nella stessa Cina ma anche in Corea, Giappone, Taiwan, paesi con una tradizione di Stato più strutturato e organizzato, la risposta è stata migliore. In Italia in particolare e in Occidente più in generale occorre avere nuovi progetti politico-economici per il futuro che viene dopo la peste. In particolare in Cina, ma anche in Corea o altrove in Asia non ci sono stati chiusure generalizzate ed eguali per tutti. Anche a febbraio, quando la Cina si è fermata e bloccata, non ovunque tutto si è fermato allo stesso modo. Wuhan, l’epicentro del Covid, era serrata con ronde di polizia per evitare che la gente uscisse per strada, ma a Pechino, anch’essa deserta, le regole erano più lasche. In Italia la chiusura sembra essere diventata il terreno di scontro politico tra maggioranza e opposizione, tra governo centrale e Regioni. Questo appare pazzesco e forse è anche criminale. Ovviamente la responsabilità ultima è del governo centrale, che solo ha gli strumenti per applicare le misure necessarie.Nascondersi dietro cavilli giuridici da azzeccagarbugli in questo momento è forse politicamente assassino, perché comporta poi la morte di malattia o di stenti di tante persone. Se si pensa che in questa situazione ci voglia una responsabilità condivisa allora, come in tante emergenze, ci vuole un governo di unità nazionale. Ma in linea di principio, come è accaduto in Asia e in Cina, si dovrebbero bloccare i comuni, le zone di una grande città in pericolo, non le regioni e neppure tutto il paese. Si tratta di misure di difficile attuazione, specie poi se, come oggi, mancano piani di rilancio politici ed economici che diano fiducia sul futuro. Una proibizione uguale per tutti è la scelta più facile, ma così si danneggia il paese malato insieme alla malattia. Bisogna salvare il malato e distruggere la malattia. Se si distrugge il malato insieme alla malattia, il medico, in questo caso il governante, ha fallito. Perché l’Italia è a questo punto? Si direbbe per un mix di incompetenza e ambizione: volere rimanere al potere a tutti i costi. In ciò si vede certamente l’opera di un genio della comunicazione, Rocco Casalino, in un governo senza geni. Forse è questo il nodo superficiale e insieme profondo, il punctus puncti scolastico, da affrontare.(Francesco Sisci, “Il governo Conte è fermo a Wuhan, ora impari da Pechino e Sud Corea”, dal “Sussidiario” del 2 novembre 2020).Mentre si parla sempre più intensamente di ritorno dell’emergenza sanitaria e di lockdown totale del paese, forse occorre ripensare l’ordine delle cose. Il problema grave per l’Italia oggi non è tanto quello sanitario, ma quello economico e politico. Perché c’è confusione e allarme per la situazione sanitaria in Francia ma lì non ci sono proteste e in Italia sì? Perché lì i gilet gialli sono spariti e qui sono arrivati con proteste disordinate e teppistiche che hanno illuminato le notti di molte città negli ultimi giorni? Qual è oggi la differenza tra Francia e Italia? La situazione sanitaria in Francia è forse peggiore che in Italia, ma in Francia ci sono piani per il rilancio economico del Paese, presentati già a Bruxelles, e c’è un governo che funziona. In Italia la situazione sanitaria è forse migliore ma non ci sono piani veri per la ripresa economica; il governo alla fine dell’anno avrà bruciato cento miliardi in sussidi e cassa integrazione, senza idee di sviluppo, e tutto sulle spalle della Banca Centrale Europea, che non potrà andare avanti ad acquistare titoli all’infinito; i centri delle città, una volta salotti della nazione, oggi sono un cimitero di negozi chiusi che in molti casi non riapriranno più.
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Magaldi: lockdown criminale, chi lo impone va processato
Quel tanghero di Massimo Giannini, direttore della “Stampa”, ci ha appena detto che bisogna essere disposti a cedere quote di libertà in nome della salute? Nossignore: non si può essere disposti a sacrificare un bene certo, come la libertà, in nome di una salute che è soltanto presunta. All’inizio dell’esplosione pandemica ci avevano spiegato che tre quarti della popolazione mondiale si sarebbe infettata, visto l’alto tasso di contagiosità (e il basso tasso di letalità). Quindi, piuttosto che “cagarsi addosso” e vivere con la “museruola”, vivere di nuovo segregati nella depressione e nella distruzione ormai quasi completa del sistema economico ordinario, è meglio affrontare il rischio di un problema che, peraltro, molti stanno curando brillantemente a casa. Questo perché forse in ospedale ti curano anche peggio, e non scordiamoci che all’inizio della pandemia molti morti sono stati causati dalla negligenza del sistema sanitario, dalle scelte mediche attuate e dal terrorismo indotto, che ha gettato i cittadini, a valanga, a cercare rimedio nel posto sbagliato, mentre probabilmente bastava intanto una più adeguata prevenzione, e poi una serie di opportuni accorgimenti terapeutici.Cito un virologo mainstream come Guido Silvestri, secondo cui un nuovo lockdown sarebbe irreparabile. Silvestri dice: state calmi, ci si cura e si guarisce da casa. Se aumentiamo il sistema dei tamponi, aumenterà anche il numero dei contagiati. Se il numero dei contagiati viene usato dai media come una clava per fare terrorismo psicologico, e poi su questo i politici costruiscono le loro restrizioni, tra ordinanze e Dpcm, è tutto un montare di una colossale manipolazione. Lo ammettano: l’aumento delle rilevazioni dei contagi non comporta affatto un’ecatombe. Piuttosto, così facendo, abbiamo perso altro tempo: in questi mesi bisognava allestire comunque, anche a costo di lasciarli vuoti, dei centri di terapia (intensiva e non), e invece non è stato fatto un cazzo, di tutto questo. E poi arriva quel gran cialtrone del governatore della Campania, che – dopo non aver fatto niente di utile per migliorare la situazione – ora decide di chiudere tutto. Quanto a cialtronaggine, forse De Luca supera persino lo stesso Conte: chiudiamo tutto, dice, e così conservo questo mio piccolo palcoscenico da guitto, senza arte né parte, che governa una Regione che d’altra parte l’ha appena stra-votato. Ai campani viene da dire: ve lo meritate, De Luca, e adesso tenetevelo.Certo l’alternativa a De Luca qual era? Anche a livello nazionale, non è che l’opposizione – se fosse al governo – farebbe meglio: questa è una classe politica da buttare letteralmente nel cesso. Non c’è un’idea, non c’è una visione di paese, non c’è coraggio. All’opposizione si fanno belli del disagio cui va incontro la cialtronaggine di Conte, ormai finalmente penalizzato dai sondaggi sull’umore degli italiani, ma – a parte questo lucrare sull’altrui insipienza – non c’è una sapienza, che viene contrapposta. Se chiedeste a Meloni e Salvini cosa farebbero, al posto di Conte, questi si metterebbero a biascicare: non lo sanno dire, perché non lo hanno in mente. Cosa fare, oggi? Tranquillizzare la popolazione, togliere qualunque sistema di coprifuoco, favorire la ripresa di tutte le attività economiche. E spiegare che la contagiosità è un dato fisiologico ampiamente previsto, i cui numeri derivano dai tamponi. Ma la gran parte dei contagiati stanno bene e non sono in pericolo. Una parte avrà sintomi influenzali, e solo una piccola parte avrà complicazioni più gravi (curabili all’ospedale e soprattutto da casa, in assoluta sicurezza).Il governo ha offerto un atteggiamento paternalistico e dispotico. Bisognava dire, sia agli anziani (fragili) che agli ipocondriaci paurosi: state a casa, voi sì. Siate liberi di mettervi in lockdown, se non volete contagiarvi e quindi immunizzarvi. Conosco tanti anziani che hanno contratto il Covid, si sono curati e oggi stanno meglio di prima. Se invece avete paura, state a casa: trinceratevi in un auto-lockdown responsabile, ma non rompete i coglioni agli altri. Intendiamoci: capisco gli anziani e anche gli ipocondriaci, spaventati da questo terrorismo psicologico sparso a piene mani, da mesi. A loro va tutta la mia solidarietà e simpatia. Ma in questi giorni, per strada, abbiamo anche a che fare con gente che se avesse un’arma la userebbe, per eliminare il pericoloso “untore” che a distanza di 50 metri ha osato abbassarsi la mascherina per respirare, per prendersi giustamente una boccata di ossigeno, sapendo che l’uso prolungato della mascherina può causare danni alla salute.Ci stanno proponendo un nuovo lockdown? Saranno processati. Ormai bisogna pensare che molti protagonisti di questa fase storica andranno processati: per danni alla salute fisica e psichica dei cittadini e per i danni irreparabili arrecati all’economia, quindi alle condizioni di sussistenza, oltre che per grave attentato alla Costituzione. Il “partito cinese”, trasversale e annidato anche nel governo italiano, sta sfruttando la pandemia per devastare l’economia, che già era in sofferenza, in modo da ottenere un maggior controllo sociale: una persona che sia privata della sua autonoma via alla libertà economica sarà più incline a sottomettersi al “padrone” istituzionale che gli dà la mancia, e parliamo di istituzioni oggi occupate da gente che ha in odio la democrazia. Provo dolore, di fronte allo spettacolo degli italiani costretti a rinunciare a lavorare, e quindi a sostentarsi economicamente, con la paura di chi vede esaurirsi anche gli ultimi risparmi. Le nostre città sono diventate spettrali: i cittadini già rimpiangono la vita che non c’è più, e che di questo passo non potrà esserci più, per lunghi anni.Al tempo stesso, però, questa è una grande occasione: è la grande occasione per mostrare chi è davvero coraggioso e chi è vigliacco, chi ha voglia di combattere e chi è soltanto un “leone da tastiera”, chi ha coscienza dei propri diritti e anche coscienza del proprio dovere, di difendere i suoi diritti e quelli degli altri. Durante l’estate appena trascorsa si credeva che sarebbero diminuite le restrizioni, e che il governo avrebbe inondato con una pioggia di miliardi le attività danneggiate. Si sperava che saremmo tornati a un trend di vita normale, ma così non è stato. Anzi: ci stanno proponendo un nuovo lockdown. Ebbene, ora la misura è colma. Il Movimento Roosevelt rivolgerà al governo un ultimatum, con misure per assistere gli italiani. E scenderà in campo la Milizia Rooseveltiana, per fare una rivoluzione, con le sue incursioni radicalmente teatrali. Abbiamo bisogno che, ogni settimana, gruppi “rooseveltiani” (anche esigui) infrangano il lockdown, infrangano il coprifuoco e si facciano portare nei commissariati, diventino dei “fuorilegge” riconosciuti, naturalmente nel senso alto e nobile della disobbedienza civile. E’ quella cosa per la quale, di solito, i rivoluzionari pacifici e nonviolenti vengono riconosciuti, dalle istituzioni e dello stesso popolo, come benemeriti eroi.Quindi, attenzione: chi scaglia bottiglie, sfascia le vetrine dei negozi e lancia molotov contro le forze dell’ordine non ha capito nulla. Spesso, poliziotti e carabinieri sono assolutamente simpatetici con le ragioni dei manifestanti: sono cittadini anche loro, e si rendono ben conto di trovarsi a fare i “cani da guardia” di qualcosa che è profondamente iniquo. Quindi solidarizzate, fraternizzate con le forze dell’ordine. Cercate, con loro e con l’opinione pubblica, una sintonia. E non si tratta nemmeno di demonizzare questi poveracci che sono al governo: sono solo camerieri e maggiordomi. C’è una volontà più proterva, che va oltre il governo italiano, anche se ricade su segmenti amministrativi e governativi. Noi dobbiamo testimoniare, di fronte all’opinione pubblica italiana, che – in modo reiterato e minuzioso – si può e si deve rintuzzare queste misure che sono state prese. Ci sono gli sguardi del mondo, sull’Italia. Facciamo in modo che il mondo diventi consapevole che il danno di questa pandemia non è nel virus, ma è nelle cattive misure politiche prese per fronteggiarlo.(Gioele Magaldi, dichirazioni rilasciate il 31 ottobre 2020 nella diretta web-streaming “Pane al pane”, di MrTv, su YouTube).Quel tanghero di Massimo Giannini, direttore della “Stampa”, ci ha appena detto che bisogna essere disposti a cedere quote di libertà in nome della salute? Nossignore: non si può essere disposti a sacrificare un bene certo, come la libertà, in nome di una salute che è soltanto presunta. All’inizio dell’esplosione pandemica ci avevano spiegato che tre quarti della popolazione mondiale si sarebbe infettata, visto l’alto tasso di contagiosità (e il basso tasso di letalità). Quindi, piuttosto che “cagarsi addosso” e vivere con la “museruola”, vivere di nuovo segregati nella depressione e nella distruzione ormai quasi completa del sistema economico ordinario, è meglio affrontare il rischio di un problema che, peraltro, molti stanno curando brillantemente a casa. Questo perché forse in ospedale ti curano anche peggio, e non scordiamoci che all’inizio della pandemia molti morti sono stati causati dalla negligenza del sistema sanitario, dalle scelte mediche attuate e dal terrorismo indotto, che ha gettato i cittadini, a valanga, a cercare rimedio nel posto sbagliato, mentre probabilmente bastava intanto una più adeguata prevenzione, e poi una serie di opportuni accorgimenti terapeutici.
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Abbiamo di fronte mesi terribili, avvelenati dalle menzogne
«Abbiamo di fronte dei mesi terribili, in ogni senso. Saranno terribili dal punto di vista economico per molti di noi, ma saranno terribili soprattutto da un punto di vista psicologico per tutti noi, perché ormai la barriera fra il mainstream e quelli che ancora pensano con il proprio cervello è diventata un solco invalicabile. E chi sta da questa parte è destinato a soffrire moltissimo, psicologicamente, perché vede chiaramente come le forze dall’altra parte siano centinaia di volte superiori alle nostre». Parole di Massimo Mazzucco, destinate agli utenti del suo blog, “Luogo Comune”, irrequieti di fronte all’inesorabile sfacelo che si sta manifestando in tutta la sua potenza: paesi verso il baratro del lockdown, economia votata alla catastrofe, società “impazzita” e ospedali descritti come presi d’assalto da migliaia di persone spaventate. In più: totale assenza di piani ordinati per scongiurare il peggio, curando a casa la maggioranza dei pazienti. Teoria e pratica del delirio, elevato a sistema: “Come organizzare un disastro”, titolava già a fine marzo il blog di Paolo Franceschetti, parlando del “diario folle del coronavirus”. La tesi: è stato fatto tutto il contrario di quello che il buon senso avrebbe suggerito, se davvero la volontà fosse stata quella di trovare soluzioni.Ad aggiungere sconcerto, fra le tante, è l’ultima intervista di “ByoBly” al professor Pietro Luigi Garavelli, primario infettivologo dell’Ospedale Maggiore di Novara: la corsa autunnale al pronto soccorso nasce dall’inerzia delle autorità, che non hanno predisposto nessun protocollo per creare una diga contro l’epidemia di coronavirus, abilitando i medici di famiglia a intervenire tempestivamente con procedure concordate e farmaci efficaci, ormai notissimi. Peggio: a quasi un anno dall’inizio del dramma, non esiste ancora neppure un unico protocollo ospedaliero nazionale, valido per tutto il paese. E un farmaco salvavita come l’idrossiclorochina, in primavera rivelatosi decisivo nelle fasi iniziali della malattia Covid-19, non è più prescritto da nessuno (salvo esplicita richiesta, del medico e del paziente), dopo la “guerra” con cui Big Pharma – tramite un articolo menzognero del “Lancet” – si è sbarazzata del celebre antimalarico, collaudatissimo ma poco costoso. La tragedia è un’altra ancora: come la stessa “ByoBlu” precisa, l’intervista a Garavelli non viene neppure proposta su YouTube, per evitare l’oscuramento del canale social.Siamo a questo: la verità – clinica, nella fattispecie – è diventata clandestina, come negli anni bui delle peggiori dittature, che pensavamo relegati nelle pagine dei libri di storia (oltre che nell’attuale Cina, ormai vicinissima). Vergogna urlante: da YouTube sono spariti gli esemplari video girati da “Come Don Chisciotte”, storica voce indipendente dei blog italiani. Immagini imbarazzanti: il pronto soccorso dell’ospedale Sacco di Milano (quello dell’arcigno professor Galli) praticamente deserto, con solo tre persone in attesa, e le vie di Stoccolma – capitale della Svezia che ha rifiutato lockdown e mascherine, puntando sull’immunità di gregge – affollate di umanità tranquilla, a zonzo per i negozi, con l’ospedale principale della città completamente libero da qualsiasi intasamento. Notizie raggelanti dal Canada, dove un deputato dell’Ontario, Randy Hillier, ha scoperto che il governo di Ottawa pensa a lockdown estesi fino all’estate 2021 e a imprecisati “campi di detenzione” per eventuali renitenti.Dal caos rabbioso di questi giorni, in Italia, emergono voci come quelle di Guido Bertolaso, già capo della Protezione Civile: segnala che gli ospedali ricevono dalle Regioni 2.000 euro al giorno per ogni paziente, a prescindere dalla gravità delle sue condizioni di salute, dando quindi forma a una sorta di grottesco business dei ricoveri, dove gli anziani in crisi respitoria vengono contati insieme agli asintomatici positivi al tampone, semplicemente spaventati dall’allarmismo televisivo e non intercettati, a monte, da nessuna rete sanitaria ragionevole costituita dai medici di base. Se l’intero Occidente sembra in preda al panico, coi governi che appaiono in stato confusionale, l’Italia eccelle: il dicastero della sanità è tuttora retto dal ministro che ad aprile rifiutò di rispondere ai 30 specialisti che gli segnalavano l’efficacia del banale cortisone, mentre a Palazzo Chigi, all’ombra dell’oscuro premier venuto dal nulla, opera la “task force” contro le “fake news” che censura il web, oscurando le notizie scomode e privando i cittadini dell’unica fonte potenzialmente attendibile di informazioni vitali.Paura, angoscia, insicurezza e rabbia: c’è chi ancora perde tempo a insultare chi la pensa diversamente. Il culmine della follia passeggia sui social, esibendo il revival fotografico di medici e infermieri presentati come gli “eroi” della “prima ondata”, testimonial viventi della verità ufficiale, quella del Grande Terrore, drammaticamente superiore a quella dei poveri scettici, trasformati (medici e scienziati compresi) in mentecatti irresponsabili e incorreggibili “negazionisti”. Visto?, dicono: avevamo ragione noi. La soluzione? Tremare di paura, a vita. Trincerarsi in casa per sempre, e obbedire a qualsiasi ordine. Vietato pensare, vietato informarsi, vietato ragionare sulla base di dati certi. Vietato parlare, vietato respirare, vietato dissentire o anche solo avanzare perplessità. Vietatissimo smascherare i tanti imbrogli di questa storia sanguinosamente fraudolenta e verminosa, fatta di decretazione emergenziale e terapie proibite, autopsie pazzescamente negate e salme incenerite d’imperio, nel silenzio spettrale – televisivo – dei cortei funebri di camion militari.La verità è altrove: un pensiero che era solo un sospetto, e che oggi esplode davanti agli occhi di chiunque abbia un briciolo di cervello ancora funzionante, non ancora disabilitato dalla disinformazione terroristica quotidiana, imposta a mano armata da un mainstream che ha gettato la maschera e ormai si mostra violento e aggressivo, con la vocazione totalitaria di chi non tollera più la minima voce dissonante e quindi la emargina, la soffoca, la spegne. A prescindere dalle libere opinioni di ciascuno – in materia sanitaria o politica – non può sfuggire il carattere esiziale del momento, se persino un alto prelato come l’ex nunzio apostolico negli Usa sostiene che il maledetto virus che ha paralizzato il mondo è stato solo il mezzo per instaturare una sorta di dittatura planetaria, destinata ad azzerare la democrazia e le libertà dell’individuo, la sua dignità di essere umano, dando corso a un piano “infernale” di dominazione definitiva, capace di archiviare nel modo più spietato l’intera nostra civiltà, ovvero la modernità forgiata alla fine del Settecento dalle rivoluzioni massoniche contro l’assolutismo dell’Ancien Régime sorretto dal plurisecolare oscurantismo vaticano, nemico della scienza del progresso.In uno dei suoi tanti capolavori, “Piccolo testamento”, Eugenio Montale evoca il giorno in cui «spenta ogni lampada, la sardana si farà infernale», e allora «un ombroso Lucifero scenderà su una prora del Tamigi, dell’Hudson, della Senna, scuotendo l’ali di bitume semi-mozze dalla fatica, a dirti: è l’ora». Il grande poeta pensava alla marea hitleriana della Seconda Guerra Mondiale. Quella il corso – la Terza? – obbliga gli spettatori frastornati, molti dei quali atterriti dalla rovina economica che sta per inghiottire le loro famiglie per prime (poi seguiranno anche le altre, inevitabilmente), a farsi qualche domanda sulla natura di questo potere, abbondantemente bugiardo, che sta abilmente “sovragestendo” il panico in tutte le sue declinazioni: sanitaria, sociale, economica, politica, psicologica. Tutto crolla, giorno per giorno: lavoro, scuola, consumi, sicurezza, Pil, certezze, visione del futuro. E la perdita di ogni riferimento socio-culturale, persino antropologico, viene spacciata come fatalità a cui rassegnarsi, verso una “nuova normalità” vagamente mostruosa.Il Grande Terrore sta dettando i tempi della sua agenda: si è imposto come un tiranno, ringhiando, e riducendo al silenzio qualsiasi potenziale antagonista. La vita stessa è diventata una questione di coronavirus. Nessuna umanità, da parte dei reggenti: nessuna compassione, nessuno sforzo di sincera comunicazione, di condivisione. Regna il caos, l’incorenza assoluta: si abbaiano ordini, non si spiega mai niente. Ricorda qualcosa, questo? Qualcosa che non avremmo mai voluto rivedere? E’ precisamente di questo, che molti forse hanno bisogno, per cominciare a capire – meglio tardi che mai – in che razza di guaio è sprofondato, il genere umano preso in giro per decenni con leggende economiche e religioni scientiste? Domande inevitabili: in mezzo all’oceano di mediocrità e incapacità esibite a ogni livello politico, governativo e amministrativo, si può leggere anche il filo rosso (o meglio, nero) di una regia sapiente, al servizio dell’apocalisse? L’eventuale guarigione, par di capire, non potrà che passare dalla capacità di trovare finalmente una risposta – chiara, seria – all’unico quesito, decisivo, sulla vera origine di questa crisi, i cui effetti (devastanti) sono solo una conseguenza, aggravata dallo stato comatoso del sistema-mondo.«Abbiamo di fronte dei mesi terribili, in ogni senso. Saranno terribili dal punto di vista economico per molti di noi, ma saranno terribili soprattutto da un punto di vista psicologico per tutti noi, perché ormai la barriera fra il mainstream e quelli che ancora pensano con il proprio cervello è diventata un solco invalicabile. E chi sta da questa parte è destinato a soffrire moltissimo, psicologicamente, perché vede chiaramente come le forze dall’altra parte siano centinaia di volte superiori alle nostre». Parole di Massimo Mazzucco, destinate agli utenti del suo blog, “Luogo Comune“, irrequieti di fronte all’inesorabile sfacelo che si sta manifestando in tutta la sua potenza: paesi verso il baratro del lockdown, economia votata alla catastrofe, società “impazzita” e ospedali descritti come presi d’assalto da migliaia di persone spaventate. In più: totale assenza di piani ordinati per scongiurare il peggio, curando a casa la maggioranza dei pazienti. Teoria e pratica del delirio, elevato a sistema: “Come organizzare un disastro”, titolava già a fine marzo il blog di Paolo Franceschetti, parlando del “diario folle del coronavirus”. La tesi: è stato fatto tutto il contrario di quello che il buon senso avrebbe suggerito, se davvero la volontà fosse stata quella di trovare soluzioni.
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Brutte notizie: inferno in arrivo, nel Paradiso degli Imbecilli
Nel Paradiso degli Imbecilli, è chiamato antieuropeista chi giudica con severità lo squallore rapace di Angela Merkel e degli altri criminali che hanno retrocesso la Grecia nel terzo mondo e alterato i conti della Germania per alterare quelli dell’Europa. Hanno inflitto ai popoli infinite sofferenze sulla base di regole truccate, escogitate da conventicole segrete, di natura esoterica, animate da sete di potere e inconfessabili mire privatistiche. Nel Paradiso degli Imbecilli, i grandi ladri e i sommi imbroglioni di quest’epoca diventano statisti, rinomati influencer, valorosi attivisti al servizio di tutte le cause possibili, tranne una: quella della libertà dell’umanità e del riscatto dell’homo sapiens dalla sottomissione fraudolenta al quale è sottoposto, avendo rinunciato lui per primo, da gran tempo, a rassegnarsi all’idea di dover lottare per la propria dignità. Nel Paradiso degli Imbecilli, il bambino che osa dire che il Re è nudo è chiamato irresponsabile, sciagurato, folle negazionista. Se fosse meraviglioso come lo raccontano, il Paradiso degli Imbecilli, dovrebbe ospitare solo moltitudini gioiose, letteralmente invase dalla felicità. Non è così? Qualcosa non quadra? Non sta “andando tutto bene”?A turbare il Paradiso degli Imbecilli, infatti, è arrivato uno stranissimo virus – non certo il primo nella storia, e sicuramente neppure l’ultimo. Questo, però, dispone di un potere da far invidia ai suoi illustri “colleghi” precedenti, tragicamente ben più letali: il potere di paralizzare il mondo, devastando l’economia e abituando gli esseri umani a qualcosa di anche peggiore, cioè una vera e propria mutazione antropologica, in base alla quale un bene fino a ieri dato erroneamente per scontato – la libertà, da cui il diritto alla dignità economica – viene messo in archivio, in attesa di tempi migliori (che non arriveranno, stando almeno ai segni che si addensano nell’aria). Il peggiore di questi segni viene dal Canada, dove un deputato dell’Ontario ha scoperto che il governo di Ottawa sta preparando imprecisati “campi di detenzione” per i cittadini che dovessero opporsi al lockdown universale prossimo venturo, destinato a prolungarsi fin quasi alla fine del 2021. Questo, almeno, secondo il comitato governativo canadese sul cui operato sovrintende il primo ministro obamiano Justin Trudeau.Su “Scenari Economici”, Nicoletta Forcheri spiega: un’emergenza sanitaria così abnorme e spropositatamente dilatata, cestinando qualsiasi residuo diritto democratico, è solo l’alibi per il grande “reset” finanziario universale evocato a Davos e negli altri santuari del potere mondiale, tra salotti in cui dominano i soliti cognomi (Soros, Gates, Rockefeller e compagnia complottante). Fantasie? No: atti governativi, portati allo scoperto. Avvisaglie? Infinite: parlano da soli gli arresti eseguiti nello Stato australiano di Victoria (Melbourne), con manette scattate ai polsi di semplici cittadini che, da casa, avevano osano manifestare il loro dissenso con un post su Facebook. Il guaio è che alcune cose a volte accadono davvero, ma nel Paradiso degli Imbecilli si preferisce non saperle. Non è una novità. «Se dall’interno dei Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire nelle vostre case ciò che a noi viene inflitto qui». Lo scrive Primo Levi in “Se questo è un uomo”, come ricorda adesso – non casualmente – la stessa Forcheri.C’è una “magia” che ci tiene prigionieri, da molto tempo? Esatto: sta tutto qui il senso del successo della saga di Harry Potter, creata da Joanne Kathleen Rowling, cresciuta nelle retrovie di Amnesty International e poi “illuminata” sulla situazione mondiale da preziose imbeccate ricevute dall’aristocrazia massonica progressista, quella che sta lottando per riaccendere la luce, nel Paradiso degli Imbecilli dormienti. Ci avevano provato altri autori, per esempio nel cinema: intellettuali come Andy e Larry Wachowski (gli sceneggiatori di “Matrix”), o il regista Peter Weir, che nel 1998 presentò “The Truman Show” e l’anno seguente l’altrettanto indimenticabile “L’attimo fuggente”, con la scena finale – profetica, rivista oggi – degli studenti che si arrampicano sui banchi sfidando l’autorità, in segno di solidarietà verso l’uomo che aveva aperto loro gli occhi, il professor Keating.Di cosa si era parlato, ultimamente, nel Paradiso degli Imbecilli? Di niente. L’Italia del pre-lockdown si era scannata in dispute grottesche: Salvini e le Sardine, le sparate di Grillo, gli strafalcioni di Conte e Di Maio, le gaffe di Zingaretti. L’ultimo politico in circolazione in tempo di pace, Matteo Renzi, era caduto anche lui nel pantano della neolingua. A parte gli stucchevoli inglesismi-fregatura (Jobs Act su tutti), era inciampato nel semplicismo di un vocabolo mercantile (rottamazione) e nell’infantilismo ostentato di un termine fuorviante: ripartire. Mentiva, il giovane fiorentino? Sapeva perfettamente che non ci sarebbe stata nessuna “ripartenza”, affidando metà di Poste Italiane (azienda-modello, in attivo) a uno dei tre padroni supremi del pianeta, cioè BlackRock. Mentiva agli italiani, mentre – di nascosto – bussava al salotto segreto dei Bush, per il tramite del diletto Tony Blair, primo fabbricante delle prove false contro Saddam, da cui la criminale invasione dell’Iraq. Tralasciando il minuscolo Renzi: che sonni si dormivano, all’epoca, nel Paradiso degli Imbecilli?Gli stessi che si dormono ancora oggi, parrebbe di capire, dando un’occhiata alla dark room televisiva dell’eterno riposo, passata in pochi mesi dal letargo cosmico al terrore quotidiano sapientemente dosato. Non che cambi il risultato: stare a casa, buoni e zitti, in attesa che la provvidenza intervenga. Qualcuno comincia a protestare, giù in strada? Alla buon’ora: ma anche questo era previsto, così come le prossime mosse in arrivo, incluso magari un classico coprifuoco. Intanto, il banco stravince: la neolingua dilaga, le ambulanze ululano, gli oppositori devono subire l’affronto di essere chiamati ormai universalmente con quel nome infame, negazionisti. Siamo a un bivio della storia dell’umanità? C’è chi parla addirittura di speciazione: da una parte le pecore, dall’altra gli individui che non si rassegnano all’ovile. Accade ogni giorno, nel Paradiso degli Imbecilli: dalle finestre, non manca chi raglia contro gli untori, cioè i ragazzi della movida con la birra in mano davanti ai bar. Il mondo crolla, e i ciechi sbraitano contro i dehors. Non vedo, non sento, non parlo. Non capisco niente, ma mi rassegno a rifugiarmi sotto il tavolo, foss’anche per sempre.A vociare animosamente, nel Paradiso degli Imbecilli, sono i cosiddetti privilegiati: i cittadini momentaneamente al riparo, perché percettori di pensione o stipendio fisso. Assistono allo sfacelo della libera impresa – almeno, nei casi di cecità non totale – ma non riescono a prevedere che, di fronte a un crollo epocale, nessuno sopravviverà: nemmeno le loro pensioni, nemmeno il loro pubblico impiego. Però la divisione, intanto, è devastante: e il cattivo regista si gode lo spettacolo delle vittime che si azzuffano tra loro. Ottima premessa, questa, per continuare a infliggere il peggio: misure in apparenza incomprensibili, disperatamente inutili ma micidiali, letteralmente devastanti e capaci di mettere fine all’Italia così come la si era conosciuta. Fine di qualsiasi orizzonte di pace, dignità e prosperità. E il povero Conte non è che uno dei tanti esecutori, a livello mondiale, di un’inerzia rovinosa che solo i condomini più ottusi del Paradiso degli Imbecilli riescono ancora a non vedere.L’apocalisse in corso rivela l’avvento di una specie di inferno universale, formato gabbia, dove non sarà più consentito essere liberi? Nel caso, è bene ricordare che gli inferni – come le prigioni – si costruiscono mattone su mattone: basta stabilire che la moneta passa in mani private, che lo Stato deve smettere di spendere, che la democrazia è eccessiva, che la disoccupazione deve essere considerevole, che il futuro non deve più essere una garanzia per nessuno. Ci si arriva in molti modi: con l’omicidio mirato di leader scomodi, con il terrorismo, con le crisi finanziarie pilotate, con la compravendita di politici, sindacalisti, economisti e professori, giornali e televisioni. Ci si arriva per gradi, lentamente, isolando le voci fastidiose e relegandole in un limbo da cui non potranno più nuocere. Se poi qualcuno si ribella e si inventa una rete di informazioni riservate da spiattellare ai quattro venti, lo si rinchiude come un animale strano: se ne farà un caso internazionale, ma poi l’oblio seppellirà tutto.Julian Assange, Edward Snowden: due tizi che ci hanno provato, ad avvisare per tempo gli abitanti del Paradiso degli Imbecilli. Uno è detenuto nel Regno Unito, l’altro è riparato in Russia. Il termine paradiso, ricorda l’impeccabile Mauro Biglino, viene dal persiano “pairidaèsa”, che significa “giardino recintato e protetto”. E’ la traduzione – attraverso il passaggio intermedio, iranico – dell’espressione biblica Gan Eden, attraverso cui la Genesi descrive una sorta di piantagione affidata a lavoratori speciali, gli Adamiti. A spezzare i recinto, nell’Antico Testamento provvede la prodigiosa scoperta della conoscenza. Oggi è il filo spinato a delimitare il Paradiso degli Imbecilli. Una recinzione mentale, prima ancora che fisica, per moltitudini ormai in preda al panico. «Dal 4 novembre, di Covid non sentirete parlare più», ha appena detto Donald Trump. Alzi la mano chi non capisce – battuta a parte – quale sia la vera posta delle imminenti presidenziali americane, e perché tanto accanimento, anche criminale, venga profuso per evitare a tutti i costi la rielezione dell’uomo che promette di cominciare a demolirlo, il Paradiso degli Imbecilli, prima che il recinto si chiuda davvero attorno a tutti noi, dormienti e non.(Giorgio Cattaneo, “Inferno in arrivo, nel Paradiso degli Imbecilli”, dal blog del Movimento Roosevelt del 27 ottobre 2020).Nel Paradiso degli Imbecilli, è chiamato antieuropeista chi giudica con severità lo squallore rapace di Angela Merkel e degli altri criminali che hanno retrocesso la Grecia nel terzo mondo e alterato i conti della Germania per alterare quelli dell’Europa. Hanno inflitto ai popoli infinite sofferenze sulla base di regole truccate, escogitate da conventicole segrete, di natura esoterica, animate da sete di potere e inconfessabili mire privatistiche. Nel Paradiso degli Imbecilli, i grandi ladri e i sommi imbroglioni di quest’epoca diventano statisti, rinomati influencer, valorosi attivisti al servizio di tutte le cause possibili, tranne una: quella della libertà dell’umanità e del riscatto dell’homo sapiens dalla sottomissione fraudolenta al quale è sottoposto, avendo rinunciato lui per primo, da gran tempo, a rassegnarsi all’idea di dover lottare per la propria dignità. Nel Paradiso degli Imbecilli, il bambino che osa dire che il Re è nudo è chiamato irresponsabile, sciagurato, folle negazionista. Se fosse meraviglioso come lo raccontano, il Paradiso degli Imbecilli, dovrebbe ospitare solo moltitudini gioiose, letteralmente invase dalla felicità. Non è così? Qualcosa non quadra? Non sta “andando tutto bene”?
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Il virus dei banchieri svende i paesi con i lockdown-paura
Il piano (da sventare) è questo: hanno deciso di bloccare le economie con ripetuti lockdown, causare una spaventosa crisi sociale, costringere gli Stati, le aziende e i privati a sovraindebitarsi: così che i banchieri, prestandoci la loro moneta creata dal nulla (e passando quindi per salvatori del mondo), possano impadronirsi di tutto e noi si finisca a lavorare, come schiavi cinesi, per pagare a loro gli interessi sui debiti. Lo afferma l’avvocato e saggista Marco Della Luna, che punta il dito contro Fmi e Bce, che avrebbero premuto per le nuove strette. Il giro di vite «metterà l’Italia come i banchieri franco-tedeschi la vogliono: a 90°, posizione detta ‘della troika’». Secondo Della Luna, la comunità bancaria mondiale si sta preparando: «Quando le economie saranno indebolite e indebitate dalle misure cosiddette anti-contagio, quando la popolazione sarà esasperata dalla povertà e dalla disoccupazione, quando ogni capacità di resistenza sarà fiaccata, allora si faranno avanti con la moneta che creano dal nulla grazie alla loro sovranità monetaria sottratta agli Stati, e compreranno tutto e tutti dalle macerie, istituzionalizzando il loro nuovo ordine sociale sul modello della dittatura cinese, con un pensiero unico obbligatorio e divieto di dissenso».Non saremo più padroni di nulla, sottolinea Della Luna: i governi saranno «perennemente commissariati dai banchieri», e noi «lavoreremo solo per pagare gli interessi sul nuovo debito, contratto col prendere a prestito denaro che essi creano dal nulla senza indebitarsi, e che anche gli Stati potrebbero creare dal nulla senza indebitarci, se i governanti non fossero i valletti stupidi dei banchieri predoni». Sovranità monetaria contro signoraggio: su questo, per Della Luna, «si giocherà la partita finale tra libertà e schiavizzazione». Insiste l’avvocato: «I governi stanno lavorando molto bene, per conto dei banchieri: hanno ritardato e sbagliato le misure di contenimento del contagio, hanno sbagliato diagnosi e protocolli di cura, hanno volutamente omesso di prescrivere l’assunzione di sostanze come la vitamina D e la vitamina C e altre, pure naturali, che proteggono dall’infezione e dalla malattia (ma costano poco e rendono poco a Big Pharma)». E ora continuano a imporre «misure assurde e improduttive che distruggono l’economia», persino le insalubri mascherine, «il che assicura che ci ammaliamo e che le statistiche restino alte e giustifichino il nuovo lockdown».Quello che Della Luna definisce «lo strangolamento dell’economia» è ritenuto necessario «per il piano dei banchieri e per sostenere l’avanzata cinese nel mondo». Pechino annuncia una crescita del 10% del suo export: «Stanno comperando tutto». Le nuove restrizioni colpiscono le attività produttive, quindi anche il reddito nazionale (che consente di pagare la sanità e gli altri servizi). E la catastrofe socio-economica fa più vittime del Covid-19. Inoltre, aggiunge Della Luna, «i governi stanno abituando la gente ad accettare sistematiche e radicali privazioni di diritti fondamentali e costituzionali, come il diritto di riunione politica, quello di spostamento, di libertà personale, di scelta terapeutica, di dissenso espresso». Di questo passo, «consegneranno al potere bancario una società non solo indebitata fino al collo, ma pure ammaestrata ad obbedire e a non opporre resistenza, e incapace di distinguere la realtà dalla mistificazione del regime e dei mass media». Sarà una popolazione «senza coscienza dei principi del diritto, della democrazia, della legalità», e quindi «semplicemente perfetta per un nuovo ordine zootecnico».Indifferente alle denunce di illegittimità che si levano da illustri costituzionalisti, «questa prassi di violazione della Costituzione continua ormai dal 31 gennaio, appoggiata dai mass media in coro e non ostacolata dal presidente della Repubblica», mentre le opposizioni «non si oppongono», sulle fondamentali questioni di legalità costituzionale. «Ma che senso avrebbe opporsi – si domanda Della Luna – data l’indifferenza morale e politica della popolazione bovina, che non si interessa alla legalità costituzionale, alla libertà, alla dignità?». Dal canto suo, l’avvocato non si sottrae alla necessità di formulare un Piano-B. «Cosa farei io contro la pandemia? Innanzitutto, ripristinerei la legalità costituzionale revocando i provvedimenti illegittimi come lo stato di emergenza e i Dpcm». Dopodiché, «preso atto che il virus è dappertutto, e che tutti verremo prima o poi in contatto con esso, quindi non ha senso proporsi di impedire il contatto», sarebbe meglio da un lato «rafforzare le difese dell’organismo per prevenire l’infezione o perlomeno minimizzare i sintomi», e dall’altro «diluire il contagio nel tempo, per non sovraccaricare le strutture sanitarie».In concreto, Della Luna propone un piano in 7 punti. Primo: distribuire gratis le vitamine D e C, nonché altre sostanze utili a migliorare le difese. Mascherine? No, grazie: «Imporrei l’uso del parasputi di plastica, che non costringe a respirare aria viziata attraverso un tessuto che si riempie di germi». Diradare gli incontri? Sì, ma in modo selettivo: «Limiterei gli assembramenti, soprattutto quelli superflui, ma non le riunioni culturali, politiche e religiose». Quanto allo “smart working”, sarebbe da limitare «in modo che non rallenti o deteriori la prestazione, soprattutto nella pubblica amministrazione». In via temporanea, meglio la didattica a distanza: «Chi è predisposto impara anche da casa, mentre gli altri imparano poco o niente anche se vanno a scuola». Tra i consigli: stroncare il consumo di tabacco, raddoppiando i prezzi delle sigarette. Ma soprattutto: «Emetterei moneta di Stato, senza debito, a circolazione nazionale in parallelo all’euro». Servirebbe a sostenere l’economia, gli investimenti utili, i redditi e i consumi, e quindi ad evitare disoccupazione e indebitamento, cioè infine «la svendita del paese agli speculatori».Della Luna mette nel mirino la Cina: «Preso atto che il Covid-19 ormai risulta essere il prodotto della ricerca militare cinese e che la sua diffusione sta tremendamente avvantaggiando l’espansionismo cinese nel mondo ai danni dell’Occidente», l’avvocato porrebbe apertamente, nelle sedi internazionali, il seguente problema: «La dittatura cinese potrebbe decidere di fabbricare e diffondere un virus all’anno, se le conviene nel quadro della sua strategia di potenza», e potrebbe farlo «anche a costo di milioni di morti cinesi e di un crollo momentaneo delle esportazioni cinesi» (crollo che peraltro non sta avvenendo, anzi: l’export del Made in China sta vivendo un vero e proprio boom, mentre il resto del mondo barcolla). «Infine, in sede militare – conclude Della Luna – farei presente che, se il Covid-19 viene usato come arma contro paesi membri della Nato o dell’Asean, allora la competenza a difenderci da esso spetta a questi organismi».Il piano (da sventare) è questo: hanno deciso di bloccare le economie con ripetuti lockdown, causare una spaventosa crisi sociale, costringere gli Stati, le aziende e i privati a sovraindebitarsi: così che i banchieri, prestandoci la loro moneta creata dal nulla (e passando quindi per salvatori del mondo), possano impadronirsi di tutto e noi si finisca a lavorare, come schiavi cinesi, per pagare a loro gli interessi sui debiti. Lo afferma l’avvocato e saggista Marco Della Luna, che punta il dito contro Fmi e Bce, che avrebbero premuto per le nuove strette. Il giro di vite «metterà l’Italia come i banchieri franco-tedeschi la vogliono: a 90°, posizione detta ‘della troika’». Secondo Della Luna, la comunità bancaria mondiale si sta preparando: «Quando le economie saranno indebolite e indebitate dalle misure cosiddette anti-contagio, quando la popolazione sarà esasperata dalla povertà e dalla disoccupazione, quando ogni capacità di resistenza sarà fiaccata, allora si faranno avanti con la moneta che creano dal nulla grazie alla loro sovranità monetaria sottratta agli Stati, e compreranno tutto e tutti dalle macerie, istituzionalizzando il loro nuovo ordine sociale sul modello della dittatura cinese, con un pensiero unico obbligatorio e divieto di dissenso».
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Epidemia di paura: l’incapace Conte sta suicidando l’Italia
Giuseppe Conte ha deciso di suicidare l’Italia: dopo l’inutile lockdown di 80 giorni e le altrettanto inutili misure di distanziamento, il “coprifuoco” di novembre minaccia la sopravvivenza di almeno 270.000 aziende, che secondo Confcommercio non riapriranno più. La stessa Cgil teme la perdita secca di un milione di posti di lavoro, non appena sarà inevitabilmente rimosso il divieto di licenziamento. Si annuncia la fine del sistema-paese, ormai prossimo al collasso, a causa di una sconcertante epidemia di paura? Il terrore – unica risposta psicologica finora offerta, di fronte all’insidia di un virus influenzale – sta rischiando di mettere ko gli ospedali, presi d’assalto da persone risultate positive al tampone, pressoché asintomatiche ma spaventate a morte dalla disinformazione uffuciale di questi mesi. Scambiando i contagiati per malati, il governo giallorosso – con il contributo determinante e criminoso dei grandi media italiani – ha sostanzialmente organizzato il più grande disastro della storia nazionale, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: a radere al suolo l’Italia non è il coronaviurs, ma l’epidemia di paura diffusa da Conte e dai suoi tecnici, dal ministro Speranza, dal Comitato Tecnico-Scientifico, da virologi “televisivi” e in generale da tutti i supporter del governo sorretto da Pd e 5 Stelle, non contrastato dall’opposizione.Una follia collettiva, fotografata alla perfezione dalla corsa ai tamponi (come se poi non si potesse contrarre l’infezione un minuto dopo aver ottenuto l’esito negativo). Alcuni medici alzano la testa, e qualcuno riesce persino a perforare il muro del pensiero unico, palesemente farlocco, smerciato da giornali e televisioni. La realtà si sta facendo largo a spintoni, meglio tardi che mai: e urla che le misure di distanziamento non servono a fermare il contagio, ma solo a distruggere il paese, con il pretesto di un virus che non è l’Ebola o la peste nera, e per il quale ormai esistono diagnosi sicure e terapie affidabili per una ragionevole guarigione, al netto di una quota purtroppo non eliminabile di criticità (pazienti fragili, anziani e gravemente malati). Ora è ufficiale: ad ammazzare l’Italia non è coronaviurs, ma le pazzesche, inutili e disastrose misure adottate per tentare di fermarlo, anche scavalcando la Costituzione. E mentre una quota rilevante di italiani ancora non vede la verità dei fatti, lasciandosi spaventare dallo spettro del Covid, milioni di cittadini scorgono benissimo quello che sta succedendo: sono costretti a perdere il lavoro. Tutto questo ha un’unica conseguenza catastrofica: il crollo dell’economia, e quindi della società. Chi finora è rimasto a casa nell’illusione di scampare alla tempesta, magari perché pensionato o dipendente pubblico, fra qualche settimana sarà obbligato ad aprire gli occhi: sarà la realtà stessa a franargli addosso.I primi tumulti scoppiati in alcune città, come Napoli e Roma, sono solo l’antipasto di quello che potrebbe accadere nei prossimi giorni. A nessuno è sfuggito il fatto che Sergio Mattarella abbia convocato il Consiglio Supremo di Difesa il 27 ottobre, cioè all’esordio del “coprifuoco” autunnale disposto da Conte e alla vigilia delle presidenziali negli Stati Uniti, dove è in gioco probabilmente il nostro stesso destino, se è vero che Donald Trump rappresenta oggi in Occidente l’unico possibile antidoto alla micidiale “epidemia di paura” diffusa su scala mondiale. Per la prima volta nella storia, negli Usa si annunciano elezioni “militarizzate”, con la polizia che dichiara apertamente di temere lo scoppio di rivolte, già a urne aperte e poi soprattutto all’indomani del voto, nel caso in cui il verdetto popolare non dovesse essere accettato dallo sconfitto. Se esplodessero pericolosi disordini negli Stati Uniti, l’Europa e l’Italia ne verrebbero investite, in modo indiretto ma pesantissimo. Anche per questo, forse, il Quirinale decide di consultare proprio adesso anche i militari? Saranno valutate tutte le opzioni possibili? L’Italia avrebbe un disperato bisogno di fiducia, verso il ritorno alla normalità. Il governo invece ha deciso di spaventare, colpevolizzare ed esasperare la popolazione, votandola alla catastrofe socio-economica: una responsabilità che potrebbe consegnare Conte alla storia, come l’uomo capace di azzerare il paese, gettando milioni persone nella paura, nella fame e nel caos.Giuseppe Conte ha deciso di suicidare l’Italia: dopo l’inutile lockdown di 80 giorni e le altrettanto inutili misure di distanziamento, il “coprifuoco” di novembre minaccia la sopravvivenza di almeno 270.000 aziende, che secondo Confcommercio non riapriranno più. La stessa Cgil teme la perdita secca di un milione di posti di lavoro, non appena sarà inevitabilmente rimosso il divieto di licenziamento. Si annuncia la fine del sistema-paese, ormai prossimo al collasso, a causa di una sconcertante epidemia di paura? Il terrore – unica risposta psicologica finora offerta, di fronte all’insidia di un virus influenzale – sta rischiando di mettere ko gli ospedali, presi d’assalto da persone risultate positive al tampone, pressoché asintomatiche ma spaventate a morte dalla martellante disinformazione ufficiale di questi mesi. Scambiando i contagiati per malati, il governo giallorosso – con il contributo determinante e criminoso dei grandi media italiani – ha sostanzialmente organizzato il più grande disastro della storia nazionale, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: a radere al suolo l’Italia non è il coronaviurs, ma l’epidemia di paura diffusa da Conte e dai suoi tecnici, dal ministro Speranza, dal Comitato Tecnico-Scientifico, da virologi “televisivi” e in generale da tutti i supporter del governo sorretto da Pd e 5 Stelle, non contrastato dall’opposizione.
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Se un giorno ci chiedessero di camminare a quattro zampe
Si sveglieranno anche i dormienti senza speranza, quelli in preda all’eterno riposo del letargo profondo, il giorno in cui qualcuno dovesse ordinare loro di camminare a quattro zampe, proprio come le pecore, magari perché il mitico virus galleggia a mezz’aria e quindi insidia solo chi passeggia eretto? Che faccia avrebbe fatto, l’Uomo di Vitruvio, se gli avessero raccontato che un giorno lontanissimo, nel 2020, sarebbero esistiti italiani in grado di circolare da soli, in aperta campagna, con il volto coperto e i polmoni in carpione, marinati a fuoco lento con pochissimo ossigeno e un’overdose di anidride carbonica? E se davvero esistesse, il mefistofelico Dottor Stranamore, cosa mai dovrebbe pensare di una popolazione siffatta, così docilmente ingenua? Si potrebbero concepire prede più facili? In altre parole: non c’è neppure gusto, se ad abboccare all’amo è il pesciolino rosso nella boccia. Siamo a questo? O meglio: com’è potuto accadere? Come ci siamo arrivati? Com’è che le notizie sono letteralmente sparite, lasciando il posto alle leggende? La risposta è banale: lentamente, a poco a poco. “Pedetemptim”, dicevano i latini. Versione recente, da cartoon: la storia della rana bollita. Un grado centigrado alla volta, niente traumi: si suda un po’, ma è per il nostro bene. E poi, andiamo, mica sarà per sempre. Questo pensa, il cervello, prima di essere lessato nel modo più impercettibile?E’ persino nauseante ricapitolare le tappe della lunga, lunghissima trafila messa in atto per la Grande Dismissione dell’intelligenza collettiva. Punto di partenza, l’aggettivo: la rimozione della dimensione comunitaria dell’esistere. Come se il singolo (produttore, consumatore) potesse fare a meno del sistema che gli consente di vivere, come soggetto che lavora, guadagna, crea profitto, spende soldi e quindi genera benessere diffuso. Le regole, appunto: il sistema. Su cosa si basa? Sulla velocità formidabile del mezzo di scambio più efficace, il denaro: un valore solo simbolico (le banconote non si mangiano) però perfettamente funzionale, addirittura rivoluzionario nel decretare la fine dell’era paleozoica del baratto. Di fronte al disastro epocale della finanza speculativa, l’estremismo millenaristico tende a cestinare radicalmente qualsiasi transazione mediata con il supporto della valuta, gettando via il bambino con l’acqua sporca. Ma dove saremmo, oggi, senza l’accelerazione prodigiosa innescata dalle prime banche medievali, dalle prime assicurazioni che garantivano la continuità degli scambi commerciali in mezzo a mari infestati di minacce? Per contro, oggi, gli illusionisti del debito pubblico sono riusciti a imporre la più spericolata delle magie: la presunta carenza di denaro, in un mondo dove ormai il denaro si crea necessariamente dal nulla.Se riesci a far credere che lo Stato abbia davvero speso troppo, ovviamente per colpa dei politici corrotti e dei cittadini incorreggibili, niente ti potrà più fermare: arriverai addirittura a paralizzare il pianeta con la più colossale pandemia di asintomatici della storia della medicina, al netto delle vittime (reali, purtroppo, ma non lontane – nei numeri – rispetto a quelle di un’influenza stagionale). A valle del blackout mentale, tutto capitola: e il corto circuito frigge tutte le zanzare che vuole, a cui racconta qualsiasi cosa, dopo aver accuratamente militarizzato le fonti ufficiali. I numeri sono sballati? L’allarme è gonfiato? Le misure sono intempestive, inadatte e spesso assurde? Non è vero: quella è roba da dementi complottisti. Esistono terapie efficaci, misteriosamente trascurate? Bastava trasferirle ai medici di base, tramite il ministero e le Asl, per affidare ai sanitari la soluzione per gestire al meglio, cioè da casa e in sicurezza, l’eventuale “seconda ondata” materializzatasi a orologeria, di cui si è andati affannosamente in cerca eseguendo improvvisamente milioni di test. Ed è possibile tollerare ancora tutto questo, scambiandolo per qualcosa che non sia una presa in giro? Là fuori, intanto, l’economia sta andando in pezzi. E il governo – immobile, di fronte alla catastrofe che ha procurato – si sente dire dal capo della polizia che gli agenti non faranno irruzione nelle case, interrompendo cene tra amici a parenti, perché in quel modo violerebbero l’articolo 14 della Costituzione.La verità è che l’impensabile sta avvenendo, giorno per giorno, sotto i nostri occhi. Si può tutto, ormai: la diga è crollata. In America, poi, siamo alle bande armate: violenti squadristi all’assalto, sotto le bandiere gloriose dell’antifascismo e quelle, altrettanto nobili, della lotta contro la segregazione razziale. E c’è chi ancora perde tempo con etichette ormai stucchevoli – l’America, la Cina – come se le nazioni fossero ancora tali, e non eterodirette da decenni tramite il poderoso lavorio di conventicole apolidi, senza più passaporti né frontiere, capaci di progettare disegni arditamente trasversali e inconfessabili. Infiniti gli indizi convergenti, nel delirio planetario che sovrintende alla gestione dell’arma letale, la paura: il terrorismo internazionale assistito da troppi 007 distratti, il panico climatico supportato dai grandi inquinatori ora ansiosi di tuffarsi nel paradiso finanziario “green”. E siamo al passaggio finale, tanto atteso: il disvelamento apocalittico. Fantascienza? Magari: parla da sola l’esultanza di Mister Tesla per gli esperimenti sui maiali, fortunati pionieri dell’inoculo di particelle “quantiche”, interattive. I cosiddetti cospirazionisti demonizzano Bill Gates, l’uomo-vaccino, ma è la televisione a presentare le mirabilie universali del microchip, di pari passo con la crociata definitiva contro la vera, grande minaccia per l’umanità: il denaro contante. Ebbene sì: l’homo sapiens rischia l’estinzione per colpa del tabaccaio all’angolo, del bar che ha omesso lo scontrino.Se tutte queste erano solo ciance per appassionati, fino allo scorso anno – solo ipotesi su cui argomentare (teorie, sospetti, opinioni discutibili) – ora l’arbitro ha fischiato, e la ricreazione è finita. Parola d’ordine: obbedire. Quand’è successo? Appena Trump ha detto stop a Xi Jinping. Il giorno dopo, il mondo ha scoperto l’esistenza di un posto chiamato Wuhan. Scorciatoie imperdonabili, di nuovo: additare “l’America” o “la Cina”. Perché è successo? Il Dottor Stranamore – sempre che esista – ha temuto che masse considerevoli potessero finire di svegliarsi, mandando a stendere un bel po’ di bellimbusti? I segnali non mancavano: le rivolte elettorali contro la politica-spazzatura, l’insofferenza per i vaccini obbligatori, le proteste per il wireless 5G. C’era anche l’immenso problema della finanza planetaria, finita in una bolla di fantastiliardi immaginari: serviva uno choc platealmente indiscutibile, capace di “resettare” i numeri del pianeta, proprio come avviene dopo una guerra mondiale? Porsi domande è la virtù di Socrate, dell’Uomo di Vitruvio. Domande elementari: cosa sta succedendo, e perché proprio adesso, e in questo modo. Chi evita l’ostacolo, rimanda solo il problema. Va a scuola con la mascherina, lavora da casa, si mette in fila senza protestare. Dà retta ancora alla televisione, e scopre che gli zombie del millennio scorso – D’Alema e Prodi, Bersani, Gentiloni – escogitano soluzioni geniali, rivoluzionarie: una patrimoniale sulla prima casa, per far fronte al collasso dell’economia.Daccapo: ma il denaro non è quel bene volatile che viene emesso all’occorrenza illimitatamente, e a costo zero? Da dove si immagina che escano, i miliardi con cui la Bce ha tenuto in piedi l’Italia in questi mesi? Se si pensa alla sottrazione, anziché all’emissione, non sarà perché l’intento non è esattamente quello di chi vuole salvare qualcuno? E poi: c’è qualcosa di non minaccioso, negli eventi che hanno devastato il 2020? Esiste qualche atto condiviso, non imposto, non inflitto punitivamente ai cittadini? Qualcuno ha registrato posizioni serie, correttamente argomentate, documentate da evidenze inattaccabili? Qualcuno ha assistito in televisione a un confronto aperto, dialettico e scientifico, fra tesi contrapposte? C’è chi può dire di aver ascoltato parole forti e chiare, almeno dall’opposizione? Qualcuno può pensare davvero che tutto questo sia normale? Che sia inevitabile, per il nostro bene, e destinato comunque a passare in fretta, senza strascichi?C’è chi parla persino di eterogenesi dei fini: non tutti i mali vengono per nuocere. Se la rana è quasi bollita, ma ancora viva, solo una gran fiammata potrebbe farla saltar fuori dalla pentola. Di questo un giorno bisognerà ringraziare l’oscuro Conte? Bisognerà essere grati allo sconcertante Speranza, il ministro che non si è degnato di rispondere ai medici che, già ad aprile, lo avvertivano delle proprietà sbalorditive del banalissimo cortisone, per guarire dal Covid? Di fronte a questo, e allo spettacolo quotidiano della rassegnazione imposta per decreto con disposizioni cervellotiche, senza timore di sconfinare nel ridicolo, viene da domandarsi dove porti, davvero, tutto questo male. E’ la fiammata dolorosa che ustionerà i dormienti e donerà la vista ai non vedenti? E a quale prezzo? E quando, esattamente? Forse il giorno in cui davvero, per assurdo, dovesse esserci richiesto di marciare a quattro zampe? Se questa fosse davvero la meta recondita, l’uscita di sicurezza per i superstiti dell’apocalisse, è difficile misurare la distanza che rimane, per raggiungerla. Si temono accelerazioni spaventose, a cominciare dall’esito delle presidenziali americane. Cadranno cocci ovunque? Verranno giù balconi, e poi palazzi?Niente sarà più come prima, ripetono i registi dell’emergenza infinita: loro sperano semplicemente di tracciare il gregge, per l’eternità, plasmandolo a loro piacimento. Cosa tecnicamente possibile, oggi, e in tempi brevissimi: grazie alla globalizzazione sistemica (incluse, appunto, le eventuali epidemie globali). A dire che cambierà tutto, però, sono anche i loro oppositori: certificano la fine di un sistema che, già prima, era marcio dalla testa ai piedi. Chi vincerà? Dipende anche dalle pecorelle, da noi ranocchie nella pentola: per quanto ancora resteremo lì a bollire? Uno dei nostri difetti – uno dei tanti – consiste probabilmente nella faziosità istintiva, nell’animosità che avvelena le dispute, diffondendo rancore. Davanti allo spettacolo cui ci tocca assistere oggi, non manca chi si ostina a scovare – pateticamente – differenziazioni politiche, vizi e virtù in base all’appartenenza di clan, alla scuderia elettorale, come se esistessero ancora vere differenze tra Fontana e Zingaretti, tra Di Maio e Renzi. Sul fronte opposto, chi è esasperato dagli abusi (governativi, ma anche regionali) tende a insultare i dormienti, definendoli complici e codardi. La zizzania – poveri scemi sottomessi contro mentecatti irresponsabilmente “negazionisti” – non fa che cementare le divisioni, ritardando l’ipotetico risveglio, ovvero l’intuizione: siamo tutti sulla stessa barca. Ci vuole tempo, certo. Quanto ce ne sarà concesso, ancora?(Giorgio Cattaneo, “Se un giorno ci chiedessero di camminare a quattro zampe”, dal blog del Movimento Roosevelt del 20 ottobre 2020).Si sveglieranno anche i dormienti senza speranza, quelli in preda all’eterno riposo del letargo profondo, il giorno in cui qualcuno dovesse ordinare loro di camminare a quattro zampe, proprio come le pecore, magari perché il mitico virus galleggia a mezz’aria e quindi insidia solo chi passeggia eretto? Che faccia avrebbe fatto, l’Uomo di Vitruvio, se gli avessero raccontato che un giorno lontanissimo, nel 2020, sarebbero esistiti italiani in grado di circolare da soli, in aperta campagna, con il volto coperto e i polmoni in carpione, marinati a fuoco lento con pochissimo ossigeno e un’overdose di anidride carbonica? E se davvero esistesse, il mefistofelico Dottor Stranamore, cosa mai dovrebbe pensare di una popolazione siffatta, così docilmente ingenua? Si potrebbero concepire prede più facili? In altre parole: non c’è neppure gusto, se ad abboccare all’amo è il pesciolino rosso nella boccia. Siamo a questo? O meglio: com’è potuto accadere? Come ci siamo arrivati? Com’è che le notizie sono letteralmente sparite, lasciando il posto alle leggende? La risposta è banale: lentamente, a poco a poco. “Pedetemptim”, dicevano i latini. Versione recente, da cartoon: la storia della rana bollita. Un grado centigrado alla volta, niente traumi: si suda un po’, ma è per il nostro bene. E poi, andiamo, mica sarà per sempre. Questo pensa, il cervello, prima di essere lessato nel modo più impercettibile?