Archivio del Tag ‘cantieri’
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Vigne off limits, rischio-Tav per i vini Valsusa Doc
Giù le mani dalla val Susa, o meglio: dai suoi vigneti. L’appello di Gérard Depardieu, lanciato in tempi non sospetti, molto prima della militarizzazione dell’area di Chiomonte («No alla Torino-Lione se distrugge i filari alpini») sembra tornato più che mai attuale. Le 11 aziende vinicole del consorzio Valsusa Doc ora protestano per la quasi-inaccessibilità dei filari chiomontini, con i viticoltori fermati ai checkpoint: vendemmia a rischio, aziende sull’orlo del fallimento, cantine off limits per i clienti. Alla faccia della Provincia di Torino e del suo “paniere” di prodotti tipici, che include i vini valsusini, sui quali pure l’ente ha investito molto: che ne dice il presidente, Antonino Saitta, Pd, in campo per la Tav e contro i valsusini?
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Tav e cemento: anche le coop rosse tra i “ladri di territorio”
Potrebbe essere la Cmc, «potentissima cooperativa rossa», ad azzannare con le sue ruspe anche il sottosuolo di Chiomonte per il “cunicolo esplorativo” destinato ad avviare i cantieri per la Torino-Lione: proprio loro, gli imprenditori amici dello “smacchiatore” Bersani, sono già stati coinvolti nel disastro ambientale del Mugello rimasto a secco per i lavori della Bologna-Firenze. Ma non solo: sempre la Cmc, scrive Fabio Balocco sul “Fatto Quotidiano”, è oggi impegnata in un’opera altrettanto contestata, l’ampliamento della base Nato Dal Molin di Vicenza. E dopo aver partecipato all’ingrandimento della base siciliana di Sigonella, la Cmc sarebbe coinvolta anche per il ponte sullo Stretto di Messina.
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Ministro Maroni, venga in val Susa e capirà i No-Tav
Onorevole Ministro, le scrivo a titolo strettamente personale, ma sono convinto che quanto segue potrà essere condiviso da chi, come me, vive da anni in valle di Susa, osservandone impotente il declino, cominciato tanti anni fa e destinato a proseguire chissà per quanto ancora, viste le “attenzioni” che alcuni personaggi molto influenti continuano ad avere sul suo destino di “corridoio strategico”. Perché ormai questa vallata è diventata un corridoio, buona per farci passare di tutto di più, senza alcuna attenzione, né rispetto, per chi ci vive e ci lavora, per il suo territorio, la sua storia. Mi creda, signor Ministro, vivere in un corridoio non è piacevole!
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Macché cantiere Tav, a Chiomonte c’è solo una caserma
Il primo cantiere della Torino-Lione in realtà non esiste. Già, perché a Maddalena di Chiomonte, dove tutti davano come già avviati i lavori per la realizzazione della galleria geognostica, primo passo per la realizzazione della linea ad alta velocità, nessuna ruspa e nessuna gru è ancora stata utilizzata a questo scopo. Infatti, dopo lo sgombero forzato e gli scontri di fine giugno e inizio luglio, la ditta incarica dei lavori, l’Italcoge, il cui amministratore è Antonio Lazzaro, non ha ancora dato il via ai lavori. Gli operai dell’impresa, che ha sede legale in via Sant’Anselmo 29 a Torino e quella amministrativa a Susa, in corso Inghilterra 12/b, al contrario si stanno occupando di costruire un vero e proprio fortino e non la galleria (che dovrebbe costare sui 143 milioni di euro).
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Tav, Ceronetti: la val Susa contro l’impero della schiavitù
Per ora la nostra preistorica e storica Valsusa non è riserva per Navajos, per nuovi Navajos da abbruttire. Ma una volta scattata la trappola dell’Alta Velocità il processo della messa in riserva all’indiani d’America di quel fondamentale angolo di frontiera piemontese non si fermerà più. Se venisse fatta una radiografia psicologica del piccolo popolo valsusino residente e renitente verrebbe in luce l’inconscia paura di uno schiacciamento progressivo – della riduzione a Navajos, Sioux e altri Buffalo Bill – che ne allarma e ne indurisce l’anima. Una fine della contrapposizione TavAntitav non è a breve pensabile.
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Decrescita: anche noi lotteremo contro la Torino-Lione
I fatti delle ultime ore ci hanno fatto ritenere di ribadire il nostro appoggio alla protesta contro la costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione. Il circolo di Torino, attraverso alcuni dei suoi soci, è rimasto la scorsa notte al presidio della Maddalena fino a che i lacrimogeni lo hanno permesso, ma già nel passato non aveva fatto mancare il suo apporto, nella manifestazione del 23 gennaio 2010 a Susa, in alcune serate trascorse al presidio di Sant’Antonino di Susa e nell’organizzazione di una conferenza dal titolo “DecresciTav” in cui si esponevano i motivi per il “no” alla costruzione di questa infrastruttura in riferimento al pensiero della Decrescita.
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Tav, nessuna pietà: piegare la valle di Susa ad ogni costo
Nessuna pietà per la valle di Susa: questione di ore, e i militanti No-Tav saranno nuovamente attaccati dalle forze antisommossa, pronte a sgombrare il campo “ad ogni costo” su ordine del governo per consentire l’apertura a Chiomonte del primo cantiere della Torino-Lione entro il 31 maggio. Si teme che l’assalto venga sferrato nella notte fra domenica e lunedì, scrive “Il Fatto Quotidiano”, una volta diradatasi la folla accorsa numerosa, sabato 28, per colorare la protesta lungo i tornanti del Colle delle Finestre su cui si è arrampicato il Giro d’Italia. Ma non c’erano solo attivisti valsusini: ha raggiunto i No-Tav una delegazione di operai della Fincantieri, per sostenere la resistenza della valle di Susa contro la maxi-opera «inutile», mentre i cantieri navali di Genova e Napoli sono sotto minaccia di chiusura.
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Riva Trigoso: quando la guerra dava lavoro
Contraddizioni di guerra. Riva Trigoso, Liguria di Levante, è un paese che da più di un secolo vive attorno a un cantiere navale che produce navi militari. Qui la guerra dà paradossalmente vita. L’intera comunità si è plasmata su una cultura che non è quella dell’operaio-massa alla catena di montaggio, ma di un quasi-artigiano al lavoro su soluzioni all’avanguardia: «Il militare è la Formula Uno del mare», ricorda Tiziano Roncone, segretario Fim-Cisl del Tigullio. Nel 1897, quando cominciò questa lunga storia, vennero a Riva operai di Sestri Ponente e di Livorno, maestranze specializzate nella costruzione di scafi che poi erano armati a Muggiano, cioè La Spezia. E’ ancora così, cinque generazioni dopo.
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Bin Laden e Impregilo: Arabian Connection made in Italy
Impregilo, la società di costruzioni general contractor del Ponte sullo Stretto di Messina, concorrerà in Arabia Saudita alle gare per la realizzazione di impianti di dissalazione dal valore complessivo di 4 miliardi di dollari. E, secondo quanto dichiarato dal suo amministratore delegato Alberto Rubegni, lo farà in associazione con la controllata Fisia Italimpianti e con la Bemco, società del Saudi Binladin Group (Sbg), il colosso finanziario della famiglia bin Laden operante nei settori delle opere pubbliche, delle telecomunicazioni e dell’editoria.
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Val Susa, i No-Tav conquistano la Comunità montana
Clamorosa vittoria del movimento No-Tav in valle di Susa. Grazie all’accordo coi rappresentanti locali del Pd, ribellatisi al partito, gli oppositori all’alta velocità ferroviaria il 7 novembre hanno conquistato la nuova Comunità montana creatasi con l’accorpamento di alta valle, bassa valle e val Sangone. L’ex sindaco di Susa, Sandro Plano, iscritto al Pd ma in aperto dissenso con la segreteria piemontese del partito, guiderà il nuovo ente di valle, che diverrà una trincea strategica nell’opposizione alla linea ferroviaria, in un’area che nel 2005 diede vita a una rivolta contro l’avvio dei cantieri, di cui ora il governo ha annunciato la riapertura.
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Servi: gli schiavi clandestini del made in Italy
Si chiama “Servi”, e completa una triade. Una piccola Divina Commedia dove non c’è paradiso, ma solo inferni: prima erano i Centri di permanenza temporanea (“Lager Italiani”, Rizzoli, 2006), poi le morti sul lavoro (“Lavorare uccide”, Rizzoli, 2008). Oggi è “Il paese sommerso dei clandestini” a venire raccontato da Marco Rovelli, già cantante – prima con i “Les Anarchists”, poi da solo con l’album “Libertaria” – e insegnante in un liceo di Massa. Con “Servi” (edizioni Feltrinelli), lo scrittore scende di nuovo nella terra dei dannati.
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Ponte sullo Stretto subito, cura del territorio mai
Parlando ad un convegno a Villa Madama con i vertici di Adr e Sea sullo sviluppo del sistema aeroportuale di Roma e Milano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dimostrato una volta di più, nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno, l’assoluta miopia attraverso la quale le istituzioni guardano ai problemi del paese. Nonostante le ferite relative alla recente alluvione di Messina siano ancora aperte e sanguinanti, il Cavaliere si è infatti affrettato a rassicurare i siciliani e gli italiani tutti, in merito al fatto che la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina (non la risistemazione del martoriato territorio messinese ed italiano) rappresenta una priorità dello Stato.