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Medici: cure ignorate e tardive, ed ecco la strage Covid
«Dare la Tachipirina a casa, restando “in vigilante attesa”, è una follia. Noi potremmo avere gli ospedali vuoti, e non avremmo un bollettino con tutti questi morti. Sono più di 70.000. Diciamo che magari, all’inizio, non sapevamo come agire. Ma almeno 50.000, di questi 70.000 decessi, li potevamo evitare». Parola di medico: a esprimersi così è il dottor Andrea Stramezzi, medico volontario Covid a Milano. Lo ha intervistato Angela Camuso, in un servizio giornalistico per la puntata del 20 gennaio di “Fuori dal coro”, trasmissione condotta da Mario Giordano su “Rete 4″. Una pagina esemplare di giornalismo, attorno a una notizia sconcertante: si può morire di Covid se è anziani e già affetti da altre patologie. Ma si muore soprattutto perché ormai è tardi, perché nessuno è intervento tempestivamente – a casa – nelle prime fasi della malattia. Preso per tempo, il Covid fa meno paura: guariscono praticamente tutti, anche i più vecchi. Basta usare i farmaci giusti: che esistono, ma sono medicinali-fantasma. Il governo Conte non ha pensato di inserirli in un protocollo da far applicare in modo metodico, sistematico. Se lo si fosse fatto, dicono i medici, non avremmo avuto nessuna catastrofe. Nessuna strage, nessuna emergenza nazionale.L’Italia, premette Angela Camuso, ha il tasso di letalità da Covid più alto d’Europa: il 3,5%. Siamo tra i peggiori al mondo. Imbarazzante: peggio di noi solo Messico e Iran, oltre al Regno Unito. In Spagna, la mortalità è al 2,7, come anche in paesi molto meno dotati di strutture sanitarie, come Argentina e Brasile. Francia, Romania e Ungheria sono al 2,4%. Negli Stati Uniti si è messo in croce Trump per le sue indecisioni su come affrontare l’emergenza, ma il tasso di letalità statunitense è sotto il 2%. La Russia dichiara un tasso dell’1,7%, la Germania dell’1,6. Meglio ancora l’India, col suo 1,5%: un terzo, rispetto al disastro italiano (prendendo per buoni, ovviamente, i dati ufficiali che classificano alla voce Covid un numero elevatissimo di decessi). «Centinaia di medici – racconta la giornalista di “Fuori dal coro” – hanno scoperto che la ragione principale di questa ecatombe è che gli ammalati restano a casa senza cure per giorni e giorni, finché le loro condizioni sono così gravi da imporre il ricovero: il guaio è che, spesso, finiscono in ospedale quando ormai è troppo tardi».Chiarisce Andrea Mangiagalli, medico di base a Milano: «Questa è un’influenza molto più complicata delle altre, ma pur sempre una malattia influenzale virale, come quelle che personalmente curo da trent’anni. I miei pazienti li ho curati già nella prima fase, nessuno è stato ricoverato: e sono tutti vivi». Conferma il dottor Umberto Rossi, pneumologo di Livorno: «Se si interviene per tempo con i farmaci giusti nelle prime fasi, tutti (o quasi tutti) guariscono». Gli fa eco la collega livornese Tiziana Felice, anestesista: a salvare vite umane «sono banalissimi farmaci del nostro prontuario medico, che usiamo da anni». Farmaci di cui, però, nessuno parla. Lo afferma il dottor Riccardo Szumski, medico di base a Treviso: «Il dramma è che le autorità sanitarie negano questa possibilità: non la diffondono». Nessun tam-tam ufficiale, istituzionale, sui farmaci salva-vita. «L’indicazione nazionale dell’Aifa è stata “Tachipirina e aspettare”. Ma aspettando si finisce molto male», sottolinea Szumski. E’ ormai accertato: «Nell’arco di 10 giorni, questa malattia può fare un disastro», ribadisce il dottor Mangiagalli. E’ essenziale intervenire subito, e coi protocolli di cura appropriati: che ancora non vengono diffusi presso tutti i medici italiani.«Il paziente Covid ha diritto a essere visitato, come chiunque altro», protesta la dottoressa Tiziana Felice: «La persona va curata: non è che può essere abbandonata al suo destino». Da nord a sud, conferma Angela Camuso, l’abbandono dei malati nella prima fase della malattia è registrato in tutta la penisola. «Con mio grande rammarico, vedo che a essere trasportate in ospedale sono tutte persone che erano state lasciate a casa, senza una terapia adeguata», denuncia un medico del 118 che lavora in provincia di Biella. E tra la casa del paziente e l’ospedale, dice la dottoressa Felice, dopo un anno di emergenza contina a esserci «una terra di nessuno», in cui si aspetta inutilmente (senza cure) per poi finire in reparto quando ormai, in molti casi, è troppo tardi. «Se tutti continuano a pensare che la malattia si possa “curare” solo in ospedale, non ne verremo fuori più», si allarma il dottor Mangiagalli.Curare il Covid? Si può fare, e con ottimi risultati: basta agire per tempo, e con i medicinali giusti. A quel punto, spesso guarisce anche chi – per l’età avanzata e la presenza di altre malattie, anche gravi – non è esattamente in buona salute. «Io ho curato quasi 200 pazienti, per lo più anziani: anche oltre gli 80 anni, e persino oltre i 90», dice da Milano il dottor Andrea Stramezzi: «Molti hanno co-patologie. Decessi, però, nemmeno uno. Ho trattato persino pazienti con due tumori compresenti, e persino metastasi polmonari». Solo nella cosiddetta “seconda ondata”, a Treviso, il dottor Szumski sta curando 150 persone. Bilancio: «Ho 5 ricoverati e zero decessi». Sottolinea il medico: «Questa non è un’esperienza solo mia, è di moltissimi altri colleghi. Siamo entrati in collegamento, in tutta Italia, e stiamo cercando di intervenire». Essendo latitante lo Stato, a cominciare dal ministero della sanità, a rimboccarsi le maniche sono i medici in prima linea, ospedialieri e terroriali. Si sono organizzati nell’ambito di associazioni mediche come “Ippocrate”, che offrono assistenza domiciliare gratuita ai malati di Covid. Loro sì, hanno messo a punto «un vero e proprio protocollo per le cure precoci».«E se i risultati dalla nosta esperienza sul campo sono ottimi – si domanda lo stesso Szumski – perché non dare delle indicazioni precise?». Inutile aspettare il governo: «Dobbiamo tutti darci una svegliata». Ricapitolando: le cure esistono, ma non ci sono linee-guida. I medici sono abbandonati a se stessi, più o meno come i malati alle prese coi primi sintomi. Certo, «la prima fase della malattia ha sopreso tutti, noi compresi», ammette il dottor Andrea Mangiagalli. «Poi però ci siamo dati da fare, in modo totalmente autonomo, per capire come si poteva intervenire per evitare che i malati finissero in ospedale». Il problema, ricorda il medico, è che questa malattia che ha delle fasi che si susseguono in tempi piuttosto rapidi. Dunque, «bisogna stare molto attenti, perché le condizioni di alcuni pazienti (non tutti: quelli che hanno qualche patologia preesistente) possono evolvere in tempi molto rapidi». La soluzione non può essere quella prospettata dalle autorità sanitarie. Limitarsi ad aspettare, somministrando solo Tachipirina? «Noi non abbiamo mai seguito questa tattica, per curare nessuna malattia».Insiste il dottor Mangiagalli: «Se a un paziente con dolore cardiaco dicessimo “prendi l’Aspirina e aspetta, poi vedi come va”, probabilmente poi finiremmo in galera». All’inizio del 2020, è vero, il Covid aveva spiazzato tutti. Ma il disorientamento è durato solo qualche settimana: «Già dopo il primo mese, ci siamo resi conto che non si poteva più fare così». Andrea Mangiagalli ricorda una data, il 27 marzo. «Quel giorno abbiamo deciso che avremmo iniziato a curarli, i pazienti, anziché lasciarli a casa a “friggere” nella loro febbre. Lo abbiamo deciso nel giro di nemmeno un mese, dopo aver visto che i pazienti ricoverati con l’ambulanza non tornavano più a casa». Nessun mistero, sulle guarigioni: «Abbiamo farmaci assolutamente disponibili in tutto il mondo, in tutte le farmacie. Sono principi che usiamo bene, alcuni usati da trent’anni: come l’idrossiclorochina, che abbiamo utilizzato (funziona, anche se è stata raccontata come un farmaco che uccide: e invece a uccidere è il Covid). Abbiamo utilizzato l’eparina come anticoagulante, perché questa è una malattia che ha una fase trombotica molto pericolosa e spesso asintomatica. E abbiamo usato anche gli antibiotici».Però non esistono linee-guida: ci sono i farmaci, ma non le istruzioni su come usarli – distribuite in modo sollecito e uniforme a tutti i medici d’Italia. «Le ultime indicazioni pubblicate – dice ancora Mangiagalli – parlano solo di “vigile attesa”, misurazione della saturazione e controllo della temperatura. Una modalità assolutamente attendistica, che non è propria della medicina generale, e neppure della medicina in senso assoluto». Parole pesanti come una condanna, nel paese dove il ministro della sanità Roberto Speranza perdeva tempo a scrivere libri, nell’estate 2020, anziché ascoltare i medici che guariscono e quindi convocare le Regioni perché diramassero ai sanitari, attraverso le Asl, il protocollo che insegna a traformare il Covid in una malattia facilmente curabile. «Tutti i pazienti che abbiamo trattato a casa sono guariti», conclude Mangiagalli. «Quei pochi che sono transitati dall’ospedale ci sono rimasti per pochissimi giorni, e non ne è morto nessuno. E non solo i miei: ormai sono migliaia, in Italia, i pazienti trattati e guariti così».«Dare la Tachipirina a casa, restando “in vigilante attesa”, è una follia. Noi potremmo avere gli ospedali vuoti, e non avremmo un bollettino con tutti questi morti. Sono più di 70.000. Diciamo che magari, all’inizio, non sapevamo come agire. Ma almeno 50.000, di questi 70.000 decessi, li potevamo evitare». Parola di medico: a esprimersi così è il dottor Andrea Stramezzi, medico volontario Covid a Milano. Lo ha intervistato Angela Camuso, in un servizio giornalistico per la puntata del 20 gennaio di “Fuori dal coro“, trasmissione condotta da Mario Giordano su “Rete 4″. Una pagina esemplare di giornalismo, attorno a una notizia sconcertante: si può morire di Covid se si è anziani e già affetti da altre patologie. Ma si muore soprattutto perché ormai è tardi, perché nessuno è intervento tempestivamente – a casa – nelle prime fasi della malattia. Preso per tempo, il Covid fa meno paura: guariscono praticamente tutti, anche i più vecchi. Basta usare i farmaci giusti: che esistono, ma sono medicinali-fantasma. Il governo Conte non ha pensato di inserirli in un protocollo da far applicare in modo metodico, sistematico. Se lo si fosse fatto, dicono i medici, non avremmo avuto nessuna catastrofe. Nessuna strage, nessuna emergenza nazionale.
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Giallo Covid: quegli scienziati assassinati, nel mondo
Medici, scienziati e altri esperti coinvolti nella ricerca sul coronavirus (Covid-19) vengono misteriosamente rinvenuti morti in tutto il mondo, in quello che sembra essere lo sterminio di chi sa troppe cose sulla pandemia nata a Wuhan. Una delle ultime morti è stata quella di Alexander “Sasha” Kagansky, uno scienziato russo che, mentre stava lavorando allo sviluppo di un vaccino per il Covid-19, è stato brutalmente accoltellato e lanciato dalla finestra del suo appartamento al 14° piano di un edificio a San Pietroburgo. I rapporti indicano che Kagansky sia morto “in circostanze strane”, un eufemismo considerando la natura e il momento della sua scomparsa. Kagansky aveva recentemente ricevuto una sovvenzione dal governo russo per indagare sui nuovi modi per diagnosticare e curare i tumori cerebrali. Era anche un grande sostenitore di rimedi naturali, come erbe e funghi, noti per aiutare a uccidere le cellule tumorali.Un altro che è morto quest’anno in circostanze simili è stato Frank Plummer, uno scienziato canadese di fama mondiale che aveva anche lavorato a un vaccino per il Covid-19. Apparentemente, è stato ucciso da persone sconosciute. A gennaio riferimmo delle connessioni di Plummer con un gruppo di spie cinesi responsabile del furto di ceppi di coronavirus da un laboratorio canadese e del loro trasporto a Wuhan. Il professor Bing Liu dell’Università di Pittsburgh è un altro importante scienziato che quest’anno ha seguito la stessa sorte, in questo caso appena prima che potesse rendere pubblica una nuova svolta sulla natura del Covid-19. «Bing era sul punto di fare scoperte molto significative per la comprensione dei meccanismi cellulari che sono alla base dell’infezione da Sars-Cov-2 e la base cellulare delle successive complicazioni», si legge in una dichiarazione dei suoi colleghi del Dipartimento di Biologia Computazionale e dei Sistemi.Poi abbiamo Gita Ramjee, una scienziata che studiava l’Hiv, morta a causa del Covid-19 contratto mentre era in visita a Londra per tenere una conferenza sul trattamento e sulla prevenzione dell’Hiv. Al suo ritorno a Durban, secondo quanto riferito, si è sentita poco bene ed è andata in ospedale, dove è morta non molto tempo dopo. Anche un autista dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di nome Pyae Sone Win Maung, è morto a maggio, mentre trasportava campioni di coronavirus per le Nazioni Unite. Stava guidando un ben identificabile veicolo dell’Onu su cui sono stati sparati dei colpi che hanno ucciso lui e ferirono un altro passeggero. Anche Brandy Vaughan, ex responsabile delle vendite di Merck & Co. e fondatrice di LearnTheRisk.org, è stata trovata morta nella sua casa all’inizio di questo mese accanto al figlio di nove anni. La Vaughan aveva lavorato duramente per educare il pubblico sui rischi per la sicurezza costituito dai vaccini.Al rovescio della medaglia, i seguenti importanti ricercatori potrebbero essere collegati in qualche modo alle suddette morti: 1) Peter Daszak, presidente della EcoHealth Alliance, è responsabile dell’orchestrazione del mito secondo cui il Covid-19 sia un fenomeno naturale. Le e-mail ottenute da Us Right to Know rivelano che i dipendenti di EcoHealth hanno condotto un’operazione per far sì che 27 eminenti scienziati condannassero le “teorie complottiste che negano l’origine naturale del Covid-19”. EcoHealth, a proposito, è la stessa organizzazione “no profit” che ha ricevuto finanziamenti per milioni di dollari dai contribuenti statunitensi per manipolare geneticamente i coronavirus presso il Wuhan Institute of Virology. 2) Il virologo olandese Ron Fouchier è responsabile della creazione del ceppo virale più mortale al mondo. I suoi esperimenti sulle armi biologiche sono ampiamente condannati e potrebbero essere responsabili del rilascio del Covid-19. Fouchier è anche responsabile dell’isolamento del coronavirus della Sars che, contrabbandato dall’Arabia Saudita, fu inviato a Frank Plummer – morto, come accennato in precedenza, una settimana dopo che Great Game India pubblicò un rapporto sullo scandalo.(Ethan Huff, “Chi sta uccidendo gli scienziati in qualche modo legati al Covid?”, post apparso su “Natural News” e ripreso da Mitt Dolcino il 28 dicembre 2020).Medici, scienziati e altri esperti coinvolti nella ricerca sul coronavirus (Covid-19) vengono misteriosamente rinvenuti morti in tutto il mondo, in quello che sembra essere lo sterminio di chi sa troppe cose sulla pandemia nata a Wuhan. Una delle ultime morti è stata quella di Alexander “Sasha” Kagansky, uno scienziato russo che, mentre stava lavorando allo sviluppo di un vaccino per il Covid-19, è stato brutalmente accoltellato e lanciato dalla finestra del suo appartamento al 14° piano di un edificio a San Pietroburgo. I rapporti indicano che Kagansky sia morto “in circostanze strane”, un eufemismo considerando la natura e il momento della sua scomparsa. Kagansky aveva recentemente ricevuto una sovvenzione dal governo russo per indagare sui nuovi modi per diagnosticare e curare i tumori cerebrali. Era anche un grande sostenitore di rimedi naturali, come erbe e funghi, noti per aiutare a uccidere le cellule tumorali.
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Pandemia Italia: le ‘pecore matte’ credono proprio a tutto
Il sondaggio del Censis pubblicato lo scorso 4 dicembre conferma che gli italiani sono in grande maggioranza pecore credule e ignave (“pecore matte”, diceva Dante), ossia codardi senza dignità e spirito critico, pronti a sottomettersi cedendo diritti fondamentali in cambio di promesse di protezione, pur vedendo come i manovratori usano l’emergenza per aumentare il proprio potere e la propria ricchezza, scaricando i costi e rischi sulla popolazione generale. Questa grande maggioranza degli italiani si è lasciata impaurire e deprimere dal terrorismo di regime, dai suoi falsi tamponi e dai suoi falsi dati statistici; accetta tutto, si conforma alle cose più illogiche per ricevere rassicurazione psicologica, financo plaude al dittatorello e si avventa contro coloro che le vengono genericamente additati come “negazionisti” o untori senza museruola. Adesso questa maggioranza agogna il vaccino promesso, benché non sia ancora stato sperimentato (ci vogliono 10 anni circa) e si segnalino molti casi di reazioni avverse e persino qualcuno letale. Tali reazioni esprimono non una condizione transitoria ma la costituzione psichica profonda di questa maggioranza, e non ha senso né speranze cercare di risvegliarli – non sono addormentati, sono proprio fatti così.Se insisti, ottieni solo di farteli nemici, perché li togli dalla loro comfort zone. Se invece un domani, a seguito di disastri economici o sanitari, la loro paura si convertirà in rabbia, staremo a vedere che cosa saranno capaci di concludere. Ma intanto limitiamoci a godere dei benefici che ci vengono dal fatto che tutta questa gente si offre con entusiasmo come cavia per le vaccinazioni sperimentali, in modo di poter poi decidere con più dati a disposizione se vaccinarci pure noi. Meglio perciò evitare di sollevare dubbi disturbanti nelle testoline di questa maggioranza della popolazione, cioè di porre, privatamente o pubblicamente, certe domande come le seguenti: perché i vaccini vengono somministrati dalla politica prima che le case farmaceutiche abbiano rivelato i loro dati numerici sugli effetti, già in loro possesso? Per quanto tempo sono efficaci, i vari vaccini? Tre, quattro o sei mesi? Quanto tempo impiega un vaccino per fare effetto protettivo? Trenta giorni o sessanta? Per quanto tempo il neo-vaccinato è contagioso per i non vaccinati? Quanto tempo ci vuole per vedere se un vaccino protegge dalle nuove varianti del virus che via via si producono?Considerato che ci vuole circa un’ora per eseguire una vaccinazione Pfizer, quante nuove varianti si genereranno prima che sia completata la vaccinazione per la forma attuale del virus? Se per vaccinare metà della popolazione ci vorranno circa sei mesi, e se l’efficacia del vaccino dura meno di 6 mesi, come si fa? Perché il regime ci dice che anche dopo vaccinati bisogna portare la mascherina, distanziarci socialmente, eccetera eccetera, esattamente come prima? Questi nuovi vaccini modificano il nostro Dna? Qualcuno per caso sa come? Possono provocare nel tempo malattie autoimmuni o degenerative come il Parkinson o l’Alzheimer o il tumore? Perché i politici comprano i vaccini da case farmaceutiche che hanno una lunga storia di corruzione dei politici? I politici, i burocrati e l’Oms prendono una tangente sugli ordinativi di vaccini, oppure no? Perché comprano i vaccini da case farmaceutiche che hanno condanne per sperimentazione di vaccini dannosi e sterilizzanti? Perché in Tv si è visto che alcuni politici (come la prima ministra australiana) si sono fatti riprendere mentre venivano vaccinati, ma si è visto pure che la vaccinazione era finta perché l’ago era ancora coperto dal cappuccio?Quanto possiamo fidarci delle rassicurazioni dei politici e dell’Oms? Che cosa dicono i loro precedenti in campo farmaceutico circa corruzione e affidabilità? Perché le trattative e i contratti con cui hanno comperato questi e altri vaccini sono tenuti segreti? Perché i media italiani non riferiscono delle proteste e dei rifiuti che all’estero vengono opposti alla vaccinazione da parte anche di organizzazioni di sanitari, in relazione all’insufficiente collaudo e agli effetti già osservati? Perché agli italiani viene somministrato un vaccino che costa circa 1/10 di quello che viene somministrato negli Usa? Vale anche un decimo di quello americano, oppure no? Potrà mai finire una pandemia che è diventata un potente strumento di controllo sociale e di affari, con fondi di centinaia di miliardi? Arriveranno altre pandemie, se questa finirà? La gestione Oms-Ue della pandemia è un esperimento di un nuovo governo mondiale a libertà minimale?(Marco Della Luna, “L’esercito delle pecore matte”, dal blog di Della Luna del 25 dicembre 2020).Il sondaggio del Censis pubblicato lo scorso 4 dicembre conferma che gli italiani sono in grande maggioranza pecore credule e ignave (“pecore matte”, diceva Dante), ossia codardi senza dignità e spirito critico, pronti a sottomettersi cedendo diritti fondamentali in cambio di promesse di protezione, pur vedendo come i manovratori usano l’emergenza per aumentare il proprio potere e la propria ricchezza, scaricando i costi e rischi sulla popolazione generale. Questa grande maggioranza degli italiani si è lasciata impaurire e deprimere dal terrorismo di regime, dai suoi falsi tamponi e dai suoi falsi dati statistici; accetta tutto, si conforma alle cose più illogiche per ricevere rassicurazione psicologica, financo plaude al dittatorello e si avventa contro coloro che le vengono genericamente additati come “negazionisti” o untori senza museruola. Adesso questa maggioranza agogna il vaccino promesso, benché non sia ancora stato sperimentato (ci vogliono 10 anni circa) e si segnalino molti casi di reazioni avverse e persino qualcuno letale. Tali reazioni esprimono non una condizione transitoria ma la costituzione psichica profonda di questa maggioranza, e non ha senso né speranze cercare di risvegliarli – non sono addormentati, sono proprio fatti così.
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Magaldi: tutti in strada di notte, spero di essere arrestato
«Vorrei avere il piacere di essere arrestato, fermato, trascinato in un commissariato». Lo annuncia ufficialmente Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, che spiega: «Il 14 dicembre, a Roma – in orario serale, violando il coprifuoco – esordirà la Milizia Rooseveltiana, formazione nonviolenta il cui nome ricorda provocatoriamente la milizia paramilitare fascista». Messaggio esplicito: «Anche oggi, come allora, siamo alle soglie di una sorta di dittatura: stavolta è imposta in modo subdolo, col pretesto di un virus para-influenzale presentato come se fosse la peste bubbonica». In nessun caso, sottolinea Magaldi, si può accettare di perdere quote importanti della propria libertà in cambio del miraggio della sicurezza sanitaria. «Sconcerta l’ingenuità degli italiani che pensano che si tratti solo di avere ancora un po’ di pazienza. Non hanno capito che il vero obiettivo delle misure restrittive è un altro: imporre ai cittadini un’obbedienza cieca e anche assurda, come quando viene richiesto di indossare la mascherina all’aperto, pure se si è soli». A giorni, l’esecutivo riceverà una sorta di “ultimatum”, da parte del Movimento Roosevelt. Due le richieste principali. La prima: abolizione immediata di ogni restrizione. La seconda: adozione (altrettanto celere) di provvedimenti economici per risarcire e supportare aziende ed esercizi fermati da lockdown e “zone rosse”.Insomma: si pretenderanno “ristori” veri e propri, non come quelli finora «corrisposti solo in minima parte e con grave ritardo dal governo Conte, che anche in questo si è rivelato particolarmente fellone». Magaldi, poi, denuncia la propaganda “orwelliana” che ha seminato il panico, sul Covid, «creando anche seri problemi di salute: non si contano più i casi di pazienti, affetti da malattie gravi (cardologiche, oncologiche) che in questi mesi non hanno potuto ricevere cure adeguate, proprio grazie all’isteria generale sul Covid», che ha messo in crisi gli ospedali. Un’isteria generata «dai media, dal governo e dalle stesse Regioni, di qualunque colore sia la loro guida politica». Menzione d’onore per i giornalisti: hanno sostanzialmente «abdicato alla loro missione, rinunciando a fare informazione e preferendo invece veicolare l’unico messaggio richiesto, quello del “terrorismo sanitario” per trasformare il Covid-19 in una piaga inaffrontabile». Premette Magaldi: «Io non sono certo “negazionista”: so bene che certe complicanze del Covid possono uccidere, come peraltro la stessa influenza stagionale. Ma mi domando: siamo sicuri che sia attendibile il numero di vittime imputate al Covid? E quanti malati sono invece morti a causa di cure sbagliate?».Una certezza: «Andava potenziata da subito la medicina territoriale, con medici istruiti con opportuni protocolli terapeutici per curare i pazienti da casa: ma niente di tutto questo è stato fatto». Al contrario, il paese è stato sprofondato nel caos: «E il panico irrazionale, instillato dalla politica e dai media, è stato utilizzato per imporre restrizioni assurde, avvilenti per la dignità delle persone, inutili contro la pandemia e oltretutto disastrose per l’economia». La misura è colma, insiste Magaldi, che annuncia un Natale “rivoluzionario”, animato da clamorose proteste “rooseveltiane”, una volta scaduto “l’ultimatim” salva-Italia, il prossimo 8 dicembre. «Mi domando però che tipo di rivoluzione potrebbero mai fare, quegli italiani (tantissimi, purtroppo) che ancora tremano all’idea di essere multati, e quindi seguitano a circolare indossando la mascherina». Un invito esplicito: «Toglietevela, tornate a respirare. E se vi fermasse una pattuglia, non temete: sarete assistiti gratuitamente dai tanti avvocati del Sostegno Legale approntato dal Movimento Roosevelt. E quelle multe, ve l’assicuro, non le pagherete mai». Insiste Magaldi: «Perché accettate di rincasare entro le ore 22? Datemi retta: violatelo, il coprifuoco. E’ un’offesa alla vostra dignità, oltre a essere incostituzionale: in Italia, il coprifuoco lo si può imporre legalmente solo in caso di guerra».Proprio in momenti come questo, ribadisce Magaldi, il coraggio civile è davvero indispensabile, per non subire il silenzio un regime che si sta facendo oppressivo, «e che obbedisce a una precisa, pericolosa regia internazionale». Il presidente del Movimento Roosevelt accusa il cosiddetto “partito cinese”, composto da potenti oligarchi anche statunitensi: «Speculano sulla paura del virus per imporre una “nuova normalità” aberrante, basata sulla sottomissione, che faccia dimenticare ai cittadini dell’Occidente i diritti e le libertà delle democrazie liberali». Il rischio – aggiunge Magaldi – è che gli italiani non si rendano conto della “novità” che è stata introdotta, in modo surrettizio: chiudersi in casa, al minimo segno di infezione. «Il “corona” non è certo il primo virus, e non sarà l’ultimo. E allora che facciamo, d’ora in poi: ci spranghiamo tra le mura di casa, alla prima avvisaglia di epidemia?». Stupisce che il grosso della popolazione non abbia ancora percepito «la paradossale sproporzione tra la reale entità della minaccia sanitaria e la durezza delle misure imposte col pretesto di contenerla».Del resto, lo si sapeva fin dall’inizio: «Gli stessi scienziati avevano previsto che tre quarti della popolazione mondiale sarebbe stata contagiata: l’infezione (raramente letale) non è evitabile, a quanto pare, mentre erano evitabilissimi i danni procurati dal panico emergenziale e dalle restrizioni, che oltretutto non sono state nemmeno risolutive per eliminare il contagio». Cosa aspettano, gli italiani, ad accorgersene? «Triste dirlo, ma la verità è sgradevole: chi non è disposto a combattere, per la sua libertà, quella libertà non la merita». Magaldi indica, come esempio virtuoso, i giovani di Hong Kong finiti in carcere per la loro protesta contro il regime di Pechino, che schiaccia i diritti e azzera la libertà. «E noi in Italia che facciamo, tremiamo all’idea del vigile urbano che ci commina una sanzione? Ci stanno portando via la libertà, senza un minimo segno di ribellione da parte nostra». La musica cambierà, avverte Magaldi: «Mentre molti leggeranno in che modo Conte avrà deciso di rovinare persino il Natale delle famiglie italiane, la Milizia Rooseveltiana scenderà nelle strade, di notte, per dire che quello che sta succedendo non è accettabile, da parte di chi ha a cuore i diritti umani e la propria dignità di cittadino libero».«Vorrei avere il piacere di essere arrestato, fermato, trascinato in un commissariato». Lo annuncia ufficialmente Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, che spiega: «Il 14 dicembre, a Roma – in orario serale, violando il coprifuoco – esordirà la Milizia Rooseveltiana, formazione nonviolenta il cui nome ricorda provocatoriamente la milizia paramilitare fascista». Messaggio esplicito: «Anche oggi, come allora, siamo alle soglie di una sorta di dittatura: stavolta è imposta in modo subdolo, col pretesto di un virus para-influenzale presentato come se fosse la peste bubbonica». In nessun caso, sottolinea Magaldi, si può accettare di perdere quote importanti della propria libertà in cambio del miraggio della sicurezza sanitaria. «Sconcerta l’ingenuità degli italiani che pensano che si tratti solo di avere ancora un po’ di pazienza. Non hanno capito che il vero obiettivo delle misure restrittive è un altro: imporre ai cittadini un’obbedienza cieca e anche assurda, come quando viene richiesto di indossare la mascherina all’aperto, pure se si è soli». A giorni, l’esecutivo riceverà una sorta di “ultimatum”, da parte del Movimento Roosevelt. Due le richieste principali. La prima: abolizione immediata di ogni restrizione. La seconda: adozione (altrettanto celere) di provvedimenti economici per risarcire e supportare aziende ed esercizi fermati da lockdown e “zone rosse”.
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Una gamba per Oscar, nel Venezuela “orfano” di Chavez
Era il marzo del grande terrore, quello che gli italiani non dimenticheranno. Negli ospedali presi improvvisamente d’assalto, non s’era ancora capito con che razza di mostro si avesse a che fare, e con quali terapie affrontarlo. Giorni orribili, scanditi da immagini destinate a restare nella memoria: da una parte le bare caricate su camion militari fatti sfilare in piena notte, dall’altra la luce verde degli aeroporti. A Pratica di Mare atterrarono, come fantasmi buoni, 14 giganteschi Ilyushin russi carichi di attrezzature e personale sanitario. Non furono i soli: sbarcarono in Italia anche medici sudamericani e caraibici. Provenienti da Cuba, per esempio, e da un altro paese della regione, anch’esso a lungo “eretico” e assistito dalla Russia: il Venezuela, già miracolato da Hugo Chavez. «Vedi quella collina? Prima c’erano solo baracche. Poi, invece, è stato costruito – da zero – un quartiere nuovo di zecca: case pulite e dignitose, per i più poveri». La città è Mérida, oltre duecentomila abitanti arroccati a 1.600 metri di altitudine, a 200 chilometri da Maracaibo e 500 dalla capitale, Caracas. A Mérida vive Oscar, 40 anni appena compiuti. Laureato in economia, lavora come amministratore di una società. Da otto anni ha un problema: gli manca una gamba. E’ lui, oggi, ad aver bisogno dell’Italia.Il momento è difficile, per il Belpaese messo alla frusta dalla politica emergenziale. Ma i guai dell’Italia impallidiscono, di fronte a quelli del Venezuela di oggi, orfano di Chavez. «La moneta venezuelana non ha più nessun valore», racconta Oscar: «Ormai, lo stipendio medio di una persona è di appena 3 dollari al mese». Entendido? Tre dollari al mese. Oscar ha una sorella, Carolina, che vive nel nostro paese da molti anni. Opera nel settore del commercio equo-solidale in provincia di Torino. Suo marito, Massimo, è un agronomo rinomato: un pioniere, in Piemonte, dell’agricoltura biologica. Sono stati loro, anni fa, a scattare fotogrammi indimendicabili del Venezuela di Chavez. «Mérida era isolata in mezzo alle montagne, e dopo due anni ci abbiamo trovato un’autostrada costruita in pochi mesi, alla velocità della luce». Una mattina, Carolina avverte Massimo: «Ci rivedremo non prima di stasera, devo andare all’anagrafe a rifare i documenti». Un’ora dopo, la telefonata: «Sto arrivando, è già tutto sistemato: l’ufficio l’hanno automatizzato. Procedure immediate, digitali: non ci potevo credere». Erano in tanti, in effetti, a non riuscire a credere al Venezuela di Chavez. Imperfetto, certo, ma rivoluzionario, in un continente atavicamente letargico e sottomesso alla miseria e all’arretratezza.Condizioni nelle quali, per ragioni controverse, oggi il Venezuela è nuovamente sprofondato, trascinando con sé milioni di persone: tra cui Oscar. «Nel 2010 – racconta – mi era stato diagnosticato un tumore, un sarcoma maligno di terzo grado». Risposta ospedaliera: l’ordinario trattamento di chemioterapia. Un anno di speranze. «Poi però nel 2011 è stata individuata una recidiva alla tibia sinistra». Destino segnato: «Nel 2012 mi è stata amputata la gamba, sotto il ginocchio». Da allora, Oscar si aiuta con una gamba artificiale. Problema: «Le protesi vanno cambiate dopo alcuni anni, per il mutamento della forma del moncone e per la scadenza dell’attrezzo ortopedico». Altro problema: «Al momento non ho la possibilità di permettermi il costo di una nuova protesi». Normale, nel paese dove in media, ormai, si guadagnano 3 dollari al mese. «E così, mi sono deciso a chiedere aiuto a chi può darmi una mano». Obiettivo: «Poter tornare a camminare su due gambe, anche se una artificiale». Il tam-tam utilizza il crowdfundig per una somma modesta (2.500 euro), fissata come obiettivo della raccolta solidale. Il premio in palio, invece, è altissimo: la gratitudine di Oscar.«I soldi saranno usati per l’acquisto della protesi e saranno inviati direttamente a lui come donazione», spiega Carolina: «Non può farla lui, la raccolta, proprio per i grossi problemi del Venezuela, di carattere politico ed economico». Eppure, nei giorni della grande paura (la primavera 2020), persino il Venezuela riuscì a essere vicinissimo all’Italia, spedendo i suoi medici nei nostri ospedali. Medici del tutto speciali, anche cubani: il paese di Chavez li aveva barattati col petrolio che cedeva all’isola di Fidel Castro. Ai cubani la benzina, ai venezuelani l’assistenza sanitaria. «Per la prima volta nella storia – ricordano Carolina e Massimo – tutti ebbero diritto alle cure gratuite di un dottore, in Venezuela». E oggi eccoci qua, in mezzo al disastro spaventevole del mondo intero, precipitato nella crisi più strana e terribile che si ricordi. Con un’aggravante, nel caso di Oscar: una gamba sola, nel paese che vive con tre dollari al mese. Si sa come l’umanità, prima o poi, riesca a riscattarsi. E a proposito, quanto vale, il sorriso di Oscar? «Il tuo aiuto, anche se piccolo, per me è molto importante», dice lui, da Mérida. «Grazie di cuore, davvero, a chi potrà darmi una mano».(Per fare una donazione a favore di Oscar basta un clic sulla piattaforma “Gofundme”).Era il marzo del grande terrore, quello che gli italiani non dimenticheranno. Negli ospedali presi improvvisamente d’assalto, non s’era ancora capito con che razza di mostro si avesse a che fare, e con quali terapie affrontarlo. Giorni orribili, scanditi da immagini destinate a restare nella memoria: da una parte le bare caricate su camion militari fatti sfilare in piena notte, dall’altra la luce verde degli aeroporti. A Pratica di Mare atterrarono, come fantasmi buoni, 14 giganteschi Ilyushin russi carichi di attrezzature e personale sanitario. Non furono i soli: sbarcarono in Italia anche medici sudamericani e caraibici. Provenienti da Cuba, per esempio, e da un altro paese della regione, anch’esso a lungo “eretico” e assistito dalla Russia: il Venezuela, già miracolato da Hugo Chavez. «Vedi quella collina? Prima c’erano solo baracche. Poi, invece, è stato costruito – da zero – un quartiere nuovo di zecca: case pulite e dignitose, per i più poveri». La città è Mérida, oltre duecentomila abitanti arroccati a 1.600 metri di altitudine, a 200 chilometri da Maracaibo e 500 dalla capitale, Caracas. A Mérida vive Oscar, 40 anni appena compiuti. Laureato in economia, lavora come amministratore di una società. Da otto anni ha un problema: gli manca una gamba. E’ lui, oggi, ad aver bisogno dell’Italia.Il momento è difficile, per il Belpaese messo alla frusta dalla politica emergenziale. Ma i guai dell’Italia impallidiscono, di fronte a quelli del Venezuela di oggi, orfano di Chavez. «La moneta venezuelana non ha più nessun valore», racconta Oscar: «Ormai, lo stipendio medio di una persona è di appena 3 dollari al mese». Entendido? Tre dollari al mese. Oscar ha una sorella, Carolina, che vive nel nostro paese da molti anni. Opera nel settore del commercio equo-solidale in provincia di Torino. Suo marito, Massimo, è un agronomo rinomato: un pioniere, in Piemonte, dell’agricoltura biologica. Sono stati loro, anni fa, a scattare fotogrammi indimendicabili del Venezuela di Chavez. «Mérida era isolata in mezzo alle montagne, e dopo due anni ci abbiamo trovato un’autostrada costruita in pochi mesi, alla velocità della luce». Una mattina, Carolina avverte Massimo: «Ci rivedremo non prima di stasera, devo andare all’anagrafe a rifare i documenti». Un’ora dopo, la telefonata: «Sto arrivando, è già tutto sistemato: l’ufficio l’hanno automatizzato. Procedure immediate, digitali: non ci potevo credere». Erano in tanti, in effetti, a non riuscire a credere al Venezuela di Chavez. Imperfetto, certo, ma rivoluzionario, in un continente atavicamente letargico e sottomesso alla miseria e all’arretratezza.Condizioni nelle quali, per ragioni controverse, oggi il Venezuela è nuovamente sprofondato, trascinando con sé milioni di persone: tra cui Oscar. «Nel 2010 – racconta – mi era stato diagnosticato un tumore, un sarcoma maligno di terzo grado». Risposta ospedaliera: l’ordinario trattamento di chemioterapia. Un anno di speranze. «Poi però nel 2011 è stata individuata una recidiva alla tibia sinistra». Destino segnato: «Nel 2012 mi è stata amputata la gamba, sotto il ginocchio». Da allora, Oscar si aiuta con un arto artificiale. Problema: «Le protesi vanno cambiate dopo alcuni anni, per il mutamento della forma del moncone e per la scadenza dell’attrezzo ortopedico». Altro problema: «Al momento non ho la possibilità di permettermi il costo di una nuova protesi». Normale, nel paese dove in media, ormai, si guadagnano 3 dollari al mese. «E così, mi sono deciso a chiedere aiuto a chi può darmi una mano». Obiettivo: «Poter tornare a camminare su due gambe, anche se una artificiale». Il tam-tam utilizza il crowdfundig per una somma modesta (2.500 euro), fissata come obiettivo della raccolta solidale. Il premio in palio, invece, è altissimo: la gratitudine di Oscar.«I soldi saranno usati per l’acquisto della protesi e saranno inviati direttamente a lui come donazione», spiega Carolina: «Non può farla lui, la raccolta, proprio per i grossi problemi del Venezuela, di carattere politico ed economico». Eppure, nei giorni della grande paura (la primavera 2020), persino il Venezuela riuscì a essere vicinissimo all’Italia, spedendo i suoi medici nei nostri ospedali. Medici del tutto speciali, anche cubani: il paese di Chavez li aveva barattati col petrolio che cedeva all’isola di Fidel Castro. Ai cubani la benzina, ai venezuelani l’assistenza sanitaria. «Per la prima volta nella storia – ricordano Carolina e Massimo – tutti ebbero diritto alle cure gratuite di un dottore, in Venezuela». E oggi eccoci qua, in mezzo al disastro spaventevole del mondo intero, precipitato nella crisi più strana e terribile che si ricordi. Con un’aggravante, nel caso di Oscar: una gamba sola, nel paese che vive con tre dollari al mese. Si sa come l’umanità, prima o poi, riesca a riscattarsi. E a proposito: quanto vale, il sorriso di Oscar? «Il tuo aiuto, anche se piccolo, per me è molto importante», dice lui, da Mérida. «Grazie di cuore, davvero, a chi potrà darmi una mano».(Per fare una donazione a favore di Oscar basta un clic sulla piattaforma “Gofundme”).Era il marzo del grande terrore, quello che gli italiani non dimenticheranno. Negli ospedali presi improvvisamente d’assalto, non s’era ancora capito con che razza di mostro si avesse a che fare, e con quali terapie affrontarlo. Giorni orribili, scanditi da immagini destinate a restare nella memoria: da una parte le bare caricate su camion militari fatti sfilare in piena notte, dall’altra la luce verde degli aeroporti. A Pratica di Mare atterrarono, come fantasmi buoni, 14 giganteschi Ilyushin russi carichi di attrezzature e personale sanitario. Non furono i soli: sbarcarono in Italia anche medici sudamericani e caraibici. Provenienti da Cuba, per esempio, e da un altro paese della regione, anch’esso a lungo “eretico” e assistito dalla Russia: il Venezuela, già miracolato da Hugo Chavez. «Vedi quella collina? Prima c’erano solo baracche. Poi, invece, è stato costruito – da zero – un quartiere nuovo di zecca: case pulite e dignitose, per i più poveri». La città è Mérida, oltre duecentomila abitanti arroccati a 1.600 metri di altitudine, a 200 chilometri da Maracaibo e 500 dalla capitale, Caracas. A Mérida vive Oscar, 40 anni appena compiuti. Laureato in economia, lavora come amministratore di una società. Da otto anni ha un problema: gli manca una gamba. E’ lui, oggi, ad aver bisogno dell’Italia.
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Prigionieri del Grande Imbroglio: dai media, bugie mondiali
Gli italiani sono chiusi in casa nelle zone rosse, mentre i migranti africani sbarcano a migliaia: alla propaganda di Salvini (che ha bisogno di farsi perdonare l’aver accettato il lockdown-bis) aderisce improvvisamente Di Maio, alimentando così i “rumor” sull’improvvisa precarietà del premier Conte, spaventato dalle proteste in corso contro il coprifuoco prenatalizio che rischia di stroncare definitivamente un paese il cui debito pubblico, denominato in euro e quindi non azzerabile, si sta avvicinando al 180% del Pil. Se si legge il “Corriere della Sera”, si va a sbattere contro due notizie da prima pagina che fanno a pugni tra loro: Walter Ricciardi invoca la clausura a oltranza, mentre Roberto Bernabei ribadisce che, di Covid, continuano a morire quasi solo persone molto anziane e molto malate. Ricciardi, longa manus dell’Oms e deus ex machina del ministero della sanità, dice testualmente: «Due settimane di lockdown non bastano, Wuhan insegna che serve più tempo» (come se l’Italia non si fosse già fermata per 80 giorni, in primavera: con quali risultati?). Il geriatra del Policlinico Gemelli, membro del Comitato Tecnico-Scientifico, sembra replicare a distanza: «Per morire di Covid devi avere più di 80 anni e almeno tre patologie». Per cosa stiamo bloccando il paese, allora? Ha forse a che fare con qualcos’altro? Per esempio, con l’incredibile rissa elettorale statunitense, che i giornali faticano a raccontare in modo corretto?
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Golpe o guerra civile: il regime che vuole cancellare Trump
Da noi imperversano, tipo bombardamento di Dresda, le fake news. Le rivediamo finalizzate a seminare terrore e assembramenti in ospedali e pronti soccorsi, tramite fake contagiati e fake decessi da fake Covid (fake=falso). Decessi autentici, invece, da intubazioni, ventilazioni, ovviamente in assenza coatta di parenti, e cure salvavita negate agli oncologici, diabetici, infartuati e depressi. E tutti, convinti che i governanti governino per noi, i medici medichino per noi e i media ci diano notizie vere, abboccano e si adeguano. Negli Usa, operando gli stessi mandanti ed eseguendo gli stessi sicari, la differenza la fa un presidente il quale, bene o male che gli vogliate, tutta questa pantomima la contrasta e ridicolizza. Ma il senso profondo di tutto questo pochi lo sanno. Basterebbe l’eresia di un presidente anti-Cupola, degna dei Catari contro il Papa, perché i signori del Nuovo Ordine Mondiale digital-pandemico, ricorrendo a personaggetti come Greta Thunberg, o a personaggioni come Bergoglio, o ad altri chicchirichì del pollaio, lo sostituiscano come “male assoluto” addirittura a Russia, Cina, Iran. E, nella congiuntura, alla maledetta idrossoclorochina ammazza-virus e vaccino.
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Sileri: follia bloccare l’Italia facendo “terrorismo” sul Covid
In terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale. Il numero dei positivi è altissimo, ma la maggior parte di loro non è malata: bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo. Stiamo paralizzando un paese in attesa di omologare i test salivari: inconcepibile. È assurdo, quello a cui stiamo assistendo, con migliaia di persone che prendono d’assalto i pronto soccorso per sintomi sovrapponibili a quello del Covid, oppure file interminabili per fare un tampone. Avere più offerta diagnostica, più semplice del tampone e fruibile dai medici di medicina generale (nelle farmacie o nel privato e, perché no, anche negli studi dentistici) aiuterebbe il sistema in toto. La prima cosa da fare è aumentare la capacità diagnostica. Dividiamo la popolazione in tre fasce: basso, medio e alto rischio. Usiamo il test rapido antigenico per coloro che sono a basso e medio rischio e sottoponiamo solo la terza fascia al tampone; così si riescono a mappare 400.000 persone al giorno e non sprechiamo tamponi per soggetti che, non essendo contatti stretti, non sono a rischio elevato.Facciamo troppi tamponi alle persone sbagliate. Se io risulto positivo, si può fare il tampone ai miei assistenti, ma non a tutto il piano. Per gli altri basta un test antigenico rapido o salivare (che costa un quinto, e hai il risultato in un’ora anziché in cinque giorni). Con il Covid bisogna agire come con tutte le altre patologie. Nello screening del cancro del colon si prevede l’esame occulto fecale, e solo se questo dà un risultato positivo si procede alla colonscopia. Il vaccino non sarà una cosa rapida. Servono mesi per produrlo, come avviene per quello influenzale. E poi ancora non sappiamo quanto in realtà protegge e quali sono i suoi effetti collaterali. Credo arriverà prima il farmaco rispetto alla profilassi. Molte terapie le stiamo applicando già. Confido più di tutte in quella degli anticorpi monoclonali oppure nell’utilizzo di preparati iperimmuni ricavati dal siero dei guariti. Quanto al modo in cui il governo sta affrontando questa ondata dell’epidemia, io sono per allargare il tavolo del Comitato Tecnico Scientifico e renderne più trasparenti le logiche e le modalità operative. Mi pare doverosa la trasparenza di questi tempi: non si possono affidare a consulenti di nomina governativa decisioni fondamentali per tutto il paese.Il 25 marzo 2023, quando sarà finito tutto questo, mi si troverà al San Raffaele di Milano, dove ho vinto un concorso del 2016. E’ l’ospedale dove lavora anche Alberto Zangrillo, che ha ricevuto critiche da chi non ne capisce. Io ho avuto il Covid, e quando sono stato male io stesso dissi a molti che, se qualcosa fosse andato storto, il San Raffaele sarebbe stata la sede per il ricovero. Zangrillo disse che il coronavirus era “morto”? Ha usato un’espressione infelice, ma molti degli addetti ai lavori hanno capito benissimo che cosa intendesse: che il virus non arrivava più in terapia intensiva. Ora sì, il virus circola, più persone rischiano di andare in terapia intensiva. Ma ci sono differenze. Durante la prima ondata si moriva in casa e il medico arrivava due giorni dopo il decesso. Ora non è più così. Gli scienziati hanno punti di vista personali differenti, ma anche rivalità accese. Le parole di Zangrillo sono state strumentalizzate. Mi sembra che a volte molti miei colleghi in camice utilizzino la Tv per sfide e scopi personali. Io andrò al San Raffaele di Milano perché è l’eccellenza in Italia.(Pierpaolo Sileri, dichiarazioni rilasciate a “Libero”, riprese il 26 ottobre 2020 da molti giornali e dall’agenzia AdnKronos. Viceministro della salute, il dottor Sileri è un chirurgo con 25 anni di esperienza ospedaliera).In terapia intensiva ci sono ancora molti posti e la crescita dei ricoverati non è esponenziale. Il numero dei positivi è altissimo, ma la maggior parte di loro non è malata: bisogna distinguere e non creare inutile terrorismo. Stiamo paralizzando un paese in attesa di omologare i test salivari: inconcepibile. È assurdo, quello a cui stiamo assistendo, con migliaia di persone che prendono d’assalto i pronto soccorso per sintomi sovrapponibili a quello del Covid, oppure file interminabili per fare un tampone. Avere più offerta diagnostica, più semplice del tampone e fruibile dai medici di medicina generale (nelle farmacie o nel privato e, perché no, anche negli studi dentistici) aiuterebbe il sistema in toto. La prima cosa da fare è aumentare la capacità diagnostica. Dividiamo la popolazione in tre fasce: basso, medio e alto rischio. Usiamo il test rapido antigenico per coloro che sono a basso e medio rischio e sottoponiamo solo la terza fascia al tampone; così si riescono a mappare 400.000 persone al giorno e non sprechiamo tamponi per soggetti che, non essendo contatti stretti, non sono a rischio elevato.
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L’eurovirus passa all’incasso: Italia ko, ci portano via tutto
La seconda ondata sarà peggiore della prima. Le mascherine sono perfetto terreno di coltura per i microbi e per giunta vi intossicano di anidride carbonica facendovi respirare aria viziata: malattie assicurate (se il governo fosse in buona fede, farebbe portare parasputi di plastica). Aggiungete che il vaccino antinfluenzale spesso non funziona e aggrava l’influenza, mentre risulta facilitare l’infezione da Covid 19 (si chiama “interferenza vaccinale”). In tal modo, e coi tamponi che danno un 80% di falsi positivi e attribuendo al Covid-19 anche i morti di cancro, diabete e altro, il regime gonfia i numeri e ricomincia a bloccare l’economia, mentre sblocca le cartelle esattoriali, i pignoramenti e i licenziamenti. Sarà peggio che con la prima ondata. Presto, a mesi, avremo milioni di disoccupati o finti occupati, aziende chiuse, crollo del Pil e del gettito fiscale, con impennata della spesa pubblica per cassa integrazione, sanità, immigrati. Arrivano la patrimoniale e il prelievo notturno dai conti correnti?Di certo, l’economia e la società saranno in ginocchio forse già prima della primavera. Ma il Recovery Fund arriverà dal prossimo autunno. E poi ci vorranno mesi per impiegarlo concretamente. Nel frattempo il paese sarà allo sfascio. E allora qual è il senso dell’operazione? Per chi sono i soldi del Recovery Fund? E’ evidente per chi sono quei soldi: per gli imprenditori sciacalli amici del regime, della partitocrazia, dell’Europa tedesca, che li riceveranno per comperare l’Italia in ginocchio e in svendita, per assumerne la proprietà e il controllo presentandosi per suoi salvatori. Per rilevare le residue aziende valide, le proprietà immobiliari, i crediti ipotecari in sofferenza, gli spazi di mercato lasciati liberi dalle piccole aziende e dai lavoratori autonomi che dovranno chiudere, mentre i governi tedesco e altri tengono in vita le loro con sgravi fiscali e sostegni economici.Poveri fessi, che avete votato Sì al referendum credendo di dare un colpo alla partitocrazia! Avete al contrario rinforzato questo governo, perché ora i grillini lo sosterranno a ogni costo, e sosterranno la sua suddetta strategia, sapendo che, se si va a votare, le loro poltrone in Parlamento si ridurranno a un decimo delle attuali! Il rappresentate della Bce ha dovuto ammetterlo, anche se lo sapevamo da anni, che le banche centrali creano denaro dal nulla, anche quello del Recovery Fund; e allora dovreste capire che è questa l’unica via per evitare il disastro economico: che la Repubblica italiana batta una sua moneta parallela all’euro, consentita dai trattati, per sostenere aziende, famiglie, investimenti, servizi, senza indebitare le finanze pubbliche e i contribuenti.(Marco Della Luna, “L’eurovirus passa all’incasso”, dal blog di Della Luna del 16 ottobre 2020).La seconda ondata sarà peggiore della prima. Le mascherine sono perfetto terreno di coltura per i microbi e per giunta vi intossicano di anidride carbonica facendovi respirare aria viziata: malattie assicurate (se il governo fosse in buona fede, farebbe portare parasputi di plastica). Aggiungete che il vaccino antinfluenzale spesso non funziona e aggrava l’influenza, mentre risulta facilitare l’infezione da Covid 19 (si chiama “interferenza vaccinale”). In tal modo, e coi tamponi che danno un 80% di falsi positivi e attribuendo al Covid-19 anche i morti di cancro, diabete e altro, il regime gonfia i numeri e ricomincia a bloccare l’economia, mentre sblocca le cartelle esattoriali, i pignoramenti e i licenziamenti. Sarà peggio che con la prima ondata. Presto, a mesi, avremo milioni di disoccupati o finti occupati, aziende chiuse, crollo del Pil e del gettito fiscale, con impennata della spesa pubblica per cassa integrazione, sanità, immigrati. Arrivano la patrimoniale e il prelievo notturno dai conti correnti?
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Firmano 15.000 scienziati: le misure anti-Covid sono follia
In qualità di epidemiologi di malattie infettive e scienziati della salute pubblica, nutriamo gravi preoccupazioni per gli impatti dannosi sulla salute fisica e mentale delle politiche Covid-19 prevalenti e raccomandiamo un approccio che chiamiamo Protezione mirata. Provenienti sia da sinistra che da destra e da tutto il mondo, abbiamo dedicato la nostra carriera alla protezione delle persone. Le attuali politiche di blocco stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica a breve e lungo termine. I risultati (per citarne alcuni) includono tassi di vaccinazione infantile più bassi, peggioramento degli esiti delle malattie cardiovascolari, meno screening per il cancro e deterioramento della salute mentale – che porta a una maggiore mortalità in eccesso negli anni a venire, con la classe lavoratrice e i membri più giovani della società che portano il peso più gravoso. Tenere gli studenti fuori dalla scuola è una grave ingiustizia. Mantenere queste misure in atto fino a quando un vaccino non sarà disponibile causerà danni irreparabili, con danni sproporzionati ai meno privilegiati.Fortunatamente, la nostra comprensione del virus sta crescendo. Sappiamo che la vulnerabilità alla morte da Covid-19 è più di mille volte maggiore negli anziani e negli infermi rispetto ai giovani. In effetti, per i bambini, Covid-19 è meno pericoloso di molti altri danni, compresa l’influenza. Man mano che l’immunità cresce nella popolazione, il rischio di infezione per tutti, compresi i più vulnerabili, diminuisce. Sappiamo che tutte le popolazioni alla fine raggiungeranno l’immunità di gregge – cioè il punto in cui il tasso di nuove infezioni è stabile – e che questo può essere assistito da (ma non dipende da) un vaccino. Il nostro obiettivo dovrebbe quindi essere quello di ridurre al minimo la mortalità e i danni sociali fino a raggiungere l’immunità della mandria. L’approccio più compassionevole, che bilancia i rischi e i benefici del raggiungimento dell’immunità della mandria, è quello di consentire a coloro che sono a minimo rischio di morte di vivere normalmente la loro vita per costruire l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, proteggendo meglio coloro che sono al rischio. Chiamiamo questa protezione “mirata”.L’adozione di misure per proteggere i vulnerabili dovrebbe essere l’obiettivo centrale delle risposte di salute pubblica al Covid-19. A titolo di esempio, le case di cura dovrebbero utilizzare personale con immunità acquisita ed eseguire frequenti test Pcr di altro personale e di tutti i visitatori. La rotazione del personale dovrebbe essere ridotta al minimo. I pensionati che vivono a casa dovrebbero farsi consegnare generi alimentari e altri generi di prima necessità. Quando possibile, dovrebbero incontrare i membri della famiglia all’esterno piuttosto che all’interno. È possibile attuare un elenco completo e dettagliato di misure, compresi gli approcci alle famiglie multigenerazionali, che rientra nell’ambito e nelle capacità dei professionisti della sanità pubblica.Coloro che non sono vulnerabili dovrebbero essere immediatamente autorizzati a riprendere la vita normalmente. Semplici misure igieniche, come lavarsi le mani e stare a casa quando si ammalano, dovrebbero essere praticate da tutti per ridurre la soglia di immunità della mandria. Le scuole e le università dovrebbero essere aperte all’insegnamento di persona. Le attività extracurriculari, come gli sport, dovrebbero essere riprese. I giovani adulti a basso rischio dovrebbero lavorare normalmente, piuttosto che da casa. Dovrebbero aprire ristoranti e altre attività. Le arti, la musica, lo sport e altre attività culturali dovrebbero riprendere. Le persone più a rischio possono partecipare se lo desiderano, mentre la società nel suo insieme gode della protezione conferita ai più vulnerabili da coloro che hanno costruito l’immunità di gregge.(”Dichiarazione di Great Barrington”, redatta il 4 ottobre 2020 a Great Barrington, Massachusetts, Stati Uniti. Primi firmatari: Martin Kulldorff, professore di medicina presso l’Università di Harvard, biostatistico ed epidemiologo con esperienza nella rilevazione e nel monitoraggio di epidemie di malattie infettive e nella valutazione della sicurezza dei vaccini; Sunetra Gupta, professore all’Università di Oxford, epidemiologo con esperienza in immunologia, sviluppo di vaccini e modelli matematici di malattie infettive; Jay Bhattacharya, professore presso la Stanford University Medical School, medico, epidemiologo, economista sanitario ed esperto di politiche per la salute pubblica che si occupa di malattie infettive e popolazioni vulnerabili. Hanno finora aderito quasi 15.000 medici e scienziati. E’ possibile sostenere la Dochiarazione con una sottoscrizione on-line, da parte del pubblico).https://gbdeclaration.org/In qualità di epidemiologi di malattie infettive e scienziati della salute pubblica, nutriamo gravi preoccupazioni per gli impatti dannosi sulla salute fisica e mentale delle politiche Covid-19 prevalenti e raccomandiamo un approccio che chiamiamo Protezione mirata. Provenienti sia da sinistra che da destra e da tutto il mondo, abbiamo dedicato la nostra carriera alla protezione delle persone. Le attuali politiche di blocco stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica a breve e lungo termine. I risultati (per citarne alcuni) includono tassi di vaccinazione infantile più bassi, peggioramento degli esiti delle malattie cardiovascolari, meno screening per il cancro e deterioramento della salute mentale – che porta a una maggiore mortalità in eccesso negli anni a venire, con la classe lavoratrice e i membri più giovani della società che portano il peso più gravoso. Tenere gli studenti fuori dalla scuola è una grave ingiustizia. Mantenere queste misure in atto fino a quando un vaccino non sarà disponibile causerà danni irreparabili, con danni sproporzionati ai meno privilegiati.
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Magaldi sfida Conte: altro lockdown? Scoppia la rivoluzione
«Vuole imporre un nuovo lockdown? Ci provi, e la rivoluzione sarà più vicina». Durissimo monito al primo ministro, Giuseppe Conte, da parte di Gioele Magaldi. Il presidente del Movimento Roosevelt sfida Palazzo Chigi: «L’obbligo del vaccino antinfluenzale in Lazio e l’imposizione della mascherina anche all’aperto, in Campania e in Sicilia, sono tutti indizi di una chiara volontà di estendere queste misure al resto del paese». La situazione è gravissima: «Si sta superando la soglia della legalità democratica», scandisce Magaldi, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Il leader “rooseveltiano” accusa apertamente «precise forze massonico-reazionarie», come i veri mandanti (occulti) dell’aggressione in corso, in tutto il mondo, «ai danni del sistema democratico occidentale». Aggressione condotta «con il pretesto di una pandemia clamorosamente enfatizzata dai grandi media, asserviti a poteri oligarchici». Autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente del circuito massonico progressista sovranazionale, Magaldi lancia un avvertimento: «Stiano ben attenti a quello che fanno, lorsignori: per ogni colpo che infliggeranno alla popolazione, ne incasseranno tre».Anche per questo – aggiunge lo stesso Magaldi – molti esponenti della massoneria “neoaristocratica” «stanno passando tra le fila democratico-progressiste, imitando il “fratello” Mario Draghi». Già a marzo, l’ex presidente della Bce (che si muove in sintonia con la “sorella” Christine Lagarde, ora alla guida dell’Eurotower) propose di inviare aiuti immediati, sui conti correnti: soldi a fondo perduto, “come in tempo di guerra”, indispensabili per tenere in piedi l’economia disastrata dal lockdown, in Italia protratto per quasi tre mesi, con esiti spaventosi. Nel paese, infatti, «la situazione è catastrofica: migliaia di aziende ed esercizi sono sull’orlo della chiusura, non avendo ancora ricevuto un euro. Niente credito nemmeno dalle banche, che non si fidano dello Stato: da Conte, infatti, finora solo promesse e parole al vento». Magaldi parla di un collasso socio-economico «deliberatamente provocato, dalle entità massoniche sovranazionali che – a partire dalla “Three Eyes” di Kissinger – fin dagli anni ‘70 hanno scommesso sulla Cina come modello alternativo per un Occidente non più democratico». Non a caso, aggiunge, l’export cinese ha ripreso vigore, mentre il mondo occidentale è in ginocchio «anche grazie alle prescrizioni di un organismo opaco come l’Oms, largamente finanziato dai cinesi».Una crisi planetaria, ottenuta manipolando la percezione della pandemia. Oboettivo? «Produrre depressione e sottomissione socio-economica, a tutto vantaggio degli oligarchi privatizzatori e neoliberisti che hanno dichiarato guerra alla nostra democrazia». Un calcolo cinico, da “apprendisti stregoni”, che però – secondo Magaldi – gli si ritorcerà contro: «Gli stessi gestori della crisi-Covid cominciano a temere che, una volta trascinata alla disperazione, la popolazione possa ribellarsi». Il che potrebbe avvenire anche in Italia, «specie di fronte a misure che calpestano i diritti e le libertà democratiche, oltre a produrre miseria e minacciare direttamente la salute». Quanto al capitolo “museruole”, molti medici – avverte Magaldi – stanno già facendo un bilancio dei danni provocati dalle mascherine, anche nelle scuole, «e da tutte le restrizioni (prima gli “arresti domiciliari” e poi il “distanziamento”) che possono causare malesseri e patologie psico-fisiche gravissime, inclusi i tumori». A questo si aggiunge l’incombente vaccino antinfluenzale, che i sanitari considerano scarsamente efficace e addirittura controindicato, in presenza del coronavirus.L’obbligo dell’antinfluenzale, già rigettato dal Tar della Calabria, è ora all’esame del Tar del Lazio, al quale (insieme ai medici) il Movimento Roosevelt ha presentato ricorso. Magaldi preannuncia burrasca, in qualsiasi caso: «Il Tar laziale potrebbe dare torto a Zingaretti e quindi stabilire che una Regione non può imporre un Tso come quello. In tal caso, Conte potrebbe sempre assumere una decisione a livello centrale: potrebbe impegnare direttamente lo Stato a introdurre l’obbligo in tutta Italia». Succederà? «Non ha che da provarci», lo provoca Magaldi. Per il presidente “rooseveltiano”, la situazione è in via di rapido aggravamento: «L’economia italiana sprofonda, senza che il governo Conte faccia nulla per impedirlo: sono dei mentecatti, dei cialtroni incapaci che oltretutto si fanno pilotare dalle forze massoniche che puntano al disastro socio-economico». All’esecutivo, Magaldi imputa la responsabilità imperdonabile di aver imposto un lockdown “cinese”, modello Wuhan, senza le necessarie contromisure economiche. «Era davvero necessario, il coprifuoco? Parlano da soli i dati della Svezia, ormai ufficiali: nel paese scandinavo, il bilancio sanitario del Covid è simile a quello dell’Italia, e senza che il paese abbia effettuato il lockdown». La differenza? L’economia appare in piena salute, e la società svedese non è certo ridotta come quella italiana.Per tutto questo, aggiunge Magaldi, «dobbiamo ringraziare anche i giornalisti, che hanno accettato di manipolare la verità sulla reale entità del pericolo pandemico». Ai media, un appello: «Mi rivolgo agli operatori dell’informazione che volessero riscattarsi, in nome del futuro democratico del paese: per innescare una rivoluzione basta anche un solo giornalista con la schiena diritta, capace di ribellarsi alle disposizioni che ha ricevuto». A Conte, intanto, Magaldi rivolge un arrivederci in piazza: «Se il governo non prenderà in considerazione l’ultimatum che riceverà dal Movimento Roosevelt con le istruzioni su come dare immediato ristoro economico agli italiani, e se – peggio ancora – introdurrà nuove misure restrittive, se la vedrà nelle strade con la durissima protesta della Milizia Rooseveltiana, ormai prossima al debutto, accanto a tante altre associazioni italiane». Quella che si annuncia è una prova di forza, a tutto campo. «L’aria che tira non è delle migliori: ho sentito che qualcuno pensa di effettuare un nuovo lockdown, sotto Natale, giusto per ammazzare definitivamente il commercio. Sappiano, questi personaggi – dice Magaldi, testualmente – che li prenderei a badilate nel culo». Per essere chiari: «Ci provino, a fare un altro lockdown, e se ne accorgeranno: dovranno fronteggiare una rivoluzione».«Vuole imporre un nuovo lockdown? Ci provi, e la rivoluzione sarà più vicina». Durissimo monito al primo ministro, Giuseppe Conte, da parte di Gioele Magaldi. Il presidente del Movimento Roosevelt sfida Palazzo Chigi: «L’obbligo del vaccino antinfluenzale in Lazio e l’imposizione della mascherina anche all’aperto, in Campania e in Sicilia, sono tutti indizi di una chiara volontà di estendere queste misure al resto del paese». La situazione è gravissima: «Si sta superando la soglia della legalità democratica», scandisce Magaldi, in web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”. Il leader “rooseveltiano” accusa apertamente «precise forze massonico-reazionarie», come i veri mandanti (occulti) dell’aggressione in corso, in tutto il mondo, «ai danni del sistema democratico occidentale». Aggressione condotta «con il pretesto di una pandemia clamorosamente enfatizzata dai grandi media, asserviti a poteri oligarchici». Autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) ed esponente del circuito massonico progressista sovranazionale, Magaldi lancia un avvertimento: «Stiano ben attenti a quello che fanno, lorsignori: per ogni colpo che infliggeranno alla popolazione, ne incasseranno tre».
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Scuola di paura: quando è il mediocre a fare grandi disastri
Esiste una legge di natura, in base alla quale sono proprio i mediocri a firmare i peggiori disastri? Solo gli storici potrebbero dare una risposta al quesito, ammesso che abbia un senso. Nel frattempo, una panoramica sull’attualità sembra garantire alcune sinistre conferme. Chi era, l’oscuro Roberto Speranza, prima di trasformarsi nell’attuale spietato censore dei medici che propongono – terapie alla mano – di uscire dall’incubo del coronavirus? E analogamente: chi aveva mai sentito parlare di Beatrice Lorenzin, prima che diventasse di colpo Lady Obbligo Vaccinale? Se la cosiddetta sinistra 2.0 si è coperta di gloria sull’altare della sudditanza ai cosiddetti poteri forti – finanziari, farmaceutici, eurocratici – i grillini non hanno certo perso tempo: parlano da soli i casi di Giulia Grillo, che aveva promesso di revocare l’obbligatorietà di alcune vaccinazioni, e della surreale Lucia Azzolina, che ha mutato la scuola in una specie di Halloween del Covid traumatizzando i bambini, fino a escogitare trovate memorabili come i seggioloni a rotelle. «Se fossimo di fronte alla peste bubbonica, è chiaro che certe misure avrebbero un senso», premette Massimo Mazzucco. «Invece, è ormai assodato che non siamo più nella drammatica situazione della scorsa primavera». Nonostante questo, «è stato utilizzato il panico, lo shock iniziale, per fare in modo che chiunque – anche a scuola – si sentisse in diritto di imporre prescrizioni assurde».Una madre ha inviato a Mazzucco una pagina del quaderno del suo bambino, intitolata: “I ‘non’ che sentiamo oggi a scuola”. Eccoli: «Uno: non fare confusione. Due: non toccare le persone, e mantenere la distanza. Tre: non parlare, finché la maestra non ti dà la parola. Quattro: non alzarsi dal banco, senza mettere la mascherina. Cinque: non togliere la mascherina, in giardino. Sei: non parlare al compagno vicino, senza mascherina. Sette: non mangiare andando in giro per l’aula». Provate a pensare cosa significa, tutto questo, nella testa di un bambino: quali ripercussioni psicologiche comporta. «Molti piccoli hanno vissuto così, quest’anno, il loro primo giorno di scuola: cioè il loro primo impatto con la società», dice Mazzucco, nella diretta web-streaming “Mazzucco Live” del 26 settembre 2020, su YouTube, con Fabio Frabetti di “Border Nights”. «Nella sua concezione iniziale, la scuola serve – soprattutto – a insegnare al bambino a interagire con gli altri. Qui stiamo creando dei mostri, poverini, che hanno questi “non” davanti a tutto: proibizioni. Si sta abituando un’intera generazione a una serie di divieti, che per i piccoli sono assolutamente irrazionali e incomprensibili, ma che è obbligatorio accettare». Quindi, per Mazzucco, «stiamo creando una nuova generazione di schiavi mentali che poi, da grandi, accetteranno tutti i “non” che verranno loro imposti».Se infatti imponi quei “non” a un bambino di sei anni – aggiunge Mazzucco – hai condizionato il suo cervello, «abituandolo a un’accettazione acritica dell’autorità», e quindi «lo hai rovinato per tutta la vita». Beninteso: tutto questo «è un grande “successo”, dal punto di vista di chi ci controlla». Massimo Mazzucco è un cavallo di razza dell’informazione alternativa, in Italia: fotografo, regista e sceneggiatore, attivo per 15 anni a Hollywood negli studios della De Laurentiis, ha “ribaltato” la propria vita dopo lo shock dell’11 Settembre. Il suo primo documentario sul tema, “Inganno globale”, fu trasmesso da Canale 5 in prima serata. Da allora, Mazzucco è diventato un tenace oppositore del mainstream, cui contrappone la più ferrea logica giornalistica. Si è occupato, in modo esemplare, dei casi più controversi: l’omicidio Kennedy, la demonizzazione della cannabis, le “cure proibite” che neutralizzano il cancro. Bersaglio preferito dei “debunker”, i cosiddetti “cacciatori di bufale”, nel documentario “American Moon” fa dire ai maggiori fotografi del mondo – da Peter Lindbergh a Oliviero Toscani – che le immagini dello storico “allunaggio” del 1969 furono palesemente girate in un teatro di posa, magari uno studio cinematografico.Analisi che sono valse a Mazzucco l’accusa di “complottismo”, ora corretta in “negazionismo”, secondo il trend-Covid che ruba impunemente i neologismi coniati dalla storiografia per condannare chi tenta di negare o ridimensionare la tragedia della Shoah. E a proposito di nazismo: «Vorrei tanto che un giorno ci potesse essere una Norimberga, per questa gente, che sta rovinando intere generazioni», dice Mazzucco, pensando ai politici di oggi che stanno abusando, anche nelle scuole, del panico suscitato dall’epidemia. «Lorenzin, Speranza, Conte: sono tutti responsabili diretti di quello sta venendo fatto ai bambini». Un auspicio: «Dovremmo poterli processare, un giorno: e mi auguro anche abbastanza presto, se fosse possibile. Vale anche per tutti i giornalisti che si sono prestati a questa operazione, aumentando la percezione del pericolo e quindi provocando il panico». Osserva Mazzucco, amaramente: «Se utilizzi una leva antica e micidiale – la paura – come mezzo di controllo della mente, spegni la capacità di ragionare». E’ lo spettacolo a cui stiamo assistendo, da mesi: «L’unica, vera forma che ti permette un controllo totale sulla mente delle persone è proprio la paura. E quando la gente ha paura, non capisce più niente: a quel punto, puoi fargli fare quello che vuoi».A monte c’è una manipolazione evidentissima, planetaria, che collega l’élite farmaceutica mondiale (Bill Gates, Anthony Fauci) a organismi come l’attuale, opaca Oms, largamente finanziata proprio dal patron di Microsoft e dalla Cina, il paese in cui l’epidemia sembra essere esplosa, per poi venir stroncata con il lockdown, secondo un modello autoritario esteso in tutto il mondo e promosso da poteri che tendono a indicare come modello virtuoso proprio il regime di Pechino, che comprime libertà e diritti. Ma la storia non è mai lineare: un altro autocrate, il bielorusso Lukashenko, è stato trasformato di colpo in un insopportabile dittatore, il giorno dopo aver denunciato l’Oms (e il Fmi) per aver offerto alla povera Bielorussia 900 milioni di dollari, se avesse «fatto come in Italia», cioè imposto il “coprifuoco sanitario” con il pretesto del Covid. Accuse, quelle di Lukashenko, subito derubricate come propaganda elettorale. Non la pensa così lo storico Nicola Bizzi, editore di Aurora Boreale: «Diversi paesi africani hanno mosso all’Oms accuse analoghe a quelle di Lukashenko. E da fonti di intelligence – aggiunge Bizzi – so che svariati paesi, anche europei (tra cui l’Italia) hanno accettato denaro dall’Oms per potenziare le forze dell’ordine, in modo da far applicare il lockdown nel modo più severo».Trent’anni fa, Fruttero & Lucentini pubblicarono “La prevalenza del cretino”: ora siamo alla Prevalenza del Mediocre Disastroso? Chi avrebbe scommesso un bottone su Giuseppe Conte, quando fu estratto dal cilindro grillino nel 2018, con un curriculum di cui tutti i giornali ridevano? Se non capite chi è Conte, e perché un anonimo avvocaticchio si è trovato di colpo a Palazzo Chigi – disse Gianfranco Carpeoro, scrittore e simbologo – ricordatevi della poesia di Giuseppe Giusti, quella del Re Travicello «piovuto ai ranocchi», uomo di paglia di poteri ben più sostanziosi, intenzionati a instaurare una dittatura dopo aver promesso la democrazia. Non è un segreto: Conte – ricorda Fausto Carotenuto, già analista dei servizi segreti Nato – è cresciuto alla scuola del gruppo vaticano del cardinale Achille Silvestrini: un uomo a cui, all’epoca, “rispondeva” Giulio Andreotti. Così, il giovane avvocato pugliese è approdato al potente studio legale del civilista Guido Alpa, e quindi – grazie al sistema delle baronie universitarie – ha potuto fregiarsi della docenza in svariati atenei, a volte solo come “visiting professor”. Destino, anche: è toccato a lui, cioè al primo ministro più mediocre della storia, fronteggiare la peggiore crisi in agenda dal 1945.Vuoi vedere – s’è domandato qualcuno – che proprio la mediocrità dell’incolore Conte sarà sfruttata per osare l’inosabile? Chi meglio dello yesman, per provare a imporre la più inquientante restrizione della libertà mai tentata dalla fine della Seconda Guerra Mondiale? Non è un caso solo italiano? Appunto: tutto tornerebbe. Non è forse un potere-ombra, di natura oligarchica, quello che sta cercando di usare il coronavirus (problema reale, non inventato – ma enormemente amplificato, ad arte) per convincere i cittadini – italiani, europei, mondiali – che in fondo è più “conveniente” restare a casa, subire un distanziamento permanente, e quindi rinunciare a vivere? «Niente sarà più come prima», ha ribadito il ministro Speranza, con un tono che nemmeno Churchill avrebbe usato. Forse si crede Giulio Cesare, quella mezza cartuccia che il partitone di un altro statista leggendario – Bersani – mise a fare il capogruppo, genuflettendo l’Italia ai poteri che imposero, tramite Monti, la morte civile della repubblica, con la Costituzione umiliata dall’obbligo del pareggio di bilancio? Tutti eventi riassumibili in una parola seccamente odiosa – diktat – che racconta benissimo dove siamo arrivati, di mediocrità in mediocrità, e di alibi in alibi: ieri lo spread, oggi il Covid. Fino al bavaglio pericolosamente punitivo inflitto ai bambini, costretti a fare lo slalom, a scuola, in una paurosa selva di “non”.(Giorgio Cattaneo, “Scuola di paura: è sempre il mediocre a produrre i maggiori disastri?”, dal blog del Movimento Roosevelt del 27 settembre 2020).Esiste una legge di natura, in base alla quale sono proprio i mediocri a firmare i peggiori disastri? Solo gli storici potrebbero dare una risposta al quesito, ammesso che abbia un senso. Nel frattempo, una panoramica sull’attualità sembra garantire alcune sinistre conferme. Chi era, l’oscuro Roberto Speranza, prima di trasformarsi nell’attuale spietato censore dei medici che propongono – terapie alla mano – di uscire dall’incubo del coronavirus? E analogamente: chi aveva mai sentito parlare di Beatrice Lorenzin, prima che diventasse di colpo Lady Obbligo Vaccinale? Se la sedicente sinistra 2.0 si è coperta di gloria sull’altare della sudditanza ai cosiddetti poteri forti – finanziari, farmaceutici, eurocratici – i grillini non hanno certo perso tempo: parlano da soli i casi di Giulia Grillo, che aveva promesso di revocare l’obbligatorietà di alcune vaccinazioni, e della surreale Lucia Azzolina, che ha mutato la scuola in una specie di Halloween del Covid traumatizzando i bambini, fino a escogitare trovate memorabili come i seggioloni a rotelle. «Se fossimo di fronte alla peste bubbonica, è chiaro che certe misure avrebbero un senso», premette Massimo Mazzucco. «Invece, è ormai assodato che non siamo più nella drammatica situazione della scorsa primavera». Nonostante questo, «è stato utilizzato il panico, lo shock iniziale, per fare in modo che chiunque – anche a scuola – si sentisse in diritto di imporre prescrizioni assurde».