Archivio del Tag ‘Berlusconi’
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Finmeccanica, la super-holding per la guerra che ci attende
Per metà “bancomat” destinato ad alimentare il sistema di corruzione politico nazionale, e per metà centro dispensatore di incarichi, consulenze e prebende per mogli, amanti e figli dei potenti di turno. Dopo la Fiat, Finmeccanica è la seconda holding industriale d’Italia: produce aerei, elicotteri, locomotive, carri armati, missili, satelliti e centri di telecomunicazione, con una spiccata vocazione per gli strumenti di morte da esportare ad ogni esercito in guerra. Dal 2009 è tra le dieci regine del complesso militare industriale mondiale e ha intrecciato partnership con i giganti d’oltreoceano moltiplicando ordini e commesse. Una gallina dalle uova d’oro per manager e azionisti, inclusi il ministero dell’economia e delle finanze, che ancora controlla il 30,2% del pacchetto azionario.
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Pd & Mps, massoni e Opus Dei. Giannuli: serve l’ergastolo
Pene pesantissime per i criminali finanziari: da vent’anni di carcere all’ergastolo, magari anche con il regime speciale del 41/bis, quello dei boss mafiosi. «Pensate che i reati finanziari siano meno pericolosi di quelli di terrorismo e mafia?». E’ la ricetta di Aldo Giannuli per uscire dalla crisi su cui lo scandalo Montepaschi ha aperto una voragine anche mediatica. Fermare la pirateria finanziaria? Col carcere duro, con la messa al bando dei titoli derivati e con la separazione tra banche d’affari al servizio della sola finanza e banche commerciali sane, al servizio dell’economia reale. E per favore: senza più ingerenze da parte della politica. Lo scandalo Mps cade come il cacio sui maccheroni, perché «mette a nudo una serie di questioni di cui proprio non si fa cenno in questa sordida campagna elettorale». Scandalo a orologeria, per ostacolare il Pd? Ovvio. Ma nessuno finga di sorprendersi: era noto a tutti, da anni, che il bubbone sarebbe esploso.
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Vergogna Ustica: uccisi dalla Nato e poi traditi dallo Stato
Parliamo ancora di Ustica, e credo che non sarà l’ultima volta. La Cassazione civile ha contraddetto la Cassazione penale: il Dc-9 dell’Itavia fu abbattuto da un missile della Nato. Quindi vuol dire che lo Stato italiano viene riconosciuto da un suo supremo tribunale come doppiamente colpevole. Prima, per non aver difeso e protetto la vita di cittadini innocenti e inermi. E, dopo, per aver protetto i colpevoli nel corso di 33 anni di storia del nostro paese. Lo si sapeva; l’aveva già detto il giudice Rosario Priore nel 1999 guardando quelle palline verdi che si muovevano sui radar (le registrazioni) e rendendosi conto che, attorno a quell’aereo, in quel momento c’erano almeno 6 aerei militari della Nato: francesi, americani, italiani. Là attorno era in corso un’operazione di guerra: forse si stava inseguendo un Mig libico, forse si stava inseguendo un altro aereo che aveva a bordo Muhammar Gheddafi. Sbagliarono la mira. E lo rivelò nel 2007 un’altra persona che ha sempre saputo moltissime cose: Francesco Cossiga.
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Depotenziare Grillo: ce l’hanno fatta, in meno di due mesi
Se si prova a guardare l’incredibile evoluzione politica del nostro paese nell’ultimo mese e mezzo, come se si stesse affacciati ad una finestra a grande distanza, si coglie un andamento che lascia presumere un disegno. Troppo complottista? Semplicemente, è implausibile che una simile rapidissima concatenazione di eventi possa essere casuale vista la posta in gioco. Vediamo. A metà novembre, il panorama politico che si andava delineando era il seguente: presenti sulla scena due sole forze, il Pd e il “Movimento 5 Stelle”. Il Pdl era infatti crollato a percentuali ad una cifra con l’annuncio del ritiro di Berlusconi (24 ottobre) e le liti interne, l’Idv dissolta in pochi giorni dopo la puntata di “Report” (28 ottobre), la Lega travolta dagli scandali. Il “M5S” invece, sull’onda dell’inaspettato successo in Sicilia, a metà novembre superava il 20% dei consensi diventando il secondo partito della nazione e l’unica opposizione a Pd-Monti nel paese.
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Perché Berlusconi non attacca il Pd per lo scandalo Mps
«Non voglio espormi dando un giudizio su qualcosa che non conosco bene e su un’istituzione a cui voglio bene». Avrebbe potuto pronunciare parole di fuoco sulla banca rossa, e sui legami tra Monte dei Paschi e il gruppo dirigente del Pci-Pds-Ds, proprio come accadde ai tempi del caso Unipol. E invece stavolta Silvio Berlusconi evita la polemica: non solo rinuncia all’attacco, ma depotenzia le raffiche velenose del Pdl sui fondi che il governo ha dato in prestito all’Mps. Una cifra, dicono Alfano e Cicchitto, pari ai soldi incassati con l’Imu. Ma Berlusconi rinuncia all’affondo. Il nesso tra Mps e Imu? «Credo sia una coincidenza casuale a cui non credo si debba dare importanza». Motivo di tanta prudenza? La “banca rossa”, pilotata dal Pd, è la stessa che supportò il sistema di potere di Berlusconi. Lo racconta Alessandro De Angelis su “Huffington Post”: proprio a Siena si incrociano i grandi affari del Cavaliere e quelli dell’ex Pci.
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Sinistra? C’è un equivoco: oggi è solo un sistema di potere
Esistono alcune persone che soffrono quando usi in termini poco simpatici la parola “sinistra”. Dicono, con toni assai vari – Pol Pot fu un delinquente, Lenin sbagliò tutto, D’Alema ha fatto la guerra, Vendola è un venduto, “Il Manifesto” è un salotto di borghesi buoni, la Cgil è una burocrazia che fa gli interessi dei padroni, le Brigate Rosse sono pazzi delinquenti… ma La Sinistra è cosa buona. Evidentemente siamo davanti a un caso di attaccamento affettivo a una parola. Li capisco: personalmente, sono attaccato alla parola lonfo (che, come è noto, non vaterca né gluisce, e molto raramente barigatta), e non saranno certi i fatti a farmi cambiare idea. Invece, per me “La Sinistra” è quella che vedo realmente, non è un principio metafisico. E quella italiana del 2012 non è quella italiana del 1912, come non è quella indiana di oggi, né quella turca.
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Crisi, nessuna soluzione? Elezioni inutili, vince il non-voto
«Distruggere l’Italia e assistere inerti alla sua rovina? Prego, fate pure. Ma, almeno, non contate su di me: il mio voto ve lo potete scordare». Sembra essere questa l’intenzione di almeno 20 milioni di italiani, alla vigilia delle elezioni di febbraio. Secondo i sondaggi, il primo partito sarà quello dell’astensionismo. Disertare le urne: è l’opzione che tenta soprattutto i più giovani, come rivela una recente rilevazione di “Mtv” tra i ragazzi. Quasi la metà di loro è decisa a non dare il voto a nessuno. Politici e candidati? «Corrotti, incapaci e incompetenti: una vera delusione». Ammesso che – come pare scontato – la campagna elettorale finisca col polarizzare il voto e motivare almeno in parte gli indecisi, arginando la valanga dei “renitenti”, proprio l’astensione sembra destinata a restare protagonista. Disaffezione: convinzione che il voto sia ormai assolutamente inutile, nonostante Grillo e Ingroia.
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Povera Italia: con l’euro e Monti, redditi retrocessi al 1986
Grazie euro, grazie Monti, grazie Europa. Il reddito disponibile degli italiani scivola ancora e nel 2013 tornerà ai livelli di 27 anni fa. Secondo un’analisi di “Rete Imprese Italia” il dato è sceso a meno di 17.000: precisamente, 16.955 euro pro capite, contro i 17.337 dello scorso anno. Nel 2007, anno di inizio della crisi, il reddito medio degi italiani era di 19.515 euro. In pratica, sono 2.500 euro in meno dall’inizio dell’esplosione della grande crisi che sta scuotendo l’Occidente e letteralmente mettendo in ginocchio i paesi dell’Eurozona, dove gli Stati hanno perso ogni forma di sovranità finanziaria e sono “costretti” a ricorrere alla spirale suicida dell’inasprimento fiscale su famiglie e aziende. E’ la prova di quello che gli economisti democratici definiscono “economicidio”: impoverire un paese a tavolino, tagliando la spesa pubblica che sorregge il benessere diffuso e quindi anche il settore privato, con la domanda di prodotti, servizi e consumi.
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Imprese agli operai: si può fare, se lo Stato li aiuta
Usare i beni dello Stato non per privatizzarli, ma come garanzia per le aziende che non vogliono chiudere. O meglio: per i lavoratori che intendono resistere alla chiusura, vedendo ancora spazi di mercato su cui collocare il prodotto del loro lavoro. Produzione a corto raggio, destinata al territorio. Tutto sarebbe risolto, a monte, se l’Italia disponesse di moneta sovrana: a salvare l’economia basterebbe lo Stato. Ma, dovendo sottostare al regime disastroso dell’Eurozona, l’emissione finanziaria statale è impraticabile. Arrendersi alla castastrofe? Al contrario: pur in queste difficilissime condizioni, è possibile trovare risorse alternative per risollevare l’economia. Lo sostiene Aldo Giannuli, dopo uno sguardo rassegnato all’offerta elettorale, una «fiera dell’ovvio» dove tutti promettono crescita, giustizia sociale, equità fiscale, efficienza e occupazione, ma senza uno straccio di idea. Zero assoluto: nessuna soluzione da Monti, Bersani e Berlusconi, ma neppure da Vendola, Ingroia e Grillo.
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Sta arrivando l’inferno, ma i candidati non lo vedono
Sull’Italia sta per scatenarsi l’inferno, ma nessuno lo dice chiaro e tondo: sia i politici che i grandi media non hanno ancora spiegato cosa significano, in concreto, il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio. Tagli sanguinosi: 40 miliardi di euro all’anno, per vent’anni. Traduce Luciano Gallino: vuol dire ridurre in miseria due o tre generazioni di italiani, e retrocedere la nostra economia in sedie D. E tutto questo, aggiunge Giorgio Cremaschi, sulla base di miseri calcoli tragicamente errati: la Merkel, Draghi e Monti hanno inaugurato le micidiali politiche di rigore credendo che un punto di taglio del deficit pubblico avrebbe ridotto la crescita di mezzo punto. Tutto sbagliato: un punto di tagli produce un punto e mezzo di danno economico, cioè tre volte le previsioni. A dirlo non è Cremaschi, ma il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, come riporta il “Sole 24 Ore”.
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Financial Times: Monti il peggiore, sa solo sfasciare l’Italia
Mario Monti, chi? Ah sì, il fenomeno: quello che ha praticato il rigore dell’austerity senza minimamente calcolarne gli effetti. Economia italiana ko, aziende nel panico, lavoratori a spasso, risparmi intaccati, sicurezza sociale terremotata, futuro scomparso dai radar. Giudizio impietoso, quello del “Financial Times” affidato all’editorialista Wolfgang Munchau: il tecnocrate Monti è un incapace, assolutamente inadatto a guidare un paese come l’Italia senza devastarlo. «Monti aveva sostenuto che la sua “salita” in campo serviva a togliere l’Italia dalle mani degli incapaci – osserva il “Keynes Blog” in un intervento ripreso da “Megachip” – ma il “Financial Times” la pensa in modo diametralmente opposto: Monti ha sottovalutato gli effetti dei tagli, peggiorando gravemente la situazione italiana. L’unica crisi che si è affievolita è quella finanziaria: ma il merito non è suo, bensì di Draghi.
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Voto utile? Pucciarelli: un ricatto che puzza di voto inutile
Punto e a capo, siamo alle solite. Uno spettro si aggira per le nostre case. Non è il comunismo, ma il “voto utile”. C’è un altro “ma”, però. Perché più che il “voto utile”, bisognerebbe considerare la presenza del “voto inutile”: pensare di dare un voto di sinistra a chi si allea il giorno dopo le elezioni con Monti – cascasse il mondo, lo ha detto Pier Luigi Bersani – ecco, quello mi sembra un atto abbastanza inutile. Bisognerebbe tornare indietro con la memoria e ricordarsi di come andò a finire l’ultima volta che si parlò del “voto utile”: chi votò “utilmente”, quella volta, si rese complice di molteplici crimini, tra i quali aver portato in Parlamento Massimo Calearo, Paola Binetti, svariati radicali sempre attenti a salvare più volte la maggioranza di Berlusconi, e una vasta gamma di trasformisti un tanto al chilo.