Archivio del Tag ‘Berlusconi’
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No-Tav, la valle di Susa mette in crisi il Pd torinese
Nuove complicazioni in vista per il “partito unico” che da anni sostiene la necessità di aprire in valle di Susa una linea speciale per l’alta velocità ferroviaria, contro il parere della popolazione, che pretende spiegazioni decisive (mai fornite) sull’utilità reale dell’infrastruttura. La notizia di questi giorni riguarda il Pd, che denuncia la clamorosa “diserzione” di 50 iscritti, tutti amministratori valsusini, schieratisi dalla parte del movimento No-Tav alla vigilia della temuta ripresa delle attività cantieristiche, annunciata per l’autunno dal premier Silvio Berlusconi e dal ministro Altero Matteoli: entro ottobre dovrebbe scattare il nuovo ciclo di scavi geognostici, a Chiomonte.
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Travaglio-boom in edicola, il Fatto nel nome di Biagi
“Quella sporca dozzina”, per usare una (gradita) definzione dell’amico Carlo Freccero, ha fatto boom: il numero d’esordio de “Il fatto quotidiano”, il nuovo giornale di Marco Travaglio, il 23 settembre ha bruciato l’intera tiratura, centomila copie, in tutte le edicole. «Ce lo aspettavamo, non ci montiamo a testa ma intanto abbiamo raddoppiato la distribuzione: duecentomila», cui si aggiungono i trentamila abbonati-sostenitori, «cui va la nostra totale riconoscenza per un atto di fiducia anticipata, al buio» verso una nuova testata della quale gli stessi giornalisti sono anche gli editori, all’insegna della più totale indipendenza e senza l’aiuto di contributi pubblici.
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Lerner: futuro Pd, se mio figlio preferisce Marino
Mantengo la promessa di condividere con voi le mie scelte congressuali di iscritto al Partito Democratico, anche se ciò comporta dichiarare un fallimento politico. Ebbene sì, al congresso di circolo della Valcerrina (nel Monferrato Casalese) del quale sono segretario, la mia scelta per Franceschini è stata condivisa…solo da me stesso! Un record negativo che mi conferma di essere sorpassato, politicamente, come già sapevo, e che merita una riflessione. Il vincitore del nostro congresso, con un solo voto di scarto, e solo grazie al fatto che il regolamento impediva di conteggiare le scelte inviate via mail da altri iscritti, è stato Pierluigi Bersani.
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Maggiani: non fu Mike a insegnarci l’italiano
Ieri mattina alle dieci in punto il Paese si è fermato, raccolto in un afflato unisono di commozione e rispetto, come solo accade quando è chiamato a considerare la perdita di un grande bene comune, la tragedia di se stesso riflessa nella tragedia di un lutto. Ieri mattina alle dieci, il Paese ha dato il suo addio a Mike Bongiorno, l’immortale genio della televisione a scopo di lucro, creatore del quiz a premi in lingua italiana, antesignano della formula dello show musicale con ospiti, maestro e mentore di tre generazioni di concorrenti alla Ruota della Fortuna.
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Brunetta, “élites di merda” e popolarità senza prestigio
«A partire dal fascismo, l’odio per le élite (vedi il complotto demo-pluto-giudo-massonico) è un classico del populismo autoritario. Ricchi malvagi, gelosi dei loro privilegi, tramano nell’ombra per contrastare l’avvento luminoso di una nuova era». Così Michele Serra su “Repubblica” il 20 settembre, commentando l’uscita del ministro Renato Brunetta che, a Cortina, se l’è presa con le “élite di merda che vivono di rendita”. «Gli archivi di “Libero” e del “Giornale”, quando gli storici vorranno occuparsene sono da questo punto di vista una illuminante e annosa collezione di tutto o quasi il malanimo che la piccola borghesia di destra, elettrice dei Brunetta e lettrice dei Feltri, nutre per le cosiddette élite».
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Politica colta, per uscire dalla carestia delle idee
Un partito “colto”! Ho appena ascoltato questa definizione dal presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, nel corso di un suo intervento di alto profilo tenuto in occasione della presentazione della mozione Bersani che si è tenuta a Milano a Palazzo delle Stelline. Martini ha spiegato che quando si discuteva sul modello di partito per costruire il Pd, se liquido, se solido, se strutturato o aperto, lui ha proposto di dare vita ad un partito colto.
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Gli italiani: perché restare ancora in Afghanistan?
Non sono solo Bossi e Ferrero a chiedere il ritiro del contingente italiano da Kabul. Se il leader leghista auspica una rapida via d’uscita e il segretario di Rifondazione comunista ribadisce che occorre lasciare l’Afghanistan perché l’invasione è figlia della politica di Bush e non ha saputo garantire neppure elezioni libere da brogli, sono gli italiani – secondo i sondaggi – a pretendere che i soldati tornino a casa. Prima ancora dell’ultima strage di Kabul, il 17 settembre, costata la vita a 6 paracadustiti della Folgore, la maggioranza chiedeva il ritiro delle truppe: percentuale, ora, destinata a salire. Lo rivela il “Corriere della Sera”, che cita alcuni tra i maggiori istituti demoscopici.
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Già pronto il governo del dopo-Berlusconi?
Riforma del sistema politico, meno parlamentari, welfare più forte, nuovi contratti di lavoro, modifica della spesa investendo su scuola, ricerca e innovazione. Sono i cardini del “governo di salvezza nazionale” per il dopo-Berlusconi: grande alleanza nel 2013 o esecutivo d’emergenza, se il premier dovesse cadere? Ne starebbero ragionando, da settimane, quattro pesi massimi della politica italiana: Gianfranco Fini, Giulio Tremonti, Pierferdinando Casini e Massimo D’Alema. Berlusconi? «Le possibilità che il suo governo sopravviva sono al 50%», ha ipotizzato Emma Bonino.
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Giulietti: RaiTre minacciata? Dimissioni al Quirinale
Vespa ha fatto flop. Gli italiani hanno scelto di non guardare la triste e squallida esibizione di un presidente del Consiglio stanco, rabbioso, sull’orlo di una crisi di nervi. Sarebbe facile divertirsi e ricordare che chi di media ferisce di media potrebbe perire. Eppure non c’è nulla da ridere, la tv pubblica ha toccato con la cerimonia del bacio della pantofola a reti unificate uno dei punti più vili della sua storia che pure ha conosciuto non poche pagine ingloriose. Non solo Berlusconi ha imposto la sua volontà al polo RaiSet, ma si è anche permesso di insultare i suoi avversari, di chiedere la testa di giornali e giornalisti da lui considerati ostili. Per l’ennesima volta abbiamo assistito alla stesura di una lista di proscrizione in diretta.
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Vespa-Berlusconi flop, stampa cattolica in piazza
Gabriel Garko batte Silvio Berlusconi: negli ascolti, la fiction “L’onore e il rispetto” in onda il 15 settembre su Canale 5 ha avuto la meglio sulla puntata speciale di “Porta a Porta” con il premier: l’ammiraglia Mediaset ha ottenuto il 22,6% di share (quasi 6 milioni di spettatori) contro il 13,4% (poco più di tre milioni) del programma di Bruno Vespa. «Un flop clamoroso», dichiara a “Repubblica” il consigliere d’amministrazione Rai, Giorgio Van Straten: «Forse la peggiore performance di RaiUno nell’anno». E mentre Berlusconi definisce «farabutti» gli avversari, la stampa cattolica annuncia che il 19 settembre aderirà a Roma alla manifestazione per la libertà di stampa.
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No-Tav, stop al dialogo: è finita la tregua in valle di Susa
«Se vogliono il ritorno allo scontro se ne assumeranno tutte le conseguenze». Antonio Ferrentino, ex presidente (ora commissario) della Comunità montana, annuncia la ripresa delle ostilità in valle di Susa contro la Tav Torino-Lione. I sindaci abbandonano il “tavolo tecnico” guidato da Mario Virano dopo la decisione di quest’ultimo di non stralciare dall’ordine del giorno del 15 settembre i punti relativi al programma dei carotaggi e la presentazione del tunnel geognostico di Chiomonte, che segnerebbe l’inizio dei lavori per il secondo progetto di alta velocità ferroviaria, dopo quello scartato in seguito alle fortissime proteste del 2005.
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AnnoZero, Report, Ballarò: la Tv sotto attacco
Minato nella sua autorevolezza personale a causa della sua eccessiva confidenza nel proprio potere, Berlusconi oggi è un uomo inferocito che vuole misurare fino in fondo la lealtà dei sottoposti e far assaggiare ai nemici la durezza di cui è ancora capace. A questo serve la provocazione di stasera: soppressione all’ultimo minuto di “Ballarò” per fare spazio a un connivente Bruno Vespa, compiaciuto di rinnovare la sua funzione di aedo del regime. Può darsi che sia solo per inefficienza che la Rai non aveva calcolato prima la convenienza politica di trasmettere in prima serata su Raiuno la consegna delle prime case ai terremotati abruzzesi.