Archivio del Tag ‘Berlusconi’
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Freccero: anche il web è schiavo del pensiero unico
Sì, mi sono pentito. Anche se tutto era già scritto, era nelle cose. E sarebbe avvenuto anche a prescindere da Berlusconi. Noi non abbiamo fatto altro che accompagnare il processo di americanizzazione della società italiana. Quella sì che è stata come un’esplosione. La globalizzazione ha trasformato il produttore in consumatore, ha demolito le classi sociali, le ha trasformate. E alla classe ha sostituito l’individuo. Tutto questo è avvenuto prima della caduta del Muro. La politica è crollata dopo che il capitale finanziario ha soggiogato il capitale industriale. E quando le lotte operaie sono state sconfitte, con esse è sparito il contraltare critico a quanto stava avvenendo.
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Marchionne? Prepara il peggio, mentre Berlusconi ci distrae
Caro Marchionne, non ci incanti: la tua visione del lavoro in fabbrica trasforma gli operai in schiavi senza diritti. Prendere o lasciare? Tutta colpa della globalizzazione, che impone nuove regole alle aziende? Signornò, non ci stiamo: e daremo battaglia, insieme alla Fiom, perché colpire il lavoro significa cancellare la democrazia. Questi i tamburi di guerra della mobilitazione per il 16 ottobre a Roma: una nutrita pattuglia di intellettuali, tra cui lo scrittore Andrea Camilleri, attraverso “Micromega” lancia la sua sfida: «Marchionne calpesta diritti, come Berlusconi la Costituzione». E mentre il premier «ci distrae con le sue variazioni comiche», dice Lidia Ravera, il supermanager Fiat, «zitto zitto», azzera cinquant’anni di battaglie civili.
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Gomez: Fini avrà il 10%, l’Italia vuole una destra normale
Una destra normale, legalitaria, laica, aperta al dialogo e attenta ai diritti civili. E’ l’Italia che ne ha bisogno e la chiede. Penso a una destra come la si pensava tanti anni fa, quando ero al “Giornale” di Montanelli, che abbia i valori di tutta la destra europea, sia sempre rispettosa dei diritti civili e dell’individuo, sappia discutere su tutto senza ritrosie e tabù – per esempio rispetto alla questione dei gay – e possa ripartire da alcuni principi semplici: primo fra tutti la legalità, che è tradizionalmente la battaglia della destra. Questo è esattamente quello che in questi anni è mancato.
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Berlusconi: voto a marzo, rottura con Fini sulla giustizia
Elezioni il 27 marzo 2011: Silvio Berlusconi ha già in tasca la data del voto anticipato. La fiducia ottenuta dai finiani è servita solo a scongiurare la nascita di un governo tecnico. La nomina di Paolo Romani ministro dello sviluppo è stata accolta il 4 ottobre dal gelo di Napolitano, irritato dai toni bellicosi del premier contro la magistratura alla festa del Pdl. Berlusconi avrebbe già deciso di interrompere la durata dell’esecutivo. Il momento cruciale? Fra due settimane, con una nuova forzatura proprio sulla giustizia: se i finiani non la sottoscriveranno, via libera al ritorno alle urne a marzo, nell’anniversario dello storico trionfo dell’esordio nel ’94, per poi puntare stavolta direttamente al Quirinale.
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Zoo Italia: industriali, avviso di sfratto per Berlusconi
Lo Zoo Italia, di cui qualcuno ha pericolosamente aperto i cancelli liberando le fiere (copyright il capo della Fiat Sergio Marchionne), non è nutrito soltanto delle contestazioni all’accordo Fiat di Pomigliano, ma di ben altro: è lo zoo di un paese che ha perso il senso delle istituzioni, della serietà, del rigore, in una parola dell’etica e del senso dello Stato, cedendo a una cultura disastrosa che alza continuamente la tensione sociale, nutrito persino nelle sue massime espressioni istituzionali di bestemmie, barzellette sugli ebrei e delegittimazioni continue degli organi di controllo democratico. Un’involuzione ormai impossibile da spiegare in giro per il mondo, dove le democrazie vivono di fatti e di regole.
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Barzellette sulla Bindi? Lerner: candidiamola premier
«Sono convinto che Rosy Bindi sia la candidata più autorevole e competitiva che il Pd possa offrire oggi per la guida del governo del paese». Gad Lerner non ha dubbi: «Anche l’ultima barzelletta (con annessa bestemmia) contro la Bindi, rivelatrice di una vera e propria ossessione berlusconiana, mi conferma nell’opinione che ho espresso pubblicamente a Pierluigi Bersani domenica scorsa a Milano Marittima». E’ lei «la migliore candidata possibile» per contrastare il potere di un premier forse al tramonto ma ancora forte, mentre l’opposizione è sempre in affanno, nel tentativo di mettere insieme centristi e sinistra.
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«Il Caimano piduista: Berlusconi e gli intrecci segreti»
Berlusconi, il Caimano piduista. Viene da lontano l’oscuro potere del premier: lo sostiene “Il Fatto Quotidiano”, che all’indomani dello scatenato attacco di Antonio Di Pietro alla Camera nel dibattito sulla fiducia, fa propria la tesi dell’ex pm di “Mani Pulite”. Il giornale di Marco Travaglio, letteralmente sulle barricate contro il Cavaliere, si lancia in un affondo frontale, cercando di documentare le proprie accuse. Il berlusconismo? Nasce nel lontano 1977, quando Berlusconi – che sta per diventare editore televisivo – entra nell’azionariato del “Giornale” «per contrastare la sinistra» e l’anno seguente si affilia alla Loggia P2 di Licio Gelli. «Poi ha direttamente fondato una sua loggia, di cui fanno parte i suoi collaboratori più stretti», dice Gioele Magaldi, capo della massoneria ufficiale italiana.
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Fiducia fragile, governo appeso ai voti di Fini
Mai più con Berlusconi: il presidente della Camera, Gianfranco Fini, vero vincitore della prova di forza del 29 settembre alla Camera – dove la fiducia al governo è passata con il sostegno determinante di “Futuro e libertà”, insieme all’Mpa di Raffaele Lombardo – annuncia al fedelissimi nella sede di “FareFuturo” che dal 2 ottobre avvierà l’iter per trasformare Fli in soggetto politico: sostegno “di legislatura” al governo, senza firmare cambiali in bianco (specie sulla giustizia), sapendo che l’ex fondatore di An non si potrà più candidare a fianco di Berlusconi alle prossime elezioni, che il ministro Maroni (intercettato dalle telecamere de “La7”) scommette che saranno anticipate, a marzo 2011.
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Separatelo da Berlusconi, e Bossi vi sorprenderà
Alla Versiliana, dove due settimane fa il Fatto ha festeggiato lo straordinario successo del suo primo anno, ho sentito molte invettive contro Berlusconi, ma quasi altrettante contro la Lega. Secondo me è un errore. Quello che dovrebbero fare le opposizioni è cercare di inserire un cuneo fra Lega e Pdl. Ed è possibile. La Lega non è necessariamente di destra. In quanto movimento localista, almeno concettualmente, non è né di destra né di sinistra. Quando Bossi sognava ancora la “Padania libera” e organizzò le elezioni nei gazebo fece mettere in lizza anche un “Partito comunista padano“, a significare che, una volta liberatasi del giogo di Roma, tutti i partiti avrebbero avuto diritto di cittadinanza.
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Montezemolo: governo disastroso, e da Bossi solo ciance
Berlusconi fotografa il disfacimento del centrodestra (e del governo) parlando di «soliti insulti e falsità», che danno della politica una «immagine disastrosa»? Complimenti, lo rimbecca “Italia Futura”: lamento inaccettabile, «dopo 16 anni da protagonista nel teatrino della politica». E’ ormai guerra aperta fra il premier e la fondazione diretta da Luca Cordero di Montezemolo, già presidente di Fiat, Ferrari e Confindustria. «Credo che sulla politica si possa dire poco. E cioè che la politica non c’è», accusa Montezemolo. «Sento parlare di problemi interpersonali, di campagna acquisti e cessioni, cose che sono fuori dai problemi del paese. Vedo un’Italia lontanissima dai problemi del palazzo».
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Grillo: attenti, un operaio incazzato vi entrerà in salotto
«Per 54 secondi», giovedì 23 settembre in prima serata su RaiDue, «la realtà ha fatto irruzione ad Annozero». Dal suo blog, Beppe Grillo commenta così il clamoroso sfogo, sullo schermo, di un operaio di Pomigliano che sta per perdere il posto di lavoro: secondo Grillo, quel giovane lavoratore dal microfono di Sandro Ruotolo «ha fotografato il Paese», scattando «un’istantanea di disperazione». Urla, esasperato: «E’ ora di finirla, state mangiando coi nostri soldi da quarant’anni. Qui si perde il posto di lavoro, e voi passate il tempo a discutere della casa di Montecarlo? Ma quale cazzo di casa! Ho 36 anni, ci avete già rimesso 100 miliardi di debiti. I miei figli hanno i vostri debiti».
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Fini sul web e il fango offshore del boss incarognito
La commedia dell’assurdo della politica italiana ha toccato il suo culmine. Fini ha una famiglia arraffona che lo mette in forte difficoltà, d’accordo. Ma mettiamo pure che l’appartamento di 60 metri quadri a Montecarlo risulti di proprietà del cognato (fa perfino ridere che gli equilibri del paese ruotino attorno a un così modesto interrogativo) e perciò Fini lasci la presidenza della Camera. E poi? Mi dite che succede poi? L’ho già scritto: piazzate pure un Cicchitto al posto di Fini, cosa cambia?