Archivio del Tag ‘Berlusconi’
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Italia in fallimento: via Berlusconi e patrimoniale subito
L’Italia a pezzi, la stessa Italia ad personam che vuole a tutti i costi un ecomostro finanziario come la Torino-Lione senza riuscire a spiegarne l’utilità, è ormai sull’orlo del baratro: col terzo debito pubblico del mondo, crescita zero e tassi di interesse alle stelle, non è un’esagerazione dire che siamo già tecnicamente in default: «Non siamo in grado di sostenere questo debito, a meno che non ci sia un intervento immediato: cade il governo, va su un esecutivo tecnico e fa una patrimoniale al volo», coinvolgendo anche i più ricchi – con un maggior prelievo fiscale – nel sostegno della spesa pubblica.
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Massacro sociale: meno democrazia, larghe intese col Pd
Il Senato ha da poco approvato l’ennesima mozione di fiducia posta dal governo Berlusconi. La maggioranza assoluta degli inquilini di Palazzo Madama ha certificato, ancora una volta, la tenuta della compagine che sostiene l’esecutivo in carica. Tuttavia la realtà è diversa dall’apparenza: tra le forze parlamentari, e anche all’interno dello stesso Pdl, è sempre più accreditata l’ipotesi che Berlusconi cada, per essere sostituito da un esecutivo di larghe intese. La finanziaria di Tremonti non è sufficiente a tenere a freno mercati e speculatori. E con l’imperversare della crisi, per garantire la difesa degli interessi dei ceti dominanti, il governo dovrà essere in grado di imporre scelte sempre più dure, in termini di tagli, imposte e privatizzazioni.
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Travaglio: date la caccia ai politici ladri, non ai No-Tav
Ci siamo arrivati come ci siamo detti per anni, e cioè al tracollo ormai visibile anche della Seconda Repubblica, che muore dello stesso virus che si era portato via la prima: l’illegalità, la corruzione e le collusioni con il malaffare finanziario e mafioso. E’ curioso che quelle forze dell’ordine che dovrebbero essere mandate a rastrellare il Parlamento, colmo di inquisiti e di condannati, vengano mandate invece a picchiare la gente che si oppone alla costruzione di una di delle grandi opere che forse è l’ultimo cascame degli anni ‘80, della stagione delle opere faraoniche dello sperpero di denaro pubblico e della corruzione sottostante che è il Tav Torino-Lione.
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Lacrime e sangue, ma non per i padroni d’Europa
No, signor Presidente della Repubblica, mi permetto di obiettarLe che questo non è il momento della coesione nazionale. Capisco le buone intenzioni di natura istituzionale, ma esse oggi lastricano una via che porta al massacro sociale in Italia come in Europa. Non di coesione, ma di una irruzione di giustizia, eguaglianza sociale e democrazia ha oggi bisogno la nostra stanca ed inutile politica per affrontare davvero la crisi. Giustizia, perché nessuna misura è credibile se non vanno in galera i potenti che rubano, se non si colpiscono davvero gli evasori fiscali, se non c’è un risanamento morale della politica e se non si liquida il suo intreccio con gli affari.
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Giulietto Chiesa: i No-Tav ci aiutano a difendere l’Italia
«Si può essere più antichi di coloro che credono nelle botte come un modo per risolvere il problema? Anche il rispetto della volontà popolare fa parte della storia del progresso». Parola di Furio Colombo, che Giulietto Chiesa cita nel suo ultimo video-editoriale all’indomani dell’alba di guerriglia vissuta coi No-Tav nella trincea di Chiomonte. Costretto con un migliaio di profughi a cercare scampo nel bosco, Chiesa non ha dubbi: la Torino-Lione non si farà mai e la ritirata dei valsusini da Chiomonte è stata un successo, perché ora l’Italia si accorgerà che la cricca che vuole devastare la valle di Susa è la stessa a cui gli italiani hanno appena impartito la storica lezione dei referendum per i beni comuni.
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Trionfo No-Tav: l’Italia scopre la resistenza della val Susa
Lunedì 27 giugno 2011: data che lascerà un segno nella disastrata agenda politica italiana, grazie all’eroica resistenza civile dei No-Tav che hanno costretto il governo all’uso della forza per sequestrare la valle di Susa, facendo esplodere una protesta che sembra aver finalmente aperto gli occhi all’opinione pubblica nazionale rinvigorita dai referendum e sempre più stanca di ladri e cialtroni. I nano-politici che pensavano di schiacciare una volta per tutte il dissenso contro la Torino-Lione ricorrendo ai lacrimogeni hanno commesso il più clamoroso degli autogol: i valsusini, fino a ieri assediati nella trincea della “Libera Repubblica della Maddalena”, ora vedranno ribaltato il loro ruolo e potranno guidare l’assedio democratico, fino alla vittoria finale.
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Referendum: Sì alla politica, ma non con questi politici
Chi ha perso? Berlusconi, Bossi, l’idea che il Privato sia sempre e comunque meglio del Pubblico, i telegiornali di regime che hanno cercato di abrogare i referendum dalla testa degli spettatori. Chi ha vinto? Una rabbia e una speranza indefinite, il Noi che torna dopo tanto tempo a prevalere sull’Io, migliaia di cittadini riuniti nelle nuove famiglie elettroniche dei social network, dove si va a votare perché ti ha informato l’amico e non il partito. Tra i due elenchi, una differenza salta subito agli occhi. In quello degli sconfitti ci sono dei leader (ancorché anziani), mentre fra i vincitori nemmeno uno. Poteva esserlo Di Pietro, ma è stato abbastanza furbo da fare un passo indietro. Vorrebbe esserlo Bersani, ma appena ha provato a intestarsi il trionfo è stato zittito dal resto della compagnia.
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Santoro: via i partiti dalla Rai, Minzolini lo paghiamo noi
«Ora basta, via i partiti dalla Rai: ve ne dovete andare, dovete lasciarci liberi di lavorare. Io poi sono disposto a condurre “Annozero” a un euro a puntata». Sipario tra gli applausi: Michele Santoro esce di scena – per ora – rompendo il protocollo televisivo, davanti a Castelli e Brunetta, Bersani e Di Pietro. «Possiamo fare a meno del canone: siamo noi, è “Annozero”, a finanziare Minzolini, RaiUno, Sgarbi, i programmi che voi avete imposto e che non funzionano, che gli spettatori rifiutano e il mercato pubblicitario non apprezza. Gli spettattori vogliono noi, Grillo, Celentano: è per vedere loro che pagherebbero più volentieri il canone». Ultima chiamata per il direttore generale Paolo Garimberti: «Da domani, sono pronto a discuterne: pur di non chiudere “Annozero”, sono disposto a condurre la trasmissione al prezzo di un euro a serata».
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De Magistris all’Europa: stop alla follia della Torino-Lione
Cara Europa, fermati: sei ancora in tempo. Lo sai o no che i cantieri della Torino-Lione verrebbero aperti «militarizzando la valle di Susa, contro la volontà della popolazione»? Dopo Beppe Grillo, schierato da anni con i valsusini, il neo-sindaco napoletano Luigi De Magistris è il primo rappresentante istituzionale di peso politico nazionale a intervenire ora direttamente a favore dei No-Tav, spezzando il silenzio assordante dei colleghi e il coro dei favorevoli, che da Berlusconi a Fassino non ammette “distinguo” e vuole che si aprano finalmente i cantieri a Chiomonte che darebbero il via ai primi 700 milioni dell’Unione Europea. Un’opera «inutile e devastante»: Bruxelles deve sapere che finanzierebbe un attacco contro la popolazione locale, in violazione dei principi europei, per una infrastruttura la cui utilità continua a non essere dimostrata.
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Il peggio verrà adesso: l’Italia è ancora viva, dovrà lottare
Festeggiamo volentieri Pisapia e De Magistris, perché lo meritano, ma attenti: la Casta che li ha contrastati fino alla vigilia delle elezioni, e che ora – sotto forma di centrosinistra – si affretta a brindare con loro, non ci racconta la verità. Puntando tutto sul “giaguaro da smacchiare”, come gigioneggia Bersani accettando l’ironia di Crozza, l’ala sinistra del network al potere finge di credere che l’unico “nemico” sia l’aborrito Cavaliere, caduto il quale si spalancherebbe un futuro meno cupo. Errore, protesta Giulietto Chiesa: l’Italia sta franando non solo per colpa di Berlusconi, ma anche del centrosinistra. E il peggio arriverà adesso, in autunno, quando su milioni di persone si abbatterà la scure dei tagli imposti da Bruxelles, figli di una politica che gli “smacchiatori” non contrastano. La novità? Prima Milano e Napoli, ora i referendum: «L’Italia è ancora viva», e adesso «dovrà lottare».
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Svolta anti-Casta, si vota anche sul nucleare
Al voto! Al voto! Dopo il pronunciamento della Cassazione si schiude, per tutti gli italiani desiderosi di una svolta, l’opportunità di riprendersi una fetta di democrazia. E attraverso il voto. Questo mi pare un punto, poco discusso ma fondamentale, della questione referendum. Il fatto che mediante gli strumenti formali della nostra democrazia esausta si possa ancora dare un segno di partecipazione vera, mi sembra fondamentale. Anche il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è sceso nell’agone politico, dopo aver dismesso almeno in parte il linguaggio dell’antipolitica, perché è solo all’interno delle Istituzioni che può affermarsi un’alternativa costruttiva al sistema.
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Ridateci l’Italia: lettera aperta al futuro governo senza B.
Il voto di maggio 2011 ha aperto una nuova fase della politica italiana. I suoi effetti, insieme al risultato dei referendum di giugno, possono imprimere una spallata decisiva per un cambio politico. Questa svolta contiene grandi speranze, perchè esprime risultati che vanno contro la casta politica e indicano un risveglio popolare. Ma contiene anche grandi pericoli, perché può nutrire illusioni mentre è chiaro che le classi dominanti cercano di riorganizzarsi per meglio realizzare la macelleria sociale che si propongono di fare. Anche usando, ancora una volta, la sinistra.