Archivio del Tag ‘bavaglio’
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Imbarazzante: Biden “eletto” col favore delle tenebre
E’ pensabile che si possa vivere nella vergogna, cioè all’ombra del Presunto Presidente Eletto? L’autorità giudiziaria statunitense si è finora categoricamente rifiutata di esaminare l’oceano di prove a supporto del presunto maxi-broglio che avrebbe decretato la “magica” vittoria dell’ectoplasmatico Joe Biden, mentre un ex dirigente della Cia come Bradley Johnson sostiene che il trionfo elettorale di Trump sia stato così enorme da spiazzare i bari, costretti nella notte a sospendere lo spoglio dei voti e potenziare l’algoritmo-truffa, che avrebbe definitivamente frodato gli elettori americani “restituendo” le schede (taroccate) alle macchine digitali di Dominion, addirittura via satellite, dall’Italia. La sede operativa della truffa, affidata a esecutori dell’intelligence inglese, sarebbe stata l’ambasciata statunitense di Roma: avrebbe utilizzato la tecnologia satellitare di Leonardo, sotto il controllo degli 007 di “Giuseppi”. Tutto da provare, certo. Ma intanto: non è scandaloso, il rifiuto sistematico di analizzare indizi, sospetti ed evidenze? La difesa legale di Trump ha inutilmente presentato oltre 1.000 testimoni, disposti a giurare di aver assistito ad ogni sorta di irregolarità.Si parla di voti attribuiti a morti, a elettori non registrati e non residenti negli Stati dove hanno votato. In alcuni Stati si calcola che abbiano votato anche 2-300.000 persone in più, rispetto a quelle previste, e con modalità improvvisate all’ultimo minuto, violando le disposizioni costituzionali in materia elettorale. Negli Stati-chiave si parla anche di pacchi di 50 schede, sempre le stesse, fatte conteggiare – fino a 8 volte consecutive – dagli scanner di Dominion. Accadde in quell’inspiegabile blackout notturno: due ore, in capo alle quali il trionfatore Trump (che stava dilagando, ovunque) si scoprì sconfitto grazie a centinaia di migliaia di voti prodigiosamente arrivati, in ritardo e tutti insieme, per Sleepy Joe. «Sarà l’imbroglio più colossale della storia», si lasciò scappare in un lapsus, alla vigilia, il Presidente-Fantasma, del cui declino mentale sono in pochi a dubitare. Si può lasciar cadere tutto questo nel nulla? Certo, che si può. Si può anche fingere di non vedere che la sgangherata invasione del Congresso, il 6 gennaio, era speculare allo sgangheratissimo election-day: la rabbia popolare contro il Falso Tempio della Democrazia, per rispondere simbolicamente alle False Elezioni.Sangue e fake: il drammatico epilogo (la dimostrante inerme, colpita a morte) sembra la bara politica perfetta, in cui inchiodare il Trump che aveva osato sfidare l’establishment neoliberista, il Covid, la Cina e il Vaticano, il Deep State terroristico in quota “dem” e il globalismo-canaglia delle Ong di Soros. Delenda Carthago: la damnatio memoriae è giunta all’atto finale, col presidente degli Stati Uniti insultato dai media, espulso dalla televisione, oscurato dai social (privati) come se si trattasse di un teppista criminale. Gli si è tolta la parola, per paura che dicesse la sua, come si fa in Cina e in Corea del Nord, calpestando anche i diritti degli 80 milioni di americani che hanno votato per lui. Non un riflesso di giornalismo, di sincerità, di verità: il mascalzone deve sparire, e nessuno deve sognarsi di riparire il dossier delle presidenziali, scoprendo cos’è accaduto davvero – all’America e al mondo – il 3 novembre 2021, quando Joe Biden è stato dichiarato vincitore col favore delle tenebre. Come se si pensasse davvero, per i prossimi anni, di poter vivere senza onore: nell’impunità, nella menzogna e nella vergogna.E’ pensabile che si possa vivere nell’imbarazzo, cioè all’ombra del Presunto Presidente Eletto? L’autorità giudiziaria statunitense si è finora categoricamente rifiutata di esaminare l’oceano di prove a supporto del presunto maxi-broglio che avrebbe decretato la “magica” vittoria dell’ectoplasmatico Joe Biden, mentre un ex dirigente della Cia come Bradley Johnson sostiene che il trionfo elettorale di Trump sia stato così enorme da spiazzare i bari, costretti nella notte a sospendere lo spoglio dei voti e potenziare l’algoritmo-truffa, che avrebbe definitivamente frodato gli elettori americani “restituendo” le schede (taroccate) alle macchine digitali di Dominion, addirittura via satellite, forse dall’Italia. La sede operativa della truffa, affidata a esecutori dell’intelligence inglese, sarebbe stata l’ambasciata statunitense di Roma: avrebbe utilizzato la tecnologia satellitare di Leonardo? Tutto da provare, certo. Ma intanto: non è scandaloso, il rifiuto sistematico di analizzare indizi, sospetti ed evidenze? La difesa legale di Trump ha inutilmente presentato oltre 1.000 testimoni, disposti a giurare di aver assistito ad ogni sorta di irregolarità.
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Ex Cia: brogli via Italia, spiazzati dal trionfo di Trump
«I due 007 che hanno manipolato i voti delle presidenziali americane ora sono in pericolo di vita: saranno uccisi, perché in questi casi è così, che funziona». L’appello arriva da un ex dirigente della Cia, Bradley Johnson, che ai due operatori dell’intelligence rivolge un pressante appello: «Affrettatevi ad autodenunciarvi e mettetevi al riparo presso le uniche autorità che possono proteggervi, cioè il Dipartimento di Giustizia». I due, sostiene Johnson in una video-intervista a “Detoxed.info”, sono due agenti dell’Mi6, il servizio segreto inglese. «Non li abbiamo ancora identificati, ma è solo questione di tempo: una foto li ritrae davanti all’ambasciata americana di Roma, nei giorni delle presidenziali Usa». Proprio la sede diplomatica statunitense nella capitale italiana, secondo Bradley, sarebbe stata la centrale operativa dei maxi-brogli “invisibili” con cui sarebbe stata costruita, a tavolino, la falsa vittoria di Joe Biden. Una frode che, per le sue dimensioni, sembra non avere precedenti nella storia delle elezioni americane: «Sono stati truccati, per via digitale, i risultati delle elezioni nei 6 Stati che per ore sono stati considerati “in bilico”, ma dove in realtà Donald Trump era da subito apparso il notevole vantaggio, con un distacco incolmabile per Biden».«Proprio l’entità della vittoria a valanga di Trump – afferma Johnson – ha costretto i manipolatori a rivedere precipitosamente l’algoritmo che era stato inizialmente programmato per far vincere Biden: non bastava più, a causa dell’enorme vantaggio di Trump, non previsto in quella misura». E’ per questo, aggiunge l’ex capostazione Cia, che nella notte dello spoglio le operazioni di scrutinio sono state misteriosamente interrotte, per due ore: «Ai manipolatori serviva tempo per riprogrammare l’algoritmo che avrebbe spostato i voti da Trump a Biden». L’ex dirigente dei servizi segreti statunitensi ricostruisce la filiera della frode: i dati elettorali affluivano in tempo reale via web a un server a Francoforte, visto che le macchine elettorali di Dominion erano effettivamente connesse in Rete. Dalla Germania i dati finivano all’ambasciata americana di Roma, dove venivano manipolati da agenti britannici: anche per questo, il governo di Boris Johnson potrebbe essere travolto dallo scandalo. Ultimo passaggio: i dati (truccati) venivano re-immessi nelle macchine elettorali di Dominion, cioè nei seggi americani, attraverso un satellite militare criptato dell’azienda Leonardo, strettamente controllata dal governo italiano.«Non giurerei sulla sopravvivenza politica di Giuseppe Conte», dice Bradley Johnson: «Trump lo aveva chiamato già prima delle elezioni, dopo aver avuto sentore del fatto che l’Italia poteva essere coinvolta in qualcosa di poco chiaro, rispetto alle elezioni». Non solo: «Sappiamo – dice Johnson – che i servizi segreti italiani (che rispondono a Conte) non hanno puntualmente avvisato le autorità Usa delle attività in corso, da parte degli agenti inglesi, che i colleghi italiani stavano certamente monitorando». Imbarazzante, poi, la concessione del satellite di Leonardo per la trasmissione in America dei dati truccati. Emergerà qualcosa, di tutto questo? Johnson non sa cosa rispondere, vista la cortina di silenzio che avvolge la scandalosa manipolazione delle elezioni americane. Si è parlato a vanvera dell’ipotetico raid per sequestrare i server di Francoforte, ma era una falsa pista: «Quei server sono stati sequestrati, ma senza nessun blitz. Inoltre, hanno solo registrato un’altissima intensità di trasmissione di dati, ma non contengono prove». Un depistaggio, per proteggere gli inglesi e gli italiani? Nel dubbio, Johnson insiste: chiede ai due agenti britannici di consegnarsi, onde evitare che possano essere uccisi per cancellare i testimoni e qundi le prove dell’ipotetico, epocale misfatto.«I due 007 che hanno manipolato i voti delle presidenziali americane ora sono in pericolo di vita: saranno uccisi, perché in questi casi è così, che funziona». L’appello arriva da un ex dirigente della Cia, Bradley Johnson, che ai due operatori dell’intelligence rivolge un pressante appello: «Affrettatevi ad autodenunciarvi e mettetevi al riparo presso le uniche autorità che possono proteggervi, cioè il Dipartimento di Giustizia». I due, sostiene Johnson in una video-intervista a “Detoxed.info“, sono due agenti dell’Mi6, il servizio segreto inglese. «Non li abbiamo ancora identificati, ma è solo questione di tempo: una foto li ritrae davanti all’ambasciata americana di Roma, nei giorni delle presidenziali Usa». Proprio la sede diplomatica statunitense nella capitale italiana, secondo Bradley, sarebbe stata la centrale operativa dei maxi-brogli “invisibili” con cui sarebbe stata costruita, a tavolino, la falsa vittoria di Joe Biden. Una frode che, per le sue dimensioni, sembra non avere precedenti nella storia delle elezioni americane: «Sono stati truccati, per via digitale, i risultati delle elezioni nei 6 Stati che per ore sono stati considerati “in bilico”, ma dove in realtà Donald Trump era da subito apparso il notevole vantaggio, con un distacco incolmabile per Biden».
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Evviva: il mondo libero festeggia la sconfitta del demonio
Ora è tutto chiaro: gli Stati Uniti sono popolati da 75 milioni di “terroristi interni”, che però sono stati finalmente sgominati dai cavalieri virtuali di Dominion Voting System, a volte rappresentati in forma umana, a beneficio dei fedeli, dall’ologramma di Joe Biden. L’ora è grave: a nulla è valsa l’eroica resistenza dei 7-8 poliziotti schierati a Washington davanti al Parlamento, per arginare quella che si annunciava come una manifestazione oceanica. Sicché i barbari hanno potuto agevolmente commettere l’empio sacrilegio: sono penetrati nel Tempio della Democrazia, mettendo fine (prima ancora che cominciassero) alle procedure di contestazione delle presidenziali 2020, inclusa la richiesta di una commissione d’inchiesta per esaminare, una buona volta, le migliaia di prove a suffragio dell’accusa. Prove che finora le autorità giudiziarie si sono sempre rifiutate di analizzare, accampando dinieghi solo formali e procedurali. La buona notizia è che le Forze del Bene hanno infine prevalso, schiacciando la coda del Serpente e togliendogli la parola, il microfono e l’accesso ai social, dopo avergli già tolto la stampa, la televisione e infine la Casa Bianca.Va tutto bene, è giusto così: succede sempre, quando il Bene prevale sul Male. Accadde già nel 1963, a Dallas, quando fu prontamente assicurato alla giustizia Lee Harvey Oswald, che aveva assassinato John Kennedy su ispirazione di Batman e dell’Uomo Ragno. A volte il Bene, per scatenarsi, ha bisogno che le coscienze si risveglino, anche attraverso eventi traumatici: accadde l’11 settembre 1973, quando in Cile fu rovesciato e ucciso il presidente Salvador Allende per mano del generale Augusto Pinochet, assistito spiritualmente da Mazinga Zeta e altre divinità infere. Accadde anche nel 2001 (casualmente, in un altro 11 settembre), quando a New York i due grattacieli più indistruttibili del mondo, per la cui demolizione il Comune aveva previsto l’impiego della bomba atomica, furono rasi al suolo da due Boeing pilotati da scolaretti: i velivoli eseguirono manovre da jet militari a velocità folle, e fu la stessa Boeing ad ammettere che – a quella quota, a 8-900 chilometri all’ora – le ali avrebbero dovuto staccarsi dalla fusoliera. Ma niente può fermare il Male, quando si manifesta, secondo l’oscuro disegno che poi porta, infine, al trionfo del Bene.La trama provvidenziale si dipanò negli anni seguenti, quando Moloch, Ahriman e George Walker Bush mossero guerra contro la più grave minaccia per il mondo libero, i Talebani, e subito dopo riuscirono ad annientare le micidiali Armi di Distruzione di Massa che si celavano in Iraq, ora trasformato nel paese più felice del pianeta. La stessa mano divina guidò il successore, l’impavido Barack Obama, che riportò la giustizia sulla Terra mettendo fine all’Impero di Wall Street e alla vita di migliaia di “terroristi esterni”, meticolosamente assassinati con i droni, settimana dopo settimana, attraverso ordini esecutivi firmati ogni lunedì. Gli eroici sforzi di Bush e Obama, è vero, non debellarono del tutto la minaccia rappresentata dalle incarnazioni del Male, prima Al-Qaeda e poi l’Isis. Ma si sa, le vie del Signore sono imperscrutabili. Nel 2016, infatti, il Male abbandonò il Medio Oriente e le città europee (fino ad allora devastate dagli attentati) per insediarsi direttamente a Washington, alla Casa Bianca. Da allora, il Bene ingaggiò una lotta senza quartiere per liberare il mondo dal più grave pericolo che fosse mai sorto, nella storia dell’umanità: il demonio chiamato Donald Trump.Da allora, i cavalieri alati hanno dato battaglia senza risparmiarsi: tanto per cominciare hanno svelato che è la Russia, in realtà, a stabilire chi vince le elezioni in America. E’ vero, Donald Trump aveva smesso di fare guerre nel resto del mondo: ma si sa che il demonio conosce mille trucchi. La sua perfidia è illimitata: può arrivare a far scomparire la disoccupazione, a resuscitare l’economia, a moltiplicare il benessere diffuso. E’ un inganno: lo hanno dimostrato gli arcangeli di Antifa, anche incendiando interi quartieri – e sparando, e uccidendo – mentre la polizia stava a guardare. Il demonio comunque dilagava, nei sondaggi: la sua rielezione era data per scontata. Fu allora che si manifestò la Volontà Divina nella sua potenza, con due fenomeni miracolosi: l’Influenza Cinese e l’epifania metafisica del Voto Postale, celestialmente corroborato dal pallottoliere elettronico di Dominion.Ora, fortunatamente, l’incubo è finito: la vittoria del Bene è di portata storica. Onore quindi ai nuovi eroi della virtù, ai soavi censori di Facebook e Twitter, agli algoritmi di Google, ai sabotatori che oscurano puntualmente i video che i seguaci del demonio provano ancora a pubblicare su YouTube. Il Male va rimosso alla radice: deve tacere, scomparire. Può godersi, al massimo, lo spettacolo spensierato del capodanno di Wuhan, mentre tutti gli altri bipedi (saggi e prudenti) se ne stanno rintanati come topi. Il Bene parla chiaro: parla da Pechino, la nuova patria della civiltà, spiegando che i frutti avvelenati del demonio – la libertà, i diritti, la salute, la serenità – erano solo squallide illusioni, quelle di cui è lastricata la strada per l’inferno, come l’effimera felicità terrena e la certezza dello Stato di diritto, l’umana dignità, l’impegno a esercitare a mezzo stampa l’arte della verità, della sincerità. Sgombrato il campo dai “terroristi interni”, finalmente si festeggia: Batman e l’Uomo Ragno brindano con Dominion, in una sala delle cerimonie in cui – se state attenti – in fondo, potrebbe anche apparire il premio più gradito, l’incarnazione del soprannaturale: l’ologramma del tenero Joe Biden.Ora è tutto chiaro: gli Stati Uniti sono popolati da 75 milioni di “terroristi interni”, che però sono stati finalmente sgominati dai cavalieri virtuali di Dominion Voting System, a volte rappresentati in forma umana, a beneficio dei fedeli, dall’ologramma di Joe Biden. L’ora è grave: a nulla è valsa l’eroica resistenza dei 7-8 poliziotti schierati a Washington davanti al Parlamento, per arginare quella che si annunciava come una manifestazione oceanica. Sicché i barbari hanno potuto agevolmente commettere l’empio sacrilegio: sono penetrati nel Tempio della Democrazia, mettendo fine (prima ancora che cominciassero) alle procedure di contestazione delle presidenziali 2020, inclusa la richiesta di una commissione d’inchiesta per esaminare, una buona volta, le migliaia di prove a suffragio dell’accusa. Prove che finora le autorità giudiziarie si sono sempre rifiutate di analizzare, accampando dinieghi solo formali e procedurali. La buona notizia è che le Forze del Bene hanno infine prevalso, schiacciando la testa del Serpente e togliendogli la parola, il microfono e l’accesso ai social, dopo avergli già tolto la stampa, la televisione e infine la Casa Bianca.
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Trump cede, ma rischia di essere sfrattato in anticipo
«Ci sarà una transizione ordinata», ha infine garantito Trump, il 7 gennaio, dopo che il Congresso degli Stati Uniti è tornato a riunirsi per ratificare i collegi elettorali e dichiarare Joe Biden presidente. Il leader repubblicano del Senato, Mitch McConnell (ostile a Trump) ha detto che il Congresso non si farà intimidire «da un manipolo di delinquenti e dalle minacce». «È un’infamia che resterà per sempre sulla coscienza nazionale», ha dichiarato il leader dei democratici, Chuck Schumer. Di diverso avviso Donald Trump: «E’ solo l’inizio della nostra lotta per fare l’America di nuovo grande», ha dichiarato, in una nota diffusa dalla Casa Bianca. «Ho sempre detto che continueremo la nostra lotta per assicurare che a contare siano solo i voti legali». Dell’assalto al Campidoglio, il pomeriggio di follia che ha sconvolto l’America, è Roberto Festa a fornire un’accurata ricostruzione pubblicata l’indomani dal “Fatto Quotidiano”, partendo dalla ripresa notturma dei lavori parlamentari.L’obiezione di alcuni repubblicani al risultato dell’Arizona, che era discussa al momento dell’assalto, è stata rigettata. Così anche quella relativa alla Georgia. Obiezione da parte di una settantina di repubblicani anche alla legittimità del voto in Pennsylvania. Il Senato l’ha liquidata con 92 voti contro 7 (tra questi, i senatori Josh Hawley e Ted Cruz, che hanno guidato l’attacco al voto). Almeno quattro senatori repubblicani – tra cui Kelly Loeffler, appena sconfitta nel ballottaggio in Georgia – hanno cambiato idea dopo l’assalto al Congresso e deciso di sostenere la regolarità del voto, annota il “Fatto”. «Un gruppo comunque nutrito di repubblicani non si è fatto turbare dalle violenze del pomeriggio e ha continuato nell’ostinata operazione di delegittimazione dei risultati. La battaglia procedurale è continuata nella notte». Secondo Festa, «gli assalitori pro-Trump hanno quindi ottenuto un obiettivo: ritardare, sia pure di qualche ora, la designazione di Biden alla Casa Bianca».Con il passare delle ore, intanto, si è delineata meglio la dinamica degli incidenti, le vittime, le responsabilità della sicurezza. Sono quattro i morti nell’attacco al Congresso: una donna è stata uccisa dalla polizia sulle scale del Campidoglio, mentre altre tre persone sono morte dopo essere state condotte d’urgenza in ospedale. Cinquantadue, in tutto, gli arrestati. La polizia di Washington dichiara di aver trovato ordigni pronti a esplodere all’ingresso degli uffici del partito democratico e di quello repubblicano, mentre in un’auto avrebbe scoperto fucili e molotov. Analizzata anche la possibilità che l’arrivo di migliaia di persone a Washington sia stato in qualche modo sottovalutato dalle autorità di polizia, dal Pentagono, dalle autorità cittadine, che avrebbero schierato forze insufficienti a gestire il caos annunciato.«È stato il vicepresidente Mike Pence, e non Trump, a insistere perché contro la folla degli assalitori venisse schierata la Guardia Nazionale del Distretto di Colombia (oltre alla forze di polizia locale). Pence, in collegamento pressoché continuo col Pentagono, avrebbe accelerato i tempi della decisione, sollecitato anche dalle richieste di aiuto che venivano dalle forze schierate a difesa del Congresso, sempre meno capaci di contenere la folla». La notizia è interessante, sottolinea Roberto Festa: nel momento più grave dell’assalto all’assemblea legislativa della nazione, «la carica di “commander in chief” sarebbe stata esercitata dal vicepresidente e non dal presidente degli Stati Uniti». Secondo Festa, «l’esclusione totale di Trump dalle decisioni più difficili è stata confermata dai vertici stessi del Pentagono». Il segretario alla difesa, Christopher Miller, ha affermato che lui e il capo dell’esercito, Mark Milley, sono stati in contatto con Pence, con la speaker della Camera Nancy Pelosi e con il leader del Senato, Mitch McConnell, per decidere «come difendere il Congresso».Nemmeno un accenno a Trump: l’indiscrezione, secondo il “Fatto”, conferma l’immagine di un presidente ormai sempre più isolato, tenuto fuori dagli affari di governo, nonché «prigioniero di idee e deliri cospiratori sulla sua sconfitta elettorale». Le parole più usate in queste ore, da politici e commentatori, sono “insurrezione”, “sedizione”, “colpo di Stato”. «Le immagini dell’attacco al Congresso hanno sconvolto l’America come nient’altro nella storia più recente». Anche secondo Roberto Festa, «l’attacco alla democrazia di Trump è diventato letterale». E se lo “sdegno” dei democratici era atteso, «anche buona parte dei repubblicani appare compatta nella condanna». L’onda lunga dello shock, poi, è entrata anche alla Casa Bianca e nell’amministrazione: «Si sono dimessi Stephanie Grisham, chief of staff di Melania Trump ed ex press secretary della Casa Bianca, e il responsabile dei social di Trump, Rickie Niceta».Fonti interne all’amministrazione dicono che sarebbe sul punto di dimettersi Robert O’Brien, il consigliere alla sicurezza nazionale, come avrebbe già fatto – secondo la “Cnn” – il suo vice Matthew Pottinger. «In partenza sarebbe anche la segretaria ai trasporti, Elaine Chao». Nel frattempo, Trump è stato oscurato da Facebook, Instagram e Twitter. E intanto, aggiunge Festa, la parola “impeachment” torna a essere associata a Trump. In teoria resta in carica fino al 20 gennaio, ma alcuni chiedono apertamente la sua messa sotto accusa. Per la deputata democratica Ilhan Omar, «non possiamo consentirgli di restare in carica, è una questione di tutela della nostra Repubblica». La richiesta di impeachment arriva ovviamente anche dai grandi media, dal “Washington Post” a “The Atlantic”, Secondo la “Cbs”, poi, «diversi ministri» avrebbero addirittura «discusso la possibilità di invocare il 25esimo Emendamento e rimuovere Trump dalla Casa Bianca». La mossa, per ora soltanto ventilata, sarebbe stata presentata al vice Mike Pence. Una scelta che forse è destinata a sfumare, viste le garanzie di Trump sulla «transizione ordinata» che ora sarebbe disposto a concedere.«Ci sarà una transizione ordinata», ha infine garantito Trump, il 7 gennaio, dopo che il Congresso degli Stati Uniti è tornato a riunirsi per ratificare i collegi elettorali e dichiarare Joe Biden presidente. Il leader repubblicano del Senato, Mitch McConnell (ostile a Trump) ha detto che il Congresso non si farà intimidire «da un manipolo di delinquenti e dalle minacce». «È un’infamia che resterà per sempre sulla coscienza nazionale», ha dichiarato il leader dei democratici, Chuck Schumer. Di diverso avviso Donald Trump: «E’ solo l’inizio della nostra lotta per fare l’America di nuovo grande», ha dichiarato, in una nota diffusa dalla Casa Bianca. «Ho sempre detto che continueremo la nostra lotta per assicurare che a contare siano solo i voti legali». Dell’assalto al Campidoglio, il pomeriggio di follia che ha sconvolto l’America, è Roberto Festa a fornire un’accurata ricostruzione pubblicata l’indomani dal “Fatto Quotidiano“, partendo dalla ripresa notturma dei lavori parlamentari.
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Fake-2020, i bari brindano coi ladri: può davvero finire così?
Grottesco 2020: non poteva finire che con l’elezione “fake” di un presidente “fake”, dopo un anno intero di fake news terroristiche sul coronavirus? Sinistro, l’avvio del temuto anno bisestile: inaugurato con lo strano assassinio del generale iraniano Qasem Soleimani, eroe della guerra contro l’Isis in Siria, ucciso da un drone mentre si trovava in un paese neutrale, l’Iraq, a condurre trattative – pare – per mettere pace tra le fazioni sciite e sunnite. Altrettanto strana la tempestiva rivendicazione dell’omicidio, da parte dell’amministrazione Trump, che proprio in Siria aveva lasciato campo libero ai russi e ai loro alleati (siriani, libanesi e, appunto, iraniani) per sgominare le bande di tagliagole prosperate in modo incontrastato sotto la presidenza Obama. Di che pasta fosse fatto, il 2020, lo si sarebbe capito poco dopo, con il famoso virus di Wuhan che ha risparmiato la Cina e inguaiato il resto del mondo, a cominciare dal bersaglio grosso: l’America di Trump. E ora si vorrebbe davvero far credere che l’opinione pubblica libera e democratica dovrebbe rassegnarsi allo spettacolo di un’America rappresentata da un presidente-burla, eletto solo grazie all’imbroglio più colossale che la storia ricordi?E’ vero, ammoniscono i più saggi: i brogli vanno provati in una sede legale. Si deve dimostrare che sono avvenuti davvero, e che sono stati determinati per derubare gli elettori. Non occorre invece dimostrare ciò che è sotto gli occhi di tutti: il web censura chiunque osi mettere in dubbio la versione ufficiale (su tutto: dalle presidenziali Usa alle notizie mediche sul Covid), mentre il maninstream media – televisioni in testa – ormai oscura apertamente il presidente Trump, ancora in carica, trattandolo come un vecchio pazzo ostinato, incapace di ammettere la sconfitta. Dall’imbarazzante fogna elettorale americana, devastata dal voto postale giustificato con la pandemia e poi “aggiustato” con gli algoritmi elettronici di Dominion, emerge una specie di anziano cadavere politico (Joe Biden, su cui grava l’accusa di trent’anni di estesa corruzione) e spunta l’ombra della donna che lo sostituirebbe: Kamala Harris, sostenuta da Obama e dai super-finanziatori di Hillary Cinton, cioè la peggiore élite di Wall Street. Ridono, le maschere del nuovo terrore sanitario, da Fauci a Bill Gates, passando per Soros e per il patron del Forum di Davos, Klaus Schwab, l’uomo che evocava la pandemia come una manna dal cielo, provvidenziale per far accettare all’umanità il famigerato Grande Reset.Funzionerà, il piano? Se si guarda l’Italia, c’è da piangere. Il Belpaese è tramortito dalla cura-Conte: vanta la peggior performance europea, in termini di vittime, e il più pesante bilancio economico, per via del disastro causato da lockdown e coprifuoco (misure che non hanno certo evitato la strage, quella almeno di cui parlano le cifre ufficiali). Italia 2020: non pervenuta. “Andrà tutto bene”, era il motto degli italioti. Ancora a gennaio, il Popolo delle Sardine (non ancora Popolo delle Mascherine) aveva individuato il demonio: Matteo Salvini, la causa di ogni male. Subito dopo, Salvini è scomparso (insieme alle Sardine) e tutti i problemi sono esplosi. I famosi pieni poteri, contestati al Cazzaro Verde? Se li è presi Conte, non eletto da nessuno: e gli italiani, zitti. Decreti deliranti: sospesa la libertà, archiviata la democrazia. Dalla prigione-Italia, messa in liquidazione e prossima a essere svenduta a peso (alla Francia, alla Germania, alla Cina) non manca chi esulta per la Fake-Election del Fake-President americano: sono gli stessi illuminati, del resto, che scalpitavano per Fake-Greta, i cui padrini (ora lo si vede) stanno predisponendo il piano super-finanziario “green”, quello vero, per il cui lancio la fanciulla svedese era stata utilizzata. Fine anno: i bari brindano coi ladri, mentre l’umanità resta in carcere. Domanda: può davvero finire così?Grottesco 2020: non poteva finire che con l’elezione “fake” di un presidente “fake”, dopo un anno intero di fake news terroristiche sul coronavirus? Sinistro, l’avvio del temuto anno bisestile: inaugurato con lo strano assassinio del generale iraniano Qasem Soleimani, eroe della guerra contro l’Isis in Siria, ucciso da un drone mentre si trovava in un paese neutrale, l’Iraq, a condurre trattative – pare – per mettere pace tra le fazioni sciite e sunnite. Altrettanto strana la tempestiva rivendicazione dell’omicidio, da parte dell’amministrazione Trump, che proprio in Siria aveva lasciato campo libero ai russi e ai loro alleati (siriani, libanesi e, appunto, iraniani) per sgominare le bande di tagliagole prosperate in modo incontrastato sotto la presidenza Obama. Di che pasta fosse fatto, il 2020, lo si sarebbe capito poco dopo, con il famoso virus di Wuhan che ha risparmiato la Cina e inguaiato il resto del mondo, a cominciare dal bersaglio grosso: l’America di Trump. E ora si vorrebbe davvero far credere che l’opinione pubblica libera e democratica debba rassegnarsi allo spettacolo di un’America rappresentata da un presidente-burla, eletto solo grazie all’imbroglio più colossale che la storia ricordi?
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Magaldi: tribunali speciali per chi vuole il Natale del Diavolo
«Saranno tribunali speciali, un giorno non lontano, a processare i veri responsabili della strage Covid: corti speciali, perché non s’era mai visto che si istituisse lo “stato di guerra” in tempo di pace. Un atto abusivo, imposto terrorizzando la popolazione, sospendendo la libertà e cessando di curare in modo adeguato i pazienti gravi, affetti da altre patologie». E’ durissimo, Gioele Magaldi, nel prendere nota dell’ennesima “previsione” apocalittica del ministro Roberto Speranza e del suo consulente, Walter Ricciardi. Avverte il presidente del Movimento Roosevelt: «I registi di questa crisi, progettata dall’oligarchia massonica mondiale per comprimere libertà e democrazia con l’alibi dell’emergenza sanitaria, possono godersi gli ultimi scampoli di questo loro strapotere: saranno spazzati via e giudicati severamente per quello che hanno fatto». Pessima idea, poi, quella di “negare” agli italiani anche il Natale, con le grottesche restrizioni ulteriormente imposte per privare le famiglie del piacere di un abbraccio, persino nel giorno più sacro per i cattolici. «Quello del 2020 – scandisce Magaldi – sarà un “Natale del Diavolo”, disgregatore di una società spaventata e ridotta al silenzio. Peggio per chi l’ha voluto, comunque: farà capire agli italiani di cosa sono capaci, questi mascalzoni, e fin dove si può arrivare contiuando a obbedire ai loro diktat».Magaldi si rammarica della latitanza assoluta del Vaticano, che non ha fiatato neppure di fronte al divieto di celebrare la tradizionale messa di mezzanotte: «Dov’è finito – si chiede – l’eroismo dei primi cristiani, che un tempo non temevano di farsi sbranare dai leoni? Quei coraggiosi non tremavano – aggiunge Magaldi – perché credevano nell’insegnamento di Cristo, e quindi avevano imparato a non avere paura della morte. E adesso i loro eredi se la fanno sotto anche solo per un’influenza o per una multa? Ma che razza di cristiani sono?». Deludente, per Magaldi, anche l’iniziativa del centrodestra, che spera di strappare a Conte almeno la concessione (per il giorno di Natale) della minima libertà di movimento tra Comuni limitrofi. «Che pena: sembra una richiesta formulata da criceti e rivolta ad altri criceti, a cui pare basti allargare un po’ le dimensioni della gabbia». Ci vuole ben altro, secondo Magaldi, per uscire da questo incubo: «Ci aspettano tre anni di resistenza e durissime battaglie, che apriranno gli occhi a chi ancora non ha capito in quale trappola siamo finiti, grazie a un alibi subdolo come quello della cosiddetta pandemia».Dal canto suo, il Movimento Roosevelt annuncia per il 17 febbraio 2021 il debutto “rivoluzionario”, a Roma, della Milizia Rooseveltiana: «Sfideremo in modo plateale il potere abusivo di questi cialtroni, e lo faremo nell’anniversario della morte di Giordano Bruno, arso vivo sul rogo per aver risvegliato la coscienza del mondo, nel nome di quella libertà che oggi i “signori del Covid” vorrebbero toglierci». Esponente del circuito massonico progressista internazionale, l’autore del bestseller “Massoni” (Chiarelettere, 2014) punta il dito anche contro l’inaudita censura operata da Facebook, che ha preso a oscurare post critici: nei confronti della gestione Covid e in particolare dei vaccini che si vorrebbero imporre. «Non credano, costoro, di poter calpestare la libertà di espressione: sfideremo in tribunale Facebook Italia». Magaldi annuncia «una class action, coordinata dal Sostegno Legale del Movimento Roosevelt: inviteremo a parteciparvi tutti gli utenti che sono stati danneggiati dall’inaudito “bavaglio” imposto dal social media, che si crede al di sopra della legge».Rincara la dose Magaldi: «Non pensino, i gestori del social, di poter incolpare l’automatismo degli algoritmi: so benissimo che gli stessi algoritmi sono progettati da “fratelli” che hanno un’identità precisa». Chiara, in questo caso, l’allusione a massoni “rinnegati”, sospettati di manipolare il social network. Quella annunciata da Magaldi sembra una battaglia destinata a fare rumore: presto, dice, fornirà dettagli anche «sulla reale identità di Mark Zuckerberg», che definisce «presunto fondatore di Facebook», lasciando intuire il ruolo di una certa intelligence e di precisi circoli massonico-reazionari alle spalle del social media più diffuso sul pianeta. «Ma l’avete visto, il grande Zuckerberg, sottoposto a interrogatorio, negli Usa? Sembrava un pulcino bagnato, non certo il formidabile genio che l’immagine fornita dai media gli ha cucito addosso». Aggiunge Magaldi: anche la censura di Facebook, «inaccettabile in un paese democratico», fa parte del piano neo-aristocratico che è alle spalle dello stesso Covid: «Non si era mai visto, nella storia dell’umanità, che il mondo potesse essere fermato da un virus influenzale».L’obiettivo finale sarebbe il cosiddetto “Great Reset”, cioè «la trasformazione della popolazione in una massa impaurita e sottomessa, privata anche della sua libertà economica». Magari, un giorno ci sarebbe pure il “reddito universale” per tutti: briciole, per la mera sussistenza. Ma a che prezzo? Facile previsione: «La completa sottomissione della popolazione, non più composta da liberi cittadini ma da sudditi». A proposito: gli italiani sembrano volersi “portare avanti col lavoro”, rassegnati come sono a subire ormai qualunque sopraffazione, compresa quella natalizia. Magaldi non fa sconti neppure ai connazionali: «Proprio la loro arrendevolezza di fronte ai diktat di Conte – i lockdown, il coprifuoco, le zone rosse – incoraggerà i gestori dell’emergenza nel varare restrizioni sempre peggiori: e se non basterà il Covid, vedrete che avremo presto a che fare con un altro virus». Il leader “rooseveltiano” invita apertamente alla ribellione: «I cittadini devono capire che devono fare resistenza adesso, ogni giorno, contro gli abusi del governo: solo così sarà possibile smascherare i prestanome del governo, che agiscono obbedendo a un disegno che punta a far precipitare l’intero Occidente in una condizione dittatoriale, come quella della Cina».Lo stesso Magaldi era stato il primo a “profetizzarlo”, quasi un anno fa: «Vedrete, la Cina sarà la prima a uscire “magicamente” dall’emergenza, e la prima ad avvantaggiarsene a livello economico e geopolitico». Un grande “affare”, il Covid? «E’ frutto di menti raffinatissime: le stesse che, da mezzo secolo, cercando di portarci via la democrazia. Per farlo, non esitano a utilizzare il sistema-Cina (e il virus) come arieti per il Grande Reset al quale puntano». Il presidente “rooseveltiano” è categorico: «Contro questi nemici della democrazia dovremo batterci duramente, ma alla fine vinceremo: l’umanità non potrà accettare il loro mostruoso ricatto». Già, ma molti italiani ancora “dormono”: si illudono che basti avere ancora un po’ di pazienza, in attesa che la bufera passi. Non hanno ancora capito che l’emergenza è stata scatenata ad arte, e durerà quanto basta: l’obiettivo è imporre il piano degli oligarchi. «Ci aspettano tre anni di battaglie, ma alla fine vinceremo», pronostica Magaldi, sicuro di sé. E intanto, da subito, gli avvocati del Movimento Roosevelt metteranno nel mirino Facebook: «Porteremo alla sbarra il social network, convinti di ottenere giustizia: siamo in Italia, e non consentiamo a nessuno di calpestare la legge, per impedire che emerga tutta la verità sulla scandalosa gestione dell’emergenza Covid».«Saranno tribunali speciali, un giorno non lontano, a processare i veri responsabili della strage Covid: corti speciali, perché non s’era mai visto che si istituisse lo “stato di guerra” in tempo di pace. Un atto abusivo, imposto terrorizzando la popolazione, sospendendo la libertà e cessando di curare in modo adeguato i pazienti gravi, affetti da altre patologie». E’ durissimo, Gioele Magaldi, nel prendere nota dell’ennesima “previsione” apocalittica del ministro Roberto Speranza e del suo consulente, Walter Ricciardi. Avverte il presidente del Movimento Roosevelt: «I registi di questa crisi, progettata dall’oligarchia massonica mondiale per comprimere libertà e democrazia con l’alibi dell’emergenza sanitaria, possono godersi gli ultimi scampoli di questo loro strapotere: saranno spazzati via e giudicati severamente per quello che hanno fatto». Pessima idea, poi, quella di “negare” agli italiani anche il Natale, con le grottesche restrizioni ulteriormente imposte per privare le famiglie del piacere di un abbraccio, persino nel giorno più sacro per i cattolici. «Quello del 2020 – scandisce Magaldi – sarà un “Natale del Diavolo”, disgregatore di una società spaventata e ridotta al silenzio. Peggio per chi l’ha voluto, comunque: farà capire agli italiani di cosa sono capaci, questi mascalzoni, e fin dove si può arrivare contiuando a obbedire ai loro diktat».
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Massoni muti sul Covid, Bizzi: e vi chiamate liberi muratori?
Adesso, che questo anno che così gravemente ha visto mettere in discussione i supremi ideali di libertà ai quali l’autentica massoneria ha sempre aspirato – un anno che ha visto il tentativo da parte delle tenebre di prevalere sulla luce – sta giungendo al termine, rivolgo un appello a tutti i liberi mutatori del mondo che ancora conservano raziocinio e onestà intellettuale. E mi appresto a farlo con la speranza che queste mie parole possano essere fonte di ispirazione e incoraggiamento per tutti gli autentici iniziati e, al contempo, un severo monito a tutti i falsi e indegni massoni che hanno tradito la loro missione. Essi sono molti, troppi, e presto saranno giudicati dalla storia. Questo è il mio appello: alzatevi in piedi, smettete di tacere e adoperatevi per difendere la libertà! Si presume che i fratelli e le sorelle che ornano le colonne di una loggia abbiano acquisito un minimo di consapevolezza in più rispetto alle moltitudini che affollano il mondo “profano”. Si presume (anche se, purtroppo, non è sempre così) che, oltre a conoscere meglio sé stessi, abbiano sviluppato una certa consapevolezza delle cose del mondo, come ad esempio chi tira realmente i fili della politica, dell’economia, della finanza, della cultura e dell’informazione.Si presume – dico sempre si presume – che sappiano riconoscere una notizia falsa da una vera, o che comprendano un minimo cosa si cela dietro un certo accadimento o una certa decisione politica. Si presume – e dico ancora si presume – che conoscano il linguaggio dei simboli, che sappiano correttamente interpretare il discorso di un leader politico o un semplice articolo di giornale. Altrimenti potrebbero benissimo iscriversi a un corso di cucina, a una società polisportiva, a un circolo di caccia e pesca, di bocce o a un fan club di qualche cantante. Nessuno ha ordinato loro di stare in massoneria, non glielo ha certo prescritto il medico! Nessuno ha ordinato loro di ricevere un’iniziazione e di intraprendere un lungo cammino di elevazione e di ricerca interiore in un contesto di fratellanza. Un lungo cammino di lotta contro sé stessi (quello che, del resto, rappresenta il vero e autentico Jihad islamico), contro i propri difetti, contro i propri limiti, contro le proprie paure e insicurezze, per smussare sempre più quell’informe pietra grezza che ognuno di noi ha dentro di sé e per renderla squadrata e levigata, contribuendo così all’edificazione del Vero Tempio. Ma, purtroppo, per pochi è veramente così.Un grande uomo e libero mutatore chiamato Benjamin Franklin pronunciò queste illuminanti parole: «Chi è disposto a cedere i propri diritti fondamentali in cambio di briciole di sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza». Come non condividerle? So molto bene che migliaia di fratelli e sorelle stanno lottando da mesi, in tutto il mondo, per difendere i diritti costituzionali dei cittadini e per salvare la democrazia, ma lo stanno facendo a titolo individuale e agendo secondo coscienza. La maggior parte degli ordini massonici nazionali, sia europei che di altri continenti, hanno perso fino ad oggi una grande occasione e, continuando a tacere, stanno perdendo onorabilità e credibilità. Tali ordini, se vogliono veramente avere un futuro e se veramente vogliono riscattare il loro nome e la loro credibilità, devono prendere ufficialmente una posizione di condanna contro questo colpo di Stato globale e contro il progetto del grande reset economico e sociale. Altrimenti farebbero bene a chiudere per sempre i loro templi. La libertà deve essere un valore fondamentale, per un libero muratore, e la difesa di tale valore dovrebbe essere per ogni massone un impegno morale e un imperativo categorico. Migliaia di fratelli in passato non hanno esitato a sacrificare la propria vita per difendere la libertà e l’autodeterminazione dei popoli, e oggi è sconcertante vedere che un massone venga attaccato e criticato da altri “fratelli” perché difende tali valori. Ci rendiamo conto dell’assurdo? Quindi, alzatevi in piedi, smettete di tacere e adoperatevi per difendere la libertà. Chi di voi non lo farà sarà complice della schiavitù e dell’oppressione.(Nicola Bizzi, “Liberi muratori, alzatevi in piedi: smettete di tace, e adoperatevi per difendere la libertà”, da “Database Italia” del 25 novembre 2020. Storico, autore di svariati saggi tra cui “Da Eleusi a Firenze”, Bizzi è l’editore di Aurola Boreale).Adesso, che questo anno che così gravemente ha visto mettere in discussione i supremi ideali di libertà ai quali l’autentica massoneria ha sempre aspirato – un anno che ha visto il tentativo da parte delle tenebre di prevalere sulla luce – sta giungendo al termine, rivolgo un appello a tutti i liberi mutatori del mondo che ancora conservano raziocinio e onestà intellettuale. E mi appresto a farlo con la speranza che queste mie parole possano essere fonte di ispirazione e incoraggiamento per tutti gli autentici iniziati e, al contempo, un severo monito a tutti i falsi e indegni massoni che hanno tradito la loro missione. Essi sono molti, troppi, e presto saranno giudicati dalla storia. Questo è il mio appello: alzatevi in piedi, smettete di tacere e adoperatevi per difendere la libertà! Si presume che i fratelli e le sorelle che ornano le colonne di una loggia abbiano acquisito un minimo di consapevolezza in più rispetto alle moltitudini che affollano il mondo “profano”. Si presume (anche se, purtroppo, non è sempre così) che, oltre a conoscere meglio sé stessi, abbiano sviluppato una certa consapevolezza delle cose del mondo, come ad esempio chi tira realmente i fili della politica, dell’economia, della finanza, della cultura e dell’informazione.
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Lockdown mentale: il vero pericolo non è il lupo, è il gregge
Se è gratis, allora il prodotto sei tu. Un vecchio adagio, che oggi spiega benissimo il vortice della cosiddetta infodemia totalizzante, l’informazione unilaterale somministrata da editori largamente finanziati – via pubblicità – da mercanti di farmaci e di automobili. In Italia siamo al culmine, con il Ministro dei Temporali che ha foraggiato il mercante d’auto (quello che le tasse le versa all’estero, e che detiene la proprietà di una larga fetta dell’editoria giornalistica nazionale) pagandolo persino per produrre bavaglini facciali da portare sul volto anche all’aperto, anche quando si è completamente soli: così da rendere visibile la docilità del gregge a cui – tra milioni di mezze verità – è stato impartito un unico comando, l’obbedienza. E’ il gregge, non il pastore, a portare su di sé la maggior responsabilità degli eventi: la paura, sapientemente instillata per mesi, ha permesso al mandriano di spingersi sempre più oltre, nei suoi sogni zootecnici che rasentano il delirio. L’ultimo capitolo della saga (invariato il titolo: se è gratis, il prodotto sei tu) è la palingenesi neo-vaccinale obbligatoria e universale, pena il divieto d’accesso al mondo civile, alla socialità ordinaria (che poi, precisa sempre il pastore, ordinaria non sarà mai più).Non è uno scherzo, è tutto vero: la popolazione sembra pronta ad abdicare alla sua umanità, a rinunciare a se stessa, per via di un virus para-influenzale che in un anno avrebbe causato un milione e mezzo di vittime, stando ai dati ufficiali. La terribile Spagnola falcidiò 50 milioni di esseri umani, senza per questo fermare il mondo. L’altra grande differenza, rispetto al primo dopoguerra del Novecento, risiede probabilmente nell’assenza – allora – di quello che oggi va sotto il nome di Big Media. Ai tempi, il Ministero della Verità non esisteva ancora, neppure nei progetti letterari di George Orwell: le imprese del Grande Fratello compariranno in libreria solo dopo un’altra guerra mondiale. Oggi, Big Media e Big Data si sono fuse in un unisono: non solo cantano la stessa canzone, ma riducono al silenzio chiunque alzi la mano per chiedere chiarimenti. La notizia però è un’altra: l’accondiscendenza belante dei mansueti erbivori. Sono loro, in fondo, a incoraggiare ogni possibile abuso. Lo spettacolo che offrono è pericoloso: incentiva qualsiasi sperimentazione, anche le più folli, garantendo all’eventuale Dottor Stranamore la certezza dell’impunità.La palingenesi biochimica giunge al termine di una lunga attesa messianica, in cui è accaduto tutto ciò che non sarebbe dovuto accadere: il divieto di compiere tempestivi esami autoptici, i compensi ospedalieri per ogni degente classificato come infetto, i decessi causati da un errato approccio terapeutico, l’emarginazione preoccupante dei sanitari che – dal cortisone in giù – hanno segnalato farmaci efficaci da inserire in protocolli idonei a ridimensionare molto il bilancio del disastro, fino a ridurlo alle dimensioni di un fenomeno ordinariamente affrontabile con cure domiciliari. Non è stato compiuto neppure il gesto più elementare: dotare di procedure affidabili la medicina territoriale, onde intervenire in modo sollecito e magari risolutivo, evitando molti ricoveri. Ha così avuto buon gioco l’imperio del lockdown mentale, il coprifuoco psicologico in attesa della riapertura dell’ipermercato che conta, quello farmaceutico, con i suoi fantastiliardi concentrati sull’unica profilassi ormai ammissibile. Notoriamente, del resto, i complotti non esistono: Giulio Cesare si pugnalò da solo. Più che pugnali, oggi scintillano siringhe (e dollari, tantissimi). Ma sbaglierebbe chi accusasse il pastore: il vero problema è il gregge. E’ così cieco da scambiare l’inizio per la fine. Da mesi spera che sia solo questione di pazienza e disciplina: giorni, settimane. Come se fossimo ancora nel mondo ragionevole, quello di ieri, in cui il Dottor Stranamore – per molto meno – sarebbe finito davanti a un giudice.(Giorgio Cattaneo, “Lockdown mentale: il vero pericolo non è il lupo, è il gregge”, dal blog del Movimento Roosevelt del 27 novembre 2020).Se è gratis, allora il prodotto sei tu. Un vecchio adagio, che oggi spiega benissimo il vortice della cosiddetta infodemia totalizzante, l’informazione unilaterale somministrata da editori largamente finanziati – via pubblicità – da mercanti di farmaci e di automobili. In Italia siamo al culmine, con il Ministro dei Temporali che ha foraggiato il mercante d’auto (quello che le tasse le versa all’estero, e che detiene la proprietà di una larga fetta dell’editoria giornalistica nazionale) pagandolo persino per produrre bavaglini facciali da portare sul volto anche all’aperto, anche quando si è completamente soli: così da rendere visibile la docilità del gregge a cui – tra milioni di mezze verità – è stato impartito un unico comando, l’obbedienza. E’ il gregge, non il pastore, a portare su di sé la maggior responsabilità degli eventi: la paura, sapientemente instillata per mesi, ha permesso al mandriano di spingersi sempre più oltre, nei suoi sogni zootecnici che rasentano il delirio. L’ultimo capitolo della saga (invariato il titolo: se è gratis, il prodotto sei tu) è la palingenesi neo-vaccinale obbligatoria e universale, pena il divieto d’accesso al mondo civile, alla socialità ordinaria (che poi, precisa sempre il pastore, ordinaria non sarà mai più).
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Vaccini, radiato Gava: e i colleghi zitti, nessuno protesta
Il dottor Roberto Gava è stato definitivamente radiato dall’ordine dei medici. La radiazione originale, arrivata nell’aprile del 2017, era rimasta sub judice perché nel frattempo il dottor Gava aveva fatto ricorso. Ora il ricorso l’ha perso, e la radiazione è diventata definitiva. Questo articolo non vuole essere una difesa del dottor Gava da parte mia, ma vuole essere un atto di accusa verso tutti quei colleghi che non l’hanno difeso. La professionalità e la serietà del dottor Gava infatti non sono in discussione. Laureato in medicina all’università di Padova, specializzato in cardiologia, farmacologia clinica e tossicologia medica, con perfezionamento in agopuntura cinese, omeopatia classica e bioetica, il dottor Gava ha anche scritto una ventina di libri sui più diversi aspetti della medicina moderna. Ma ha anche scritto diversi libri sulle vaccinazioni, di cui il più famoso è “Le vaccinazioni pediatriche”, un tomo di oltre 1000 pagine pieno zeppo di informazioni storiche e scientifiche inoppugnabili. E qui per Gava nascono i problemi.Pur non essendosi mai dichiarato contrario alle vaccinazioni, infatti, il dottor Gava ne ha messo in luce in maniera metodica e fortemente documentata tutti i limiti e i rischi che queste comportano. E questo, al giorno d’oggi, non si può fare. Oggi il potere straripante delle case farmaceutiche impone una fede cieca e incrollabile nelle vaccinazioni a tutti i costi, senza se e senza ma, e chiunque osi anche leggermente dissentire da questa linea viene punito con la radiazione. Ora la mia domanda è questa: fra tutti i medici che esistono oggi in Italia ce ne saranno certamente molti che concordano in pieno con l’assoluta efficacia e sicurezza delle vaccinazioni. Ma ce ne sono anche molti – decisamente più informati dei primi – che sanno benissimo che le vaccinazioni possono causare dei danni molto gravi ai loro pazienti, e che quindi andrebbero fatte con molta cautela, e non con inoculazioni di massa. In altre parole, ci sono moltissimi medici in Italia che concordano al 100% con le posizioni del dottor Gava. Eppure questi medici tacciono, per evitare di incorrere nell’ira dell’ordine dei medici, che agisce chiaramente sotto il controllo delle multinazionali del farmaco.Tacciono perché vogliono proteggere il loro orticello. Tacciono perché “tengono famiglia”, e non vogliono rinunciare a tutti i privilegi che hanno potuto accumulare dopo una carriera certamente impervia e faticosa. Eppure basterebbe così poco. Basterebbe che due o trecento di loro scrivessero una lettera all’ordine dei medici, dicendosi sconcertati per una punizione così severa per quello che in realtà è un semplice “reato di opinione”, e le cose cambierebbero immediatamente. Per tutti. Ma ciascuno di loro ha troppa paura. È così comodo stare seduti dietro la propria scrivania a sfornare ricette con la fotocopiatrice, senza più nemmeno guardare in faccia i propri pazienti, e senza più combattere per la dignità della propria categoria. Lo dico a tutti coloro che condividono le posizioni del dottor Gava ma che tacciono per paura, per interesse personale, o per protezione della posizione acquisita: continuerete tranquillamente per tutta la vita a fare i medici, state tranquilli. Ma non per questo avrete diritto di essere chiamati uomini.(Massimo Mazzucco “Caso Gava: medici, dove siete?”, da “Luogo Comune” del 24 novembre 2020).Il dottor Roberto Gava è stato definitivamente radiato dall’ordine dei medici. La radiazione originale, arrivata nell’aprile del 2017, era rimasta sub judice perché nel frattempo il dottor Gava aveva fatto ricorso. Ora il ricorso l’ha perso, e la radiazione è diventata definitiva. Questo articolo non vuole essere una difesa del dottor Gava da parte mia, ma vuole essere un atto di accusa verso tutti quei colleghi che non l’hanno difeso. La professionalità e la serietà del dottor Gava infatti non sono in discussione. Laureato in medicina all’università di Padova, specializzato in cardiologia, farmacologia clinica e tossicologia medica, con perfezionamento in agopuntura cinese, omeopatia classica e bioetica, il dottor Gava ha anche scritto una ventina di libri sui più diversi aspetti della medicina moderna. Ma ha anche scritto diversi libri sulle vaccinazioni, di cui il più famoso è “Le vaccinazioni pediatriche”, un tomo di oltre 1000 pagine pieno zeppo di informazioni storiche e scientifiche inoppugnabili. E qui per Gava nascono i problemi.
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E’ il virus dei cretini: decreta la rovina di chi cretino non è
Dilaga il virus dei cretini. Ha già vinto, nel senso che ha rincretinito vastissimi strati della popolazione, terrorizzati ininterrottamente per quasi un anno, ormai. Salta agli occhi la sproporzione mostruosa tra la pericolosità (reale, ma relativa) di un virus para-influenzale, che ha colpito soprattutto anziani, e le misure apocalittiche prese per contrastarlo, disastrando l’economia, la società, la psicologia, addirittura la salute (non si contano i casi di pazienti afflitti da altre patologie, trascurati da ospedali monopolizzati dall’emergenza virale). I cretini spopolano: riescono addirittura a incolpare i bar, i ristoranti, la movida dei giovanissimi. Il cretino medio non riesce a vedere quello che sta succedendo: le terapie (che esistono) sono state “oscurate” per creare l’attesa messianica del vaccino, unico possibile salvatore. E ora che il vaccino sta per arrivare, già si sente dire che – comunque – probabilmente non basterà: non potremo mai più tornare alla normalità di prima. Niente più amici, affetti, socialità. Una vita deturpata dal distanziamento: telelavoro, didattica a distanza. Ma il cretino non si sveglia: pensa ancora che sia giusto morire di paura, per sempre, mentre l’economia frana e la società si disintegra. Non vede, il cretino, che il virus è l’ultimo dei nostri problemi.Quella del coronavirus è una nuova religione, totalitaria: lo ribadisce efficacemente Alessandro Meluzzi (psichiatra e psicologo, oltre che criminologo e politologo). Lo psichiatra legge bene la follia collettiva indotta dalla paura, lo psicologo commisura il prezzo del terrore sparso a piene mani, e il criminologo prende il posto del politologo laddove la politica non esiste più, annichilita dalla nuova religione che bolla come eretico “negazionista” chiunque provi a ragionare, a non fidarsi della narrazione ufficiale, a dar retta ai tanti scienziati che denunciato l’immane raggiro planetario in corso. Il coronavirus è certamente un problema, ma di sicuro non grande quanto le misure (aberranti) adottate col pretesto di volerne limitare la diffusione. Purtroppo, il cretino non se ne accorge. Non vede che dal web spariscono post e video, informazioni preziose, denunce. Non vede, il cretino, l’opera del “ministero della verità” istituito per “depurare” Internet dalle notizie scomode. Forse neppure sa, il cretino, che l’Ordine dei Giornalisti – ente medievale, creato dal fascismo ed esistente solo in Italia – ha appena emanato un “protocollo” destinato ai giornalisti, espressamente invitati (sotto pena di sanzioni) a dar credito solo alle fonti ufficiali, cioè quelle controllate dalla nuova religione.Nei giorni scorsi è stato letteralmente massacrato uno scienziato “mainstream” come Andrea Crisanti, colpevole di lesa maestà di fronte al vaccino: ha detto che non accetterebbe di vaccinarsi, senza prima aver verificato la sicurezza di un farmaco preparato in così poco tempo. Avverte Massimo Mazzucco: c’è già chi festeggia l’avvento del nuovo vaccino “quantistico”, che sostituirebbe il microchip inoculando anche una molecola “interattiva”, arrivabile a distanza. Tra le tante stranezze, anche questa: il nuovo vaccino, per essere distribuito, avrebbe bisogno di essere conservato a una temperatura di 80 gradi sotto zero (per preservare quale componente?, si domanda Mazzucco). Tale Davide Faraone, parlamentare renziano, già scalpita: invoca un “passaporto sanitario integrato al vaccino anti-Covid”, senza il quale non sarebbe più consentito prendere il treno o l’aereo, entrare in un negozio, frequentare un bar, cenare al ristorante, visitare un museo, andare allo stadio. Siamo a questo: ci siamo arrivati. E non con la Mers, l’Ebola o la peste bubbonica. Macché, è bastato il coronavirus. Quello che si cura da casa con idrossiclorochina, o cortisone, con i farmaci a base di anticorpi. Alla peggio, con eparina o plasma. Ma non c’è speranza: il cretino non capisce. E trascinerà nel disastro anche chi cretino non è.Dilaga il virus dei cretini. Ha già vinto, nel senso che ha rincretinito vastissimi strati della popolazione, terrorizzati ininterrottamente per quasi un anno, ormai. Salta agli occhi la sproporzione mostruosa tra la pericolosità (reale, ma relativa) di un virus para-influenzale, che ha colpito soprattutto anziani, e le misure apocalittiche prese per contrastarlo, disastrando l’economia, la società, la psicologia, addirittura la salute (non si contano i casi di pazienti afflitti da altre patologie, trascurati da ospedali monopolizzati dall’emergenza virale). I cretini spopolano: riescono addirittura a incolpare i bar, i ristoranti, la movida dei giovanissimi. Il cretino medio non riesce a vedere quello che sta succedendo: le terapie (che esistono) sono state “oscurate” per creare l’attesa messianica del vaccino, unico possibile salvatore. E ora che il vaccino sta per arrivare, già si sente dire che – comunque – probabilmente non basterà: non potremo mai più tornare alla normalità di prima. Niente più amici, affetti, socialità. Una vita deturpata dal distanziamento: telelavoro, didattica a distanza. Ma il cretino non si sveglia: pensa ancora che sia giusto morire di paura, per sempre, mentre l’economia frana e la società si disintegra. Non vede, il cretino, che il virus è l’ultimo dei nostri problemi.
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Craig Roberts: Covid, una guerra per ridurci a bestiame
«Negli Stati Uniti il Grande Inganno del Covid-19 è stato utilizzato per giustificare un fraudolento voto postale volto ad impedire la rielezione del presidente Trump. Il prossimo utilizzo del Covid-19 sarà quello di attaccare le libertà civili. Se lo scippo elettorale dei democratici sarà coronato da successo, avremo probabilmente quel lockdown nazionale che tanto piace ai consulenti di Biden sul coronavirus. Ci sono pochi dubbi sul fatto che la vaccinazione obbligatoria sarà presentata come l’unico mezzo per uscire dal lockdown». Così si esprime Paul Craig Roberts, autorevole analista statunitense, già viceministro dell’economia con Reagan. «Il film “V per Vendetta” si era rivelato predittivo. Nel film, che era stato l’ispiratore delle famose maschere di Guy Fawkes, viene progettata una pandemia per facilitare l’instaurazione di una dittatura. Sembra che un maggiore controllo sulle persone, sulle loro possibilità lavorative e sui loro movimenti sia il futuro verso cui ci stiamo indirizzando». Ancora: «Con il pretesto del coronavirus e tramite un’operazione terroristica e propagandistica senza precedenti, i governi stanno conducendo con successo il più grande esperimento umano della storia».Le conseguenze, spaventose, diventeranno ancora più tangibili nel corso dei prossimi mesi e anni. «Finora, con un tratto di penna, i governi (non il virus) hanno ridotto gli esseri umani al rango di ovini e bovini: miliardi di persone sono state costrette agli arresti domiciliari o al confino, le attività non essenziali sono state chiuse e milioni di individui hanno perso di colpo le loro possibilità di sostentamento. La capacità di muoversi e di viaggiare liberamente è stata eliminata e l’economia globale è andata in picchiata, provocando indicibili sofferenze nei paesi del primo e, soprattutto, del terzo mondo». Come se non bastasse, sono stati lanciati spyware distopici ed estremamente intrusivi per tracciare e monitorare la popolazione (ma non i funzionari governativi)». Lo stress derivante dal blocco globale, dalla disoccupazione e dalla propaganda ha scatenato una vera e propria pandemia di suicidi e di overdose. In Inghilterra e nel Galles, il tasso dei suicidi ha toccato il massimo degli ultimi vent’anni. Nel frattempo si stima che oltre 75.000 americani potrebbero morire per suicidio e overdose a causa del peggioramento delle loro condizioni di vita. Le leggi speciali ora in vigore «fanno impallidire quelle, liberticide, adottate dopo l’11 Settembre».Un esempio? L’Australia: i cittadini «sono stati completamente privati dei loro diritti civili». Nello stato di Victoria è stato imposto uno lockdown di tipo 4: all’aperto si deve sempre indossare la mascherina (e in caso di inadempienza è prevista una multa di circa 1.000 dollari). «I cittadini possono fare attività fisica all’esterno solo per un’ora al giorno, non possono allontanarsi da casa per più di 5 chilometri, devono uscire da soli per fare la spesa o per motivi medici ed è previsto il coprifuoco dalle 8 di sera alle 5 del mattino. Chi lo infrange è sanzionato con 5.000 dollari. Se questa non è una prigione, allora vuol dire che non ne è mai esistita una». In Danimarca è pronto per essere approvato un disegno di legge di 227 pagine molto dettagliato e complesso. Obiettivo dichiarato: proteggere la popolazione da “malattie infettive, malattie generalmente pericolose e malattie socialmente critiche”. Per “malattia socialmente critica” si intende una malattia generalmente pericolosa, la cui diffusione rischia di causare gravi disturbi a importanti funzioni della società. «Traduzione: tutti quelli che contesteranno le spiegazioni ufficiali o andranno contro la versione degli eventi dell’establishment saranno considerati malati e ridotti al silenzio».La definizione estremamente ampia di “malattia socialmente critica”, si legge sempre sul blog di Craig Roberts, significa che l’élite può definire qualsiasi comportamento problematico come “una malattia”, di cui occorre immediatamente arrestare la diffusione. «Per anni, una delle massime priorità dell’élite è stata quella di vietare le versioni dei fatti contrarie alla narrativa ufficiale, etichettandole come ‘fake news’ e ‘teorie del complotto.’ Il concetto orwelliano di fake news comprende tutto ciò che minaccia gli interessi del potere centrale, ma non, ad esempio, le bugie sulle guerre di Washington, come le ‘armi di distruzione di massa di Saddam’, la ‘bomba atomica iraniana, ‘l’utilizzo delle armi chimiche da parte di Assad’, eccetera». Di fatto, sfruttando la crisi del coronavirus, in tutto il mondo «sono state rapidamente proposte e promulgate leggi totalitarie con un alto grado di coordinamento e con pochissime varianti».In diversi paesi, ora è un crimine diffondere informazioni contrarie alle torie ufficiali: nello Zimbabwe, chi diffonde informazioni scomode rischia fino a 20 anni di carcere. In Thailandia, il governo ha avvertito che «chiunque farà battute sul virus potrebbe rischiare fino a cinque anni di prigione». Negli Stati Uniti, i social media e gli organi di informazione censurano le notizie che mettono in dubbio l’utilità delle mascherine e i dati secondo cui il test per il Covid-19 produrrebbe un alto tasso di falsi positivi. Attraverso i media, «abbiano condizionato le masse ad accettare il totalitarismo come unica soluzione al problema». Le persone «sono sono state terrorizzate, represse, isolate, sottomesse, impoverite e demoralizzate». Il Covid-19 viene utilizzato «per rimodellare e risocializzare le masse, allo scopo di prepararle a cambiamenti massicci, come una dittatura digitale transnazionale». I media occidentali non ammettono discussioni, su questi argomenti.La presunta pandemia viene utilizzata anche dal World Economic Forum, per assumere il controllo dell’agricoltura e della produzione alimentare globale. Obiettivo: promuovere gli Ogm e gli alimenti prodotti in laboratorio, e trasfomare le agricolture diversificate in monocolture da esportazione. «Le nazioni ora autosufficienti dal punto di vista alimentare dovranno dipendere dalle importazioni. Il controllo dei generi alementari da parte delle multinazionali aumenterà il potere centrale sulle persone ed eliminerà la biodiversità geografica». Conclude Craig Roberts: «La paura è un mezzo efficace per distruggere la libertà e trasformare la società. L’11 Settembre e il Covid-19 sono entrambi serviti a ridurre la libertà, comprometterne la difesa e ampliare i poteri del governo e delle multinazionali sulle popolazioni. Di conseguenza, sta scomparendo la possibilità di obbligare i governi a rispondere del loro operato e, con essa, la democrazia».«Negli Stati Uniti il Grande Inganno del Covid-19 è stato utilizzato per giustificare un fraudolento voto postale volto ad impedire la rielezione del presidente Trump. Il prossimo utilizzo del Covid-19 sarà quello di attaccare le libertà civili. Se lo scippo elettorale dei democratici sarà coronato da successo, avremo probabilmente quel lockdown nazionale che tanto piace ai consulenti di Biden sul coronavirus. Ci sono pochi dubbi sul fatto che la vaccinazione obbligatoria sarà presentata come l’unico mezzo per uscire dal lockdown». Così si esprime Paul Craig Roberts, autorevole analista statunitense, già viceministro dell’economia con Reagan. «Il film “V per Vendetta” si era rivelato predittivo. Nel film, che era stato l’ispiratore delle famose maschere di Guy Fawkes, viene progettata una pandemia per facilitare l’instaurazione di una dittatura. Sembra che un maggiore controllo sulle persone, sulle loro possibilità lavorative e sui loro movimenti sia il futuro verso cui ci stiamo indirizzando». Ancora: «Con il pretesto del coronavirus e tramite un’operazione terroristica e propagandistica senza precedenti, i governi stanno conducendo con successo il più grande esperimento umano della storia».
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Usa, brogli informatici: milioni di voti taroccati da Dominion
«Le evidenze stanno arrivando così velocemente che non riesco neanche a processarle: non posso rivelarvi cosa so, ma non farei mai affermazioni che non posso provare». Lo afferma l’avvocato Sidney Powell il 15 novembre: la donna fa parte dello staff legale di Trump, che sta analizzando i volumi (impensabili: 3,8 milioni di voti) della frode elettorale che sarebbe stata commessa per via elettronica. «Trump ha vinto con milioni di voti in più rispetto a Biden», dice l’avvocatessa, in una dichiarazione ripresa da “Fox News” e rimbalzata su Facebook. Parla dei voti che «sono stato spostati a Biden grazie al software Dominion, che era stato concepito esattamente per quello scopo». Aggiunge Powell: «Abbiamo prove che risalgono anche al 2016, che ci stanno arrivando come fossero sparate con un idrante. Ho un sacco di prove per dimostrarvi questo, ma non posso dirle sulla Tv nazionale. Vi dico solo che potevano prendere tutti i voti di Trump e, con quel software buttarli, essenzialmente nel cestino». Precisa la donna: «Abbiamo identificato matematicamente l’algoritmo esatto per modificare i voti. Più “backdoor”, “patch usb”, monitoraggio di Internet e anche tangenti ai funzionari corrotti per l’adozione del software Dominion. Tutto comincia a sembrare un “Major Cyber Attack” contro gli Stati Uniti».