Archivio del Tag ‘bavaglio’
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Farefuturo: vergogna, Berlusconi è davvero il Caimano
Eravamo convinti che fosse un semplice dibattito politico, il confronto tra due idee di centrodestra. Eravamo convinti che si trattasse di un normale dialogo tra idee diverse, opzioni diverse, leadership complementari. Eravamo sinceramente convinti che tutto potesse scorrere tranquillamente nei canali della democrazia interna a un partito. Era una sicurezza che derivava da una certezza cresciuta negli anni: Berlusconi non era il Caimano descritto dagli antiberlusconiani di professione; Berlusconi era un leader atipico ma liberale; Berlusconi non era uno da “editti bulgari”; certo, Berlusconi aveva tante questioni personali e aziendali (quante se ne potrebbero elencare) ma era comunque un leader con un sogno
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Bavaglio alla Rete, fine della libertà per le web-tv
Imbavagliare anche l’informazione online e consegnare la Rete nelle mani dei Signori dell’informazione di un tempo perché la utilizzino come una grande Tv? L’ormai celebre Ddl intercettazioni, tra le tante disposizioni liberticide, contiene un art. 29 che estende a tutti i gestori di siti informatici – e dunque all’intera blogosfera italiana – l’obbligo di rettifica previsto dalla vecchia legge sulla Stampa, datata 1948 e scritta dai padri costituenti quando Internet non esisteva neppure nell’immaginario degli scrittori di fantascienza. Grazie all’articolo 29, se un blogger – ricevuta una richiesta di rettifica – non provvederà entro 48 ore, sarà passibile di una sanzione pecuniaria fino a 12.500 euro.
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L’Onu: l’Italia non approvi la legge-bavaglio
Anche l’Onu scende in campo contro il ddl intercettazioni e avverte: «Va abolito o modificato», perché se passa nella sua veste attuale rischia di minare «la libertà di espressione in Italia». Parole pesanti, pronunciate il 13 luglio dal relatore per il diritto di espressione del Palazzo di Vetro, Frank Le Rue, che ha anche ipotizzato una «missione» delle Nazioni Unite, nel 2011, per verificare lo stato della libertà di stampa in Italia. E’ l’ennesima, clamorosa bocciatura internazionale della legge-bavaglio, dopo l’intervento del viceministro della giustizia di Obama («non ostacolate i giudici») e il monito dell’Osce: libertà d’espressione a rischio.
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Articolo 21: vogliono cacciare Mineo da RaiNews
Via il direttore di Rainews Corradino Mineo, al suo posto un esterno alla Rai con il pregio di piacere alla Lega Nord. Lo fanno sapere il portavoce di “Articolo 21″ Giuseppe Giulietti e il senatore Pd Vincenzo Vita, due conoscitori delle faccende Rai: «Altro che ricerca del dialogo. Nelle prossime ore gli imbavagliatori, e i loro delegati alla Rai cercheranno di mettere le mani anche su Rainews allontanando il direttore Corradino Mineo, mortificando le richieste della redazione e addirittura mettendo al suo posto un esterno gradito alla Lega».
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Farefuturo: guai al potere che teme la libertà di stampa
A quelli che dicono che non esistono due destre, a quelli che dicono che non possono esistere due idee di politica all’interno del Pdl, garbatamente rispondiamo che per fortuna in Italia c’è una destra democratica alla quale non verrebbe mai in mente di affermare che la libertà di stampa non è un diritto assoluto, alla quale non verrebbe neanche in mente di recriminare politicamente contro una stampa che - può fare più o meno piacere – fa solo il suo sacrosanto lavoro.
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Italia in silenzio stampa, contro l’indecenza del bavaglio
Italia in silenzio stampa contro la legge-bavaglio, il ddl Alfano sulle intercettazioni che limiterebbe le indagini giudiziarie e imporrebbe il silenzio ai media. Quotidiani, radio e televisioni in sciopero, per rendere il più possibile «fragorosa» e «partecipata» la «giornata del silenzio» indetta dalla Fnsi con l’adesione convinta dell’Ordine dei giornalisti, contro la legge che «rischia di mettere a tacere tutto il sistema dell’informazione italiano» e contro i tagli della “manovra” di Tremonti all’editoria. Regolarmente in edicola, invece, “Il Giornale” diretto da Vittorio Feltri, pure contrario alla legge-bavaglio.
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Stampa italiana, la casta ipocrita dell’informazione
Approfittiamo dell’occasione. Per una volta non facciamo solo una dignitosissima protesta resistenziale. Per una volta tanto parliamo di noi, operatori dell’informazione, e cerchiamo di capire quali siano i nostri limiti, le nostre pecche, le nostre tante zone grigie. Partendo da un dato assolutamente incontestabile: il sistema informativo italiano è in crisi e non si tratta solo di una crisi economica. Siamo con il fiato corto, schiacciati da noi stessi, dal nostro bisogno di sopravvivere come categoria privilegiata. Una categoria chiusa, garantita nella sua continuità da un Ordine residuo di un concetto restrittivo della libertà di espressione e di accesso alla professione. Caso unico nelle cosiddette democrazie occidentali.
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Bavaglio: mani legate ai giudici, altro no dall’Europa
Mentre in Italia riprende la polemica sulla legge-bavaglio con la manifestazione nazionale del 1° luglio all’indomani della condanna di Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa, dall’estero arriva la terza bocciatura al disegno di legge sulle intercettazioni. Dopo quella del Dipartimento di giustizia americano e quella dell’Ocse, è il Greco (Gruppo di Stati contro la corruzione) a prendere posizione: «Questa legge potrà creare gravi difficoltà alla lotta alla criminalità organizzata», afferma Drago Kos, già noto come lo “zar” della guerra alle tangenti quando dirigeva la polizia slovena. Oggi, Kos è a capo di questo importante organo del Consiglio d’Europa, che vigila sulle misure legislative per la lotta alla corruzione.
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Saramago: l’Italia abbia più rispetto della sua civiltà
«Ciò di cui ha più bisogno il popolo italiano, di questi tempi, è il rispetto di se stesso». Lo afferma il Premio Nobel portoghese José Saramago, scomparso il 18 giugno, nel suo ultimo messaggio: ho ha registrato in video per la missione della “nave dei diritti” (“Lo sbarco”) che approderà a Genova il 25-26 giugno per contestare il clima politico, la corruzione dilagante e la censura. L’Italia, dice lo scrittore, ha suscitato vere e proprie passioni nella gente: com’è che si è lasciata «cadere così in basso»? Non molto tempo fa, «l’Italia è stata un esempio per l’Europa, con Garibaldi, con Verdi». Letteratura, arti, filosofia. «Com’è che è caduta? Io credo, per quello che fa cadere i popoli: la corruzione».
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Bavaglio, Pardi: contro la vostra omertà di Stato
Con lo schermo della salvaguardia della riservatezza dei cittadini, che peraltro è perfettamente difendibile con le leggi esistenti (basterebbe provarci), si realizza in realtà una vera e propria omertà di Stato. La chiamo così di proposito – omertà di Stato – perché, invece di pensare alla riservatezza, si pensa al silenzio sul malaffare politico. Quello che non si deve sapere in Italia è ciò che si rigira nel crogiuolo del malaffare politico. E l’unica maniera che voi avete trovato per impedire la conoscenza dei cittadini su questo fenomeno, sempre più largo, sempre più invasivo, sempre più incisivo, è quella di varare un provvedimento che assicura l’omertà di Stato.
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La Hack: violare la legge, per raccontare la verità
«In questo momento mi dispiace non essere una giornalista perché vorrei partecipare in prima persona a questa battaglia». L’astrofisica Margherita Hack ha appena festeggiato il suo ottantottesimo compleanno a Mercatale Val di Pesa. Ma né l’età, né il clima da vigilia della festa tolgono vigore all’indignazione di Margherita per la legge-bavaglio e per i modi in cui è stata approvata, al Senato con il voto di fiducia: «E’ una vera vergogna. Questa legge è un aiuto per i delinquenti e i mafiosi, perché è risaputo che molti crimini si scoprono proprio grazie alle intercettazioni». Durissimo il giudizio della Hack sui governanti: «C’è poco da stupirsi: i migliori sono ignoranti e deboli, i peggiori una banda di delinquenti».
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Bavaglio con fiducia: cala il sipario sugli scandali
Ora cala il sipario. Il nostro lavoro si farà più incerto e faticoso e gli avvocati diventeranno compagni di banco di direttori e editori. Nonostante dibattiti, correzioni e appelli di ogni tipo, la legge che detta nuove regole per le intercettazioni e l’informazione viaggia spedita verso i suoi obiettivi. Abbiamo più volte scritto e riconosciuto che in Italia ci sono stati problemi di rispetto delle vite private di persone coinvolte in indagini, ma ciò non può cambiare il giudizio totalmente negativo che abbiamo della nuova legge.