Archivio del Tag ‘Barbara Spinelli’
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Ignobile Occidente: usare i bambini per uccidere innocenti
I bambini, sempre loro: finirà mai la ignobile speculazione sui bambini, vittime di guerra, per giustificare nuove guerre? Indimenticabile, nel 1999, la frase dell’allora ministro della difesa, Piero Fassino: «Solo chi non ha guardato negli occhi un bambino kosovaro è contrario all’intervento militare». E l’Italia intervenne, sulla base di una potente campagna di disinformazione anche diplomatica e politica. E fu la guerra del Kosovo, o l’ultima guerra dei Balcani, dove la più grande coalizione militare mai vista nella storia (19 Stati) si scatenò contro quel che rimaneva della Repubblica Federale di Jugoslavia, che nella propaganda veniva chiamata (un po’ sprezzantemente) “la Serbia”, colpevole di essere l’ultimo Stato che orgogliosamente si dichiarava socialista nel cuore d’Europa; uno Stato grande come un paio di regioni italiane. Da allora, ricorda Angelo d’Orsi, il copione della giustizia sommaria è stato ripetito in modo spietato, anche sfruttando l’emozione dell’opinione pubblica, cui viene offerto lo spaventoso “trofeo” dei bambini uccisi.
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Spinelli: se l’Europa si scrollasse di dosso l’America spiona
Alcuni li chiamano talpe, o peggio spie. Altri evocano le gole profonde che negli anni ’70 permisero ai giornali di scoperchiare il Watergate. Sono i tecnici dei servizi segreti o i soldati o gli impiegati che rivelano, sui giornali, le illegalità commesse dalle proprie strutture di comando, dunque dallo Stato. Oggi tutti questi appellativi sono inappropriati. Non servono a indovinare uomini come Edward Snowden o Bradley Manning: le loro scelte di vita estreme, inaudite. Non spiegano la crepa che per loro tramite si sta aprendo in un rapporto euroamericano fondato sin qui su silenzi, sudditanze, smorte lealtà. Continuare a chiamarli così significa non capire la rivoluzione che il Datagate suscita ovunque nelle democrazie, non solo in America; e il colpo inferto a una superpotenza che si ritrova muta, rimpicciolita, davanti alla cyberguerra cinese.
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Far fuori Berlusconi solo per annullare Grillo: ecco come
Prove di “golpe”: eliminare Berlusconi per poi “sgonfiare” Grillo, con un governo tecnico ancora agli ordini di Bruxelles, sostenuto anche da una ventina di senatori del Pdl, pronti a tradire il Cavaliere se fosse costretto all’esilio dalla nuova offensiva giudiziaria in corso. E’ la tesi che Marcello Foa sostiene dalle pagine del “Giornale”, mentre Berlusconi – ricoverato in ospedale – deve sottoporsi a una visita fiscale che lo conferma malato, ma non gli vale il “legittimo impedimento”. Un ragionamento che «ricade negli interessi del centrodestra e propone un’idea sbagliata del funzionamento della magistratura», osserva “Megachip”, che invita però a prendere in considerazione Foa, «un giornalista capace di uscire dagli schemi, rintracciare notizie vere e proporre intuizioni interessanti». Il grave stallo post-elettorale potrebbe indebolire il Pdl favorendo una cooptazione di una parte dei suoi parlamentari? Scenario plausibile, tenuto conto delle caratteristiche dei principali dirigenti del Pd, «non nuovi anch’essi a confezionare nuove maggioranze con parlamentari in migrazione».
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Appelli a Grillo su Repubblica, il coraggio del giorno dopo
«Caro Beppe Grillo, cari amici del Movimento 5 Stelle». Ebbene sì: c’è voluto lo “tsunami” elettorale di febbraio, ed ecco che i teppisti dell’antipolitica di ieri sono diventati nientemeno che “cari amici”, perlomeno per Barbara Spinelli, il filosofo cagliaritano Remo Bodei, l’accademica Roberta De Monticelli, gli storici dell’arte Tomaso Montanari e Salvatore Settis nonché il giurista Antonio Padoa-Schioppa, fratello di Tommaso, super-tecnocrate tra i massimi sostenitori dell’euro e dell’indecente regime di Bruxelles. Lui, lo spietato fustigatore dei “bamboccioni” italiani. «Pagare le tasse è bellissimo», disse, mentre Barbara Spinelli, co-fondatrice di “Repubblica”, tesseva le lodi dell’Unione Europea come frontiera di pace e civiltà, individuando un unico supremo ostacolo all’affermazione del paradiso europeo in terra: Silvio Berlusconi. Incredibile ma vero, il 9 marzo 2013 Spinelli e colleghi sostengono che, col trionfo elettorale di Grillo, si apre «una grande occasione» per «cambiare dalle fondamenta il sistema politico in Italia e anche in Europa».
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Camilleri e Hack: una sola Camera, bastano 100 deputati
Attenti: in tutti questi anni, il centrosinistra non ha fatto niente di serio per contrastare davvero il regime di Berlusconi. E l’attuale sbando delle destre potrebbe propiziare una nuova metamorfosi del “partito del privilegio”, sotto le sembianze di un “nuovo centrismo”, ancora una volta benedetto dal Vaticano, attorno a nomi come quelli di Monti, Casini e Montezemolo. Per Andrea Camilleri e Margherita Hack, il disastro-Italia non è imputabile all’Europa (non una parola, infatti, sulla catastrofe antidemocratica dell’Eurozona) ma al male endemico del Belpaese: la “casta”. Via d’uscita: una lista civica di salvezza nazionale che, alle elezioni della primavera 2013, promuova una “riforma istituzionale” che spazzi via tutto il marcio che ha indebolito il paese. E’ l’appello che Camilleri e la Hack rivolgono ai giovani attraverso “Micromega”. Con loro il direttore della rivista, Paolo Flores d’Arcais, nonché Adriano Prosperi, Mario Alighiero Manacorda e Barbara Spinelli.
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Archiviati il Pd e il Cavaliere, arriverà un nuovo Berlusconi
«Sbarazzarsi di Berlusconi servirà a poco», perché ormai «gli elettori sono disgustati dalla politica come nel ‘93-‘94» e quindi è probabile che «cercheranno un nuovo Berlusconi». Lo afferma Barbara Spinelli su “Repubblica”, commentando il tramonto del Cavaliere soffocato dai ricatti della sua corte, mentre intorno l’Italia minaccia di crollare sotto i colpi della crisi e della manovra “lacrime e sangue” che lascia il Paese completamente indifeso, vista anche la sconcertante debolezza dell’opposizione, insidiata anch’essa dalla “questione morale”: «Ormai sappiamo che riformista è chi si accredita conservando lo status quo, facendo favori a gruppi d’interesse, Chiesa compresa. Liberare l’Italia da mafie e ricatti non è considerato riformista».
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Botte a chi protesta, sempre impuniti i sovrani della crisi
Attenti: stiamo per perdere la nostra democrazia, perché oggi a governare le nostre esistenze non c’è la politica. «Sovrani sono poteri non eletti, come gli speculatori di borsa o le agenzie di rating che storcono le nostre vite e sono i nuovi tribunali delle democrazie». In mano ai cittadini sembra rimanere solo il plebiscito dei tumulti urbani, ma neanche un attimo la politica è sfiorata dal dubbio che i giovani delle sommosse siano figli dei suoi errori, della sua latitanza. Barbara Spinelli non ha dubbi: se Napolitano grida che siamo «immersi in un angoscioso presente», è anche perché la destra ha minimizzato la crisi, ma pure la sinistra – concentrata solo sulla conquista del potere – ha perso di vista l’obiettivo: «Un popolo tenuto nel buio non vede che buio», è stata «spezzata la capacità» di capire perché un paese come l’Italia sia ridotto così male.
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Berlusconi resiste? Se Fini piange, Vendola ride
Con tre voti di maggioranza, strappati in extremis ai finiani «nell’ultima compravendita notturna», Berlusconi rimane a Palazzo Chigi: per fare che cosa? Quel margine precario, «appeso a mille promesse impossibili», secondo il direttore di “Repubblica”, Ezio Mauro, non consentirà al premier di far approvare più nulla. Gianfranco Fini, il grande sconfitto nella battaglia parlamentare sulla sfiducia, considera quella del Cavaliere una vittoria di Pirro e avverte che «ora ci divertiremo», preannunciando un Vietnam parlamentare che potrebbe accelerare il ricorso alle elezioni anticipate. Niente governo tecnico? A sinistra c’è un solo vincitore: Nichi Vendola.
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E’ anche dei Rom l’Europa nata dalla fine di Auschwitz
L’ipocrita messinscena è una specialità francese, fin dal dopoguerra, e Sarkozy la perpetua. È la finzione di uno Stato che si sente talmente superiore, dal punto di vista etico, da non sopportare alcun tipo d’ingerenza. «In quanto patria dei diritti dell’uomo non riceviamo lezioni da nessuno», ammoniscono in questi giorni, sussiegosi, i ministri di Sarkozy; in particolare Pierre Lellouche, segretario di Stato agli Affari europei, secondo cui la Francia «è un grande Paese sovrano che non è consentito trattare come un ragazzino». Berlusconi e la Lega sono ben felici di nascondersi, in cerca di tutele, dietro tanta regale sicumera.
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Se votiamo oggi, Berlusconi si avvicina al Quirinale
Un governo d’emergenza per risolvere due problemi, l’attuale legge elettorale e il monopolio televisivo, e poi tornare alle urne con regole nuove. Se non si ricuce lo strappo tra Berlusconi e Fini, andare alle elezioni anticipate con la “legge porcata” sarebbe un suicidio. Lo afferma la politologa Barbara Spinelli, scrittrice ed editorialista de “La Stampa”, di fronte ai recenti sviluppi politici: «ultimo atto» o solo «ultima scena di uno dei tanti atti della tragedia berlusconiana?». Comunque sia, «non è un bello spettacolo». E il sipario non sembra chiudersi: da questa situazione «di fine regno», in realtà Berlusconi «ha la possibilità di uscire restando in sella e pesando sulla vita politica italiana in modo molto più forte di quanto immaginiamo».
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Legalità e informazione: al voto l’emergenza-Italia
Più legalità e più informazione, perché sono sempre i più deboli a pagare il prezzo della corruzione e di un’informazione non libera. Queste le due maggiori emergenze nell’Italia alle prese con la crisi, ora di fronte al test di elezioni regionali incattivite da una campagna elettorale avvelenata, aperta dal “pasticcio” delle liste Pdl in Lazio e Lombardia e chiusa dalle polemiche sulla clamorosa protesta di Michele Santoro con la sua edizione-pirata di “Annozero” dal PalaDozza di Bologna, da cui il giornalista ha sfidato in modo spettacolare e senza precedenti il bavaglio, altrettanto clamoroso, imposto dal governo agli info-talk della Rai.
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Pronti al dopo-Silvio? Inglesi, 10 domande al Pd
«Avete un Obama capace di sfidare Berlusconi in carisma e popolarità ma al tempo stesso di creare una visione, un sogno per gli elettori che dovrebbero votarvi?». E’ il quesito che conclude le “dieci domande” all’opposizione italiana, un decalogo nato dalla conferenza “Berlusconi and beyond: prospects for Italy” promossa a Birmingham da Geoff Andrews, italianista della Open University, con il patrocinio della Birmingham University. Il centro-sinistra ha i programmi, le risorse e i leader per togliere il potere a Berlusconi e attuare una stagione di profonde riforme?