Archivio del Tag ‘Barack Obama’
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Una setta di 9 banchieri decide le sorti del mondo
Nove banchieri delle più importanti istituzioni finanziarie di Wall Street si riuniscono il terzo mercoledì di ogni mese nel distretto finanziario di Manhattan per assicurarsi il controllo del mercato che più preoccupa la Casa Bianca: quello dei derivati. L’amministrazione Obama ha tentato invano di sottoporli a rigidi controlli nella recente riforma finanziaria varata dal Congresso, e Paul Volcker, l’ex presidente della Federal Reserve, ora consigliere dello Studio Ovale, ne è il critico più aspro: i nove dirigono un mercato che «sfugge a ogni regola» e continua a minare la stabilità di Wall Street dopo aver già contribuito alla crisi del settembre 2008.
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Afghanistan, guerra infinita: all’Italia costerà 3 miliardi
Altro che fine delle ostilità: la guerra d’occupazione occidentale in Afghanistan durerà almeno altri quattro anni, ma la presenza militare straniera proseguirà senza limiti ben oltre il 2015. Questo è il piano che Barack Obama ha presentato al vertice atlantico di Lisbona: altri 48 mesi di guerra “dura”, alla Petraus, con bombardamenti aerei e raid notturni delle forze speciali, al termine dei quali dovrebbe avvenire il ritiro del grosso dei reparti combattenti, da completare (Talebani permettendo) entro la fine del 2014. Ma sul campo resteranno migliaia di soldati Nato a fianco dell’esercito afghano, impegnato a proseguire la guerra forse per molti anni. Se anche l’Italia resterà a Kabul, si calcola che spenderà altri 3 miliardi di euro.
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Nato, 200 atomiche in Europa: l’Italia ha già 80 bombe
Tra due giorni il vertice Nato di Lisbona deciderà dove dislocare le circa 200 testate nucleari tattiche attualmente sul suolo europeo, sparse tra Belgio, Italia, Germania, Olanda e Turchia. Dislocare dove, visto che Belgio, Olanda, Germania e altri – avendo male interpretato, evidentemente, le promesse di Obama di andare verso una drastica riduzione delle armi atomiche – avevano dichiarato di non volerle più sui loro territori? Resterebbero, dunque Turchia e Italia. Ma la Turchia di Erdoğan negli ultimi tempi è diventata un alleato assai scomodo. E non solo è poco verosimile che qualcuno le faccia una tale proposta, ma è ancor meno verosimile che Ankara l’accetterebbe.
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Missili salva-Obama? I rivali: no, ora basta guerre
E se l’America si ritirasse clamorosamente dai teatri di guerra disseminati nel mondo? Potrebbe succedere, per assurdo, se fra due anni cadesse la “colomba” Obama, come sembra annunciare il disastroso esito delle elezioni di medio termine. Solo una guerra, scrive il “Washington Post”, oggi potrebbe “salvare” il presidente che prometteva “Yes, we can” ed è stato invece travolto dalla propria inerzia di fronte alla catastrofica crisi ereditata da Bush. A puntare sulla pace oggi non è più Obama, ma i suoi rivali, i tradizionali “falchi” di ieri: proprio i leader emergenti dei repubblicani oggi sono gli unici, in America, a prospettare il ritiro immediato e unilaterale degli Stati Uniti da ogni guerra.
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Crisi, l’America impaurita non si fida più di Obama
Barack Obama incassa una dura sconfitta, ma evita una débacle irrimediabile: nelle elezioni di medio termine i democratici franano alla Camera ma conservano il Senato. Un rovescio che rientra nel tradizionale ciclo politico americano: andò peggio a Reagan, Clinton e Bush, che a metà legislatura persero entrambi i rami del Parlamento. Ma i precedenti storici non bastano ad evitare lo choc, scrive Federico Rampini su “Repubblica”, perché alla Camera le dimensioni dell’avanzata repubblicana sono travolgenti: è il più grosso ribaltamento dei rapporti di forze dal 1948. «In due anni – rileva Rampini – Obama sembra avere dilapidato gran parte del patrimonio di consensi, l’aureola di carisma, l’alone di speranza che avevano circondato la sua vittoria nel 2008».
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Crisi totale: lo spettro della povertà spaventa l’America
La crisi vista finora non è ancora niente: aspettiamoci di tutto nel 2011, quando il capitalismo finanziario Usa rischierà il collasso, precipitando nel panico i cittadini americani, già ora pressati dai debiti e impauriti dallo spettro della povertà. Benvenuti negli United States of Austerity, verso una «gravissima avaria del sistema economico e finanziario mondiale». Firmato: Geap, Global Europe Anticipation Bulletin. Pessime previsioni dal rapporto numero 47 del gruppo di analisti eterodossi che studiano la Grande Crisi in atto. Ripresa apparente, rilancio effimero: esaurite le ricette-tampone dei governi, spaventa il baratro della più grave recessione di tutti i tempi. E senza più nessun tipo di paracadute: perché l’America, senza soldi, potrebbe davvero crollare.
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Dopo il disastro, sarà Gheddafi a salvare la Bp?
Troppo grande per poter fallire: l’eventuale crollo della Bp, responsabile della catastrofe ecologica per la fuga di petrolio al largo del Golfo del Messico, investirebbe i maggiori istituti di credito mondiali (Goldman Sachs, Morgan Stanley e Jpm) e, a ruota, attraverso forniture e meccanismi di credito, anche società energetiche, compagnie aree, armatori, autolinee e ferrovie. Secondo il sito web d’informazione finanziaria “Zero Hedge”, l’impatto sarebbe così ampio da consigliare – come per Wall Street – il «salvataggio politico» della compagnia petrolifera inglese, aprendola a nuovi partner. Il più importante – e ingombrante? La Libia di Gheddafi.
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Scandalo Afghanistan, l’ombra della Cia sul terrorismo
Centinaia di civili massacrati dalle forze di coalizione, un’unità segreta incaricata di “uccidere o fermare” qualsiasi leader talebano anche senza processo, l’aumento degli attacchi dei droni e la collaborazione tra i servizi segreti pakistani e i talebani. Questi i contenuti più scottanti dei file segreti del Pentagono sull’Afghanistan svelati dal portale “Wikileaks” e pubblicati dal “Guardian”, dal “New York Times” e dallo “Spiegel”. In tutto 92.000 documenti, che «forniscono un ritratto devastante della guerra in Afghanistan rivelando come le forze della coalizione abbiano ucciso centinaia di civili in incidenti non dichiarati», mentre aumentano gli attacchi dei talebani, alimentati da un ambiguo alleato: il Pakistan.
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Foto fantasma, l’artista che colpisce i leader del mondo
Immaginate di essere un giovane inventore, o meglio un artista. Anzi, entrambe le cose. E che mentre ancora frequentate la vostra bella accademia d’arte a Berlino, tirate fuori dal cappello un’invenzione che qualunque multinazionale o agenzia pubblicitaria vi pagherebbe a peso d’oro. Che fate? Scegliete l’Arte o il Denaro? Julius Von Bismarck, ventiseienne artista tedesco alto due metri, barbone e capelli tagliati a caschetto come un personaggio di un film di Tim Burton, quel dilemma l’ha vissuto due anni fa. Di giorno artista, di notte avido lettore di libri da politecnico, Julius ha progettato, brevettato e realizzato il “Fulgurator”.
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Una Balena cinese salverà il Golfo dal petrolio?
A 76 giorni dall’inizio della crisi della marea nera, le speranze di salvare le acque del Golfo del Messico sono ormai affidate a una balena. E’ un cetaceo d’acciaio, proveniente da Taiwain: alta come un palazzo di dieci piani, lunga 350 metri, la gigantesca nave – battezzata “Whale” perché «funziona proprio come una balena» – è in grado di pompare acqua da 12 boccaporti, filtrando il petrolio e restituendo al mare 80 milioni di litri d’acqua pulita ogni 24 ore. Vista l’impossibilità di chiudere la falla della piattaforma “Deepwater Horizon” e in attesa dei “pozzi di sollievo” per sviare il greggio, la bonifica dell’Oceano è affidata ai giganteschi filtri della “Whale”.
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Petraeus getta la maschera: mano pesante in Afghanistan
Il divieto di ricorrere ai bombardamenti aerei e all’artiglieria pesante per ridurre gli “effetti collaterali”? Va rimosso perché la vita dei civili afghani è importante, ma quella dei soldati americani lo è di più. La data del luglio 2011 come inizio del ritiro? «Solo una balla per tener buoni gli afghani: in realtà l’occupazione proseguirà ben oltre quel termine». Un giudizio sul comando del generale McChrystal in Iraq (dove i suoi uomini torturavano a morte i prigionieri)? Fu «una leadership eccezionale». David Petraeus «ha gettato la maschera», scrive “PeaceReporter”, bocciando il generale «dalla faccia buona e dal sorriso rassicurante appena nominato da Obama».
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Libertà web, allarme Usa: una legge per oscurare Internet
Al presidente Obama sarà attribuito il potere di spegnere Internet per almeno quattro mesi senza alcun controllo del Congresso se il Senato approverà l’infame disegno di legge sull’«interruttore killer» di Internet, che è stato approvato ieri da una commissione chiave del Senato e ora va in plenaria. La legge di protezione del ciberspazio quale risorsa strategica nazionale, che viene spinta con forza dal senatore Joe Lieberman, conferirebbe un potere assoluto in capo al governo federale Usa nel chiudere le reti e bloccare il traffico in entrata a Internet da alcuni paesi nel quadro di una dichiarata emergenza nazionale.