Archivio del Tag ‘attentato’
-
Belpietro: io, condannato a morte per le mie idee
Il clima conta. Basta navigare su certi siti per trovare minacce di morte. Tutto questo mi mette inquietudine, non capisco quale reato ho commesso per meritare addirittura una condanna a morte. Provo un senso di grande ingiustizia. Questo non è un Paese normale: perché da noi non si possono sostenere opinioni senza pagare con paura e minacce? Evidentemente sostenere idee contro la vulgata corrente si paga, anche con la limitazione della libertà: la scorta è una limitazione della libertà. Non può essere un caso, se i direttori sotto scorta come me sono Vittorio Feltri ed Emilio Fede: siamo tutti dell’area moderata.
-
Nuovo incendio in val Susa, i No-Tav: attentato mafioso
Nuovo grave attentato incendiario contro i No-Tav in valle di Susa: il 31 gennaio, verso le 22.30, è stato completamente distrutto il “presidio” di Bruzolo, simbolo della lotta popolare contro la linea ad alta velocità Torino-Lione, già colpito da un primo attacco incendiario il 16 gennaio. Questa volta è stata addirittura abbandonata una bombola di gas nei pressi del “presidio” divorato dalle fiamme e completamente distrutto. «Un’intimidazione di chiaro stampo mafioso», accusano i volontari, che denunciano anche «l’imbrattamento di alcuni cippi partigiani con scritte “Sì Tav” a Caprie», altro piccolo centro della valle, non lontano da Bruzolo.
-
Nuovo agguato incendiario contro i No-Tav in val Susa
Nuovo agguato incendiario contro i No-Tav: dopo il primo attacco il 16 gennaio al “presidio” di Bruzolo contro la Torino-Lione, nella notte fra il 23 e il 24 gennaio è stato distrutto dalle fiamme l’altro storico avamposto presidiario dei militanti della valle di Susa, quello di Borgone, dove ignoti hanno firmato la devastazione con la scritta “Sì Tav”, a poche ore dalla festosa conclusione dell’imponente “marcia dei quarantamila” che nel pomeriggio aveva letteralmente invaso il capoluogo, Susa, per ribadire la vitalità di un’opposizione immutata e popolare contro l’alta velocità.
-
Narco-terrorismo dietro la strage dei Pasdaran in Iran
Anche se Teheran si affretta ad accusare «potenze straniere», in particolare Usa e Gran Bretagna, si profila l’ombra del narcotraffico dietro alla sanguinosa strage provocata il 18 ottobre nell’Iran sud-orientale dal kamikaze che ha colpito al cuore i Pasdaran, guardiani della rivoluzione khomeinista, uccidendo 29 persone tra cui il generale Nurali Shushtari, comandante vicario della formazione militare, e il generale Mohammad Zadeh, a capo dei Pasdaran nella provincia Sistan-Baluchistan, a due passi da Pakistan e Afghanistan. Il convoglio era diretto a un incontro con i leader tribali della zona.
-
Borsellino, strage annunciata: ora la verità sui mandanti
Chi uccise, davvero, il giudice Paolo Borsellino nella strage di via D’Amelio a Palermo il 19 luglio 1992? «Se si riuscirà ad arrivare alla verità sarà il primo caso in Italia in cui saranno identificati i mandanti esterni di una strage». Così risponde a “Libera informazione” il giornalista Maurizio Torrealta , già collaboratore di Michele Santoro e ora caporedattore di RaiNews 24, autore nel 2002 del libro “La Trattativa” (Editori Riuniti). Malgrado il silenzio assordante della politica, ormai sappiamo che la trattativa segreta tra mafia e Stato era stata avviata, dice Torrealta, che rivela che le stragi erano state regolarmente annunciate.
-
Mazzette ai Taliban? Roma: falso, denunciamo il Times
L’Italia avrebbe pagato i Talebani per scongiurare attacchi contro le proprie truppe in Afghanistan: questa “prassi”, per la quale avrebbe protestato l’ambasciatore Usa a Roma, sarebbe costata la vita a soldati francesi, che si credevano al sicuro. L’accusa, clamorosa, proviene dal Times di Londra, che il 15 ottobre ha firmato un durissimo attacco contro il governo italiano. Che smentisce e replica: «Tutto falso, è solo spazzatura. Reagiremo querelando il giornale londinese».
-
Il sari rosso di Sonia Gandhi, un simbolo per due mondi
Sempre più nel cuore degli indiani oramai da più di quarant’anni, ma anche nella “mente” degli italiani per via delle sue origini, nonché della comunità internazionale, che si appresta a farne la nuova icona e soprattutto un punto di riferimento di sobrietà e concretezza al tempo stesso. Questo e altro sta accadendo nella parabola niente affatto discendente di Sonia Gandhi, 63 anni, nata nel Torinese da famiglia di origini venete, ma stabilitasi in India dal 1966, al seguito dell’allora fidanzato Rajiv, ucciso un quarto di secolo dopo in un attentato dei Tamil.
-
Brunetta: rimpiangeremo Giugni, stratega dei lavoratori
Gino Giugni è stato un uomo tanto intelligente quanto coraggioso. L’intelligenza traspariva dal sorriso bonario che ti contrapponeva quando avevi detto un’ingenuità. Il coraggio era evidente nello sguardo che si illuminava di fronte alle sfide più difficili. Grazie alla straordinaria intelligenza è riuscito, di volta in volta, a trovare quel delicato punto di equilibrio tra interessi contrapposti che determina il successo di ogni riforma. Grazie all’indomito coraggio è riuscito a far sì che quelle riforme diventassero realtà e incidessero in profondità sulla società italiana.
-
I segreti dell’Arctic Sea, blitz Usa-Russia contro il Mossad
Il mercantile russo Arctic Sea non nascondeva missili anti-missile S-300 per la difesa tattica delle installazioni nucleari iraniane, ma stava trasportando negli Usa materiale top secret, nel corso di una missione super-segreta, concordata da Mosca e Washington, nel quadro del disarmo mondiale poi ufficializzato da Obama con la storica rinuncia allo scudo anti-missile. Attaccata da agenti segreti del Mossad, la nave sarebbe stata infine liberata da un blitz congiunto, realizzato grazie a un’operazione condotta da forze speciali di Usa e Russia. Lo riferisce Giulietto Chiesa, mettendo insieme fonti russe e americane, civili e militari.
-
I morti e la pietà, ogni guerra è una guerra civile
Ho visto i morti sconosciuti, i morti repubblichini. Sono questi che mi hanno svegliato. Se un ignoto, un nemico, diventa morendo una cosa simile, se ci si arresta e si ha paura a scavalcarlo, vuol dire che anche vinto il nemico è qualcuno, che dopo averne sparso il sangue bisogna placarlo, dare una voce a questo sangue, giustificare chi l’ha sparso. Guardare certi morti è umiliante. Non sono più faccenda altrui; non ci si sente capitati sul posto per caso. Si ha l’impressione che lo stesso destino che ha messo a terra quei corpi, tenga noialtri inchiodati a vedere, a riempircene gli occhi.
-
Caro Saviano, quel sangue del Sud non è versato per noi
«Lei, Saviano, dice che giù al Sud si è in guerra. Non posso darle torto, ma preferirei che i nostri ragazzi si dessero da fare non per dimostrare che “combattere un’altra guerra è possibile”. Preferirei, scusi la facile retorica, che dimostrassero che “un altro mondo è possibile”. Per una volta, questa, la camorra non è responsabile della morte dei nostri fratelli». Così Nicola Sessa di “PeaceReporter” risponde a Roberto Saviano, che su “Repubblica” ha messo in relazione con la camorra il reclutamento militare al Sud, spiegandolo come un sistematico tentativo di “fuga” da un ambiente malato, stritolato dall’economia criminale dei clan.
-
Mini: le nostre truppe senza strategia dal 2002
L’attentato di Kabul «aggiunge altra nebbia al ruolo italiano». Lo afferma il generale Fabio Mini, intervistato da Alfonso Desiderio per “Limes”. «In termini più crudi – aggiunge Mini – sorge la prima domanda: che ci stiamo a fare? Oppure, come qualcuno già si chiede, quanti morti vale l’Afghanistan?». E’ duro il giudizio del generale, già comandante delle forze Nato in Kosovo, secondo cui dal 2002 non è più chiara la funzione della presenza italiana a Kabul, dopo che la Nato ha assunto la guida della missione. Rivelatasi disastrosa (e sanguinosa) la strategia di Bush, ora si attende l’unica soluzione possibile: che dovrà essere indicata da Barack Obama.