Archivio del Tag ‘Angela Merkel’
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Barnard: se Draghi salva l’euro, firma la nostra condanna
Colpo di scena: la Bce potrebbe improvvisamente finanziare il Mes, il dispositivo salva-Stati creato a Bruxelles, per sostenere all’infinito i debiti sovrani ed evitare il collasso dell’euro, cioè la gallina delle uova d’oro per la grande finanza tedesca e francese. La notizia ha cominciato a circolare dal 26 luglio: a Londra, Mario Draghi ha annunciato che la banca centrale europea aprirà i rubinetti. E il governatore della banca centrale austriaca, Ewald Nowotny, già da giorni aveva dichiarato che si sta discutendo se dare una vera e propria licenza bancaria al Mes, il Fondo salva-Stati destinato a vincolare per sempre la finanza pubblica dell’Eurozona al regime non-democratico instaurato dall’oligarchia tecnocratica di Bruxelles, padrona assoluta dell’economia europea che agonizza in piena crisi, mentre volano i profitti stellari della maxi-speculazione delle banche d’affari.
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Loretta Napoleoni: l’euro crollerà entro la fine dell’anno
Molto probabilmente entro la fine dell’anno vedremo un’implosione dell’euro, o almeno di alcune parti dell’euro. Sicuramente accadrà in Grecia, specie se il Fmi farà quello che è stato detto. Anche perché i greci, non avendo possibilità di stampare moneta, se gli vengono negati gli aiuti economici o dal Fmi o dalla Bce, dovranno necessariamente trovare un mezzo per scambiare i prodotti e quindi dovranno stampare una loro moneta e chiaramente stamperanno la Dracma perché l’euro non lo possono stampare. Certo, si può cambiare, si può fare un euro a due velocità, si possono fare tante cose, però così come è concepita l’idea che in Spagna, in Grecia, Italia, Germania, Finlandia ci sia la stessa moneta non è possibile perché le economie sono diverse.
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Salvare l’Europa? Gli Usa: basta tagli, serve più debito
Indovinate chi ha detto questa frase: «L’economia americana stenta a crescere perché la spesa a deficit del governo sta calando significativamente». Esatto, la spesa a deficit: quella dello Stato a favore dei cittadini, a cui l’Europa ha dichiarato guerra. E chi si mette, ora, a difendere il debito pubblico come sacrosanto diritto e motore fondamentale per il salvataggio dell’economia? Magari il fantasma di John Maynard Keynes, il grande economista inglese nemico delle élite, il genio che sognava un’economia pubblica democratica? Sbagliato, dice Paolo Barnard, l’inventore di questo strano indovinello pubblicato sul suo sito il 24 luglio: quella frase “impossibile”, che a Bruxelles e Francoforte varrebbe la fucilazione, l’ha pronunciata nientemeno che Timothy Geithner, il ministro del Tesoro statunitense, nell’annuale conferenza “Delivering Alpha” all’inizio di luglio.
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Guerra all’Italia: torneremo poveri come cent’anni fa
Nel disinteresse generale il Parlamento ha approvato il Fiscal Compact. E questo disinteresse, costruito dalla disinformazione di regime, è l’ultimo segnale del disfacimento della nostra democrazia. In tutta Europa, di Europa si discute e sull’Europa ci si divide. In Irlanda si è fatto un referendum. Da noi una Camera quasi vuota e con l’assenza dei principali leaders, approva il più brutale e vasto servaggio economico della storia repubblicana. Secondo quel patto, che i cittadini non per colpa loro ignorano, l’Italia si impegna a dimezzare in venti anni lo stock del debito pubblico. Cioè dobbiamo pagare 1000 miliardi, 50 all’anno. In aggiunta agli interessi che ora ci costano 80 miliardi all’anno. Insomma un costo paragonabile alle riparazioni di una guerra perduta. E di guerra infatti ha parlato Monti, guerra al popolo italiano.
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Barnard: Monti di menzogne sul vertice strangola-Italia
Il cosiddetto successo di Mario Monti nell’ultimo super-vertice europeo «è una montagna di menzogne che questo indecente tecnocrate dell’economicidio italiano vende a un’intera nazione a rischio, e a imprese al collasso, solo perché i miei colleghi giornalisti sono spazzatura, e solo per calmierare la giusta esasperazione che serpeggia fra noi italiani minacciati oggi nella sopravvivenza economica e dunque democratica». Paolo Barnard non ha dubbi: «Basta studiare quello che si dovrebbe conoscere se si fa questo mestiere per smascherare ogni singola strombazzata di Monti e l’intero racconto teatrale che ne hanno fatto i giornali», “Repubblica” in testa, che tenta di vendere come una vittoria l’intervento del Mes, il Fondo salva-Stati: possibile solo nei confronti dei paesi che abbiano comunque i conti in ordine.
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Ridono solo i banchieri: a noi le tasse, a loro il bottino
Tutti imbambolati gl’italiani hanno fatto confusione tra la vittoria dell’Italia sulla Germania e la “vittoria” di Mario Monti sulla Merkel. Hanno esultato le borse. Voglio ben vedere! Erano le uniche che potevano esultare, visto che sono state le banche a prendersi il bottino. E tutti ad applaudire come zombi. Non ci siamo accorti che tutta l’operazione serviva solo a ”rassicurare i mercati”. Cioè a sistemare i conti dei ladri. Non i nostri. Adesso facciamo i conti. Ma, prima di tutto, facciamo una scommessa: quanto credete che duri la bonaccia dello spread? Io dico che durerà qualche mese, fino a settembre-ottobre. Poi si ricomincia il ballo di San Vito, il “loro” ballo. Solo gl’ingenui di “Repubblica” e gli economisti di regime che tengono bordone possono pensare che la cosiddetta “speculazione” si accontenti di così poco. È come aspettarsi da una tigre affamata che ti mangi solo un braccio. Non esistono tigri del genere.
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Tedeschi o americani? Chiunque vinca, sarà il nostro boia
Allegri, siamo spacciati. L’inedito scontro esploso a Bruxelles non aveva per obiettivo la nostra salvezza. Al contrario, stanno solo decidendo chi scriverà i titoli di coda: il boia di Wall Street o il collega tedesco della Bundesbank? Non cadiamo nell’equivoco, avverte Giulietto Chiesa: la vera posta in gioco non è il braccio di ferro contro la presunta spilorceria della Germania nell’accollarsi l’euro-debito, ma il controllo geopolitico dell’Europa di oggi e di domani. E il nostro destino ha il respiro cortissimo, perché sia le ricette americane che quelle della Merkel prevedono soluzioni nefaste: il nostro futuro nelle mani dei predatori della finanza o, a scelta, in quelle degli autocrati di Berlino. Fine della democrazia, mentre l’intera Europa si condanna a sprofondare in una crisi sociale inaudita e pericolosissima, possibile preludio di una nuova, drammatica Grande Guerra.
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Folle Germania: ci ha dichiarato guerra e non avrà pietà
Devo fare un’autocritica. Fino a qualche giorno fa ero convinto che la Germania fosse in pieno dibattito politico interno, lacerata dal dilemma se aiutare il resto dell’Europa a uscire dalla crisi, o farsi i fatti propri. Adesso so che non è così. Non c’è alcun dilemma. La Germania è unita nella sua ferma determinazione di essere la guida dell’Europa. Non un primus inter pares, ma un primus punto e basta. E questo consente di vedere molte cose sotto un’altra prospettiva. Ma prima di tutto devo spiegare che la mia conversione è avvenuta non sulla via di Damasco ma su quella di Lussemburgo, dopo aver ascoltato in rapida successione tedeschi e lussemburghesi (che è come dire tedeschi e tedeschi al quadrato) ribadire che l’Europa che abbiamo è questa; che di altre Europe non c’è bisogno, e che altre Europe non sono all’orizzonte e non ci saranno.
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Uscire dall’euro: slogan a parte, è caduto l’ultimo tabù
Singolare: proprio Berlusconi, protagonista di una clamorosa auto-rottamazione politica, al punto da agevolare i suoi liquidatori col piano Monti-Napolitano, ora sembra sul punto di “resuscitare” agitando la propaganda anti-euro. Per contro, proprio grazie al redivivo Cavaliere, nell’agenda politica italiana cade l’ultimo tabù: quello dell’intoccabilità quasi sacrale della moneta unica europea, valuta comune ma non pubblica, non “sovrana”, appaltata alla Bce per la regia privata della grandi banche e di un unico attore pubblico, la Germania di Angela Merkel che «non dà segni di ragionevolezza». Uscire dall’euro? Ebbene sì: ora se ne parla apertamente. E, con Berlusconi, il tema farà irruzione nella prossima campagna elettorale. Semplicismo e fede nei miracoli? Attenzione, avverte Aldo Giannuli: «Una uscita improvvisa dall’euro – o peggio ancora un suo crollo improvviso – determinerebbe molti più mali che benefici e rischieremmo di spezzarci la schiena».
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Il Telegraph: muoia la Grecia, un piano deciso dall’inferno
L’establishment europeo è felice per la vittoria di Nuova Democrazia ed è disponibile a tenere ancora in vita un paziente che non riesce più a respirare. Ma, questa sensazione, non potrà andare avanti ancora per molto. I nuovi leader della Grecia hanno ricevuto un mandato dall’inferno. In un modo o nell’altro quasi il 52% del voto popolare è andato a partiti che si opponevano al salvataggio previsto dal Memorandum. Comunque la nazione non ha accettato le politiche di austerità della troika. La sinistra dura del partito Syriza di Alexis Tsipras adesso è forse più pericolosa all’opposizione, con un gran numero di seggi in Parlamento, e potrà tartassare il governo senza assumersene la responsabilità, dato che lo Stato sta mandando a casa 150 mila lavoratori del settore pubblico, un quinto del totale.
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Giannuli: a casa Monti e il suo governo di tecnici cialtroni
Monti? No, grazie. L’economista Aldo Giannuli boccia senza appello il governo dei tecnocrati: «Rare volte, in politica, è stato possibile assistere ad un fallimento più pieno, palese e veloce di quello che sta accadendo al governo Monti». Doveva essere il governo dei tecnici puri, insensibili alle ragioni politiche e si è dimostrato «un governo di destra». Non solo in economia, anche in materie come la giustizia o i diritti civili. Doveva essere un governo dei “competenti”, la crema dell’intellighenzia manageriale, amministrativa, diplomatica, e «si sta dimostrando un governo di cialtroni incompetenti senza pari: pensate alla figuraccia della Fornero sugli esodati che, per di più, anziché prendere il primo aereo per il Tibet, dove ritirarsi in solitaria meditazione cercando di farsi dimenticare, si scaglia contro i dirigenti dell’Inps meditando di cacciarli perché hanno osato smentirla dati alla mano».
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Europa solidale sul debito, o tornerà l’orrore della storia
Da qualche giorno si parla, non senza speranza, della proposta avanzata il 7 giugno da Angela Merkel alla televisione tedesca. Un’unione economica e politica dell’Europa, grazie alla quale la moneta unica potrà sormontare i propri squilibri, l’indebitamento degli Stati diverrà comune debito europeo, l’Unione potrà emettere eurobond garantiti solidalmente, sorvegliare le banche unificandole. L’obiettivo sarebbe una Federazione, ottenibile attraverso nuove graduali cessioni di sovranità nazionali: ancora in mano agli Stati, esse sono impotenti di fronte ai mercati. La terra promessa è bella, ma è tutt’altro che chiaro se il Cancelliere voglia, e presto, quel che annuncia. Se non stia guadagnando tempo, dunque perdendolo. Comunque, l’idea è di sfidare il suo principale interlocutore: il nuovo presidente francese. Ricordi, la Francia, che se l’Europa non si fa la colpa è sua, non dei tedeschi.