Archivio del Tag ‘alta velocità’
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Tav, merci in calo e costi stellari: Vienna frena sul Brennero
Troppi costi: vale la pena indebitarsi all’infinito per una grande opera ferroviaria la cui utilità è ormai dubbia, visto il crollo del traffico merci? Maria Ferker, ministro delle finanze di Vienna, mette le mani avanti: il tunnel di base per la linea Tav del Brennero non può essere accettato a scatola chiusa, “senza se e senza ma”. La Ferker non esclude per ora la realizzazione del Bbt, l’alta velocità italo-austriaca, ma avverte che quel tunnel rappresenta un problema di indebitamento a lungo termine, che sicuramente «esploderà». La Corte dei Conti austriaca calcola per ora un esborso stellare da 24 miliardi di euro. Discussione aperta con un’altra donna del governo di Vienna, Doris Bures, ministro delle infrastrutture: il Tav rappresenta un impegno enorme per il futuro e Vienna non ammette che si dia il via libera a montagne di debiti fuori controllo.
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Natale low cost in val Susa, ospitalità gratis dai No-Tav
Natale in Valsusa. Sarebbe un bel titolo, per un cinepanettone da tempi di crisi. Invece non è cinema: è un proposta turistica dalla val di Susa. Turistica e… gratuita, o quasi. I valsusini, stanchi di essere dipinti come pericolosi terroristi, hanno deciso di aprire case e baite a chi vuol andarli a trovare. Lo scopo è quello di mostrare le bellezze della “valle che resiste” più chiacchierata d’Italia, la cordialità dei suoi abitanti, e far conoscere a tutti i motivi della ventennale famosa lotta NoTav. Tranquilli: potrete fare i vacanzieri, nessuno vi trascinerà a fare del turismo estremo fra lacrimogeni, manganelli e cantieri ferroviari. In val di Susa si scia, si va in montagna, si respira aria buona e si mangia il panettone.
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Cantieri e veleni: svendere la salute, per trenta denari?
Sindaci pronti a dare l’ok a piccole e grandi opere “inutili”, in cambio di sbrigativi indennizzi e piccole compensazioni. E pazienza se a rimetterci sono il territorio e la salute dei cittadini. Questo il tono dell’ultima denuncia della sezione alessandrina di “Medicina Democratica”, già protagonista di un lungo braccio di ferro con il governo per impedire la “normalizzazione” del deposito Sogin di Bosco Marengo, contenente combustibile radioattivo. La nuova offensiva degli ambientalisti coordinati da Lino Balza riguarda ora le amministrazioni comunali dell’area, “colpevoli” di non opporre alcuna resistenza all’assedio che “Medicina Democratica” segnala: alta velocità, cantieri inutili, inquinamento e disastri vecchi e nuovi.
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Erri De Luca: la lotta della val Susa è giusta e necessaria
Si succedono governi e governatori, di qualunque specie essi rinnovano l’empio progetto di traforo e strazio della valle di Susa. Empio progetto perché empia è la bestemmia contro la terra, madre sacrificata allo sventramento per l’inutile seconda linea ferroviaria. Voi non siete gli indiani d’America, scacciati dai vostri pascoli dallo sterminio dei bisonti e dalla posa di una via ferrata. Voi siete i legittimi eredi di una terra aggredita da interessi estranei, che vogliono asservirla. Voi non siete i nemici del progresso ma l’avamposto di una nuova speranza di progredire insime al proprio suolo.
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Perché il maxi-spreco Tav? Chiedetelo alle banche francesi
Paolo Flores D’Arcais, pur senza manifestare un particolare entusiasmo, ha salutato nel governo Monti l’epifania di una destra finalmente “presentabile” e “civile”. Uno che è stato pronto a credere che la Nato potesse andare in soccorso di una vera ribellione popolare, è disposto anche a credere che possa esistere una destra presentabile e civile. A riguardo della sinistra si potrebbe sempre dire ciò che Nietzsche diceva a proposito di Dio, e cioè che almeno ha la scusante di non esistere; dato che ciò che viene definito come “sinistra” non è altro che una nicchia di parcheggio per personale politico che attende l’opportunità di collocarsi a destra.
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«Virano contro Mercalli? E allora quereli anche tutti noi»
Virano querela Mercalli? «Allora quereli anche noi: siamo tutti d’accordo con lui». Sotto tiro, il climatologo valsusino che in una recente puntata di “Che tempo che fa”, la popolare trasmissione di Fabio Fazio su RaiTre, ha criticato la congiura dell’informazione sulla valle di Susa e la mistificazione sulla Torino-Lione, grande opera devastante, super-costosa e tragicamente inutile, come 150 docenti universitari hanno ricordato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, invitandolo a sollecitare un ripensamento del governo. E se l’esecutivo Monti a tutto pensa fuorché a una sospensione della Torino-Lione, il commissario dell’alta velocità Italia-Francia se la prende con Mercalli.
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Tav, grandi opere e debiti folli: la catastrofe Zapatero
Vi ricordate Josè Zapatero, detto “Bambi”, simbolo e idolo della nuova sinistra? Ora è l’autentica maledizione. Non solo della Spagna e di Mariano Rajoy, il successore annunciato chiamato ad arginare la voragine ricevuta in eredità. Ma di tutti noi. Il vero grande malato d’Europa, quello capace d’affossarla, non è né l’Italia, né la minuscola Grecia, ma come ricorda l’“Economist”, la Spagna. Il suo vero cancro, pernicioso e contagioso, sono 308 miliardi di mutui sull’edilizia pubblica e privata. Metà di quei 308 miliardi sono, a detta della Banca di Spagna, «problematici». Altri 30 sono «insolvibili». Ovvero carta straccia. Tutto merito di un primo ministro che per 7 anni ha trasformato la nazione in un convulso cantiere.
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Tav, Banca Intesa e l’amico Silvio: tranquilli, c’è Passera
Passera diventa ministro: cioè, dovrà fare il controllore, e non il controllato. Infatti ha voluto pure il ministero delle infrastrutture e trasporti, oltre a quello dello sviluppo economico, e quindi dovrà tutelare gli interessi dei cittadini che viaggiano via terra, via mare e via aria. Ma, via aria, Passera dovrà vedersela con l’Alitalia: e sarà un bel problema, perché l’ha fatta lui. Via mare, dovrà vedersela con gli armatori, alcuni dei quali ha chiamato a far parte della società Alitalia. Via terra, dovrà occuparsi di treni. E, guarda un po’, Intesa ha appena prestato quasi un miliardo a Ntv, la società dei nuovi treni veloci di Montezemolo e Della Valle che dovranno fare concorrezza ai Frecciarossa delle ferrovie dello Stato: e sarà un bel problema restare imparziali.
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Grandi opere, la mafia del debito: a loro i miliardi, a noi i tagli
Si discute, ormai quotidianamente, del debito pubblico, del suo peso enorme sull’economia italiana. Una valanga che rotola a valle e travolge pensioni, diritti acquisiti, posti di lavoro e sta cancellando il futuro di una o due generazioni. Non si è ancora discusso però di come questo debito è stato generato e a cosa sono stati destinati i 1.900 miliardi accumulati dai vari governi, da Craxi a Berlusconi. E soprattutto chi ha preso questi soldi. Il giudice Imposimato ha spiegato che i soldi pubblici stanziati per l’alta velocità hanno finanziato le mafie, le lobby politiche e i soliti grandi gruppi con le pezze al culo.
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Destra e sinistra? Scordiamoci il meno peggio: non esiste
Il pantano maleodorante della politica italiana si va allargando ad alta velocità e, secondo ogni probabilità, noi andremo a votare anticipatamente – non si sa su che cosa, non si sa neanche per chi – ma questo è quello che si delinea. Andremo a votare con la stessa legge elettorale che abbiamo adesso, il che significa un Parlamento se possibile ancora peggiore, ancora più imbelle, più inetto, più controllato, più mafioso. In ogni caso, quelli che verranno – se verranno, dopo l’attuale disastro – saranno degli ostaggi: ostaggi consenzienti dell’attuale sistema della finanza europea e mondiale; un altro tipo di balordi, perfino più pericolosi degli attuali.
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Val Susa, messaggio all’Italia: no al debito, tagliamo la Tav
La Torino-Lione sarebbe la grande opera dei record: la più costosa della storia italiana e, secondo i No-Tav, anche la più inutile: «Almeno 40 miliardi di euro buttati, per una linea ferroviaria che non servirà mai a nessuno». Qualche cifra: la ferrovia che la valle di Susa non vuole costerebbe 5.000 euro al centimetro. Per capirci: 4 centimetri di Tav sono un anno di pensione, 3 metri di binario una scuola materna, 500 metri un ospedale. Il 23 ottobre, nel giorno in cui Sarkozy e la Merkel ridono di Berlusconi in mondovisione mentre Van Rompuy annuncia che l’Italia avrà tre giorni di tempo per decidere di privatizzare i beni comuni e tagliare il welfare, dalla valle di Susa arriva un’indicazione opposta: l’unico taglio ammissibile è quello delle reti della “zona rossa”, l’area off limits destinata al futuro cantiere, gigantesco monumento allo spreco decretato dalla lobby finanziaria che sta piegando l’Europa, in spregio a tutti i suoi popoli.
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La verità, a testa alta: perché la val Susa fa così paura
«Noi siamo convinti che domenica succede qualcosa di brutto», dice il portavoce No-Tav Alberto Perino a Niccolò Zancan de “La Stampa”. «I poliziotti faranno delle azioni incredibili per non lasciarci neanche avvicinare alle reti». E voi? «Prenderemo il cantiere». Ed ecco che Perino diventa una sorta di proto-terrorista, citato addirittura dal ministro Maroni nella sua relazione: misure speciali dopo il disastro romano del 15 ottobre e “timori” per un possibile replay il 23 ottobre in valle di Susa in vista dell’ennesimo “assedio” indetto dai No-Tav. Peccato che Alberto Perino quella frase non l’abbia mai pronunciata. Non ha mai detto «prenderemo il cantiere», come ha scritto “La Stampa” il 17 ottobre, ma – al contrario – alla domanda “voi che farete?”, ha risposto, con amara ironia: «Le prenderemo, come abbiamo sempre fatto».