Archivio del Tag ‘Africa’
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Ora basta, aprite gli archivi: chi ha assassinato Sankara?
A quando la verità sul brutale omicidio politico di Thomas Sankara, rivoluzionario presidente del Burkina Faso e apostolo del riscatto dell’Africa? «Se il Burkina Faso sarà solo nel chiedere l’annullamento del debito – disse nell’estate 1987 al vertice africano di Addis Abeba – io l’anno prossimo non sarò più qui a questa conferenza». Meno di tre mesi dopo, fu trucidato mentre era al lavoro nel suo ufficio. Un nuovo appello internazionale ora chiede l’apertura di un’inchiesta indipendente su quello che fu un assassinio annunciato: fu lo stesso Sankara a paventare l’eliminazione fisica dei leader africani decisi a rompere le catene neo-coloniali della schiavitù finanziaria.
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Sankara: rivoluzione, ribellarsi ai vampiri della crisi
Noi pensiamo che il debito si analizza prima di tutto dalla sua origine. Le origini del debito risalgono alle origini del colonialismo. Quelli che ci avevano prestato denaro sono gli stessi che ci avevano colonizzato. Sono gli stessi che gestivano i nostri Stati e le nostre economie. Sono i colonizzatori che indebitavano l’Africa coi finanziatori internazionali che erano i nostri fratelli e cugini. Noi non c’entravamo niente con questo debito, quindi non possiamo pagare. Il debito è ancora il neocolonialismo, con i colonizzatori trasformati in assistenti tecnici. Anzi, dovremmo dire: assassini tecnici.
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L’Occidente rapina l’Africa: 1800 miliardi di dollari
Società fantasma, coperture politiche, finanza compiacente, prezzi truccati: in quarant’anni, la fuga illecita di capitali è costata all’Africa 1800 miliardi di dollari, di cui 854 grazie al “mispricing”, la falsificazione dei prezzi dei beni materiali. Una truffa mondiale, che colpisce i più poveri: con quei soldi, l’Africa avrebbe potuto ripianare il suo debito estero (250 miliardi di dollari) e impiegare i 600 miliardi rimanenti per combattere fame e povertà. Soldi fantasma, dunque: la denuncia parte da un centro studi no-profit di Washington, il Global Financial Integrity.
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Assalto all’Africa: terra e acqua per cibo e biofuel
Terra e acqua, da strappare agli africani per ottenere cibo e biofuel, a basso costo: l’Africa è la terra più economica al mondo. Per saziarsi, ora le imprese straniere vanno a caccia di giganteschi appezzamenti in tutto il continente nero, sottraendoli all’economia locale. Commercianti internazionali, banche, fondi finanziari, industrie, importatori di materie prime, piccoli investitori: una “febbre di terra” di reminiscenza coloniale, provocata dalla crescente domanda mondiale di alimenti, dopo il forte aumento del petrolio nel 2008, la crescente scarsità d’acqua e l’insistenza dell’Unione Europea a incrementare al 10% la quota del bio-combustibile.
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Sambiiga, reality dall’Africa che soffre ma sorride
«Una delle prime cose che colpiscono in Burkina Faso è come tutti vogliano stringerti la mano. Amici o sconosciuti, bambini o vecchi. Tutti vogliono darti la mano, toccarti. Sentire che, al di là del colore della pelle, siamo molto simili. Questo continuo stringere mani è stato per me un grande privilegio perchè dalle mani di una persona si capiscono molte cose». Entusiasta del viaggio, il milanese Andrea Boretti insieme al romano Daniel Tarozzi ha appena finito di montare il trailer di “Sambiiga, l’altro fratello”, primo reality-verità dal continente nero.
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Africano e albino, sfuggito agli stregoni del pregiudizio
«Sin da bambino ho vissuto in un clima di disprezzo e con la paura di sparire, come è successo a mio fratello Maurice». Stéphane Ebongue è nato 38 anni fa a Douala, in Camerun, dove lavorava come giornalista per il settimanale “Le Messager”. Stéphane, come era Maurice, è albino: i tratti del volto e la corporatura tipici delle persone di colore, ma la pelle, i capelli e i peli del corpo bianchi, gli occhi chiari. «Secondo le superstizioni popolari, le persone albine in Africa sono considerate portatrici di sventura. Il loro sacrificio è ritenuto un modo per placare l’ira delle divinità e per accattivarsi il loro favore».
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Devastare il Camerun per garantire biofuel all’Europa
Colera, febbre tifoidea e dissenteria: sarebbe il “regalo” alla popolazione del Camerun che subisce la distruzione della foresta per far posto alle piantagioni di palma da olio destinate a produrre biocarburanti. Operazione sostenuta dall’Europa, che punta sul biofuel per sostituire gradualmente il petrolio. Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale sostengono la campagna per il biodiesel in Camerun: 140.000 ettari di superficie, 30.000 dei quali ottenuti a spese della foresta africana, delle popolazioni rurali e della biodiversità: la distruzione di foreste vergini accelera il surriscaldamento terrestre.
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Etiopia, il business italiano delle maxi-dighe difettose
Gioiello idroelettrico made in Italy, è crollato a due settimane esatte dall’inaugurazione, avvenuta il 13 gennaio alla presenza del ministro degli esteri Franco Frattini. Si tratta del Gilgel Gibe II, il tunnel di 26 chilometri costruito per generare energia sfruttando la differenza di altitudine fra il bacino della Gilgel Gibe I e il fiume Gibe. Il cuore naturale dell’Etiopia, lungo la valle del fiume Omo, è un paradiso che sta per sparire, ingoiato da grandi interessi: dietro a questo misero flop, infatti, c’è un intreccio di business a nove cifre, sostenuto negli ultimi 15 anni da Etiopia, Italia ed Europa.
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Il Senegal agli haitiani: tornate in Africa, avrete terra e lavoro
Un tetto e un pezzo di terra da coltivare. E’ la clamorosa offerta che il Senegal rivolge ai superstiti del devastante terremoto di Haiti: «Se volete tornare a casa, in Africa, vi accogliamo a braccia aperte: avrete un riparo e un lavoro». Il presidente senegalese Abdoulaye Wade ha dichiarato ufficialmente di voler favorire il «ritorno» in Africa degli haitiani, offrendo una terra ai discendenti degli schiavi deportati dagli europei sull’isola caraibica, che nel ‘700 diedero vita alla prima vittoriosa rivolta della storia contro gli schiavisti.
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Ronde africane, per salvare la Calabria dalla ‘ndrangheta
Gli africani salveranno Rosarno, e forse anche l’Italia. Dal titolo del libro-denuncia di Antonello Mangano, blogger di “Terrelibere”, all’ultima provocazione di alcuni sindaci della Piana di Gioia Tauro: ronde africane per proteggere i calabresi dalla ‘ndrangheta, visto che ormai – come ha denunciato lo scrittore Roberto Saviano – soltanto gli africani osano opporsi alla mafia e difendere diritti ai quali sembra che gli italiani abbiano rinunciato. «Le ronde, se mai si faranno qua, le affidiamo ai senegalesi per tenere lontani gli ‘ndranghetisti», ha annunciato il sindaco di Caulonia, Ilario Amendolia.
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Massacri in Sudan, per strappare il petrolio alla Cina
Destabilizzare il Sudan per sottrarre alla Cina il controllo della maggiore risorsa del grande paese africano: il petrolio. Dopo la guerra del Darfur, ora tocca alla seconda regione petrolifera dello stato: il Sud Sudan. Dove, come già nel Darfur, sono in corso sanguinosi scontri su base etnico-religiosa, in realtà orchestrati da Usa ed Europa, con il determinante contributo operativo di Israele. E’ quanto afferma il newsmagazine indipendente “PeaceReporter”, che riaccende i riflettori sui presunti “misteri” del martoriato paese africano, di cui l’Occidente non gradisce la guida islamica del governo centrale né gli accordi di cooperazione stipulati coi cinesi.
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Giustizia per Sankara, l’ultima speranza dell’Africa
Francia e Usa si decidano ad aprire i loro archivi, 22 anni dopo il crimine più infame organizzato in Africa: l’omicidio del presidente Thomas Sankara, eroe nazionale dell’indipendenza del Burkina Faso, la “terra dei puri” liberata dal giogo coloniale e imperialistico, all’epoca in cui ancora si chiamava Alto Volta. Il missionario italiano Alex Zanotelli è fra le personalità che hanno ora sottoscritto il clamoroso appello internazionale per giungere finalmente alla verità (giudiziaria, storica e politica) sulla tragica fine di Sankara e del suo straordinario esperimento di liberazione.