Archivio della Categoria: ‘segnalazioni’
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Lazio e Lombardia, milioni di voti Pdl a rischio
Milioni di voti a rischio, alle regionali del 28-29 marzo, per la possibile esclusione delle liste Pdl nel Lazio e in Lombardia: le prime giunte in ritardo all’ufficio elettorale del tribunale di Roma, le seconde viziate – secondo la Corte d’Appello di Milano, che ha accolto un’istanza dei radicali – da pesanti irregolarità formali: mancanza del timbro sui moduli, della data e del luogo di autenticità e della qualifica autenticante. In tutto, 514 sottoscrizioni non valide: ne servono altre 60 per la ricandidatura di Roberto Formigoni, che farà ricorso, mentre a Roma la candidata Renata Polverini ha fatto appello direttamente al Quirinale, ricevendo per ora un diniego.
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Africano e albino, sfuggito agli stregoni del pregiudizio
«Sin da bambino ho vissuto in un clima di disprezzo e con la paura di sparire, come è successo a mio fratello Maurice». Stéphane Ebongue è nato 38 anni fa a Douala, in Camerun, dove lavorava come giornalista per il settimanale “Le Messager”. Stéphane, come era Maurice, è albino: i tratti del volto e la corporatura tipici delle persone di colore, ma la pelle, i capelli e i peli del corpo bianchi, gli occhi chiari. «Secondo le superstizioni popolari, le persone albine in Africa sono considerate portatrici di sventura. Il loro sacrificio è ritenuto un modo per placare l’ira delle divinità e per accattivarsi il loro favore».
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Contro il razzismo, anche Napolitano diventa nero
Mentre l’Italia il 1° marzo farà a meno di badanti, operai e braccianti per il primo “sciopero degli immigrati”, protesta in giallo che scatterà in 60 piazze, sospinta da 50.000 adesioni su Facebook come anche in Francia, Spagna e Grecia, in queste ore è stato pubblicato un manifesto dedicato ai Rom schedati, agli africani di Rosarno perseguitati e a tutte le vittime anonime del razzismo. “Non toccare il mio amico” è l’iniziativa lanciata dall’Ong “Sos Razzismo”, che ha diffuso il “manifesto contro il razzismo in Italia”, sottoscritto da Oliviero e Lola Toscani, autori dell’immagine della campagna: una Gioconda di colore e un Napolitano nero.
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Minacce di morte al portavoce No-Tav: vi scanniamo
«Brutto figlio di puttana, le stalle che abbiamo bruciato erano solo un avvertimento. Ora passeremo ai cristiani: vi veniamo a prendere mentre dormite, vi scanniamo come maiali e vi squagliamo nell’acido». Questo il contenuto della lettera anonima recapitata nei giorni scorsi ad Alberto Perino, leader popolare del movimento No-Tav della valle di Susa. Una minaccia «di chiaro stampo mafioso», da parte di chi si attribuisce anche la paternità dei roghi notturni che hanno devastato i “presidi” No-Tav di Bruzolo e Borgone, simbolo della resistenza civile della valle contro la contestatissima linea ferroviaria veloce.
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Zingari e terroni, i giovani precari diventano razzisti
Che fine hanno fatto i giovani? Quelli aperti a ciò che è nuovo, diverso? Quelli che l’attrazione per le differenze, la curiosità di conoscere l’altro da sé è più forte della comodità di accontentarsi del già visto, del già dato, del comodo? Quelli che fanno migliaia di chilometri per conoscere l’esotico? Ora che tutto questo se lo ritrovano in casa gli sbattono la porta in faccia? Viene da pensarlo quando si scorrono i risultati di una ricerca condotta su duemila ragazzi, su iniziativa dell’Osservatorio della Camera sui fenomeni di xenofobia e razzismo.
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Bocca: navigare fino a Milano, salvare il Po dai veleni
Il Lambro avvelenato, che minaccia di avvelenare il Po, è l’ultima delle devastazioni compiute «dal partito del fare e del non ragionare». Il Piemonte è “il padre di tutte le inondazioni”, i suoi fiumi non tengono più. Contadini, industrie e cavatori hanno chiesto all’alto corso del Po più del ragionevole. Hanno preso i suoi valligiani per farne dei manovali, le sue acque per derivazioni che in certi tratti, d’inverno, asciugano il fiume che è tanto più pericoloso quanto più è in magra. Salvare il Po? E’ possibile, recuperando la civiltà del fiume. E utilizzandolo come via d’acqua commerciale, pulita e alternativa al cemento e all’asfalto.
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No all’acqua privata, referendum in arrivo
Tre “sì” per la ripubblicizzazione dell’acqua: per dire basta ai profitti su un bene essenziale. Il Forum dei movimenti per l’acqua pubblica annuncia, per aprile, una campagna nazionale di mobilitazione. Obiettivo: promuovere tre referendum abrogativi della privatizzazione del servizio idrico. «Se il governo Berlusconi pensava, con l’approvazione dell’art.15-decreto Ronchi, di chiudere i giochi sulla privatizzazione dell’acqua, consegnando questo bene comune agli appetiti dei mercati e delle grandi multinazionali, si è sbagliato di grosso».
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Nostalgia De André, il Suonatore Jones sui muri di Roma
Avrebbe appena compiuto settant’anni, ma un brutto male l’ha portato via più di dieci anni fa, lasciando tutti un po’ più poveri. Continua, però, in qualche modo a rimanere presente, Fabrizio De André. «De André non è mai stato di moda. E infatti la moda, effimera per definizione, passa. Le canzoni di Fabrizio restano» affermò Nicola Piovani. In effetti, un verso, un’immagine un personaggio delle sue canzoni, più o meno consapevolmente, chiunque ce l’ha scolpito dentro. È per celebrare lui, il grande cantautore, e, più ancora, quella parte di noi che lui rappresenta, che da quando se ne è andato fioriscono, numerosissime, le celebrazioni.
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Video choc, Google condannata: web sotto processo?
Un ragazzino disabile insultato e picchiato da alcuni compagni in un istituto tecnico di Torino. Il filmato, girato col telefonino nel maggio 2006 e caricato su Google nella sezione “video più divertenti”, dove è rimasto fino al 7 novembre prima di essere rimosso, è costato al provider statunitense una storica condanna, per violazione della privacy, inflitta dal tribunale di Milano a tre dirigenti di Google. Sconcerto nel mondo: «Colpito negativamente» dalla decisione l’ambasciatore americano a Roma, David Thorne, perché «il principio fondamentale della libertà di Internet è vitale per le democrazie». Per i pm, invece, la sentenza «tutela la dignità delle persone».
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Allarme inceneritori: diossine nel latte materno
Neonati avvelenati dalle diossine presenti nel latte materno: latte di donne che vivono nei pressi di un inceneritore. L’allarme è scattato dopo le analisi cui si sono sottoposte due giovani madri, di 30 e 32 anni, che vivono a due passi dall’impianto di incenerimento di Montale in provincia di Pistoia, un forno che brucia 150 tonnellate di rifiuti al giorno, già chiuso in via temporanea nel 2007. L’accusa: l’impianto produce 50 milioni di nano-grammi di diossine al giorno. Secondo l’Arpa della Toscana, contamina suolo, vegetali, uova, carne di manzo, pollame e persino i pesci. Anche il latte materno?
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Natura, bene di tutti: la foresta fa causa alla Nestlé
Il 19 luglio scorso, il “Boston Globe” ha pubblicato un articolo intitolato, “Citato in giudizio da una foresta?”. Come spesso accade nella storia del nostro pianeta, le rivoluzioni partono da pochi individui. Ecco cosa è accaduto. Nel febbraio 2009, 2.326 abitanti di Shapleigh nel Maine hanno votato una rivoluzionaria ordinanza per proteggere le falde acquifere dalle attività della Nestlé Corporation. Shapleigh ha fatto una cosa umile ma audace. Ha affermato i diritti legali e naturali della cittadina: «Le comunità naturali e gli ecosistemi possiedono diritti inalienabili e fondamentali di esistere, crescere ed evolversi nell’ambito della città di Shapleigh».
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Stefano Cucchi, morte oscurata dalla Tac scomparsa?
La situazione è diventata intollerabile. Il travaglio della famiglia Cucchi non finisce, e non soltanto per la perdita di Stefano. Tra burocrazia e reticenze, infatti, non riesce a proseguire senza intoppi sulla strada che porta alla verità sulla morte del giovane, avvenuta pochi giorni dopo il suo arresto. Una verità che non ripagherebbe di certo i familiari per la sua scomparsa, ma che almeno spazzerebbe via l’inquietudine del dubbio. Anche se Giovanni, Rita e Ilaria un’idea su come siano andate le cose ce l’hanno, ma vogliono poterla dimostrare. E per farlo servirebbe anche quella Tac che, seppur richiesta, non viene fuori.