Archivio della Categoria: ‘segnalazioni’
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Armi e rifiuti tossici: Ilaria Alpi, il martirio della verità
Se n’è andato con discrezione, dopo una lunga malattia affrontata con coraggio e in silenzio, portando con sé l’amore di Luciana e l’ultimo sorriso di Ilaria. Non dimenticheremo Giorgio Alpi, il dolore, la dignità, l’orgoglio che ha trasfuso in 16 interminabili anni per onorare quella figlia partita un giorno per la Somalia e mai più tornata. Sedici anni affrontati da Giorgio e Luciana, sempre insieme, spalla a spalla, per avere piena luce su quell’agguato nelle strade di Mogadiscio che spense la vita di Ilaria e di Miran Hrovatin, uccisi mentre si apprestavano a diffondere dal Tg3 la verità acquisita con il loro lavoro di cronisti.
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Articolo 21: vogliono cacciare Mineo da RaiNews
Via il direttore di Rainews Corradino Mineo, al suo posto un esterno alla Rai con il pregio di piacere alla Lega Nord. Lo fanno sapere il portavoce di “Articolo 21″ Giuseppe Giulietti e il senatore Pd Vincenzo Vita, due conoscitori delle faccende Rai: «Altro che ricerca del dialogo. Nelle prossime ore gli imbavagliatori, e i loro delegati alla Rai cercheranno di mettere le mani anche su Rainews allontanando il direttore Corradino Mineo, mortificando le richieste della redazione e addirittura mettendo al suo posto un esterno gradito alla Lega».
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Camilleri: Provenzano, Dell’Utri e la vera trattativa
La trattativa Stato-mafia ci fu, ma non risale all’epoca del “papello” con cui Totò Riina dettò a Vito Ciancimino le condizioni di Cosa Nostra, nell’intervallo tra le due stragi del ’92 costate la vita a Falcone e Borsellino. Al contrario, il “papello” servì a mettere fuori gioco lo stragista Riina per poter poi avviare, solo dopo il suo arresto, la trattativa vera: fra Provenzano e la politica, una volta uscita finalmente dal terremoto di Tangentopoli che rendeva instabili i governi e irrealizzabili le leggi a favore della mafia. Lo sostiene il giallista Andrea Camilleri, presentando “Don Vito”, il libro-inchiesta su Vito Ciancimino scritto dal figlio, Massimo Ciancimino, col giornalista Francesco La Licata.
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Eva, ecovillaggio low cost per risorgere dal terremoto
Il nome è biblico e promette un vero nuovo inizio: si chiama Eva, Ecovillaggio Autocostruito, il fiore della resurrezione dell’Abruzzo devastato dal terremoto. Lontano dalle polemiche che ancora incendiano il capoluogo aquilano, ridotto a una città fantasma, sulle colline di Pescomaggiore, piccolo borgo di origini altomedioevali alle porte del parco nazionale del Gran Sasso, sta sorgendo il primo avamposto di un futuro radicalmente diverso. Case in legno, rivestite di paglia. Leggere, comode, sicure, ultra-ecologiche, assemblate dai proprietari-costruttori e molto economiche: solo 500 euro al metro quadrato. E realizzate in totale autonomia: senza contributi pubblici.
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Metano non convenzionale: rivoluzione nell’energia
Il mondo riscopre nel’argilla il metano “non convenzionale” e così le riserve aumentano del 100%. Tremano i monopolisti come Russia e Iran, di fronte alla nuova corsa globale per le compagnie: si cerca in Ucraina, Polonia, Australia, Cina e anche in Italia. Prima vittima della possibile “rivoluzione” del gas, il colosso russo Gazprom, grande fornitore dell’Europa, costretto ad assistere al nuovo inatteso spettacolo: Big Oil trivella alle frontiere del suo regno, fra Polonia e Ucraina, mentre i francesi della Total si danno da fare sul versante ucraino e gli americani di Exxon e Chevron su quello polacco. Cercano proprio metano, dove non si pensava che ci fosse o che fosse possibile estrarlo.
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Italia in silenzio stampa, contro l’indecenza del bavaglio
Italia in silenzio stampa contro la legge-bavaglio, il ddl Alfano sulle intercettazioni che limiterebbe le indagini giudiziarie e imporrebbe il silenzio ai media. Quotidiani, radio e televisioni in sciopero, per rendere il più possibile «fragorosa» e «partecipata» la «giornata del silenzio» indetta dalla Fnsi con l’adesione convinta dell’Ordine dei giornalisti, contro la legge che «rischia di mettere a tacere tutto il sistema dell’informazione italiano» e contro i tagli della “manovra” di Tremonti all’editoria. Regolarmente in edicola, invece, “Il Giornale” diretto da Vittorio Feltri, pure contrario alla legge-bavaglio.
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L’inferno di Gaza: ora Israele fa i conti con la verità
Con una buona dose di coraggio, lentamente, il tribunale militare israeliano sta esaminando i fatti e i crimini compiuti durante l’operazione Cast Lead, Piombo Fuso, che tra dicembre 2008 e gennaio 2009 ha portato alla morte di millequattrocento palestinesi della Striscia di Gaza – in maggior parte civili – e di tredici soldati dell’esercito israeliano (Idf). La lista dei rinviati a giudizio, delle confessioni spontanee e dei destinatari di provvedimenti disciplinari è destinata ad allungarsi. Al momento sono stati aperti sette fascicoli a carico di altrettanti soldati colpevoli di aver commesso dei crimini di guerra nel corso dell’attacco sferrato nella Striscia di Gaza durato 22 giorni.
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L’esperto: basta bugie, Torri Gemelle distrutte da esplosivo
Solo l’esplosivo avrebbe potuto provocare il crollo delle Torri Gemelle l’11 Settembre 2001. Lo afferma uno specialista in demolizioni controllate, Tom Sullivan, con anni di esperienza nell’azienda americana leader nel settore, la Controlled Demolition Inc. fondata da Mark Loiseaux, “l’artista” delle demolizioni più spettacolari, come quella del colossale Kingdome, monumentale stadio di Seattle, abbattuto con centinaia di cariche esplosive. Le Twin Towers, sostiene Sullivan, sono crollate in quel modo non certo per l’attacco aereo subito, ma perché precedentemente “minate” alla base con esplosivi come la termite, potentissima miscela incendiaria attivabile con detonatori telecomandati di tipo militare.
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Baghdad e Kabul, due guerre e un solo vincitore: la Cina
Dev’essere che nessuno negli Stati Uniti prese sul serio George W. Bush quando nel maggio del 2003, salito sul ponte di comando della portaerei Uss Abraham Lincoln dichiarò che la missione irachena era compiuta. Dev’essere che sette anni dopo e con i marines pronti a tornare a casa i grandi investitori americani valutano l’Iraq un posto altamente insicuro, politicamente instabile e schiavo di una corruzione velenosa che strozza l’iniziativa economica. Sarà, ma non tutti la pensano così e la Cina, fra tutti, è il paese che più sta traendo vantaggi dall’indecisione degli americani.
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Una Balena cinese salverà il Golfo dal petrolio?
A 76 giorni dall’inizio della crisi della marea nera, le speranze di salvare le acque del Golfo del Messico sono ormai affidate a una balena. E’ un cetaceo d’acciaio, proveniente da Taiwain: alta come un palazzo di dieci piani, lunga 350 metri, la gigantesca nave – battezzata “Whale” perché «funziona proprio come una balena» – è in grado di pompare acqua da 12 boccaporti, filtrando il petrolio e restituendo al mare 80 milioni di litri d’acqua pulita ogni 24 ore. Vista l’impossibilità di chiudere la falla della piattaforma “Deepwater Horizon” e in attesa dei “pozzi di sollievo” per sviare il greggio, la bonifica dell’Oceano è affidata ai giganteschi filtri della “Whale”.
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Maroni e Frattini, salvate quei 300 fratelli africani
Faccio appello alla sensibilità dei ministri Frattini e Maroni per salvare i nostri 300 fratelli eritrei che hanno diritto ad avere asilo politico e non di essere trattati come bestie dalla Libia. Verso l’Eritrea e la Somalia, l’Italia deve essere più responsabile perché non bisogna dimenticare ciò che il nostro Paese è stato per quelle popolazioni, nel bene ma, purtroppo anche nel male. Non dobbiamo dimenticare tutto quello che hanno perpetrato in quell’area i marescialli di sangue Badoglio e Graziani.
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Libia, eritrei disperati: Italia aiutaci, stiamo morendo
«Aiutateci, stiamo morendo». Uomini e donne deportati nel deserto, stipati in conteiner e «picchiati ogni due ore». E’ la sorte dei 300 eritrei “puniti” dalla polizia libica per il tentativo di rivolta del 29 giugno nel “lager” di Misurata. Il Consiglio italiano per i rifugiati lancia un appello al governo italiano e al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: accogliere in Italia quei 300 rifugiati, salvandoli da morte certa. «Secondo testimonianze dirette raccolte questa mattina – scrive il 2 luglio il Cir – i rifugiati sono stati sottoposti a forti maltrattamenti e sono tenuti in estrema scarsità di acqua e di cibo. Alle persone che presentano ferite e gravi condizioni di salute non sono fornite cure mediche».