Archivio della Categoria: ‘segnalazioni’
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Raid Nato in Libia per stroncare la resistenza di Gheddafi?
La Nato si prepara a intervenire in Libia per dare manforte ai ribelli anti-Gheddafi che stanno liberando il paese. Missione militare umanitaria: questa la formula dell’intervento armato che sembra si stia preparando in tutta fretta. Forse anche un raid aereo sui bunker di Tripoli per liquidare il Colonnello e stroncarne la sanguinosa resistenza a oltranza. La notizia trapela il 25 febbraio, di prima mattina: il segretario generale dell’Alleanza Altantica, Anders Fogh Rasmussen, ha convocato una riunione d’emergenza. In prima linea, inglesi e francesi: il premier britannico Cameron si è detto pronto anche all’impiego di forze speciali: per una possibile missione “chirurgica”?
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Lo spettro di Tienanmen: la Cina teme la Rivoluzione araba
La Cina ha paura della “rivoluzione dei gelsomini” che sta spazzando via le dittature post-coloniali del Mediterraneo: Pechino in questi giorni blocca in anticipo proteste, dispone limitazioni al web, impedisce manifestazioni di sostegno ai giovani libici che lottano contro i colpi di coda del sanguinario regime di Gheddafi. La paura ha un nome tristemente noto: Tienanmen. Proprio nella “piazza della pace celeste”, oggi sinistramente evocata dal tiranno libico in agonia, il regime comunista guidato allora dall’anziano Deng Xiaoping ordinò la brutale repressione degli studenti democratici, sgombrati coi carri armati in un bagno di sangue. Una tragedia rimossa, il cui spettro continua però a inquietare il Dragone cinese, ora che nel mondo arabo – forziere petrolifero del mondo – soffia forte il vento della libertà.
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Gheddafi è spacciato: ora le sue tribù gli muovono guerra
Gheddafi non ha scampo: potrà solo prolungare l’agonia e far dilagare la strage fino al genocidio, ma la sua sorte è segnata. Lo hanno decretato gli anziani delle “tribù della montagna”, i cui giovani miliziani stanno ora cingendo d’assedio il dittatore furente. Lo afferma lo storico Angelo Del Boca, grande studioso del colonialismo italiano. Facendo sparare sulla folla, Gheddafi ha commesso l’ultimo errore fatale, spingendo anche i veterani del regime ad abbandonarlo, come dimostrano le defezioni a valanga, a tutti i livelli: politici, militari e diplomatici. E’ questione di ore o di giorni, ma il Colonnello è finito: tutti i maggiori clan libici si stanno armando per l’assalto finale al bunker di Tripoli.
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Martirio Libia, esercito diviso dal genocidio: è guerra civile
Mille morti nelle strade, migliaia di feriti, sangue e terrore: gli ultimi giorni di Muhammar Gheddafi assediato nel bunker di Tripoli e protetto da miliziani e mercenari si trasformano in un incubo, con almeno 200.000 profughi che cercano scampo via mare. Mentre l’Onu condanna la spaventosa brutalità della repressione – raid aerei con bombe sulla folla – il Colonnello lancia l’estremo, terribile avvertimento: lotterà fino alla morte, seminando strage. Si profila una guerra civile, tra diversi reparti dell’esercito, nel caos più assoluto. E’ il quadro che tutti gli analisti prefigurano: frammentate e divise, senza un riferimento politico dopo 40 anni di black out, le forze armate libiche non sono in grado di risolvere rapidamente la situazione. Si annuncia una vera e propria catastrofe umanitaria.
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Commissariare il Secolo d’Italia: giornale troppo finiano
«Si è arrivati al redde rationem anche sullo storico quotidiano del Msi»: lo scrive, in un articolo molto bene informato, “Il Giornale”, rendendo pubblico un progetto di cui finora si era parlato solo nei corridoi: l’intenzione di “normalizzare” il Secolo d’Italia attraverso la sostituzione dei suoi vertici. L’amministratore Enzo Raisi è stato già rimpiazzato da un cda nominato dal Comitato dei Garanti di An, che si insedierà mercoledì in via della Scrofa. E ora, secondo il Giornale, «è in bilico il posto di Flavia Perina», che avrebbe «già respinto l’ipotesi di una condirezione» (ma non è vero). La notizia, “postata” dalla pagina facebook di Raisi, ha fatto il giro del web raccogliendo una pioggia di attestazioni di solidarietà per il “Secolo”.
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Sanguinosa battaglia in Libia per rovesciare Gheddafi
Terrore in Libia: almeno 80 morti in poche ore, un bagno di sangue. Ma la violentissima repressione della rivolta non sarebbe riuscita a piegare la Cirenaica, la regione di Bengasi, dove da giorni migliaia di manifestanti – sull’onda delle rivolte di Tunisi e del Cairo – sono in piazza per chiedere la testa di Muhammar Gheddafi. Il regime ha impiegato anche mercenari per stroncare i ribelli, ma la Libia – dove Internet è oscurato e solo poche notizie riescono ad aggirare la censura – sembra essere sull’orlo di una guerra civile. Obiettivo, la destituzione di Gheddafi dopo 42 anni di dittatura. «Assordante il silenzio del governo italiano», accusa Walter Veltroni: Roma non ha ancora preso posizione.
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Cina-Colombia, un treno archivia il Canale di Panama
Ancora la ferrovia, ancora il Sud America. La strategia di espansione economica della Cina “win-win” – che promette cioè benefici a tutti i contraenti – guarda ancora al continente latinoamericano, ma questa volta il progetto appare incredibilmente ambizioso: mettere in pensione il canale di Panama. Secondo quanto riporta il “Financial Times”, Cina e Colombia starebbero infatti costuendo una ferrovia lunga 220 chilometri dalla costa del Pacifico a quella atlantica del Paese sudamericano. Già soprannominata “canale secco”, la linea permetterebbe alle merci cinesi di arrivare sul continente per essere trasportate in una città di nuova edificazione vicino a Cartagena; qui, sarebbero riassemblate e distribuite in tutta l’America Latina. In cambio, le materie prime di cui il Dragone è ingordo, farebbero il percorso inverso.
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Wikileaks, gli Usa: Berlusconi danneggia l’Italia
«Il premier Silvio Berlusconi con le sue frequenti gaffes e la scelta sbagliata delle parole» ha offeso nel corso del suo mandato «quasi ogni categoria di cittadino italiano e ogni leader politico europeo», mentre «la sua volontà di mettere gli interessi personali al di sopra di quelli dello Stato ha leso la reputazione del Paese in Europa e ha dato sfortunatamente un tono comico al prestigio dell’Italia». Parola dell’ambasciatore uscente Ronald Spogli, che nel febbraio del 2009 fotografa così il caso-Italia in un dispaccio confidenziale a Hillary Clinton. Non sono ancora scoppiati i casi Noemi, D’Addario e Ruby, ma Berlusconi è già precipitato nella stima degli americani. Lo rivelano 4.000 cablogrammi di Wikileaks, presentati in esclusiva da “L’Espresso” in collaborazione con “Repubblica”.
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Massacro in Libia, Gheddafi fa sparare sulla protesta
Cresce di ora in ora la tensione in Libia: almeno quattro persone sono rimaste uccise negli scontri scoppiati tra forze dell’ordine e manifestanti nella città orientale di Al-Bayda, nelle prime ore della cruciale “giornata della collera” proclamata dalle opposizioni il 17 febbraio per contrastare il regime di Gheddafi. Le notizie fluiscono frammentarie, attraverso siti di opposizione e Ong libiche. Gli scontri di Al-Bayda fanno seguito alla protesta di Bengasi, ferocemente repressa nella notte tra il 15 e il 16 febbraio. Il Colonnello teme che anche la Libia possa sollevarsi contro il regime: per questo, secondo i servizi segreti italiani, ha agevolato l’esodo verso Lampedusa attraverso la Tunisia facilitando l’espatrio di oppositori.
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Più mercenari che soldati: cresce l’esercito fantasma
E’ un esercito fantasma, con il compito peggiore: fare il lavoro sporco, quello di cui i generali non si assumono la responsabilità. Ma è un’armata imponente: il numero delle unità operative impegnate in battaglia ormai supera addirittura quello dei soldati in uniforme. E’ la guerra-ombra dei mercenari, che oggi si chiamano “contractor”. Sono decine di migliaia, combattono e muoiono. Una vera ecatombe: almeno duemila i caduti, nelle guerre “americane” in Iraq e in Afghanistan. Lo rivela la rivista statunitense “Service Contractor”, che chiede che sia reso pubblico – e quindi riconosciuto – l’oscuro “sacrificio” dei soldati-fantasma che combattono nell’anonimato, a fianco delle truppe regolari.
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Balene, stop alla mattanza: Sea Shepherd piega il Giappone
Il Giappone alza bandiera bianca: per ora sospende la caccia alla balena e probabilmente annullerà la “missione” in corso nelle acque dell’Antartico. La flotta baleniera nipponica, autorizzata ancora una volta a compiere l’ennesima mattanza – bottino, mille cetacei – si arrende per ora agli eco-pirati di Paul Watson, leader dell’associazione Sea Sheperd: con le loro veloci imbarcazioni d’assalto, i “pastori del mare” si interpongono tra arpioni e balene, ostacolando le operazioni di macelleria marittima condotte con l’alibi assurdo della ricerca scientifica. Impossibile manovrare in un mare brulicante di spericolati incursori, scesi in campo a difesa delle balene.
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Cremaschi: sciopero a oltranza fino alla resa di Berlusconi
Dieci milioni di firme, porta a porta, per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi, rinviato a giudizio per concussione e prostituzione minorile dal tribunale di Milano. E’ l’obiettivo del Pd, che si prepara a una campagna a tappeto dopo il clamoroso successo di “Se non ora, quando?”, la manifestazione per la dignità femminile con un milione di donne nelle piazze italiane. E mentre Bersani intensifica i contatti sotterranei con la Lega, cui offre di varare il federalismo fiscale se Bossi molla il Cavaliere, a spingere per la mobilitazione di piazza è Giorgio Cremaschi: il dirigente della Fiom chiede uno sciopero generale a oltranza, fino alle dimissioni del premier.