Archivio della Categoria: ‘segnalazioni’
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L’Italia bombarda Gheddafi e la Siria scruta la crisi libica
Anche l’Italia entra ufficialmente in guerra con la Libia di Gheddafi: d’ora in poi i caccia tricolori spareranno missili, per stroncare la resistenza militare del Colonnello. E’ stato Barack Obama a ottenere l’ok di Berlusconi, che ora dovrà vedersela con le barricate già annunciate dalla Lega, contraria all’intervento armato diretto, dopo la concessione delle basi e i sorvoli ricognitivi dei caccia in funzione anti-radar. Sotto il comando unificato della Nato, peraltro richiesto proprio dall’Italia, ora le artiglierie di Gheddafi saranno colpite da cacciabombardieri come i Tornado e gli Amx, specializzati nell’attacco a terra. Non solo: le forze italiane sono considerate strategiche per “illuminare” gli obiettivi dei missili Nato.
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Ultimo saluto a Vittorio: «E’ morto in croce, come Cristo»
E’ morto sulla croce come il Cristo, per la resurrezione di un popolo martoriato, affinché questo popolo potesse avere giustizia e pace. Le parole dell’arcivescovo emerito di Gerusalemme, Hilarion Capucci, hanno risuonato ieri nella palestra del centro sportivo di Bulciago, gremita di amici per dare l’ultimo saluto a Vittorio Arrigoni, ucciso a Gaza il 15 aprile da estremisti islamici. Sono arrivati in centinaia dall’Italia e dall’estero tra amici, conoscenti, autorità e persone comuni, per partecipare alle esequie. Avvolti nelle kefiah, con foto del pacifista stampate su fogli di carta, insieme a poesie e pensieri improvvisati, in centinaia hanno riempito il palazzetto dello sport, mentre altre centinaia attendevano fuori.
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Strage in Siria, Assad nel panico fa sparare sulla protesta
Anche la Siria è in fiamme: almeno 100 morti sono il tragico bilancio della protesta del “venerdì santo”, soffocata dalla feroce repressione scatenata il 22 aprile che ha suscitato le proteste di Usa e Onu. Libertà e democrazia, elezioni, via la censura e la legge marziale che schiaccia il paese da decenni. Risposte: prima promesse vane e ora pallottole, con l’esercito in campo a sparare sulla folla inferocita, nel paese-chiave del Medio Oriente, in bilico fra Turchia e Iran e in attrito permanente con Israele. Il presidente Bashar Assad non sa rispondere alla protesta con validi argomenti e ricorre alla violenza più brutale, prenotando probabilmente il suo suicidio politico, in un autentico bagno di sangue.
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Niente rinnovabili: dopo Fukushima, Italia allo sbando
Mercoledì il Senato ha deciso: le centrali nucleari, almeno per ora, non si faranno. Lo stop è stato votato ufficialmente “al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche” sui “profili relativi alla sicurezza nucleare”. Ma quanto durerà l’acquisizione delle “evidenze”? Per ora non è dato saperlo. «Nei prossimi anni, se le evenienze scientifiche daranno delle garanzie maggiori, si potrà riprendere il programma nucleare», ha dichiarato ieri il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia. Quanti anni passeranno? E soprattutto: nel frattempo saranno adottate strategie alternative?
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Lo scippo dei referendum: dopo il nucleare, l’acqua?
Dopo il clamoroso dietrofront sul nucleare per paura del voto concomitante sul “legittimo impedimento” salva-premier, ora il governo esprime dubbi anche sul referendum che riguarda l’acqua. L’appuntamento è per il 12-13 giugno, ma il ministro dello Sviluppo Paolo Romani spiega che «anche su questo tema di grande rilevanza probabilmente sarebbe meglio fare un approfondimento legislativo». Immediata la reazione del comitato promotore della consultazione per l’acqua “bene comune”: hanno firmato un milione e mezzo di italiani per sottrarre l’acqua al mercato del profitto. Giù le mani dal referendum: l’acqua deve tornare una risorsa universale, pubblica, protetta da una tutela condivisa. E si deve concedere agli italiani il diritto di voto.
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Tiziana, la nazione del jazz e il mondo impazzito
“Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti”. Guerra, paura, disperazione: il pianeta fin qui visto dal 2011 fa letteralmente spavento, più di sempre. Crollano certezze, cadono vittime, naufragano speranze. La politica balbetta, le verità esplodono in un oceano in tempesta: è il tumulto della globalizzazione, che sveglia gli schiavi e li getta in mare aperto. Il futuro scioglie nuove lingue, che non abbiamo ancora imparato a riconoscere. A volte, più che la parola degli strateghi, conta quella degli artisti. Meglio ancora se vengono da un’arte antica, figlia del canto struggente dei primi deportati: c’è sempre un riverbero umano irriducibile, sotto le stelle del jazz. Dal primitivo spiritual alla rivoluzione dei bopper, fino ai nuovi talenti che continuano a fiorire.
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Misurata come Sarajevo, due reporter caduti sul campo
Misurata come Sarajevo: le forze di Gheddafi sparano a casaccio sulle case e seminano strage, uccidendo anche giornalisti e fotoreporter. Le ultime due vittime sono l’inglese Tim Hetherington e l’americano Chris Hondros, caduti sul campo il 20 aprile, sotto il colpi dell’artiglieria che da settimane sta terrorizzando la terza città libica stretta nella morsa dell’assedio. Unico collegamento col resto del mondo, il porto: le imbarcazioni dei ribelli, cariche di aiuti, sono protette dalla marina militare della Nato che presidia il golfo. Inefficace invece la copertura aerea: i tank del regime sono penetrati in città, rendendo impossibile sganciare bombe senza fare vittime civili.
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Eritrea, fuga dall’orrore: disperato appello all’Italia
Dopo la Libia, l’Eritrea. Appello al governo italiano: staccate subito la spina alla dittatura di Iseyas Afewerki, a capo del più feroce regime africano. «Se l’Italia continua a sostenerlo, si prepari a subire l’invasione dei profughi, in fuga dalla fame e dal terrore». L’appello è firmato dal “Comitato per la solidarietà con i popoli del nord Africa in rivolta”. Ultimo allarme, i 68 cadaveri di eritrei annegati il 17 aprile sulla rotta di Lampedusa. Con lo scoppio del conflitto in Libia, la situazione è peggiorata: i giovani eritrei cercano scampo in mare, «costretti anche a nascondersi per non essere confusi con le centinaia di mercenari che il regime di Asmara ha effettivamente inviato a sostegno di Gheddafi».
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Italia, stop al nucleare: paura del referendum anti-Silvio
Marcia indietro clamorosa, anche se già prospettata e “addolcita” da Tremonti: il governo ha deciso di annullare il programma nucleare che aveva difeso con le unghie e con i denti accusando i verdi-comunisti di voler solo sfruttare l’emozione-Fukushima. E ha inserito nella moratoria già prevista nel decreto legge “omnibus”, all’esame del Senato, l’abrogazione di tutte le norme per costruire le nuove centrali nucleari nella Penisola. Di fronte ai sondaggi disastrosi, col 54% degli italiani intenzionati a votare il 12-13 giugno, a decidere sarebbe stato Berlusconi in persona: spaventato dal rischio che si raggiunga il quorum sul “legittimo impedimento”, l’altro quesito che – insieme all’acqua pubblica – compone il tris referendario.
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Rotta su Gaza: anche la mamma di Vittorio con la Flotilla
Rotta su Gaza, nel nome di Vittorio Arrigoni: anche la madre, Egidia Beretta, viaggerà a bordo della flotta umanitaria che salperà da diversi porti del Mediterraneo a fine maggio. «Voglio vedere Gaza che mio figlio amava tanto, e per cui si è sacrificato», dichiara la signora Beretta. «Voglio incontrare la brava gente che vive là, e di cui mio figlio Vittorio parlava sempre». Un viaggio rischioso: come già l’anno scorso, i militari israeliani potrebbero sparare e uccidere. Nonostante ciò, proprio la feroce esecuzione di Vittorio Arrigoni sta gonfiando le liste dei partenti: la nave italiana “Stefano Chiarini” salperà da Genova.
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Stefania Craxi: Berlusconi si ritiri, ora rischia il ridicolo
«Silvio ha segnato la storia del Paese, ma ora deve uscire di scena». Mentre anche Napolitano tuona contro i manifesti apparsi a Milano che associano Br e Toghe Rosse, sotto il fuoco ad alzo zero di Berlusconi contro i suoi giudici, Stefania Craxi scarica il premier: si ritiri, o sarà ridotto a una misera caricatura, tra festini, gossip e barzellette imbarazzanti. Berlusconi addio: la figlia dello storico leader del Psi, a lungo vicina al Cavaliere e tuttora esponente del governo in qualità di sottosegretario agli Esteri, si è sfogata in un’intervista esclusiva alla rivista “A”: «Lui mi vuole bene e io ne voglio a lui, solo per questo mi permetto di essere dura: ma non può essere travolto dal ridicolo».
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Greenpeace: a Chernobyl cibo radioattivo 25 anni dopo
Latte radioattivo. Ma anche funghi e mirtilli, patate e carote. A venticinque anni dalla catastrofe di Chernobyl, nella zona del disastro la radioattività non se n’è ancora andata. Almeno secondo Greenpeace, che a marzo ha eseguito una nuova ricerca in Ucraina con risultati “inquietanti”: i livelli di contaminazione sono ancora alti in molti alimenti, come latte e frutti di bosco. «Le nostre analisi hanno riscontrato alti livelli di radioattività, dovuti alla catastrofe di Chernobyl, in molti campioni di alimenti», afferma Iryna Labunska, di Greenpeace International. In Ucraina sono 18.000 i chilometri quadrati di terreni agricoli contaminati, a cui si aggiunge il 40% dei boschi, per un totale di 35.000 chilometri quadrati.