Archivio della Categoria: ‘segnalazioni’
-
Armamenti e maxi-debiti: Spagna in crisi, tagli alla difesa
«Non avremmo dovuto acquistare sistemi d’arma che non utilizzeremo, per scenari di guerra che non esistono e, ciò che è più grave, con soldi che non avevamo allora e non abbiamo ora». Costantino Mendez, segretario spagnolo alla Difesa, denuncia così il collasso finanziario creato dalla corsa al riarmo: in Spagna la crisi colpisce anche un settore che non conosce crisi, e i militari si trovano costretti a tirare la cinghia. Quattro legislature – in percentuale dell’85% sotto il governo del Pp – hanno prodotto un debito di 26 miliardi di euro, che la Difesa deve saldare entro il 2025. Armamenti avanzatissimi, per teatri bellici assolutamente improbabili, come la “minaccia” di Iran e Corea del Nord.
-
America in rivolta contro i predoni impuniti di Wall Street
Se c’è un posto da dove cominciare la prossima rivoluzione, è Wall Street. Prima i potentati della finanza hanno cacciato l’America e il mondo intero nella più grave crisi dagli anni Venti, poi le stesse lobby bancarie hanno tenacemente ostacolato i progetti di grandi riforme, con discreto successo. Non c’è da stupirsi, scrive Federico Rampini, se proprio Wall Street è l’epicentro del minimovimento degli “indignados” americani, che alla terza settimana di lotta ha cominciato a estendersi verso la West Coast (Los Angeles, San Francisco), il Midwest (Chicago), il Nord (Boston, Canada) e perfino l’America profonda del Kansas. È presto per parlare di un ritorno del conflitto sociale, ma i sindacati sono scesi in campo con “Occupy Wall Street”; l’ultima volta lo fecero nel ’99 a Seattle contro il Wto.
-
11/9, gli Usa sapevano: Imposimato li denuncia all’Aja
Le autorità americane non potevano non sapere in anticipo dell’attentato del secolo, quello dell’11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle. Ad affermarlo non è l’ennesimo giornalista “complottista” o l’ennesimo tecnico della sicurezza statunitense sconvolto dalle menzogne ufficiali, ma un super-magistrato italiano, Ferdinando Imposimato. Che ora minaccia di imprimere una svolta storica al dibattito sull’11 Settembre con una decisione clamorosa: trascinare gli Usa davanti al tribunale penale internazionale dell’Aja, lo stesso che processa per crimini contro l’umanità i boia dell’ex Jugoslavia. Secondo Imposimato, la Cia era al corrente dei piani terroristici poi targati Al Qaeda e inoltre le Twin Towers non crollarono per l’impatto degli aerei dirottati, ma a causa di esplosivi collocati negli edifici.
-
Bruxelles sbaglia tutto: così non ci salveremo mai
Serve un’alternativa radicale, o l’Europa intera fallirà: finora l’Unione Europea, la Bce e il Fondo Monetario Internazionale hanno sbagliato tutto, e il nuovo piano di salvataggio per la Grecia e gli altri paesi in difficoltà, tra cui l’Italia – il colossale Fondo Europeo di Stabilità da 2.000 miliardi di euro – andrà incontro alla stessa sorte. «La situazione è sconfortante», afferma l’economista inglese James Meadway: «L’Ue, il Fmi e la Bce sembrano incapaci di offrire nient’altro che le stesse ricette dimostratamente fallimentari». Eppure un’effettiva risposta alla crisi è necessaria: per la Grecia questa risposta sarà il default, ma «la società greca non deve fungere da capro espiatorio per il fallimento del sistema finanziario europeo».
-
Vendola: economia verde, non crescita ad ogni costo
Crescita? Non ad ogni costo. Dipende da quale settore sviluppare. Uno su tutti, la cosiddetta green economy: non per forza soltanto l’industria “verde”, ma anche l’autoproduzione diffusa, di agricoltura biologica e di micro-generazione energetica. Dalle “masserie didattiche” ai pannelli solari «su ogni tetto, su ogni balcone»: è il passaggio chiave con cui Nichi Vendola, dal palco di piazza Navona allestito il 1° ottobre per aprire la sua personale campagna elettorale – obiettivo dichiarato: le primarie del centrosinistra – spalanca più di uno spiraglio nei confronti degli “eretici” della crisi, quelli che – da Grillo ai teorici della Decrescita, da Maurizio Pallante a Giulietto Chiesa fino ai No-Tav della valle di Susa, apertamente evocati – mettono sotto accusa, oltre alla casta di potere, anche e soprattutto il modello di sviluppo che ha generato il disastro nel quale l’Italia si dibatte.Se Vendola dedica la sua appassionata orazione al centrosinistra e incalza Bersani sul terreno delle scelte strategiche, disegnando una sorta di nuovo umanesimo solidale dal quale respingere l’attacco storico che, attraverso la finanza e “l’Europa delle banche” l’alleanza fra capitalismo e speculazione sta sferrando contro il corpo sociale ridotto alla precarizzazione e impoverito dall’erosione del welfare, oltre al profilo chiaramente elettorale – raccogliere consensi trasversali per rilanciare la sfida soprattutto al Pd, spronandolo all’azione – da Vendola sono arrivate parole decisamente inconsuete per un leader politico nazionale: il fondatore di “Sinistra, ecologia e libertà” ha messo in discussione il dogma della crescita, che va condizionata, a monte, da una scelta selettiva: più che una crescita generica del Pil, invariabilmente invocata da politici, economisti e Confindustria, sarà bene scegliere: meglio lo sviluppo di produzioni davvero utili e davvero sostenibili.Con uno sguardo sociologico alla Penisola, Vendola denuncia l’abbandono progressivo delle aree rurali: negli ultimi decenni, insediamenti e attività hanno letteralmente intasato le areee metropolitane e le fasce costiere, archiviando frettolosamente l’enorme giacimento – ambientale, agricolo, paesistico e turistico – dell’entroterra, le zone collinari e montane: se l’economia del capitalismo finanziario sta letteralmente collassando, sarà meglio prendere in considerazione l’opportunità di una sorta di contro-esodo, guidato dalle nuove opportunità fornite dall’alleanza fra agricoltura biologica e nuove tecnologie energetiche. Una visione del mondo che prefigura un futuro di risorse rinnovabili, tutto da inventare e da costruire, purché a misura d’uomo. Se oggi non è possibile misurare il peso di questa rivoluzione possibile, neppure nelle intenzioni di un leader come Vendola – impegnato a condividere i contenuti della sua green economy con le nomenklature del centrosinistra – l’orazione di piazza Navona rappresenta un avvertimento, ispirato da una parola d’ordine «dal profumo antico: conversione».Crescita? Non ad ogni costo. Dipende da quale settore sviluppare. Uno su tutti, la cosiddetta green economy: non per forza soltanto l’industria “verde”, ma anche l’autoproduzione diffusa, di agricoltura biologica e di micro-generazione energetica. Dalle “masserie didattiche” ai pannelli solari «su ogni tetto, su ogni balcone»: è il passaggio chiave con cui Nichi Vendola, dal palco di piazza Navona allestito il 1° ottobre per aprire la sua personale campagna elettorale – obiettivo dichiarato: le primarie del centrosinistra – spalanca più di uno spiraglio nei confronti degli “eretici” della crisi, quelli che – da Grillo ai teorici della Decrescita, da Maurizio Pallante a Giulietto Chiesa fino ai No-Tav della valle di Susa, apertamente evocati – mettono sotto accusa, oltre alla casta di potere, anche e soprattutto il modello di sviluppo che ha generato il disastro nel quale l’Italia si dibatte.
-
Miracolo: nuova legge elettorale, oltre un milione di firme
Dopo acqua pubblica, nucleare e giustizia, gli italiani tornano a condizionare direttamente l’agenda politica: oltre un milione e duecentomila firme, consegnate il 30 settembre alla Corte di Cassazione, apriranno le porte al nuovo referendum per cancellare la “legge-porcata”, quella che ha imbottito il Parlamento di uomini “nominati” dalle segreterie di partito. Il via libera della Cassazione arriverà entro il 10 dicembre, poi ci sarà il passaggio alla Corte costituzionale, che valuterà l’ammissibilità formale dei quesiti. Unica possibilità per evitare il referendum, a quel punto: una riforma elettorale che cancelli il “Porcellum” e restituisca sovranità piena agli elettori. Per Antonio Di Pietro, promotore del referendum, «ancora una volta i cittadini hanno anticipato la politica».
-
Dalla Libia al Sudan un unico obiettivo: fermare la Cina
Prima la Tunisia, frontiera ovest. Poi l’Egitto, frontiera est. Restava un ultimo ostacolo: Gheddafi. Non solo per mettere le mani sul petrolio libico, ma anche e soprattutto per tagliare la strada alla Cina, che era riuscita a inserire nel proprio network energetico persino il poverissimo Ciad, ai confini meridionali della Libia, mentre appena più a ovest la secessione del Sud Sudan, preparata da Washington, ha sottratto al controllo africano, e quindi cinese, le maggiori risorse del sottosuolo sudanese. L’analisi, dedicata agli entusiasti che in questi mesi hanno fatto il tifo per le “Twitter revolutions”, è firmata da William Engdahl del “Global Research Institute” canadese diretto da Michel Chossudovsky. Aprite gli occhi, avverte Engdahl: il regista del Risiko africano è il Pentagono.
-
Goldman Sachs regna sul mondo e pregusta la nostra rovina
Una bella faccia italo-persiana, un accento americano, un candore cinico, una fama-lampo che esplode sulle ali della crisi e della fame di risposte. Molti di voi avranno già incrociato sul web Alessio Rastani, il “trader” che ha scandalizzato in diretta, fino ad annichilirli, i giornalisti della Bbc. «Sono un trader, a noi non importa salvare l’economia, a noi importa trarre profitto: personalmente io ho sognato questo momento per tre anni e davvero desidero che ci sia un’altra recessione». E noi provinciali stiamo qui a offenderci per Terry De Niccolò, la escort del Caimandrillo che fa l’apologia del vendere la madre per denaro, «e chi è racchia resti a casa», naturalmente.
-
Congelare il debito: soldi non spesi per il bene comune
Continuano a farci credere che per uscire dal debito dobbiamo accettare manovre lacrime e sangue che ci impoveriscono e demoliscono i nostri diritti. Non è vero. La politica delle manovre sulle spalle dei deboli è voluta dalle autorità monetarie europee come risultato della speculazione. Ma è intollerabile che lo Stato si adegui ai ricatti del mercato: la sovranità appartiene al popolo, non al mercato! Esiste un’altra via d’uscita dal debito. È la via del congelamento e se la condividi ti invitiamo a firmare e a diffondere questo documento, affinché si crei una grande onda che dica basta alle continue manovre che distruggono il tessuto sociale. Il problema del debito va risolto alla radice riducendone la portata. Non è vero che tutto il debito va ripagato, il popolo ha l’obbligo di restituire solo quella parte che è stata utilizzata per il bene comune e solo se sono stati pagati tassi di interesse accettabili. Tutto il resto, dovuto a ruberie, sprechi, corruzione, è illegittimo e immorale, come hanno sempre sostenuto i popoli del Sud del mondo.
-
The Corbett Report: video-barzelletta sull’11 Settembre
Il mattino dell’11 settembre 2001, diciannove uomini armati di taglierini, comandati da un uomo in dialisi che stava in una grotta dall’altra parte del mondo e usava un cellulare e un computer portatile, hanno condotto la più sofisticata opera di penetrazione dello spazio aereo più difeso al mondo immobilizzando passeggeri e piloti addestrati al combattimento su quattro aerei commerciali, prima di svolazzarsene fuori rotta per più di un’ora, senza mai venire molestati da un solo caccia della difesa. Questi 19 dirottatori, devoti religiosi fondamentalisti che amavano bere alcol, sniffare coca e vivere con spogliarelliste dai capelli rosa, sono riusciti a far crollare tre palazzi con due aerei mentre a Washington un pilota che non era in grado di guidare un Cessna monomotore faceva fare a un 757 una spirale discendente di 3.000 metri e 270 gradi e andava a colpire il Pentagono
-
Barnard: prima dell’Euro, il debito era la nostra ricchezza
La cosa migliore che uno Stato a moneta sovrana può fare per i propri cittadini è di spendere a deficit, cioè creare debito pubblico. Abbiamo già visto, e qui ne riparliamo, come la spesa a deficit produca ricchezza fra i cittadini, e come non sia affatto vero che il debito dello Stato a moneta sovrana sia anche il debito dei cittadini: questa è una menzogna. Nel capitolo “Il più grande crimine” dimostrerò che la sopraccitata menzogna fu creata ad arte dalle élites finanziarie per distruggere gli Stati, con essi noi persone e le democrazie partecipative. Ma ora parliamo di questo debito. Innanzi tutto cosa significa. Uno Stato può avere diversi debiti, a seconda del settore economico che si prende in analisi. Ma i principali sono il Debito Pubblico, il Deficit di bilancio e il Debito Estero.
-
Italia in svendita sul panfilo inglese: sdoganato il Britannia
La prima volta che mi imbattei nella storia del panfilo reale inglese “Britannia”, molti anni fa, era su qualche sito di quelli parecchio deragliati. Si raccontava la vicenda di un misterioso e segretissimo incontro al vertice nel 1993, sul panfilo Britannia appunto, che ancorato al largo del porto di Civitavecchia aveva ospitato Mario Draghi, Azeglio Ciampi e qualche decina di affaristi italiani ed inglesi con lo scopo di spartirsi la torta delle nostre imminenti privatizzazioni e fare bieco commercio delle aziende pubbliche con lo straniero. Tale incredibile storia, affiancata da articoli sui Rettiliani e gli Illuminati, suonava ancora più assurda e quindi la riposi nel dimenticatoio.