Archivio della Categoria: ‘segnalazioni’
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Herlin: banche a rischio e risparmi in pericolo già nel 2012
Attenzione: fra non molto la vostra banca potrebbe chiudere. Un consiglio? Puntare su investimenti fisici, case e oro, e soprattutto: frammentare il proprio patrimonio distribuendolo prudentemente in svariati istituti di credito, perché «con ogni probabilità nel 2012 diverse banche andranno in fallimento». L’avvertimento è firmato dall’economista francese Philippe Herlin, secondo cui «le banche non valgono più molto», dato che «dalla crisi del 2008, i titoli bancari hanno perso circa il 90% del loro valore». Ciononostante, risultano ancora quotati addirittura il doppio rispetto al loro peso reale. «In Europa – dice Herlin – le banche sono disposte a vendere qualsiasi tipo di attivo pur di recuperare la liquidità indispensabile per dare un poco di olio all’economia reale i cui ingranaggi stanno saltando».
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2012, Israele-Iran: la guerra di Obama per oscurare la crisi
Minacce, sanzioni economiche, test missilistici e manovre navali nel Golfo. Il palcoscenico della guerra è sotto gli occhi di tutti, ma quello che conta procede sottotraccia, da Washington a Tel Aviv. Obama ha firmato una legge straordinaria contro il dissenso, che consente la “detenzione a tempo indeterminato” di cittadini americani. E intanto sta trasformando Israele nella base di lancio per l’attacco contro l’Iran. In agenda, le grandiose esercitazioni congiunte della primavera 2012. Usa e Israele insieme, a comando unificato e con quartier generale a Stoccarda, cuore europeo del sistema difensivo americano in Europa. Il pericolo? L’escalation militare. Se voleranno missili contro Teheran, l’Iran reagirà. A quanto pare, è esattamente quello che gli Usa vogliono: una guerra globale, per azzerare i conti della crisi.
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Sacrifici? No, grazie. Prima, vogliamo la verità sul debito
Senza più moneta sovrana, gli Stati europei devono indebitarsi con la finanza privata. Ma quando è la finanza a finire in rosso, allora sono gli Stati a sostenere le banche, che altrimenti fallirebbero. E con che soldi gli Stati aiutano le banche? Con quelli dei cittadini, chiamati ad affrontare “sacrifici” straordinari per arginare il debito pubblico. C’è qualcosa che non funziona, è evidente. Il peccato originale? Il sistema privatizza i profitti e socializza le perdite: enormi guadagni per pochi, sempre gli stessi, e salasso garantito per tutti gli altri, che sono sempre di più. La prima mossa da fare per uscire dal tunnel? Ottenere finalmente la verità sul debito: chi l’ha provocato, chi l’ha gonfiato, chi ci ha guadagnato.
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Ungheria: Frankenstein o la Bce, di che golpe morire?
Il 2 gennaio 2012 circa centomila ungheresi sono scesi in piazza per protestare contro la nuova Costituzione che è entrata in vigore proprio quel giorno. Come i “Ragazzi della Via Paal” si sono avviati a una battaglia già perduta, e i cui effetti si faranno sentire, drammaticamente, nei mesi a venire. È uno degli avamposti sperimentali dove la crisi europea sta arroventandosi e nei quali non è al momento possibile immaginare esiti e sviluppi. Un parlamento nelle mani del premier Viktor Orbán, e del suo partito personale, ha modificato radicalmente, avvalendosi di una schiacciante maggioranza, la legge fondamentale dello Stato ungherese.
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Reattori made in China: Bill Gates, filantropo nucleare
Un reattore capace di funzionare con l’uranio impoverito proveniente dagli scarti delle centrali nucleari, e quasi in grado di non produrre scorie radioattive: è ciò a cui sta lavorando Bill Gates, fondatore di Microsoft. Che, con TerraPower, società spin-off della leader americana nei brevetti Intellectual Ventures da lui stesso generosamente finanziata, e con il governo cinese, sta sviluppando il reattore a onda progressiva, un nuovo tipo di impianto nucleare in grado non solo di essere alimentato dai rifiuti nucleari, ma anche di funzionare per tutta la sua vita senza la necessità di un successivo rifornimento di combustibile.
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Lettera da Roma: aiutiamo i deboli, ci ripagherà l’universo
Questa è una storia di “cronaca bianca”, di quelle che non troverete sul mainstream. I nomi sono fittizi. La signora Carla vive in un paesino vicino a Roma. Lavorava, fino a un mese fa, in un ente di assistenza statale. Prendeva 900 euro al mese. Adesso l’hanno messa forzatamente a part time – uno dei sacrifici imposti dal governo – e ne guadagna 580. Ha un figlio handicappato, Luigi, quasi trentenne, che “godeva” (immaginarsi) di un contributo per garantirgli una qualche mobilità. Ma anche questo contributo gli è stato tolto. Due sacrifici definitivi, che hanno gettato la famigliola in completa disperazione.
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Turismo scolastico No-Tav, e l’onorevole si indigna
Nella giornata di venerdì scorso, a Giaglione, in alta Val Susa è arrivato un pullman da 60 posti. Proveniva da Trescore Balneario, in provincia di Bergamo, e trasportava tre classi del locale liceo Lorenzo Federici. Lo scopo della gita, approvata dal consiglio d’istituto, era quello di andare a visitare lo pseudo-cantiere dell’opera inutile, la Torino–Lione. Ad accompagnare le scolaresche, oltre a due insegnanti di religione, il consigliere comunale Guido Fissore ed alcuni esponenti No Tav. Una volta arrivati alle reti, dove i ragazzi hanno potuto scattare numerose fotografie (anche al filo spinato di provenienza israeliana…), i due insegnanti di religione sono stati identificati dalla Digos per aver violato l’ordinanza prefettizia che vieta la circolazione nell’area circostante il cantiere.
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Avviso agli Usa: Cina e Giappone abbandonano il dollaro
Giornali e Tg non ne parlano, ma per gli ambienti finanziari globali è la notizia-bomba di queste festività natalizie: la seconda e la terza economia mondiale, Cina e Giappone, hanno siglato un accordo che prevede l’abbandono del dollaro americano come valuta utilizzata negli scambi commerciali tra le due nazioni asiatiche, consentendo quindi un interscambio direttamente in yen e yuan. Finora, circa il 60 per cento degli scambi commerciali tra Cina e Giappone vengono regolati in dollari. L’intesa, siglata lunedì a Pechino al termine dell’incontro tra il premier cinese Wen Jiabao e il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda, è un chiaro segnale di sfiducia delle due potenze economiche asiatiche nei confronti della travagliata area euro-dollaro.
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Bocca e la val Susa: No Tav, ma senza coltivare illusioni
E’ assolutamente normale che, dopo l’annuncio della morte di Giorgio Bocca giri negli ambienti notav una sua frase riportata sul “Venerdì di Repubblica” (30/12/2005). Praticamente, all’indomani dei grandi casini successi in valle di Susa: “Se vi sento dire la parola Tav sparo. Se vi sento dire che la Tav, l’alta velocità, è indispensabile, necessaria al progresso, tiro su dal pozzo il Thompson che ci ho lasciato dalla guerra partigiana. Perché d’inevitabile in questo stolto mondo c’è solo l’incapacità della specie a controllare la suo conigliesca demografia, le sue moltiplicazioni insensate. Il progresso!”.
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Addio Giorgio Bocca, l’ultimo partigiano della verità
«Io sono l’ultimo», grida il ribelle di Auschwitz. Ha già al collo la corda del boia nazista, e le sue parole dilagano nel deserto raggelato del terrore sulla Appelplatz, davanti ai prigionieri schierati per lo spettacolo, con la testa china e piena di vergogna per il coraggio solitario e irraggiungibile di quell’oscuro individuo senza nome che aveva osato sfidare la legge infernale del lager. E’ una delle pagine memorabili del diario universale di Primo Levi dal campo di sterminio. “Sì, questo era un uomo”, scrisse Giorgio Bocca in un altrettanto memorabile articolo di fondo, su “Repubblica”, per prendere commiato dal grande scrittore torinese: stesso nitore spietato, stessa fermezza. Una lucidità titanica, più forte dell’emozione, coltivata giorno per giorno da una sorta di religione laica, in nome di un umanesimo irriducibile.
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Fuga dall’euro, vigilia di panico: l’Eurozona sta per saltare
Natale 2011, vigilia di panico: mentre Londra si prepara all’eventualità di dover evacuare gli inglesi che lavorano in Spagna e Portogallo, temendo il caos per una possibile «implosione delle banche» con assalti ai bancomat, almeno due colossi bancari «di caratura mondiale» si stanno preparando al collasso dell’euro: hanno infatti contattato Swift, l’azienda belga che gestisce i sistemi per le transazioni finanziarie internazionali. Obiettivo: ottenere la tecnologia e i codici necessari per tornare ad effettuare transazioni in vecchie valute pre-euro, come la lira italiana, la dracma greca e l’escudo portoghese. La doppia notizia è rivelata dal “Wall Street Journal”: gli inglesi hanno già attivato i servizi segreti per una possibile fuga da Madrid e Lisbona, mentre due super-banche hanno «preso le misure» in vista dell’eclissi dell’euro.
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Moneta sovrana: facciamo tremare il vero potere mondiale
Oltre 700 attivisti italiani per un evento mondiale: imparare i fondamenti della Modern Money Theory direttamente dagli economisti americani che guidarono la “resurrezione” dell’Argentina dopo il disastro del 2001 provocato dalla privatizzazione neoliberista di un’economia subalterna al dollaro. Mai più denaro “privato”, prestato magari a tassi d’usura come fa la Bce dominata dalla Germania. Lorenzo Bini Smaghi, ormai in uscita dall’esecutivo della Banca Centrale Europea, ha clamorosamente smentito Mario Draghi: «E’ inutile nasconderci dietro le regole per evitare di agire», ha dichiarato al “Financial Times”: «Se c’è un pericolo di deflazione e recessione economica, la Bce deve iniettare fondi nel sistema». Esattamente quello che Draghi, sempre al “Financial Times”, ha spiegato che non farà mai: niente aiuti, fin che resterà in piedi l’euro.