Archivio della Categoria: ‘segnalazioni’
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Europa, frenata storica sulla Torino-Lione: costa troppo
«E adesso chi glielo dice che avevano ragione loro?». L’epigramma è dell’ex direttore del “Manifesto”, Riccardo Barenghi, in arte “Jena”: gli bastano poche parole, sulla “Stampa” del 13 luglio, per archiviare la contestatissima linea Tav dopo la sortita del ministro del bilancio francese, Jerome Cahuzac, rilanciata il giorno prima da “Le Figaro”: troppi progetti faraonici di dubbia utilità, ormai proibitivi in tempi di crisi. In cima alla lista nera di Parigi c’è proprio la Torino-Lione: solo a fine anno, ha annunciato il ministro, una speciale commissione parlamentare appositamente costituita valuterà se ha davvero senso che la Francia si indebiti fino al collo per spendere i 12 miliardi di euro previsti per la tratta transalpina dell’alta velocità italo-francese. E se le diplomazie tentano di spegnere la polemica (nessun problema con Parigi, dice il ministro Passera: la Torino-Lione si farà) il secondo round della doccia fredda arriva da Bruxelles: Francia e Italia non sperino che l’Europa finanzi la Torino-Lione.
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Roubini: tempesta perfetta, il mondo collasserà nel 2013
La “tempesta perfetta” per l’economia globale nel 2013 si sta puntualmente sviluppando: con un catastrofismo che spiazza perfino gli adepti del suo pessimismo, l’economista francese Nouriel Roubini conferma i suoi presagi via Twitter e in un’intervista a “Bloomberg.Tv”. Apocalittico sull’Eurozona, Roubini prevede che la Finlandia uscirà dall’euro prima della Grecia. Le avvisaglie ci sono tutte e, secondo il professore, non lasciano scampo: la “tempesta perfetta” del prossimo anno sarà molto peggio della crisi del 2008. Docente alla New York University, già a maggio aveva indicato i quattro scenari-chiave per la catastrofe: il ristagno degli Stati Uniti, l’acuirsi del problema dei debiti sovrani europei, la decelerazione delle economie emergenti come quella cinese e il rischio di conflitto militare in Iran. Per “Dottor Catastrofe”, i dati sull’inflazione in Cina e le deludenti cifre dell’occupazione negli Usa mostrano che la “tempesta perfetta” sta davvero per scatenarsi.
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La video-guerra di Leonardo: No-Tav, la verità è esilarante
La bandiera, il ragazzino e il grande protagonista: il vento. La bora è quella che spazza con frequenza la valle di Susa, uno dei luoghi più ventosi d’Italia, checché ne dicano i tecnici di Ltf, la società per la Torino-Lione che – nel suo stesso dossier – non fa mistero dei grandi rischi connessi all’apertura degli eventuali cantieri dell’alta velocità (uranio, amianto, polveri sottili, taglio delle falde idriche, migliaia di tonnellate di materiali di scavo) senza però spiegare come questi problemi verrebbero risolti, in quella “galleria del vento” che si estende da Torino alla frontiera francese. A volte, basta un minuto per rivelare la verità più imbarazzante: tanto dura, pressappoco, il divertente video girato sul balcone di casa dal giovanissimo Leonardo. E’ lui il ragazzino della clip, ripreso mentre si dibatte inutilmente, come un tragicomico Woody Allen in erba, contro la bandiera No-Tav scatenata dal più indomabile dei venti, quello della protesta popolare.
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La fine del mondo, cominciando da quella del petrolio
Avevo già visto l’articolo di George Monbiot qualche giorno fa sul “Guardian”, oggi lo si trova tradotto su “Cdc”. In sintesi, Monbiot prende per buono il nuovo slogan in voga: il fracking risolverà tutti i nostri problemi petroliferi, tornate a casa tranquilli. Ne avevamo ovviamente già parlato, dei livelli di propaganda a cui si è arrivati anche nel nostro Paese pur di vendere il fracking di proprietà Halliburton. Come sempre accade col petrolio, i dati vanno letti per quelli che sono. Ad esempio: riporta Monbiot che il Nord Dakota è la nuova Arabia Saudita, è pieno di petrolio (che però, ahem, non si può estrarre), e che ha una produzione di 550.000 barili al giorno. Fantastico! Circa quattro volte la produzione totale… italiana. Oppure, si parla di un aumento di 20 milioni di barili al giorno aggiuntivi, nei prossimi dieci anni. Ebbene: anche questa sembra una cifra elevata, eppure è assolutamente insufficiente a coprire la depletion attuale. Quando leggete di migliaia e milioni di barili, scolpitevi nella mente questo dato fondamentale: il mondo consuma un miliardo di barili ogni 12 giorni.
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Dopo le scuse, la verità su Genova: perché quel massacro?
Antonio Manganelli si scusa con l’Italia e persino con la madre di Federico Aldrovandi, il giovane ucciso a Ferrara da quattro agenti nel 2005, ma il suo ex capo Gianni De Gennaro – promosso sottosegretario da Mario Monti – continua a tacere, anche se resta il massimo responsabile istituzionale delle operazioni di polizia che a Genova nel 2001 culminarono nel massacro della Diaz. Una mattanza, che Amnesty International definì la più grave sospensione della democrazia in Occidente dopo la Seconda Guerra Mondiale. Una pagina nera, nella storia della polizia italiana: 93 persone selvaggiamente picchiate e terrorizzate, quindi arrestate in massa per reati serissimi e poi tutte prosciolte. Tra queste, 60 feriti anche gravi, come il giornalista inglese Mark Covell, ridotto in fin di vita. E dal super-poliziotto De Gennaro silenzio totale: anche oggi, dopo la sentenza della Cassazione che terremota il vertice della polizia, con rimozioni a tappeto di altissimi dirigenti.
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Star wars: Muos, l’olocausto globale scatenato dalla Sicilia
Missili all’uranio impoverito, aerei senza pilota, bombe atomiche teleguidate. Per scatenare il conflitto globale del Terzo Millennio – guerra convenzionale oppure chimica, batteriologica, nucleare e forse anche climatica – basteranno poche, gigantesche antenne paraboliche. Sono quelle del Muos, il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari che gli Stati Uniti hanno cominciato a dispiegare in Virginia, alle Hawaii e in Australia. La quarta installazione è programmata in Sicilia: a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Il Muos collegherà tra loro i centri di comando e controllo delle forze armate, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento e gli arsenali di morte sparsi in tutto il pianeta. Mettendo in pericolo, inoltre, non meno di 300.000 siciliani, esposti all’azione dei campi elettromagnetici con alto rischio per la salute: si temono leucemie e tumori agli organi genitali.
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Amputare la sanità italiana: maxi-tagli sulla pelle dei malati
Qualcosa come 12 miliardi e mezzo da qui al 2014: una stangata storica sulla sanità italiana, per l’effetto combinato della manovra Tremonti e dei nuovi maxi-tagli della cosiddetta “spending review” ordinata dal governo Monti. In due anni e mezzo, Asl e ospedali perderanno per strada oltre il 10% dei finanziamenti. Nel frattempo spunta un altro taglio senza precedenti, quello di 16-18.000 posti letto ospedalieri: chiuderanno gli ospedali con meno di 80 posti e sarà ridotto da 4,2 a 3,7 lo standard di posti per ogni mille abitanti. Dalla bozza del decreto “taglia spesa” spunta anche la sforbiciata del 5% dei costi d’acquisto di beni e servizi con esclusione degli acquisti dei farmaci, mentre la stessa riduzione si applica sui dispositivi medici fino al 31 dicembre di quest’anno. Il fondo sanitario viene tagliato di un miliardo nel 2012 e di 2 nel 2013, ma in tutto la sanità dovrebbe perdere 4,5 miliardi in più rispetto ai tagli della manovra Tremonti.
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Arafat assassinato col polonio, il super-veleno degli 007
Avvelenato col polonio-210: Yasser Arafat, storico padre della causa palestinese, sarebbe morto in seguito ad avvelenamento progressivo causato dal raro metalloide altamente radioattivo, talvolta utilizzato dai servizi segreti per eliminare nemici senza lasciare tracce visibili. La presenza del polonio è stata invece riscontrata oggi, quasi otto anni dopo la sua strana morte, sugli effetti personali di Arafat: lo spazzolino da denti, gli indumenti e l’inseparabile kefiah. A dare la notizia, il portavoce dell’Istituto Svizzero di Radiofisica di Losanna. Rivelazione subito ripresa da “Al Jazeera”, in un dossier che riapre il giallo sull’improvvisa scomparsa del leader palestinese, l’11 novembre 2004 in un ospedale parigino, in seguito ad una malattia repentina e misteriosa.
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Pd al capolinea: espulsa Carla Mattioli, pasionaria No-Tav
Vent’anni di trasparente buongoverno hanno fatto di Avigliana un modello di Comune virtuoso? Forse anche troppo virtuoso, per la nomenklatura “bulgara” del Pd torinese che ha infine espulso dal partito l’ex sindaco Carla Mattioli, colpevole di aver resistito con successo al pressing della lista civica rivale, promossa sottobanco da Pd e Pdl per strappare ai No-Tav la cittadina più importante della valle di Susa. Elezioni al cardiopalma: da una parte “Grande Avigliana”, capitanata da Aristide Sada – sostenuto da Fassino e Bersani oltre che dai berlusconiani – e dall’altra Angelo Patrizio, erede di Carla Mattioli, sotto le insegne di “Avigliana Città Aperta”. Missione compiuta: ma a due mesi dal trionfo di Patrizio è scattata la vendetta del Pd, contro Carla Mattioli nonché l’assessore Andrea Archinà e l’ex vicesindaco Arnaldo Reviglio, altro co-fondatore del Pd valsusino.
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Balotelli show, ma Marchionne riesce a rovinare la festa
Mentre Balotelli stronca la Germania nell’euro-derby dello spread e le piazze italiane esplodono di gioia allontanando per una sera l’incubo della crisi, c’è un solo uomo – in tutta la penisola – che non partecipa alla festa tricolore. Anzi: prova a rovinarla, e ci riesce benissimo. Si chiama Sergio Marchionne ed è fiero della sua ultima decisione: impedire agli operai della Fiat di esultare in diretta. Al contrario, lo stabilimento Bmw di Ratisbona ha fermato la produzione per due ore, per consentire ai dipendenti di seguire l’evento su appositi maxi-schermi allestiti in fabbrica. Niente da fare, invece, per i colleghi italiani di Pomigliano: non si sono fermate le catene di montaggio della Panda. «Complimenti a Marchionne – ironizza Gad Lerner – che dalla Cina definisce “folklore locale” la sentenza che una settimana fa gli ha ordinato di porre fine alla discriminazione degli iscritti alla Fiom».
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Bufera-Napolitano: anche lui teme la verità su Borsellino?
«Credo che in via D’Amelio ci fosse qualcuno già pronto a prelevare la sua agenda: uccidere Paolo senza farla sparire non sarebbe servito a niente». Motivo: il 25 giugno, a meno di un mese dalla sua tragica fine, nell’ultima uscita pubblica Borsellino aveva detto di «aspettare di essere chiamato per raccontare quello che aveva scoperto su Capaci», dice il fratello Salvatore, che si schiera con Sonia Alfano: sì, Giorgio Napolitano «merita l’impeachment», per aver cercato di ostacolare le indagini sulla trattativa Stato-mafia avviata nel ’92 dopo l’omicidio di Falcone. Ne parlò Massimo Ciancimino: «Mio padre fu contattato dal capitano De Donno del Ros». Claudio Martelli, allora ministro della giustizia, conferma: furono cercati contatti con Vito Ciancimino e ne fu informato Nicola Mancino, allora ministro dell’interno. Mancino però nega. E non ricorda di aver mai incontrato Borsellino, che invece riferì dell’incontro. E Napolitano?
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Massacro sociale: ci siamo, l’Italia precipita verso la Grecia
Meno lavoro, meno diritti, meno futuro. Il bilancio per l’Italia del Rapporto sui diritti globali 2012, pubblicato oggi dall’Associazione Società Informazione e promosso da Arci, Cgil e un gruppo di associazioni, è pessimo. «La prima guerra mondiale della finanza ha provocato l’11 Settembre dello Stato sociale e dei diritti», si legge nel Rapporto. La conferma è nei numeri, che raccontano un Paese in cui povertà e disuguaglianze sono in aumento, mentre le voci principali di spesa sociale, tra il 2008 e il 2011, hanno subito tagli complessivi dell’80%. Una tendenza che si aggraverà nel 2013, spiega il Rapporto, che quest’anno si intitola “La Grecia è vicina”. Al centro delle 1300 pagine di questa decima edizione, non poteva che esserci la crisi. Ma se gli Usa hanno provato a dare qualche impulso alla crescita, l’Europa, denuncia il Rapporto, sarebbe tutta concentrata sullo smantellamento dello Stato sociale e dei diritti acquisiti da lavoratori e pensionati.