Archivio della Categoria: ‘Recensioni’
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Il super-potere ci condanna: globalizza solo la povertà
«Il mondo è cambiato drammaticamente: la “globalizzazione della povertà” ha allungato le mani su tutte le principali regioni del pianeta, incluse l’Europa occidentale e il Nord America. Un “nuovo ordine mondiale” è stato instaurato, in deroga alla sovranità nazionale e ai diritti dei cittadini». Il nuovo potere mondiale «si alimenta della povertà umana e della distruzione dell’ambiente naturale, genera l’apartheid sociale, incoraggia il razzismo, lede i diritti delle donne e spesso fa precipitare le nazioni in distruttivi conflitti etnici». Michel Chossudovsky, economista di Ottawa e ispiratore del Global Research Institute, vede nero: «I debiti pubblici sono saliti a spirale, le istituzioni statali sono crollate e l’accumulazione di ricchezze private è aumentata incessantemente». Immense fortune in poche mani: abbiamo globalizzato soltanto la povertà.
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Cibo dentro: autopsia visionaria del nostro mondo ibernato
C’è un posto gelido dove si annidano, a nostra insaputa, i sogni insonni che ci fanno compagnia: una topografia sfuggente, elusiva, nascosta nel ritmo quotidiano del pianeta-metropoli che ha ovunque la stessa forma, quella dell’ordinario inferno domestico del supermercato. Vita plastificata sottovetro, liofilizzata, sigillata nel packaging. E soprattutto: surgelata, come un cuore freddo. C’è chi ha provato a entrarci, in quell’anatomia congelata, verso una sorta di autopsia visiva. Un viaggio ravvicinatissimo e dall’esito quasi surreale nella Grande Ibernazione, tra autentiche visioni: un pacco di comuni gamberetti finisce per assomigliare a una sezione di cervello, e i cubetti pressati di spinaci diventano sottosuolo geologico, foresta fossile, aliena frontiera minerale incrostata di permafrost.
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Alpinista del cielo: l’impresa di Geo Chávez diventa canzone
“Era andato lontano da pioniere lassù, sorridendo nel vento tra le nuvole blu”: cent’anni dopo, la voce intenerita di Giorgio Conte accarezza il volo cosmonautico di un ragazzo franco-peruviano del 1887, l’alpinista del cielo decollato per salutare l’infanzia del nuovo mondo, quando il cosmo alpino si fermava ancora ai duemila metri di quota del Sempione. Orizzonte acuminato, da sorvolare a bordo di «trabiccoli che facevano salti di pulce, più simili a insetti volanti che ai moderni mezzi di volo transoceanico», dice lo scrittore Carlo Grande, ora nei panni di paroliere, autore del brano che sfolgora per intensità e bellezza nell’ultimo album del fratello di Paolo Conte, celebrando l’impresa vittoriosa e sfortunata del ragazzo-libellula, “Geò”, il primo che osò scavalcare le Alpi.
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Il contagio: dalla crisi una rivolta che cambierà il mondo
Dagli indignados di Madrid e Barcellona alle “primavere” di piazza Tahrir al Cairo e della kasbah di Tunisi fino al movimento che in Italia ha portato alla vittoria dei Sì ai referendum di giugno. C’è un filo rosso che collega l’ondata di proteste che ha coinvolto le giovani generazioni delle due sponde del Mediterraneo: un rinnovato impegno civile e la critica radicale alle leadership, democratiche e non, al potere in quei paesi. Ne è convinta Loretta Napoleoni, saggista, docente ed esperta di economia, che in questi giorni torna in libreria con “Il Contagio. Perché la crisi economica rivoluzionerà le nostre economie”. Secondo la scrittrice, la miccia che ha acceso le recenti sollevazioni popolari è proprio la crisi.
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Addio Rai, la Dandini: anch’io epurata perché scomoda
Andremo in onda il prima possibile: dove, quando e come sarete i primi a saperlo. Su La7, su Sky? Non lo so. Valuteremo cercando di capire come farlo al meglio. Al massimo lo faremo in piazza. O al cinema. Volevo prendermi un anno sabbatico ma per tigna avevo deciso di andare in onda. Abbiamo tenuto duro perchè li abbiamo stanati. Volevo essere cacciata perchè così il percorso si chiude e si capisce. La Rai non sono loro, io ho un patto con gli abbonati. Lavoriamo al programma da quattro mesi, la squadra scalpita. E poi la gente per strada e via mail mi dice continuamente «non dargliela vinta». Siamo stati ingenui. In Rai ho visto vendere e affittare dei format inesistenti.
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Il golpe inglese: neutralizzare l’Italia, da Mattei a Moro
«Ogni volta che gli italiani hanno provato a decidere del proprio destino, gli inglesi sono intervenuti». Lo afferma l’editore Chiarelettere presentando “Il golpe inglese”, libro-inchiesta di Mario Josè Cereghino e Giovanni Fasanella che illumina imbarazzanti retroscena sull’influenza britannica nella storia del Belpaese, fin dalla nascita dello Stato unitario nel 1861. Tra le ombre più inquietanti, la tragica fine di Enrico Mattei e quella di Aldo Moro, personaggi-chiave dell’emancipazione politica italiana. «Dai documenti desecretati, che i due autori hanno consultato negli archivi londinesi di Kew Gardens – continua l’editore – emerge con chiarezza che non è Washington a ordire piani eversivi per l’Italia, ma soprattutto Londra, che non vuol perdere il controllo delle rotte petrolifere e contrasta la politica filoaraba e terzomondista di Mattei, Gronchi, Moro e Fanfani».
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Gaglianone, il segreto meglio custodito del nostro cinema
Daniele Gaglianone è probabilmente uno dei segreti meglio custoditi del cinema italiano. Nonostante vanti una filmografia foltissima, la grande parte della sua opera risulta ancora troppo poco frequentata. Con “Ruggine”, dopo l’esito maiuscolo di “Pietro”, il regista affronta una storia corale, ampliando il raggio del suo sguardo e riconnettendosi alle urgenze delle storie calate nell’agone della Storia. Il lavoro di Gaglianone, infatti, sin dalle sue origini, si è andato sviluppando attraverso un fittissimo dialogo con le ragioni e il farsi della Storia. Basti pensare alla presenza fortissima della guerra di Liberazione o all’interesse fortissimo nei confronti di figure come Gobetti.
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Ruggine: il nostro mondo di mangiatori di bambini
Divoratori ciechi di futuro, pronti a sradicarne i tralci più verdi: i bambini. Massima profanazione, la violenza oscena dell’orco che va a caccia di piccole vittime in una misera discarica di intrepide esistenze, così simile al nostro passato prossimo, quello delle periferie industriali popolate di ex contadini deportati al nord, costretti in pochi metri quadrati a lottare ogni giorno per la sopravvivenza nel pianeta ostile dello sviluppo, di cui l’orco in fondo non è che la maschera demoniaca – l’ignobile ambasciatore di un avvenire dannato, spettrale, infestato di incubi tra i quali si dibattono i minuscoli eroi di ieri, testimoni e protagonisti dell’indicibile. Dietro un gran film sull’abuso minorile, attraverso il lievito micidiale della poesia, il regista Daniele Gaglianone prova a domandarsi perché siamo ridotti così, in un pianeta intristito da un’avaria che sembra inguaribile: la mancanza di avvenire.
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Addio guerra, ora Parigi tratta sul petrolio con Gheddafi
«E’ stato ampiamente dimostrato che non c’è alcuna possibilità con il ricorso alla forza. Abbiamo sollecitato le due parti a parlarsi, secondo noi è giunto il momento di sedersi attorno a un tavolo». La notizia è che queste parole non le ha pronunciate il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon o un alto rappresentante di una di quelle potenze che la guerra in Libia l’hanno subita più che voluta, come Russia e Cina. Le ha dette Gérard Longuet, il ministro della Difesa francese, rappresentante di quel governo che i bombardamenti li volle a tutti i costi, dello stesso Paese che fu il primo a inviare i suoi bombardieri.
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Barack Obush, l’America in declino venderà cara la pelle
Che significa e come si è svolta l’oscura uscita di scena di Osama bin Laden? Che fine ha fatto Al-Qa’ida, ed è mai stata come ci hanno raccontato? Chi sta andando al potere in Egitto e altrove, dopo le primavere arabe, e in che modo gli Stati Uniti tentano di controllare la riorganizzazione del potere? Chi sono i cirenaici a sostegno dei quali gli Usa e noialtri abbiamo deciso di far guerra a Gheddafi? Eroici difensori della libertà o i complici di turno dell’impero? Che svolgimento avranno i tesissimi rapporti con Iran e Siria? In che modo la crisi dei Paesi europei più deboli è legata alla guerra euro-dollaro? E che cosa stanno tentando di fare gli Stati Uniti, segretamente o meno, per controbilanciare la rapidissima ascesa cinese?
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Israele avrà paura, il giorno in cui scoppierà la pace
«La cosa che mi piace di più d’Israele sono le contraddizioni esplosive. Questo paese ha contraddizioni impressionanti. Per esempio, c’è una piccola parte della società israeliana che ha già fatto la pace con i palestinesi. Basterebbe affidarsi al loro approccio, ma temo che nessuno lo farà mai: è la comunità gay e lesbica, sia in Israele che nei Territori». Mentre nelle librerie arriva “Il popolo dell’esilio”, il nuovo libro di Moni Ovadia, sul muro esterno della scuola ebraica di Roma qualcuno ha incollato un manifesto intimidatorio, con stampate queste parole: “Ogni ebreo è nostro fratello, Moni Ovadia e Giorgio Gomel no”.
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Attenti: il Grande Fratello sa già dove saremo domani
Non si è ancora spento il clamore per la registrazione dei nostri movimenti in un file nascosto dell’iPhone, e già un’altra notizia lo scavalca: come ha fatto la polizia olandese a piazzare gli autovelox esattamente dove i limiti di velocità vengono più violati? L’ha scoperto il quotidiano “Algemeen Dagblad”: la società TomTom ha fornito al governo olandese i dati sulla velocità degli automobilisti raccolti dai suoi sistemi di navigazione gps, e la polizia se ne è servita per identificare i punti “caldi”. Ossia per prevedere ciò che sarebbe avvenuto.