Archivio della Categoria: ‘idee’
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Vendola: perdono i partiti che hanno paura del popolo
Spero che non si sottovaluti il dato negativo, di questa consultazione elettorale, per il centrosinistra: negativo nella misura in cui fa emergere un’illusione, quella che basti un inizio di crisi del berlusconismo, e un inzio di deflgrazione dentro il centrodestra, per farci guadagnare una vittoria. Il centrosinistra non se la può cavare secondo l’adagio cinese, “mettersi seduti sulla sponda del fiume in attesa che passi il cadavere dell’avversario”. Il centrosinistra ha un discorso frammentario, caotico, disomogeneo, non ha una proposta di alternativa che parli alle viscere del Paese, al cuore profondo di questa Italia smarrita
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Lerner: sconfitta storica per il centrosinistra
Torno dalla cena pasquale e faccio i conti con quella che si profila come una sconfitta di proporzioni storiche. Perchè non solo ribadisce l’egemonia della destra, anche dopo la pessima prova di governo che ha dato, ma ne modifica pure i connotati. Facendo della Lega – decisivo lo sfondamento di Roberto Cota in Piemonte – il perno culturale intorno a cui si riorganizza il conservatorismo italiano. La sinistra perde il modello emiliano, impoverito dal dalemismo di Vasco Errani (sopravvive invece la più aperta esperienza toscana) senza trovare né in Puglia né in Lazio un’alternativa interna al Partito Democratico.
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Legalità e informazione: al voto l’emergenza-Italia
Più legalità e più informazione, perché sono sempre i più deboli a pagare il prezzo della corruzione e di un’informazione non libera. Queste le due maggiori emergenze nell’Italia alle prese con la crisi, ora di fronte al test di elezioni regionali incattivite da una campagna elettorale avvelenata, aperta dal “pasticcio” delle liste Pdl in Lazio e Lombardia e chiusa dalle polemiche sulla clamorosa protesta di Michele Santoro con la sua edizione-pirata di “Annozero” dal PalaDozza di Bologna, da cui il giornalista ha sfidato in modo spettacolare e senza precedenti il bavaglio, altrettanto clamoroso, imposto dal governo agli info-talk della Rai.
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Elezioni, Tav: la solitudine della valle di Susa
Centomila abitanti e un unico, grande problema: l’alta velocità ferroviaria Torino-Lione, contestata dalla grande maggioranza della popolazione della valle di Susa ma sostenuta in modo bipartisan da Pd e Pdl, che ora chiedono – anche ai valsusini – un voto per le elezioni regionali. Il ricorso alle urne è il massimo esercizio di democrazia, nel quale esprimere la volontà popolare su cui si fondano le istituzioni. Questo però sembra non valere per la valle di Susa, che non ha nessuna possibilità di esprimersi facendo davvero pesare il proprio orientamento: entrambe le leadership del sistema bipolare, infatti, hanno già deciso che la protesta della valle contro la Tav non avrà cittadinanza politica.
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Santoro: Berlusconi mi caccia dalla Rai? Vada via lui
Chi deve uscire dalla Rai è Berlusconi, che ha dimostrato di saper stare nel privato possedendo tre reti. Non certamente noi. E’ lui che deve stare zitto, rappresenta la concorrenza. Cominci Berlusconi a uscire dalla Rai invece di far scrivere ai suoi giornali che dovrei essere io ad andarmene. Quando è sceso in campo aveva detto che non avrebbe toccato neanche una pianta, invece sta arando tutto il giardino estirpando quanto c’è di buono.
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Santoro, lo share e la rivoluzione
Beh, aspettate a festeggiare, non è che cambi niente in concreto. Lo spettacolo (ricordiamoci di non chiamarlo “programma”, perché non risiedeva in alcun palinsesto) “Raiperunanotte” ha ottenuto un successo strepitoso, definito da più parti una rivoluzione nell’informazione. E lo è per molteplici motivi, essendo un evento forse senza precedenti in tutto il globo, avvenuto proprio nel Paese più ingessato del mondo dal punto di vista giornalistico. Nessuno aveva mai mescolato prima Tv, web, piazza, radio, satellite, Tv locali, blog, in un’unica piattaforma informativa in diretta e in contemporanea.
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I censori si rassegnino: Santoro killed the Tv Star
«Comunque la si pensi, quali che siano le opinioni politiche di ciascuno, l’evento del PalaDozza di Bologna un primo effetto incontestabile lo ha provocato: la morte della tv generalista». Al di là dei contenuti, della propaganda e di «qualche intervento francamente fuori registro», “Raiperunanotte” ha decretato un cambiamento epocale nel modo di intendere la comunicazione nel nostro paese. Qualcosa è cambiato, perché al salotto di casa si è sostituito un elemento nuovo, ma nemmeno tanto: il web. Lo scrive Domenico Naso sul periodico della fondazione “Farefuturo”, all’indomani del boom di ascolti incassato da Michele Santoro.
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Addio vecchia Tv, la censura ha generato l’antidoto
Bisognerà studiare con attenzione, e senza enfasi, i meccanismi di trasmissione capillare che hanno trasformato “Raiperunanotte” in evento mediatico. Professionisti seri della rete azzardano perfino l’ipotesi che alla fine verrà raggiunto un numero di spettatori superiore a una normale puntata di “Annozero” su Raidue. Aspetto che me lo dimostrino, ma non mi stupirebbe. Perchè il presente dell’informazione è già caratterizzato dalla somma di mille canali diversi (tv satellitari, tv locali, internet, radio, carta stampata) che in determinate circostanze possono equivalere – addirittura superare? – i contatti della tv generalista.
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Monicelli: Italia senza dignità, serve una rivoluzione
Gli italiani, gli intellettuali, gli artisti, sono poco coraggiosi? Sì, lo sono sempre stati. Sono stati vent’anni sotto un governo fascista, ridicolo, con un pagliaccio che stava lassù. Avete visto quello che ha combinato. Ci ha mandato l’Impero, le falangi romane lungo Via dell’Impero; ha fatto le guerre coloniali, ci ha mandato in guerra. Eravamo tutti contenti, che c’era uno che guidava lui, pensava lui, “Mussolini ha sempre ragione”, tutti stavano “bòni e zitti”. Adesso il grande imprenditore ha detto: «Lasciatemi governare, votatemi, perché io mi sono fatto da solo, sono un lavoratore, sono diventato miliardario, vi farò diventare tutti milionari».
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Carlotto, video: svelare la mafia delle grandi opere
La Torino-Lione? E’ una follia. Una devastazione, un consumo inutile di territorio: va assolutamente impedita. La linea che c’è già è più che sufficiente, va solo rafforzata, e basta. Dietro le grandi opere c’è sempre la mafia. Questo secondo me bisogna assolutamente scoprirlo e svelarlo, perché di fatto lo sappiamo, ormai, che funziona in questo modo. La cosa più importante da svelare, da raccontare alla gente, è che le mafie non potrebbero agire impunemente su questo terreno se non avessero dei collegamenti ormai di fatto formali, continuativi, con ampi settori dell’imprenditoria, della finanza e della politica. Perché senza questo legame sarebbe impossibile portare avanti questo discorso criminoso.
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Migranti, Erri De Luca: noi, carcerieri di viaggiatori
I poteri hanno visto nelle isole dei luoghi di reclusione, hanno piantato prigioni su ogni scoglio: il mare nostro brulica di sbarre. Gli uccelli invece vedono nell’isola un punto di appoggio, dove fermare e riposare il volo, prima di proseguire oltre. Tra l’immgine di un’isola come recinto chiuso, quella dei poteri, e l’immagine degli uccelli, di un’isola come spalla su cui poggiare il volo, hanno ragione gli uccelli. Nel canale di Otranto e Sicilia, contadini di Africa e d’Oriente affogano nel cavo delle onde. Il pacco dei semi si sparge nei campi sommersi del mare, un viaggio su dieci sprofonda, la terraferma Italia è terra chiusa: li lasciamo annegare, per negare.
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Addio casta, liberiamo la politica dal virus del denaro
Il denaro è il più potente infestante creato dall’uomo. Contagioso più della peste, corrosivo più dell’acido muriatico, devastante più della sifilide. Non esiste una modica quantità di denaro. Soldo chiama soldo. Il denaro in politica è il contrario della politica. Per osmosi la politica diventa denaro, i Comuni società per azioni, i partiti comitati di affari. L’obiezione più scontata è che per fare politica ci vogliono i soldi. Il famoso costo della politica. Chi vuole fare politica se la paghi, se vuole dei contributi li chieda ai cittadini. Se verrà eletto deve essere retribuito correttamente per la funzione sociale che svolgerà, se ha un impiego gli deve essere conservato.