Archivio della Categoria: ‘idee’
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Sputtanare l’Italia: un Grillo Mannaro a Londra
Nel 2010, per la prima volta nella mia vita ho fatto un tour all’estero con lo spettacolo “Incredible Italy”, un avviso ai naviganti sulla capacità di contagio, nel bene e nel male, dell’Italia. Ultimamente soprattutto nel male. Siamo un Paese straordinario che ha esportato il fascismo, le banche, la mafia. Noi ci siamo abituati, abbiamo anticorpi millenari, ma gli altri sono indifesi. Come i pellerossa con il vaiolo, i maya con il morbillo. Il virus si può sviluppare in malattie spaventose: il nazismo, i crack del 1929 e del 2008, Al Capone e Cosa Nostra.
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Lilin: vi regalo l’inferno che ho vissuto in Cecenia
«Non sono un eroe, e forse il mio dovere oggi è non fingere di esserlo stato». Nicolai Lilin, su “Repubblica”, spiega con sofferenza perché ha scritto “Caduta libera”, la sconvolgente confessione della sua esperienza di guerra, in Cecenia, dove ha combattuto per due anni come soldato di leva, tiratore scelto in un reparto speciale di paracadutisti: «Volevo far sentire l’orrore della guerra. Sei lì dentro al cento per cento, fai tutto quello che devi fare per sopravvivere e vai fino in fondo. E spesso, scendendo verso il fondo dell’anima, scopri che il fondo non c’è».
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Pasqua, la Repubblica d’Appennino e la rivoluzione
Nella Repubblica degli Appennini, nel cuore del cuore del Paese, tra le valli dell’Esarcato tra Senio e Lamone, fino alle profonde gole del Serchio e della Magra, tra Colla e Muraglia, Carpinelli e Pradarena, la nuova stagione di primavera è ancora solo attesa gravida di primaticci segnali. I crinali sono innevati e il disgelo tardivo gonfia i torrenti e infradicia i pascoli alti, la gelata notturna schianta i primi boccioli della rosa canina e cuoce i baccelli dei carrubi; ma gli albicocchi e gli amareni hanno preso a fiorire, le vacche appena sgravate mugulano dalle stalle la brama del primo trifoglio, gli agnelli saltabeccano per i recinti
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Ombre sulle bombe di Mosca: chi ha armato i ceceni?
Gli attacchi kamikaze ceceni che hanno provocato 39 vittime nella metropolitana di Mosca il 29 marzo sono esplose all’indomani della firma, a Praga, del trattato “Start2” sul disarmo nucleare, definito «storico» dagli osservatori internazionali e siglato dai due presidenti, Barack Obama e Dmitrij Medvedev. Chi ha progettato l’assistenza dei terroristi ceceni in azione nella capitale russa, accusa Giulietto Chiesa, proviene «certamente» dagli stessi ambienti internazionali che l’11 Settembre, con l’attacco alle Torri, spinsero l’America (e il mondo) nel vicolo cieco della “guerra infinita”.
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Cacciari: ignorare Berlusconi, fra 3 anni va a casa
«Smettiamola di parlare di lui, tanto Berlusconi fra tre anni va a casa: è pacifico, è assodato». Così l’ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, nella registrazione di “Otto e Mezzo” in onda il 2 aprile su “La7”. Alla richiesta di Lilli Gruber di spiegare come mai abbia questa certezza, Cacciari risponde: «Altrimenti come interpretare le cose che sono successe quest’anno? Non sono né un dietrologo né un complottista, ma è chiaro ed evidente che un fotografo non sta per un anno intero a 200 metri dalla villa del premier, con Putin, così».
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Laboratorio val Susa, elettori non normalizzabili
Malgrado i media, tutti arruolati nella crociata per la Torino-Lione, la valle di Susa ha resistito alle pressioni e si è ribellata, col voto regionale, alla non-scelta che aveva di fronte, visto che sia il centrodestra che il centrosinistra erano (e sono) filo-Tav. Ribellione a due facce: quella dell’astensionismo e quella di Beppe Grillo, protagonista di exploit clamorosi in molti Comuni della valle, al punto da indurre la grande sconfitta, Mercedes Bresso, a indicare proprio i No-Tav, Grillo e la valle di Susa tra i responsabili del ribaltone che l’ha sfrattata dalla guida del Piemonte.
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Travaglio: il suicidio del Pd, malgrado l’Sos di Grillo
Il Partito Democratico ha perso due milioni di voti sulle ultime elezioni regionali e ha sbagliato un bel po’ di candidati, e poi se l’è presa con Beppe Grillo, il “fuoco amico” che gli avrebbe sottratto voti, specialmente in Piemonte dove Mercedes Bresso ha perso di misura su Roberto Cota. Grillo ha risposto alla sua maniera, ha detto: «No, è la Bresso che ci ha tolto un sacco di voti: se non si presentava lei vincevamo noi». E’ questione di punti di vista. Il programma della Bresso somigliava paurosamente a quello di Cota, specie sul Tav, il treno che per trasportare le merci ad alta velocità sventrerà la valle di Susa con un cantiere che durerà, secondo le stime, una ventina d’anni.
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Revelli: Lega, la rivolta della provincia dimenticata
La vittoria della Lega nelle campagne è la rivolta dei dimenticati dalla globalizzazione. Nella Lega, gli abitanti dei paesi cercano la tutela. Molto spesso la geografia leghista coincide quella della vecchia Dc, con il fatto che la risposta dei leghisti è, in molta parte del territorio, l’unica disponibile. In molti paesi il centrosinistra è evaporato, è altrove. Sta nelle città, nei gangli dove la vita scorre veloce, dove passa il flusso delle decisioni; in molti paesi quelle decisioni si subiscono con timore.
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Piemonte: punita la sinistra trincerata nel potere
E’ arrivata l’ora di mandare in pensione chi fa politica nei palazzi e si ricorda della gente e dei mercati solo in campagna elettorale. E bisogna farlo da subito, con la convocazione delle primarie per l’elezione del segretario provinciale. Abbiamo perso perché abbiamo balbettato sui contenuti, a partire dal nucleare, e sui diritti civili. Abbiamo perso perché sono state fatte alleanze decise a tavolino. Tutti parlano di un partito del territorio, ma quando vedo gli assessori di punta della giunta Bresso restare a casa allora mi chiedo dove sia questo radicamento di un partito che vuole essere di governo e popolare.
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Nelle urne la secessione economica del Nord
«Questo voto assomiglia a una secessione economica». Giuseppe Berta, storico dell’industria, docente all’Università Bocconi di Milano, esamina la mappa del voto regionale che indica il monocolore della destra, in larga parte leghista, dal Piemonte al Veneto passando per la Lombardia. Sono le cifre del Nord, ovvero: oltre 19 milioni di abitanti, più del 30% del prodotto interno lordo, almeno un terzo dell’export e degli occupati, la più alta concentrazione industriale e di servizi avanzati.
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Ezio Mauro: il Pd ha bisogno di un Papa straniero
L’effetto simbolico del Lazio e del Piemonte che cambiano di segno politico fa pendere la bilancia elettorale dalla parte di Silvio Berlusconi, che era entrato indebolito nella cabina elettorale e ne è uscito rafforzato: tutto il resto è chiacchiera. Secondo Ezio Mauro, direttore di “Repubblica”, il risultato delle regionali è così riassumibile: «Bossi che diventa il Lord Protettore di un berlusconismo declinante nella sua parabola, ma ancora capace di costruire vittorie», anche con l’aiuto della Chiesa che, nel 2010, «scende in campo come una qualsiasi lobby secolare».
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Grillo: non cercate scuse, avete sbagliato tutto
Vi avevamo avvertito: stiamo arrivando. Malgrado la partita «tra bari», in cui «la combine elettorale era preparata a tavolino», mezzo milione di italiani ha votato per il “Movimento 5 Stelle”, tra l’altro presente in sole cinque regioni. «Hanno votato molti giovani che erano disinteressati della gestione della cosa pubblica: è l’inizio di un percorso». Beppe Grillo, vincitore delle elezioni regionali al nord insieme a Umberto Bossi, commenta la sua irruzione sulla scena politica italiana: non cercate alibi, avverte, per giustificare la sconfitta di una nomenklatura deludente, che sta letteralmente franando.