Archivio della Categoria: ‘idee’
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Fini si è sdoganato da solo e ora deberlusconizzerà l’Italia
Nessuno più di Berlusconi poteva rimettere in gioco una destra missina ridotta a pura testimonianza, ma solo Gianfranco Fini ha potuto “sdoganarla” davvero, quella destra, riempiendola di nuovi contenuti politici anche a costo di strappi dolorosi. Dal magazine della fondazione “Farefuturo”, Filippo Rossi è netto: «Il vulnus del rapporto tra destra e uomo di Arcore è tutto lì. In quella stupidissima e pericolosissima bugia che vuole Berlusconi unico splendido magnifico sdoganatore della destra italiana. Una bugia perfida che nasconde una semplice verità: la destra italiana si è sdoganata da sola, con mille difficoltà, con tanta sofferenza, con la politica, quella vera. E non con la declinazione aziendalista che abbiamo tutti conosciuto in questi anni».
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Caso Vassallo: un nuovo tipo di politico da ammazzare
Segnatevi questa data sul calendario: per la prima volta, in Italia, la criminalità organizzata ammazza un politico ambientalista e proprio per il suo impegno sull’ambiente, la sostenibilità, la riqualificazione, l’energia. Mi auguro sia anche l’ultimo, ma qualcosa mi dice che probabilmente non sarà così. Finora, gli amministratori locali che sono finiti crivellati dalle “menti raffinatissime” si erano messi per traverso sui soliti traffici di cemento e calcestruzzo, appalti, opere pubbliche. Stavolta no. Mi dicono amici vicini ad Acciaroli che, da quando Vassallo era sindaco, sembrava di stare in una città del Trentino. E non solo per quanto riguarda gli spazi pubblici: anche i negozi, le aree private, erano rinate ad una nuova vita.
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Nessuno lo dice, ma se si vota Berlusconi perde: ecco come
Attenzione: al di là delle minacce ripetutamente ventilate di ricorrere al voto anticipato, Berlusconi sa benissimo che vincere non gli sarebbe facile: la ribellione di Fini, sommata alle possibili diserzioni di Caldoro in Campania e Lombardo in Sicilia, potrebbero privarlo delle Regioni-chiave. Senza contare il Piemonte, sempre il bilico, dove alle regionali Cota ha vinto di un soffio: finiani e Udc potrebbero favorire il successo del centrosinistra. Il rischio di perdere al Senato sarebbe piuttosto alto, scrive lo storico e politologo Aldo Giannuli nel suo blog, e questo per Berlusconi sarebbe una catastrofe anche se vincesse alla Camera: infatti, non avrebbe i numeri per fare il governo e sarebbe altamente improbabile un ennesimo ricorso alle urne.
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Libertà vera, non evasione: manutenzione dell’anima
Tra un morto ammazzato e un carcere costretto a vivere del suo, ecco che un paio di detenuti hanno pensato bene di levare le tende, darsela a gambe. Un’evasione da non poter essere neppure raccontata, perché privata in partenza di ogni letteratura, di qualsivoglia vanteria criminale. Se ne sono andati dentro un vero e proprio tradimento culturale, volgendo le spalle a quel patto di lealtà, stipulato innanzitutto con se stessi, con le Istituzioni, con la gente all’intorno, ristretta e libera.
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Sognano il Nuovo Ulivo? Blair a 60 anni scrive memorie
«Confermo tutto. Secondo me dovrebbero andare a casa Veltroni, D’Alema, Bersani e tutti quelli che hanno fatto tre legislature: vi rendete conto che Tony Blair ha scritto i suoi diari a nemmeno sessant’anni mentre noi parliamo di “nuovo Ulivo?”». Matteo Renzi non ritratta: il giovane sindaco di Firenze spara a zero sulla nomenklatura del Pd anche dopo la fragorosa uscita sui quotidiani il 30 agosto. «Bersani? Alle primarie non lo voterei mai: non è adatto a sfidare Berlusconi». La dirigenza del partito democratico? «Fa sbadigliare». Quando sbadiglia, Renzi «si copra almeno la bocca con la mano», è la risposta di Rosy Bindi, l’unico lampo di humour nel gran gelo del Pd.
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Se votiamo oggi, Berlusconi si avvicina al Quirinale
Un governo d’emergenza per risolvere due problemi, l’attuale legge elettorale e il monopolio televisivo, e poi tornare alle urne con regole nuove. Se non si ricuce lo strappo tra Berlusconi e Fini, andare alle elezioni anticipate con la “legge porcata” sarebbe un suicidio. Lo afferma la politologa Barbara Spinelli, scrittrice ed editorialista de “La Stampa”, di fronte ai recenti sviluppi politici: «ultimo atto» o solo «ultima scena di uno dei tanti atti della tragedia berlusconiana?». Comunque sia, «non è un bello spettacolo». E il sipario non sembra chiudersi: da questa situazione «di fine regno», in realtà Berlusconi «ha la possibilità di uscire restando in sella e pesando sulla vita politica italiana in modo molto più forte di quanto immaginiamo».
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Lo schiaffo di Melfi: per Fiat, chi lavora vale zero
Noi italiani presi come siamo dal costante stato di emergenza in cui ci costringe il Caimano con il suo ottimismo di plastica, con il vittimismo del fotti e chiagni e con la virtualizzazione della verità sociale in un teatrino volgare di proclami e contro proclami, fatichiamo ad alzare lo sguardo oltre il nostro naso. Il nostro orizzonte è il muro di cinta della tv con il suo baluginio convulso ed insignificante. La realtà irreale in cui siamo incastrati con il suo tristo bagaglio di disagio sociale, di infelicità esistenziale e di costante ricatto alla nostra dignità, mozza il fiato della nostra capacità di elaborare pensieri che ci permettano di cogliere processi simbolici che prefigurano i modelli di vita che dovremo subire
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L’eterno bavaglio italiano, dalla Notte della Repubblica
L’esordio della manifestazione contro la legge-bavaglio svoltasi a Roma il 1° luglio non è propriamente stato dei più felici, al suono dell’inno nazionale, invece che con “Bella ciao” come, sommessamente, aveva proposto l’Anpi. Così è iniziata quella che è stata, ambiziosamente, la “giornata di resistenza civile del ventunesimo secolo”, ma che in realtà si è ridotta ad una passerella di politici, giornalisti di professione e personaggi dello spettacolo ad uso e consumo di un’improbabile società civile in difesa di una libertà di informazione morta e sepolta ben prima che si parlasse del disegno di legge sulle intercettazioni. Gli unici frammenti di tragica autenticità l’hanno offerti i familiari di Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi a nome dei tanti condannati a morte dallo stato italiano.
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Primarie di collegio: candidati scelti dagli elettori
Se proprio si tornerà al voto, e con l’attuale “legge porcata”, senza preferenze e coi candidati imposti dalle segreterie di partito, un modo per rimediare c’è: basta organizzare “primarie di collegio”, sondaggi di gradimento con valore di test, selezionando i potenziali candidati in base all’effettivo consenso riscosso sul territorio. Sarebbero “primarie” vere, perfette per una promozione democratica, dal basso, dei candidati più meritevoli: un modo per dribblare il potere delle nomenklature e restituire ai cittadini la possibilità di un voto convinto, capace di rinnovare finalmente l’esausto parterre del centro-sinistra italiano.
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Magris: la “merde” di Cambronne e la nostra di oggi
L’Italia ridotta a un terreno di scontro quotidiano a base di insulti osceni, che non scandalizzano più una «borghesia intellettualmente pezzente». Lo afferma Claudio Magris sul “Corriere della Sera”, in un editoriale che esamina il trionfo della volgarità elevata a sistema: l’ordinaria politica dell’insulto è sintomo di una ormai compiuta mutazione antropologica degli italiani, rassegnati a tutto e inconsapevoli del fatto che «chi insulta l’avversario», innanzitutto, «si delegittima», squalificando se stesso. Un esempio? Il “falco” berlusconiano Giorgio Stracquadanio, che «auspica di adottare nei confronti degli avversari “il metodo Boffo”», fatto di diffamazione squadristica che «disonora chi se ne serve».
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Marina e Silvio, regalo da 340 milioni esentasse
Forse i Maya non erano poi così scemi: i segnali della fine del mondo si moltiplicano. La Santanché che cita Marcuse, per esempio (forse crede che sia un grossista di champagne). Oppure il topless di Marina Berlusconi, editore che edita un giornale che di lei stessa scrive: “Marina Berlusconi, selvaggia bellezza a cavallo di una tecnologica moto d’acqua, ricorda Galatea, la più bella tra le Nereidi”. Che non sembri piaggeria, l’ha scritto un archeologo, ma visto il topless andava bene anche un restauratore.
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Ultimo mistero: tutti rimpiangono il pessimo Cossiga
Non avrei mai creduto, di fronte alla scomparsa dell’ex presidente Francesco Cossiga, di trovare nel mondo politico italiano una così grande ed estesa unanimità di giudizi. Sembrano passati secoli piuttosto che anni dai contrasti che avevano accompagnato le “picconate” dei primi anni novanta con le quali l’uomo politico sardo aveva caratterizzato gli ultimi due anni di permanenza al Quirinale, dopo che nel ’91 il maggior partito di opposizione aveva tentato addirittura di destituirlo, con la procedura di impeachment, dalla più alta carica dello Stato anche per i suoi violenti attacchi a un vero servitore dello Stato quale è stato il prefetto generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e al giudice Livatino, che apostrofò come il “giudice ragazzino”, entrambi assassinati da Cosa Nostra.