Archivio della Categoria: ‘idee’
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Tagli da 46 miliardi: difendiamoci da quest’Europa di banditi
Stanno accadendo un sacco di cose, tutti sintomi di una crisi che si sta avvicinando a grande velocità: dobbiamo prepararci. L’annuncio della chiusura delle due fabbriche della Fincantieri che ha messo in movimento Genova e Napoli con grandi proteste anche violente e molto arrabbiate, la ripresa dello scontro intorno all’alta velocità in val di Susa, lo sciopero della fame degli insegnanti a Bologna, la rivolta contro la spazzatura di Napoli: siamo in una situazione di alta tensione, che non ha precedenti nella storia degli ultimi anni in Italia. E ci ha raggiunti la notizia che la Corte dei Conti addirittura aggrava il bilancio del nostro prossimo futuro, chiedendo – come una cosa inevitabile – un taglio di 46 miliardi l’anno delle spese dello Stato, per “aggiustare” il nostro rapporto tra debito e Pil secondo i criteri europei.
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Non siamo merce: ribelliamoci alla dittatura dei ricchi
Noi siamo gente comune. Siamo come te: gente che si alza ogni mattina per studiare, per lavorare o per trovare lavoro, gente che ha famiglia e amici. Gente che lavora duramente ogni giorno per vivere e dare un futuro migliore a chi ci circonda. Alcuni di noi si considerano più progressisti, altri più conservatori. Alcuni credenti, altri no. Alcuni di noi hanno un’ideologia ben definita, alcuni si definiscono apolitici… Ma tutti siamo preoccupati e indignati per il panorama politico, economico e sociale che vediamo intorno a noi. Per la corruzione di politici, imprenditori, banchieri … Per il senso di impotenza del cittadino comune. Questa situazione fa male a tutti noi ogni giorno. Ma se tutti ci uniamo, possiamo cambiarla.
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Sdoganare Al Qaeda: Obama-Osama, convergenza postuma
Obama e Osama d’accordo nel sostenere le rivoluzioni arabe. Il discorso pronunciato dal presidente degli Stati Uniti e il messaggio postumo di Bin Laden, diffuso poche ore prima dalla solita agenzia privata d’intelligence legata al governo Usa (il Site), contengono lo stesso elogio della “primavera araba”. A parte i riferimenti di circostanza ai tradizionali nemici di al Qaeda (gli ebrei e l’Occidente), le parole del defunto sceicco del terrore potrebbero benissimo essere sottoscritte dal presidente Usa. Come si spiega questa inattesa convergenza politica?
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Strauss-Kahn: sesso e potere, fine dell’impunità del boss
Fioriscano pure le solite teorie del complotto teso dagli avversari politici. Non mancherà chi intraveda l’ombra di un rivale per l’Eliseo, o di un banchiere insofferente alle nuove regole della finanza mondiale, che avrebbero gettato un’”esca” nella persona dell’esperta cameriera trentaduenne del Sofitel di New York, ben conoscendo le debolezze del loro bersaglio Dsk… Ma intanto la novità positiva è che nel nostro mondo contemporaneo quelle “debolezze” cominciano a essere chiamate con un altro nome, in assenza di consenso fra partner: comportamenti criminali.
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Vendola e Grillo, il nuovo che avanza in ordine sparso
Fateci caso: col suo exploit clamoroso, Beppe Grillo sfiora il 10% proprio a Bologna, dove il Pd mantiene la posizione per il rotto della cuffia. E proprio Bologna è la città di Fini e Casini, ovvero l’aspirante Terzo Polo, non certo premiato dagli elettori il 16 maggio. E quindi: è Grillo l’unica vera novità sul mercato elettorale italiano, grazie allo sfascio berlusconiano del centrodestra arrivato a terrorizzare i moderati, alla lunga crisi irrisolta del centrosinistra e al velleitarismo debole dei centristi. Nuovo che avanza? Macché. Secondo gli analisti più critici, non si va oltre l’esito agonistico del derby che Berlusconi ha voluto e disastrosamente perso, imboccando il viale del tramonto. Ma nel campo opposto regna il caos, senza ancora un’alterativa – né elettorale, né tantomeno politica – per uscire dalla grande crisi.
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Rosa e Olindo, “moderati” milanesi modello Nuovi Mostri
Moderati: come quelli che, tanti anni fa, “lasciarono fare” alle camicie nere di Benito Mussolini, che massacravano di botte sindacalisti e contadini? Nella storia italiana, il moderatismo è una tradizione ma non sempre una virtù. I carabinieri di Sarzana che non esitarono a sparare sui terroristi mussoliniani non ebbero un gran seguito: la maggioranza silenziosa restò a casa, nel semi-paradiso, appunto, dei moderati. Quelli che poi magari votano per i più violenti estremismi: dai manganelli del Duce fino all’olio di ricino, verbale e mediatico, dei nuovi oltranzisti alla corte del premier. «Moderati come la Moratti e i suoi amici a Milano non si vedevano dai tempi della banda Koch che, a giudicare da alcune liste che sostengono la signora, non se n’è mai andata del tutto», scrive Alessandro Robecchi sul “Manifesto”, alludendo in modo tragicamente ironico ai feroci aguzzini della Rsi.
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Riscossa civica: pronti a vincere anche i referendum
Di una cosa possiamo essere sicuri: d’ora in poi nella politica italiana niente sarà più come prima. Il voto di ieri, che proprio Silvio Berlusconi aveva presentato come un referendum su se stesso e sul suo governo, ha dato un responso chiaro. Ha detto che il Paese non ne può più del Cavaliere. Ha dimostrato che il suo disprezzo per le regole, per gli avversari, per l’etica e per l’educazione, ha ormai irrimediabilmente stancato. Per questo non è azzardato prevedere che, se tra quindici i giorni anche i ballottaggi – a partire da quello di Milano – si concluderanno nello stesso modo, la permanenza del presidente del Consiglio pro-tempore a Palazzo Chigi rischia di durare meno di quanto lui speri.
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Sorgi: vedrete, sarà il centrodestra a liquidare Berlusconi
La strada di un governo Tremonti, vagheggiato a più riprese nel corso della legislatura ma mai concretizzatosi seriamente, si è all’improvviso riaperta dopo i risultati a sorpresa delle amministrative, con Berlusconi sconfitto a Milano, la Lega in fibrillazione e i Responsabili in preda al si salvi chi può. Obiettivo di tutti, centrosinistra ma anche centrodestra: mettere fine alla leadership di Berlusconi, irrimediabilmente compromessa dal disastro elettorale milanese e dai fallimenti nel resto d’Italia, giù fino a Napoli. Torna quindi a spuntare l’ipotesi di un governo di fine legislatura, visto che i clamorosi rovesci del 16 maggio mettono una seria ipoteca sull’eventualità che il Cavaliere possa ancora correre, in futuro, per la premiership.
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Riciclare Al Qaeda per fermare la Primavera Araba
Osama Bin Laden è morto ufficialmente il 1° maggio 2011 perché non poteva compiere, alla svelta, il terzo voltafaccia della sua impetuosa carriera: prima uomo Cia in Afghanistan contro l’Urss, poi leader antiamericano. Ora i suoi sauditi servono nuovamente, come ai vecchi tempi, dalla parte dell’America: in Libia per eliminare Gheddafi e mettere le mani sul petrolio, in Egitto per annullare la rivoluzione democratica di piazza Tahrir e in Siria, per demolire Bashar Assad che non rompe con l’Iran, non fa la pace con Israele e non abbandona i palestinesi al loro destino. L’improvviso accordo tra Hamas e Abu Mazen, che ha spiazzato Tel Aviv? E’ la risposta dei palestinesi contro chi vorrebbe trasformare Assad in un dittatore, dopo aver infiltrato anche l’esercito siriano di cecchini che sparano sulla folla.
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Abbiamo ucciso 400.000 civili: scusate, chi è il terrorista?
L’Occidente si considera una “cultura superiore” (nuovo conio del razzismo, essendo diventato quello classico impresentabile dopo Hitler), ritiene di avere i valori migliori, anzi assoluti, e quindi il dovere morale di imporli, abbattendo dittature, autocrazie, teocrazie e quei Paesi, come l’Afghanistan talebano, dove si pratica l’intollerabile sharia (ma la sharia non c’è anche in Arabia Saudita? E che c’entra? Quelli sono alleati). E vediamola allora, a volo d’uccello, la storia della “cultura superiore”. Dal 1500 al 1700 portoghesi, spagnoli e inglesi si specializzarono nella tratta degli schiavi (la schiavitù era scomparsa da mille anni, col crollo dell’impero romano). Ma nel 1789 arrivò la Rivoluzione francese con i suoi sacri principi: libertè, egalitè, fraternitè. Peccato che l’800 sia stato il secolo del colonialismo sistematico europeo. I “sacri principi” non valevano per gli altri.
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Crescita del Pil ma non dei diritti: anche la Cgil si arrende?
“Patto per la crescita”. Questo è il titolo con cui è stato annunciato dalla stampa il documento votato poi a maggioranza dal direttivo della Cgil. La sintesi, per quanto brutale, chiarisce il senso negativo di questa scelta. La Cgil fa propria la priorità della “crescita”, sulla quale si stanno orientando non solo le posizioni della Confindustria, ma tutta la politica economica dell’Unione Europea, del sistema bancario, del Fondo monetario internazionale. È una scelta profondamente sbagliata che, al di là delle cautele e delle attenuazioni di circostanza, accetta che la crisi possa essere affrontata con il rilancio dell’attuale modello di sviluppo.
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Se Milano licenzia finalmente gli impresari della paura
Circa un anno fa i riflettori mediatici si accesero sui fatti di via Padova, a Milano. Vi ricordate? Un ragazzo di 20 anni, egiziano e clandestino, morto accoltellato per strada. Non mi soffermo sulla tragedia infinita di un ragazzo morto – non un egiziano: un ragazzo morto, un ragazzo di Milano – perché sulle tragedie non si specula. Si sta zitti, si rispettano i morti e, soprattutto, si deve avere la consapevolezza che drammatici fatti di cronaca possono avvenire ovunque. Mi soffermo invece sulle reazioni della politica meneghina: «Fuori i clandestini», gridò l’indomito leghista Salvini. «Basta con il buonismo della sinistra», affermò il Vicesindaco della Paura De Corato, dimenticandosi che a Milano sono circa 20 anni che la sinistra non tocca boccino.