Archivio della Categoria: ‘idee’
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Monti, atroce autopsia dell’Italia: ma il killer è l’euro
Senza più moneta sovrana, l’Italia è condannata: non può più onorare qualsiasi deficit semplicemente «facendosi staccare un assegno dalla propria banca centrale», per usare un’espressione di Wynne Godley, che Paolo Barnard cita per chiarire la situazione. Siamo nel tunnel del suicidio economico a orologeria: Monti spreme gli italiani per avvicinarsi al pareggio di bilancio e vincerà il primo round. Ma poi perderà il match: una volta dissanguati, gli italiani si consegneranno al baratro della recessione. «E che farà a quel punto Mario? Ve lo metto per iscritto: farà quello che hanno sempre fatto tutti i robotizzati umanoidi della scuola economica Neoclassica e Neoliberista, cioè prescriverà ancor più dosi del veleno che ci starà ammazzando. Come fa Obama in Usa, come fa il Fmi in Estonia e in Irlanda, in Grecia, in Africa».
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Schiavi dei nostri strozzini: subiremo altre 100 manovre
Mi stupisce la disperazione e lo stracciamento di vesti che si accompagna a questa manovra. “Lacrime e sangue”, viene definita. Ma quando mai? Si tratta di una manovra soft, una robetta da nulla, una cosina irrilevante. A lamentarsi a voce più alta sono spesso gli stessi che finora hanno ripetuto la lezioncina “i debiti si pagano!”, col severo tono moralista. Ebbene, sappiano questi signori che si tratta di una manovra da 20 miliardi in tre anni. Il nostro debito pubblico è pari a 1900 miliardi, e il conto è presto fatto: affinché “i debiti si paghino” occorrono altre 95 manovre come questa. E non si possono distribuire nel corso del prossimo secolo, vorranno mica che i nostri creditori aspettino così tanto: i debiti si pagano e in fretta, altrimenti sai che brutta figura.
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Krugman: il rigore è una follia, la cura ucciderà il malato
L’euro può essere salvato? Non molto tempo fa si diceva che la crisi poteva portare, nel peggiore dei casi, al default della Grecia. Ora si profila l’evenienza di un disastro di proporzioni assai maggiori. È vero che la pressione sui mercati si è un po’ allentata mercoledì. Si è allentata dopo il sensazionale annuncio dell’estensione delle linee di credito da parte delle banche centrali. Ma persino gli ottimisti ormai considerano l’Europa avviata alla recessione, mentre i pessimisti lanciano l’allarme sull’eventualità che l’euro diventi l’epicentro di una nuova crisi globale. Come mai siamo arrivati fin qui?
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Nuovo stile, stesso ombrello: indovinate a chi toccherà?
Si parla di stile quando non si può parlare di sostanza. Quindi fino ad oggi il governo Monti è stato descritto con i toni elegiaci tipici di chi si sveglia da una lunga seduta di ipnosi e torna alla vita reale. Il confronto è impietoso e i grandi giornali fanno a gara per farlo notare: al confronto dell’ Alvaro Vitali che avevamo prima a capo del governo, ora abbiamo Shakespeare. Quello usava l’aereo di Stato per andare dal salotto alla piscina, questo prende il treno. Quello di prima mentiva come un venditore di tappeti, questo parla a stento con le frasi secche di un bancomat: «È possibile effettuare una nuova operazione».
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Le lacrime dei tecnocrati incaricati di farci piangere
La ministra Elsa Fornero piange nell’annunciare i sacrifici agli italiani? Niente facili ironie, per favore, su questo «ceto di tecnocrati pazzi», che «piange per il massacro sociale che impone ai deboli: massacro fatto in nome di una crescita che non arriverà». Marino Badiale, dalla trincea critica di “Alternativa”, sanziona nel modo più netto lo stile d’esordio del governo Monti: «Non si può scherzare su ciò che questa gente dalla lacrima facile sta facendo: stanno distruggendo il nostro paese, le nostre speranze, il nostro futuro, le nostre vite. E lo fanno, nei casi migliori, per una fede irrazionale in quelle stesse teorie economiche che hanno portato alla crisi, e che non faranno che peggiorarla». Oppure, nel caso peggiore, agiscono per conto di super-poteri internazionali che «vogliono rapinare ciò che in questo paese non è stato ancora rapinato».
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Sopravvivere? Un lusso: verso la castrofe, con ottimismo
La crisi del 1929 fu finanziaria. La crisi attuale, iniziata nel 2008, non è soltanto finanziaria. Alla creazione di immense quantità di denaro spazzatura basate sul debito e quindi inesistenti, vanno sommati il cambiamento del clima, che ha sempre più rilevanti aspetti economici, e la scarsità di risorse energetiche. La crisi è quindi una e trina. Finanza, ambiente, energia. E’ la fine di una civiltà (chiamiamola così…) che non può essere arrestata con i soli strumenti finanziari. E’ necessaria una grande visione politica, non bancaria. Va ripensato tutto.
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Lucio Magri, l’amarezza di chi aveva sperato e lottato
Il suicidio progettato di Lucio Magri non significa probabilmente nulla per un giovane di oggi. Per uno della mia generazione, invece, significa molto. L’ho conosciuto poco, di persona, e da lontano. Non è dunque per questo che sono rimasto colpito e toccato da vicino. Ma per giorni, e tutt’ora, mentre ne scrivo, è rimasto come un rumore di fondo in mezzo ai miei pensieri. Scandagliare l’animo umano è sempre impresa insormontabile, esercizio eterno e senza certo destino, in cui solo alcuni, pochissimi, riescono meglio di altri, ed è quando raggiungono l’arte. Tanto più difficile, sul filo dell’indecenza, tentare questa operazione sul limitare senza traccia tra la vita e la morte, in quel punto di non ritorno in cui non può più esserci nessuna spiegazione, nessuna risposta; in quella discontinuità assoluta dove ogni regola umana, ogni convenzione, ogni artificio, perde i suoi contorni e sfuma.
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Napoleoni: la farsa è finita, l’Europa ci lascia affondare
«La cosa migliore per l’Italia sarebbe un default pilotato: rinegoziare il debito e ricominciare da zero. Ipotesi che questo governo non prenderà mai in considerazione, perché è un governo neoliberista, di euro-burocrati, che difenderà l’euro anche quando è indifendibile e sacrificando il futuro del paese». Loretta Napoleoni è drastica: siamo senza soldi, non ci sono vie d’uscita diverse e il 9 dicembre quasi certamente l’Europa ci saluterà. «E’ ora di smascherare la propaganda: Francia e Germania cercheranno di salvare le loro banche, prima che l’Italia. Quando tutti se ne renderanno conto, cioè fra pochi giorni, ogni scenario sarà possibile: compreso quello che sconvolse l’Argentina».
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Viale: crescita per uscire dal debito? Siamo al delirio
Ultima legge-capestro, il pareggio di bilancio da inserire addirittura nella Costituzione. Norma che il 30 novembre alla Camera è stata votata senza batter ciglio dalle anime morte del Pd e del Pdl, che contro ogni evidenza si ostinano a scommettere sulla manovra di Mario Monti: recuperare il disavanzo con una chimera ormai tragicamente ridicola, la “crescita”, e far pagare a lavoratori e pensionati gli interessi di un disastro perfetto, costruito dalla rendita finanziaria basata sul debito-truffa e dalla più gigantesca evasione fiscale d’Europa. In arrivo una “cura” drastica, ingiusta e soprattutto inutile, protesta il sociologo Guido Viale: per “rimedi” come quelli prospettati da Monti servirebbero tassi di crescita come quelli della Cina, mentre l’Italia è ormai in recessione e il resto dell’Europa sta per entrarci.
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Barnard: noi come l’Africa, venduti agli Avvoltoi finanziari
«Voi persone per bene non capite cosa significhi trovarsi debitori di un Vulture Fund, di un avvoltoio. Siete abituati al volto del vostro cassiere all’Unicredit, al Monte dei Paschi. Anche tu, imprenditore, non sai come prende allo stomaco il fiato di un Ss finanziario quando lo devi ricevere nel tuo ufficio». E sarà inutile, dall’interno del “Lager economico Italia”, volgere lo sguardo al governo, ai sindacati, alle Regioni: il debito sovrano dell’Italia del default sarà stato trasferito, con decisione del Consiglio Europeo, sotto la giurisdizione britannica o dello Stato di New York. Per cui a Roma sarà la Notte dei Lunghi Coltelli: «Il resto delle “Ss finanziarie” del Fmi, della Ue dei tecnocrati alla Rompuy e Draghi, saranno impegnate a ripulire i palazzi governativi per sempre. Inutile neppure pensarci, a loro».
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Squali al lavoro: torturare l’Italia, per spolparla meglio
Ci arriva un trader-squalo della City finanziaria di Londra, che sta a guardare il disfacimento della pubblica finanza dello Stato italiano con un gomito appoggiato su una scatola vuota di un Big Mac, il caffè nella tazza di porcellana nell’altra mano e gli occhi che poggiano inespressivi sullo schermo del pc. E dice: «Stiamo assistendo al collasso al rallentatore del terzo più grande mercato di titoli di Stato, quello italiano… è atroce da guardare». E lui sta a Londra, non dentro al furgone del ragazzo di 26 anni che ho tirato fuori da un fosso ieri notte alle 2 e mezza dopo che si era schiantato contro un cancello di una casa di campagna per il troppo sonno.
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Colleghi poliziotti, non siate i mercenari di Wall Street
Ero nella mia sicura e tranquilla casa nella provincia di Philadelphia, e ho visto in televisione la repressione di un movimento che secondo me si batte per la giustizia. Mi è sembrato inaccettabile e sono venuto a New York. Non avevo intenzione di fare alcuna azione di protesta, volevo solo testimoniare con la mia presenza e la mia uniforme che non ero d’accordo con quello che i miei colleghi stavano facendo. Ma quando ho visto gli agenti portare via ragazzi che stavano esercitando pacificamente un loro diritto, ho deciso di farmi arrestare. Ho avuto una vita felice, ma quando mi sono trovato ammanettato è stato uno dei momenti più belli della mia vita.