Archivio della Categoria: ‘idee’
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Tecno-casta: lo scandalo del nuovo potere totalitario
Casta: gruppo chiuso di privilegiati, che pretendono di esercitare poteri sulla base di una presunzione di potere superiore, senza regole o con regole proprie. «C’è la casta degli intoccabili, dei potenti aggrappati alla poltrona, la casta dell’immoralità pubblica e privata e della corruzione, del potere fine a se stesso che viola quotidianamente le regole più elementari della democrazia e dello stato di diritto». Casta, oppure élite auto-referenziale. Oppure oligarchia. Parentopoli e tangentopoli. «Ma esiste anche un’altra casta, definibile come “tecno-casta”: è quella del governo Monti, dei professori, dei tecnici», della troika formata da Fmi, Bce e Unione Europea. E’ «la casta degli esperti, di coloro che si credono esperti o che vengono definiti come esperti, con i cittadini costretti a delegare loro il “potere” non più in nome della democrazia liberale e rappresentativa ma dello “stato di necessità” neoliberista: la crisi, l’Europa, Angela Merkel e le sue ossessioni».
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Scanzi: come ti smonto Grillo, imboscata firmata Lerner
Beppe Grillo è molto bravo a distruggere ciclicamente se stesso. La scomunica a Federica Salsi è attaccabilissima. E la censura ad “Agorà” un autogol. Molti, su tali errori, hanno gioiosamente sguazzato. Tipo Gad Lerner, che lunedì sera a “L’Infedele” ha voluto dimostrare plasticamente perché Grillo detesti tanto certi talk-show. Quel sessista di Grillo. Il post sul “punto G” è stato letto da Lella Costa come attacco maschilista, anche se Grillo alludeva semplicemente all’orgasmo dell’ego che la tivù garantisce. La trivialità di Grillo è bipartisan: Pisapia è “Pisapippa”, Renzi soffre di “invidia penis”. Non è un’attenuante: è un fatto. Quel brigatista di Grillo. Una scatenata Lella Costa ha poi paragonato i “Comunicati politici” di Grillo alle Brigate Rosse. Piero Ricca le ha ricordato che il rimando era palesemente ironico. Macché: «Se metti insieme il punto G e le Br non ci trovo nulla da ridere».
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Riformisti e moderati: barzellette, mentre l’Italia crolla
Berlusconi ormai irrilevante dopo vent’anni di regno, e con lui Bossi, D’Alema e Veltroni, nonché lo stesso Di Pietro e gli altri simboli di una stagione definitivamente sepolta, archeologica, lontana anni luce dal dramma che anche l’Italia sta cominciando a vivere: il conto della Grande Crisi, socialmente devastante, imposto dall’élite finanziaria europea attraverso il Rigor Montis sotto forma di Fiscal Compact e pareggio di bilancio. Come in un teatro dell’assurdo, i media ripropongono l’antico vocabolario dell’Ottocento: destra e sinistra, riformisti e moderati. Ruggisce Grillo, spaventando tutti e demolendo i rottami della vecchia casta, ma senza ancora entrare in tema: di chi è la responsabilità della catastrofe? Dei “ladri di polli” o di qualcuno molto più in alto di loro, così in alto da non correre il rischio di essere perseguito dalla magistratura di un paese un tempo libero e sovrano?
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Delusioni: il fantasma di Obama, un triste destino da ex
La vittoria elettorale di Barack Obama somiglia a quelle cene preparate con gli avanzi della festa del giorno prima: cibo magari saporito, se ben ricucinato, ma in ogni caso non consumato nei bagordi del giorno precedente. Speculazioni? Parlano le cifre: in quattro anni, Obama ha perso quasi 20 milioni di elettori e una dozzina di punti percentuali. Un crollo, che si è fermato appena un punto sopra lo sfidante repubblicano: un punto esiguo, sufficiente a mettere insieme una larga maggioranza di “grandi elettori”, secondo la particolare legge elettorale americana, ma non certo ad affrancare il vincitore – almeno per i prossimi due anni – dai condizionamenti di un Parlamento che resta al 50% in mano agli avversari. Uno scenario infelice, osserva “Nique La Police” sul blog “Senza Soste”, che mantiene Barack Obama nella condizione poco invidiabile di “anatra zoppa”.
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Vendola si illude di riformare il montismo: dovrà obbedire
Non facciamoci illusioni: Nichi Vendola si limita a fingere di correggere “da sinistra” l’agenda Bersani-Monti, ma senza metterla davvero in discussione. Una semplice operazione cosmetica, visto che il leader di Sel – che con il Pd ha sottoscritto una carta d’intenti assolutamente vincolante – non osa toccare nessuno dei trattati-capestro che pregiudicano il nostro futuro, a cominciare dal Fiscal Compact e dalla tagliola del “pareggio di bilancio”. Quindi, per favore, non prendiamoci in giro: «Quella di Vendola, e di chiunque intenda essere “la sinistra del centrosinistra”, mi sembra una politica morta sul nascere». Parola di Giorgio Cremaschi, che risponde così alle video-domande di Jacopo Venier su “Libera.Tv”. Ovvero: che farà Vendola se le primarie le vince Bersani, e quindi l’alleanza con Casini che considera un totem l’agenda-Monti?
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Colombo: rappresaglia e barbarie, ignobile Marchionne
La lotta di classe torna in tutto il suo furore ed è lotta iniziata a freddo dalla ricchezza contro coloro che in due secoli il mondo civile ha imparato a chiamare, garantire, rispettare e trattare come partner dell’impresa, i lavoratori. Sto parlando dell’annuncio di Marchionne. Metterà “in mobilità” 19 operai come risposta alla sentenza della Corte d’appello di Roma che lo obbliga a riassumere 19 operai licenziati perché discriminati, dunque illegalmente. L’amministratore delegato della Fiat compie un gesto di violenza senza precedenti: poiché ha il potere, si vendica. Sceglie di farlo nel giorno in cui il numero dei disoccupati italiani ha toccato il suo livello storicamente più alto (10,8 per cento) e i senza lavoro giovani sono il 35 per cento. Ma una vendetta non tiene conto di questi dettagli, anzi, se la guerra è guerra, fai fuoco quando il bersaglio è più esposto.
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Hedges: morte alla scuola, vogliono solo docili esecutori
Una nazione che distrugge il proprio sistema educativo, degrada la sua informazione pubblica, sbudella le proprie librerie pubbliche e trasforma le proprie frequenze in veicoli di svago ripetitivo a buon mercato, diventa cieca, sorda e muta. Apprezza i punteggi nei test più del pensiero critico e dell’istruzione. Celebra l’addestramento meccanico al lavoro e la singola, amorale abilità nel far soldi. Sforna prodotti umani rachitici, privi della capacità e del vocabolario per contrastare gli assiomi e le strutture dello Stato e delle imprese. Li incanala in un sistema castale di gestori di droni e di sistemi. Trasforma uno Stato democratico in un sistema feudale di padroni e servi delle imprese. Parola di Chris Hedges, scrittore americano e reporter internazionale premiato con il Pulitzer, nonché editorialista del “New York Times”.
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Macché antipolitica: preparatevi a fare i conti con Grillo
Per favore, non chiamatela più “antipolitica”: invece di fare discorsi astratti e fumosi, Grillo parla di temi concretissimi, che concernono la quotidianità – trasporti, inquinamento – e che hanno direttamente a che fare col “mestiere di vivere”, la sopravvivenza delle famiglie nell’Italia terremotata dal “rigore”, dopo i leggendari abusi della “casta”. Rifiuti, acqua, energia: sarà anche “terra terra”, scrive Angelo D’Orsi su “Micromega”, ma la politica di Grillo è «sacrosanta», perché «affronta i problemi della vita delle persone». Concorda Laura Puppato, outsider delle primarie Pd: «Credo non sia più tempo di tacciare i grillini di antipolitica». Casomai, «l’affermazione della lista “5 Stelle” va definita per quello che è, “il botto” di un movimento anti-sistema». E il sistema, aggiunge la Puppato sempre su “Micromega” – è quello della politica e dei partiti che l’hanno interpretata fino ad oggi: «Partiti che proprio per questo escono drammaticamente sconfitti».
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Guarire il mondo? Serve un rivoluzionario: San Francesco
Se oggi agonizziamo tra le macerie della grande crisi della modernità, dobbiamo sapere a che santo votarci: Francesco d’Assisi. E’ lui, secondo lo storico Franco Cardini, a sviluppare un pensiero profetico, capace di proteggere l’umanità dai pericoli e dall’avidità autodistruttiva del pur prodigioso evo moderno. Proprio la modernità fu una autentica rivoluzione, in Occidente, perché tra il 1100 e il 1400 si ribaltò in mondo: la produzione di beni e merci smise di dipendere dalla domanda e cominciò a “imporre” i consumi, fino alle attuali estreme conseguenze. La predicazione di San Francesco è dunque un monito attualissimo: per salvare l’umanità da se stessa è necessaria un’antropologia differente, quella del “Cantico delle Creature”, che peraltro – insieme alla Divina Commedia di Dante – ha il valore di un vero e proprio atto di fondazione dell’identità nazionale.
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Giulietto Chiesa, appello: Grillo, possiamo salvare l’Italia
Stiamo uscendo dal porto e si comincia a ballare – per fortuna. Il terremoto c’è stato, in Sicilia, e continuerà in tutto il paese. La destra sta collassando. Il Palazzo – tutto il Palazzo – è nel panico: andiamo a una ricomposizione complicata e tumultuosa delle forze politiche. La spallata del “Movimento 5 Stelle” c’è stata – noi l’avevamo prevista e l’abbiamo appoggiata – ed è molto importante: cambia il quadro della situazione. Ma gli effetti sono, per ora, molto incerti: i rapporti di forza attuali – quelli di oggi, in questo momento – ci dicono che, se si rivota con il “Porcellum”, avremo un “governo-inciucio” tra il Pd, l’Udc, Sel e rottami vari che si aggregheranno. Avremo un governo delle banche, che avrà una maggioranza schiacciante (con il premio di maggioranza) e potrà fare quello che vuole. Un governo che ci manterrà nella posizione di colonia, a sovranità zero. E subito dopo, non dimentichiamolo, ci sarà un presidente della Repubblica che si chiama Mario Monti. Appunto: il presidente delle banche, che ci porterà in guerra a breve termine.
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Chomsky: i nostri padroni temono libertà e democrazia
«Tutto per noi stessi e nulla per le altre persone»: in ogni età del mondo, sembra sia stata proprio questa «la ignobile massima dei padroni del genere umano». Così la pensava Adam Smith, «un conservatore vecchia maniera, con principi morali», pensando al suo paese, l’Inghilterra, che allora era padrona del pianeta: sono i produttori di merci e i mercanti, diceva Smith, a plasmare la politica secondo i loro interessi, «per quanto sia doloroso l’impatto sugli altri, compreso il popolo inglese» o magari quello indiano, vittima di una «ingiustizia selvaggia» da parte degli europei. E’ la legge del più forte: quella che ancora oggi, secondo Noam Chomsky, guida la supremazia dell’Occidente. Una leadership declinante ma spietata, che – nel resto del mondo – teme una cosa su tutte, la democrazia: guai se i “sudditi” si ribellano alle dittature filo-occidentali, reclamando diritti.
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Chi teme i giovani insegna loro a servire, non a pensare
Più che a pensare, ci insegnano a obbedire. Eppure, «se una cultura perde la capacità di pensiero ed espressione, se realmente mette a tacere le voci dissidenti, se si rinchiude in quello che Sigmund Freud chiamava “ricordi di copertura”, un miscuglio rassicurante di fatti e finzione, allora quella cultura muore», sostiene Chris Hedges. Una cultura senza più pensiero finisce per capitolare, perché «si arrende il suo meccanismo interno di blocco delle auto-illusioni», e quindi questa non-cultura «dichiara guerra alla bellezza e alla verità, abolisce il sacro, trasforma l’educazione in un corso di formazione professionale. Ci rende ciechi: e questo è ciò che è avvenuto». Siamo sicuri, si domanda Debora Billi, che sia un investimento sano «continuare a prendere per il culo chi vuol fare il violinista, lo scrittore, lo storico, il regista?». Domanda che sorge obbligatoria, dopo l’ultima «disgustosa uscita» di Elsa Fornero, ovvero la nostra “Maria Antonietta”, «che invita i giovani a non essere choosy e a mangiarsi le brioches».