Archivi degli autori
-
Indonesia, espulsi: vietato filmare la foresta che brucia
Chiara Campione, attivista di Greenpeace, e il giornalista Raimondo Bultrini insieme ad altri reporter e attivisti stranieri sono stati espulsi dall’Indonesia per “attività illegali”, ovvero: documentare la sparizione di ettari di foresta, alla vigilia del vertice di Copenaghen sul clima. L’indonesia è il terzo produttore di Co2 dopo Cina e Stati Uniti. Intensissima l’attività degli ultimi anni: foresta vergine devastata dagli incendi, per impiantare palme da olio e alberi adatti alla produzione della carta, di cui l’Italia è il primo acquirente. I due italiani sono stati fermati dalla polizia, interrogati a lungo e quindi espulsi dal paese.
-
Carlo Grande: la scrittura sincera, antidoto contro il caos
Penso che ogni giornalista, in fondo, accarezzi anche l’idea di scrivere dei libri. Ma gli spazi di buon livello sui giornali e nell’editoria non sono molti. Si devono avere – innate – sensibilità, curiosità, attenzione per gli altri, sguardo profondo e non superficiale per le storie “vere”, che hanno qualcosa di simbolico e toccante. Sono cose indispensabili per chi vuole fare narrativa. Poi si diventa scrittori con il lavoro, l’attenzione, l’umiltà, il dialogo, il coraggio di ascoltarsi e criticarsi fino in fondo, l’esercizio costante. La vera lotta di uno scrittore, diceva Bukowski, è con se stessi.
-
Moni Ovadia: la legge dell’odio e la fine della civiltà
I governanti della paura con la loro propaganda a favore dell’intolleranza sono riusciti nell’intento di fare regredire il nostro paese alla vergogna razzista. Ce l’hanno messa tutta per distruggere uno dei principi fondamentali di ogni diritto che si rispetti: il carattere individuale della responsabilità. Le nostre leggi sostengono che solo chi commette un reato ne risponde e ne risponde con lui chi è stato complice del delitto. Nelle aule di giustizia dei nostri tribunali campeggia sopra le teste dei giudici una scritta solenne: la legge è uguale per tutti. Ormai lo sappiamo quella scritta è un raggiro.
-
Fini, il male minore e il futuro della libertà
Da quando ricopre la terza carica dello Stato, Gianfranco Fini ha un’aspirazione che lo domina, costante: quella a esser statista oltre che uomo politico, e a scorgere nelle trasgressioni istituzionali di Berlusconi pericoli che lui, anche se solitario, vuol diminuire o combattere. Il suo magistero, come quello di Napolitano, è delicato: egli rappresenta la nazione, non può esser presidente di parte. Ma Fini ha osato molto, ultimamente, fino a praticare quella che Albert Hirschman chiama l’autosovversione: esprimendosi su temi essenziali come l’immigrazione, i diritti civili, il testamento biologico, la laicità.
-
Ecomafie, Lannes sotto tiro: non mollo, dovrete uccidermi
«Non sono un eroe e non temo la morte. Scrivo per passione, per amore della verità. Appartengo a una specie in via di estinzione. Non mollerò mai». Misteri d’Italia, corruzione, speculazioni, eco-mafie. Gianni Lannes, giornalista freelance per quotidiani e periodici e fondatore di “Italia Terra Nostra”, è un reporter sotto tiro: un’auto incendiata a luglio, promesse di morte arrivate via mail e, nei giorni scorsi, l’esplosione della seconda vettura. «Se pensano di intimidirmi così, perdono tempo. Possono soltanto ammazzarmi», dichiara in una lunga intervista concessa ad Antonella Beccaria per il blog “Xaaraan”.
-
Cedolin: Torino-Lione, quell’inutile treno fantasma
“Tav in val di Susa, un buio tunnel della democrazia”. E anche “Grandi opere, le infrastrutture dell’assurdo”. Due volumi nei quali Marco Cedolin, ambientalista e saggista, denuncia il bluff della grandi infrastrutture: costose, devastanti, inutili. Dalla trincea della valle di Susa, dove risiede, ora rilancia: «La partita è aperta, non è affatto detto che la linea ferroviaria Torino-Lione alla fine si farà». Secondo Cedolin, sarà determinante non tanto il ruolo della politica, quando l’azione diretta dei cittadini: «Dalla capacità di mobilitazione degli abitanti dipende il futuro della valle».
-
Civil Courage, il Marocco non perdona la Haidar: arrestata
Nuovamente arrestata, in Marocco, Haminetou Haidar. L’attivista che da anni è impegnata a difendere i diritti del popolo Saharawi del Sahara Occidentale è stata fermata all’aeroporto di El Aaiun dalla polizia marocchina. L’Ong italiana Cisp, Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli, ha condannato l’atto, definendolo «illegale». Le autorità di Rabat l’avevano avvertita: sarebbe stata arrestata se avesse osato recarsi a New York a ritirare il Civil Courage Prize, attribuitole dalla Train Foundation.
-
Clima: addio Copenaghen, Usa e Cina affossano il vertice
Contrordine, colleghi e compagni: il clima non è una priorità. O per meglio dire: sarebbe una priorità, ma mancano solo ventuno giorni alla Conferenza di Copenhagen e metterci d’accordo ormai è impossibile. Tanto vale sancirlo. Così, in un pragmatico abbraccio, Cina e Stati Uniti afflosciano il fondamentale vertice sul clima di dicembre. Lo fanno in separata sede, a Singapore, durante una colazione di lavoro a margine del vertice dell’Apec, l’organizzazione per la cooperazione economica dei paesi affacciati sul Pacifico.
-
Acqua privata, costi alle stelle e servizi peggiorati
Al via in Parlamento la battaglia contro l’acqua privata: ambientalisti e associazioni dei consumatori denunciano i rischi di ulteriori aumenti delle tariffe (più 30% tra il 2002 e il 2008) e il peggioramento dei servizi, che nel decennio 1990-2000 ha registrato un calo degli investimenti del 70%. Ad approdare alla Camera è il decreto legge sugli obblighi comunitari, che contiene all’articolo 15 la privatizzazione della gestione dell’acqua: il servizio idrico potrà essere affidato a un privato tramite gara pubblica o in via straordinaria senza gara ma col parere dell’Antitrust.
-
Anni di piombo, Fofi: l’eterno ricatto del terrorismo
Il bel libro sul padre scritto da Benedetta Tobagi, la fiction di De Maria “La prima linea”, la ristampa del bel libro di Licia Pinelli sul marito Pino, il saggio storico di De Luna sugli anni settanta sono solo alcuni dei tanti titoli recenti o recentissimi che evocano i nostri “anni di piombo”, quelli nei quali uno come me si svegliava la mattina con la paura di leggere sui giornali la notizia di un morto ammazzato dai terroristi – Brigate rosse o Prima Linea non cambiava niente – o di qualche terrorista ammazzato dalla polizia che in qualche modo aveva conosciuto o sfiorato.
-
Camorra e capitalismo, le domande mai poste a Saviano
Davanti a quasi tre milioni di telespettatori, ospite l’11 novembre di Fabio Fazio in una puntata speciale di “Che tempo che fa”, Roberto Saviano ha parlato dei libri che ama. del valore della testimonianza e di scrittori perseguitati come Ken Saro-Wiwa, Varlam Salamov e Anna Politkovskaja. «Saviano offre numerosi spunti ai suoi critici», osserva Alessandro Gnocchi sul “Giornale” diretto da Vittorio Feltri. «La difficilissima condizione in cui si trova a vivere a causa della camorra diventa talvolta uno strumento per evitare di rispondere a eventuali osservazioni».
-
Tumori e bimbi deformi, il martirio infinito di Falluja
Bambini deformi o affetti da gravi forme di tumore. E’ l’eredità della guerra a Falluja, la città irachena dove nel 2004 si scatenò la devastante violenza militare degli Usa, che colpirono anche la popolazione civile col micidiale fosforo bianco, come rivelò una clamorosa inchiesta di “RaiNews 24”. L’emergenza-tumori a Falluja è ora documentata dal quotidiano britannico “The Guardian”: neurologi e ostetrici denunciano la continuità della strage, in una città dove non ha precedenti il fenomeno dei bambini che nascono già malati di tumore o con gravissime malformazioni, conseguenza del bombardamento e delle spaventose condizioni imposte dalla guerra.