Archivi degli autori
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Val Susa, sotto attacco la protesta contro l’alta velocità
“Brucia più a voi che a noi”, recitava lo striscione con il quale i No-Tav di Bruzolo, reduci dal primo attentato incendiario del 16 gennaio, hanno preso parte alla “marcia dei 40.000” il 23 gennaio a Susa per dire no alla Torino-Lione, malgrado le trivellazioni preliminari imposte di notte sotto robusta scorta, e contro le quali si sono opposti, come “scudi umani”, alcune centinaia di militanti. E mentre da Torino il sindaco Sergio Chiamparino lanciava la campagna “Sì Tav”, in valle di Susa riprendevano gli attacchi incendiari contro i “presidi” dei manifestanti: l’ultimo, il 31 gennaio, ha distrutto quello di Bruzolo.
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Ribelle senza rivoluzione: Holden e la paura del futuro
Il tipo, il catcher, è davvero insopportabile. È tutto quello che pensi dopo che hai passato con lui una settimana inutile. Sta lì, parla, girovaga, va a puttane ma poi si pente, gira per New York in cerca di non si sa che cosa, incontra vecchi professori, prende per i fondelli lo psicologo, cerca di liberarsi della sorella che ha già pronta la valigia e ti racconta una vagonata di storie di cui, sinceramente, non sai che fartene. La cosa che più ti manda in bestia è che ha sempre diciassette anni. E tutti continuano a chiamarlo il giovane Holden.
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Nuovo incendio in val Susa, i No-Tav: attentato mafioso
Nuovo grave attentato incendiario contro i No-Tav in valle di Susa: il 31 gennaio, verso le 22.30, è stato completamente distrutto il “presidio” di Bruzolo, simbolo della lotta popolare contro la linea ad alta velocità Torino-Lione, già colpito da un primo attacco incendiario il 16 gennaio. Questa volta è stata addirittura abbandonata una bombola di gas nei pressi del “presidio” divorato dalle fiamme e completamente distrutto. «Un’intimidazione di chiaro stampo mafioso», accusano i volontari, che denunciano anche «l’imbrattamento di alcuni cippi partigiani con scritte “Sì Tav” a Caprie», altro piccolo centro della valle, non lontano da Bruzolo.
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Bersani: premier scassa-giustizia, gli italiani sono stanchi
Basta con lo “scasso” della giustizia italiana. Mentre i giudici abbandonano per protesta le aule giudiziarie alla vigilia dell’approvazione del “processo breve”, ennesimo escamotage salva-premier, suscitando la reazione del ministro Alfano («accuse cieche»), il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, da Milano replica: «Se Berlusconi è uno statista come dice di essere, dovrebbe affrontare il tema della giustizia a viso aperto e mettere l’Italia al primo posto, metterci in condizione di ragionare di riforme e non imbarazzare il Parlamento, il Paese e la magistratura».
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Moby Dick, il giovane Holden e il vecchio Hemingway
Cent’anni di letteratura e cinquanta di silenzio, in mezzo a tanta America. Un grande scrittore desaparecido e un grande scrittore a caccia di scrittura, in mezzo a tutti i suoi fantasmi. Herman Melville aveva 32 anni quando licenziò la ciurma terribile del Pequod con a bordo il delirio di Ahab. Cent’anni di inutile caccia lungo le rotte di tutti gli oceani, cent’anni di inutile attesa: il vecchio Santiago che rientra in porto coi resti dell’ultima possibile incarnazione di Moby Dick, proprio mentre il giovane Holden, anche lui creato da un paroliere di 32 anni, vagabonda per New York interrogandosi sulla sorte delle anatre di Central Park
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Giù le mani dalla rete: assurdo equiparare i blog alle Tv
Il Popolo Viola ci ha convocato tutti sabato 30 gennaio davanti alle prefetture per far sentire la voce di chi ama la Carta Costituzionale e non vuole assistere in silenzio al tentativo già in atto di realizzare una repubblica presidenziale a telecomando unificato. Per queste ragioni l’associazione Articolo21 che ha appena svolto la sua assemblea nazionale ad Acquasparta, in Umbria, ha deciso di aderire e di invitare i propri associati e i siti che fanno riferimento alla neonata “rete per la costituzione” di mettersi a disposizione di questa generosa e appassionata giornata di impegno civile.
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Cedolin: così la val Susa ha svelato le bugie sulla Torino-Lione
Sono andati per bastonare e sono finiti bastonati, verrebbe da dire metaforicamente parlando, tirando le somme della grande offensiva portata in Valsusa dai fautori del Tav nel corso di questo mese di gennaio. Offensiva studiata a tavolino negli ultimi 4 anni con cura certosina da Mario Virano e dalla classe politica che gli fa da contorno, ma valutata evidentemente con troppo ottimismo, sulla base d’informazioni e “sensazioni” assai disancorate dalla realtà.
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Bianchi: scommettiamo che Lilin tornerà presto in tv?
«Scommettiamo che Nicolai Lilin tornerà presto in televisione?». Paolo Bianchi, redattore del “Giornale” reduce dal tempestoso contraddittorio con l’autore di “Educazione siberiana”, scrive a “Libre” per precisare: non ha mai citato Nuto Revelli, ma Primo Levi. «Se ho dato dello “sbudellatore” a Lilin è solo perché, avendo letto il suo libro, venduto come autobiografico, ci ho trovato delle scene in cui lui accoltella con violenza i suoi avversari. Se non è vero, allora il libro non è autobiografico. Tertium non datur. Lui, oltretutto, era lì, pagato, per farsi pubblicità. Io ero lì gratis a fare il mio lavoro, che non è quello di pubblico ministero, ma di giornalista».
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Gallino: operai sui tetti, il lavoro tornerà solo fra 5-7 anni
Operai asserragliati sui tetti: per lottare contro la crisi e, innanzitutto, ricordare – con l’aiuto della televisione – il loro diritto elementare alla sopravvivenza. Il sociologo torinese Luciano Gallino, che si è scagliato contro chi vuole dimenticare la classe operaia, sostenendo che è proprio l’oblio dei media e dei politici a spingere i lavoratori a forme eclatanti di protesta, ora avverte: la crisi è più vasta di quanto le apparenze (televisive) suggeriscano, per uscirne occorrerà un periodo molto lungo, di almeno cinque-sette anni.
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Adottare bimbi di Haiti: e perché non quelli di Napoli?
Figuriamoci se non ci toccano le immagini che arrivano da Haiti e se non siamo commossi da quei bambini senza più nessuno che vagano per strada e che vanno ad aggiungersi ai tantissimi che già affollavano gli orfanotrofi dell’isola. È questo l’aspetto che più ha colpito gli italiani, e in tanti stanno lodevolmente chiedendo di adottare un bambino di Haiti, pronti a partire per andarlo a prendere. E poi ci sono tanti altri (date uno sguardo alla lettere sui quotidiani) che maledicono le leggi sulle adozioni perché, per l’appunto, non possono partire subito, neanche si trattasse di andare a prendere un pacco in un ufficio postale solo un po’ più lontano.
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Monicelli: abusi e scandali, per il potere si arriva a uccidere
Mario Monicelli ha raccontato, senza indulgenza e per mezzo secolo, i vizi nazionali. Che film girerebbe per raccontare questa sinistra impegnata a rincorrere gonne o notti proibite? «Un film durissimo. Una farsa senza sconti. La farsa è il tipo di racconto meno accomodante che esista». Attori? «Buster Keaton o Totò. Nel rappresentare il livello di questa classe politica, non voglio far piangere. Per disperarsi, i motivi, comunque, non mancherebbero». Così il grande regista toscano, 95 anni, intervistato da Malcom Pagani per “Il Fatto Quotidiano”.
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Sì, questo era un uomo: Primo Levi riscoperto dai ragazzi
“Sì, questo era un uomo”. E’ il titolo dell’appassionato documentario dedicato a Primo Levi proiettato il 28 gennaio alle ore 9 al Cineporto di via Cagliari, sede della Torino Piemonte Film Commission, nell’ambito del vasto programma celebrativo della Giornata della Memoria, calendario che in Piemonte si dilata in più giornate, per ricordare l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz il 27 gennaio 1945 ad opera delle avanguardie dell’Armata Rossa. Tra le novità del 2010, un documento che rappresenta un omaggio al grande scrittore torinese, autore della più alta riflessione civile e intellettuale sulla sconvolgente barbarie dei lager nazisti.