Archivi degli autori
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Miliardi e stragi: Wikileaks, i mercenari e la Monsanto
Torture, omicidi, stragi di civili. Dall’Iraq all’Afghanistan, affiora anche sui grandi media – grazie alle rivelazioni di Wikileaks, il sito di intelligence di Julian Assange – la verità nascosta sulla “guerra infinita”, i conflitti “asimmetrici” degli ultimi anni, spesso presentati come missioni di pace. Ultime notizie: fino al 2009 in Iraq sono morte oltre 109.000 persone, di cui 66.000 civili, centinaia dei quali sono stati uccisi ai checkpoint dell’esercito americano. Le imbarazzanti informazioni che filtrano da Wilikeaks si saldano con le nuove voci sui retroscena della macchina bellica: strani collegamenti con Al-Quaeda e operazioni sporche affidate ai mercenari della Blackwater, società che qualcuno collega alla multinazionale Monsanto, sostenuta anche da Bill Gates.
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Intifada dei rifiuti e Torino-Lione, la politica è muta
Mentre in Campania si scatena l’Intifada della popolazione contro l’apertura della seconda discarica di Terzigno che condannerebbe all’inferno dell’invivibilità i centri del Parco del Vesuvio, la Camera approva quasi in punta di piedi, senza clamori e con voto graniticamente bipartisan, le ultime mozioni per realizzare la Tav Torino-Lione, contro cui si batte da oltre 15 anni la valle di Susa, un’area di quasi centomila abitanti che nel 2005 riuscì a fermare il primo progetto dell’alta velocità ferroviaria fra Italia e Francia grazie a una clamorosa protesta popolare a lungo fronteggiata dai reparti antisommossa della polizia. I No-Tav ora esprimono la loro solidarietà ai “ribelli” napoletani di Terzigno: «Resistete, siamo con voi».
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Minzulpop, sindrome Tg1: giornalismo senza notizie
La macchina berlusconiana del consenso giunta nella sua fase finale: il “Minzulpop”. Crasi tra il nome del “direttorissimo” del Tg1 Augusto Minzolini e il ministero della propaganda di mussoliniana memoria. Coniato su Facebook, adottato dai blog e consacrato su YouTube, il neologismo dà il titolo a un saggio collettivo (un gruppo di giornalisti, blogger, attivisti della comunicazione dietro lo pseudonimo asimoviano di Hari Seldon) che analizza l’intera “orchestra mediatica” del Cavaliere. Dagli embedded alle “meravigliose creature”, gli inesauribili portavoce del capo, fino agli inventori di diversivi che mantengono gli italiani sospesi in una rasserenante “bolla catodica”.
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Abbiamo un sogno: facciamo vincere l’Italia, quella vera
I have a dream: un giorno l’Italia si sveglierà diversa e migliore, perché avrà finalmente riscoperto se stessa. Un paese reale che ha voglia di futuro, e non è rassegnato a subire per sempre lo spettacolo dell’ordinaria indecenza organizzato per mascherare la mediocrità di un potere impotente, incapace di opporsi al declino. C’è un’Italia che da tempo si è messa in cammino: in televisione non la si vede, ma sta combattendo ogni giorno porta a porta, casa per casa, per darsi coraggio e programmi, basati sulla civiltà della conoscenza: ecologia, ricerca, energia pulita, lavoro e diritti, dignità. Valori in campo nella vita quotidiana: perché non anche alle elezioni?
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Piemonte, bocciato il ricorso: il presidente resta Cota
«La Bresso è un tornado: ha fatto più danni della grandine». Così Luca Bottura qualche giorno fa su “Lateral”, il mattinale semiserio di Radio Capital, segnalando l’avvicinarsi dell’esito del fatidico riconteggio delle schede elettorali del Piemonte. Verdetto emesso il 19 ottobre dal Consiglio di Stato: il presidente della Regione resta il leghista Roberto Cota, il riconteggio deciso dal Tar piemontese va fermato. «Mi spiegate – ripeteva il neopresidente – perché per votare me sarebbe stato necessario mettere la croce due volte, sul mio nome e su una delle liste a me collegate, mentre per votare la Bresso sarebbe bastata una croce sola?». Ricorso accolto: fine dell’incubo post-elettorale per Roberto Cota.
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Telecom-Mondadori: monopolio dei futuri e-book?
Libro elettronico: si va verso un nuovo monopolio? Attraverso la piattaforma Biblet, Telecom venderà online i libri della Mondadori, trattenendo per sé il 30% e lasciando all’editore il 70%. Secondo l’Associazione Italiana Editori il mercato dell’editoria elettronica vale oltre 350 milioni di euro, mentre quello nuovissimo degli e-book dovrebbe valere, alla fine del 2010, poco più di 3 milioni di euro: una piccola quota, nel fatturato complessivo del mercato librario italiano, valutato oltre 3 miliardi di euro, ma l’intera filiera dell’industria editoriale ripone grande fiducia proprio negli e-book, che già oggi si possono “sfogliare” attraverso Ipad e Smartphone.
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Addio diritti, solo guerra ovunque: vi sembra normale?
In Italia stanno succedendo cose molto strane, ma la più strana è che sembra tutto normale. Vi sembra normale che nella scuola pubblica ci si debba portare da casa i pennarelli, i fogli, le matite, la carta igienica, perché la scuola non ha i soldi per pagarla? Vi sembra normale che qualcuno si debba portare anche la mamma, da casa, perché non ci sono abbastanza insegnanti di sostegno per i bambini? Vi sembra normale che se vai in un ospedale pubblico per prenotare un esame ti dicono che devi aspettare sei, sette mesi? Però se sei disposto a pagare lo puoi fare domani mattina. E intanto lo Stato finanzia la sanità privata, anziché investire tutte le risorse per quella pubblica. Eppure sembra assolutamente normale.
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Fazio: la Rai ha paura della trasmissione con Saviano
Mafia e politica, scandali ed emergenze sociali: dai rifiuti alle carceri, fino alla ricostruzione all’Aquila. Senza trascurare la guerra dei dossier e la “macchina del fango” per delegittimare gli avversari. «Capisco che sono argomenti che fanno paura», si sfoga Fabio Fazio, annunciando che la Rai – dopo “Annozero” e “Report” – sta cercando di ostacolare anche l’attesa trasmissione con Roberto Saviano, in partenza l’8 novembre: manca ancora il via libera ai contratti per gli ospiti, tra cui Paolo Rossi, Antonio Albanese e il Premio Oscar Roberto Benigni. «Così il programma non può andare in onda», afferma il conduttore: «E’ un momento in cui la tv non può permettersi di raccontare la realtà».
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Miele su tetti e balconi: l’apicoltura arriva in città
Chi dice che il miele si produce soltanto in campagna? Nonostante l’inquinamento, e anche se il paesaggio urbano ci può sembrare poco adatto ad ospitare alveari, si sta facendo invece strada la cosiddetta “apicoltura di città”. Sono davvero tanti i luoghi sorprendentemente dedicati a questa curiosa produzione di miele: dai balconi di Londra alla cima dei grattacieli di New York. C’è anche un miele pregiato prodotto negli alveari posti sui tetti del Grand Palais di Parigi. In un anno si sono prodotti circa 50 chili di miele denominato, non a caso, “Grand Palais” e messo in vendita proprio a partire da questo autunno.
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La sinistra è morta: ha scambiato lo sviluppo per progresso
«Non c’è possibile progresso, nello sviluppo: la sinistra è morta perché non l’ha capito». Giulietto Chiesa è pessimista: «Il momento è drammatico, data la crisi globale del sistema e la caccia alle risorse: fra poco, qualcuno verrà a dirci che i beni come la benzina e l’acqua saranno razionati, a disposizione dei soli ricchi, armati fino ai denti. Non c’è tempo da perdere: dobbiamo farci sentire, scuotere l’opinione pubblica dal torpore televisivo». Correre ai ripari? Ma no: «L’unica prospettiva rivoluzionaria, oggi, è affrettare il collasso ormai imminente del sistema: prima crolla e meglio è», dice Massimo Fini, declinando l’invito lanciato a Torino da Maurizio Pallante: costruire un nuovo soggetto politico che si opponga al duopolio destra-sinistra, denunciando la “follia” della crescita e la “menzogna” dello sviluppo illimitato.
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La vita agra di Bianciardi, profeta anarchico a Milano
Abbiamo bisogno, noi occidentali, in questa epoca malata e volgare, di Luciano Bianciardi. Ex-Cogita e Isbn Editore, nella collana L’Antimeridiano, ne pubblicano oggi l’opera completa. Ed è un bene. Così ne potremo maneggiare, in un sol colpo, romanzi, saggi, articoli, diari. Maremmano trapiantato a Milano negli anni Cinquanta, Bianciardi lascia moglie e figli per andare a lavorare come traduttore in una casa editrice della capitale lombarda. Il sottoscritto, che condivide con lo scrittore una parte di cognome e le radici toscane, lo “incontra” casualmente per la prima volta ai tempi del liceo.
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Sos diritti: Fiom nel mirino perché fa paura al potere
Il momento è buio: l’attacco ai diritti del lavoro – corollario della Grande Crisi, “inevitabile” per Fiat e Confindustria, dato che la globalizzazione indebolisce le produzioni europee non più competitive – nasconde in realtà forti pericoli per la vita democratica, mettendo a rischio la tenuta sociale sistema-Italia. Questo spiega la vastissima adesione alla manifestazione nazionale indetta dalla Fiom il 16 ottobre a Roma, in un clima di possibile tensione evocato dal ministro dell’interno Maroni. «Da direttore di “PeaceReporter”, oltreché da cittadino, non posso non accorgermi della pericolosità di questo momento storico», scrive Maso Notarianni, alla guida del newsmagazine indipendente italiano che da anni funge da “sentinella” delle crisi.