Archivi degli autori
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Cantieri e veleni: svendere la salute, per trenta denari?
Sindaci pronti a dare l’ok a piccole e grandi opere “inutili”, in cambio di sbrigativi indennizzi e piccole compensazioni. E pazienza se a rimetterci sono il territorio e la salute dei cittadini. Questo il tono dell’ultima denuncia della sezione alessandrina di “Medicina Democratica”, già protagonista di un lungo braccio di ferro con il governo per impedire la “normalizzazione” del deposito Sogin di Bosco Marengo, contenente combustibile radioattivo. La nuova offensiva degli ambientalisti coordinati da Lino Balza riguarda ora le amministrazioni comunali dell’area, “colpevoli” di non opporre alcuna resistenza all’assedio che “Medicina Democratica” segnala: alta velocità, cantieri inutili, inquinamento e disastri vecchi e nuovi.
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Scempio Italia, Maggiani: non chiedeteci altri soldi
Io la conosco bene la valle della Magra, da Pontremoli in giù. Chi ci va mai giù lungo il fiume a vedere come è fatto? Io ci vado a vedere la Magra, e lo vedo che cos’è diventata in questi ultimi decenni. È diventata un’unica immensa infinita discarica. Però l’hanno chiamato parco naturale, il parco naturale della Magra. Così io trovo i cartelli del parco ficcati sulle discariche abusive, sugli argini dissolti. Nel Medioevo la Magra andava fuori due volte l’anno, adesso ha ricominciato a uscire due volte l’anno.
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Macché Rigor Montis: ripudiamo l’euro e quest’Europa
E’ la sindrome del cammello, che un cattivo padrone carica ogni volta di pesi a malapena sopportabili: benzina, tasse, balzelli. Pretesto: risanare il fardello che ci trasciniamo, 1.900 miliardi di debito. «Una corsa folle – protesta Pino Cabras – che non può essere risolta con le soluzioni imposte dalla tecnocrazia europea subalterna a Wall Street». Una parte della sinistra si è accodata, senza batter ciglio, alla ricetta di Mario Monti, «questo tecnico che agirebbe per regole oggettive», quasi fosse super-partes e devoto a leggi naturali, fisiologiche, che non possono essere messe in discussione. L’alternativa? Non esiste, alzano le spalle intellettuali come Massimo Cacciari: le regole son queste, rassegnamoci e lasciamo fare ai “tecnici”.
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Pogrom contro i Rom: se anche a Torino saltano i nervi
«La crisi nella quale sprofonderemo sarà così grande, così grave e così improvvisa da farci perdere ogni sicurezza: a quel punto, quando il nostro standard di vita sarà a rischio, avrà buon gioco il primo infame che si alzerà a gridare che è tutta colpa degli immigrati, dei musulmani, dei Rom». Profezia di Giulietto Chiesa, applaudita recentemente in un’affollata assemblea No-Tav in valle di Susa. Rom? E’ toccato proprio a loro, il 10 dicembre, a Torino: il loro campo assaltato e incendiato dopo la denuncia di uno stupro, poi rivelatasi completamente inventata. «Il pogrom di Torino contro un campo nomadi – dice Gad Lerner – ci ricorda che la barbarie è sempre lì dietro l’angolo». Semmai la notizia è un’altra: stavolta, a cedere, è una città come Torino, una vera “capitale dell’accoglienza”.
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Barnard: sarà un strage, riusciranno dove Hitler fallì
L’Europa collassa, salta l’Eurozona, crollano tutte le nostre economie tranne una: quella tedesca. Scenario che riporterà il Vecchio Continente alla situazione precedente il 1999, ma a condizioni da sogno per la Germania. Che, con un euro a due velocità o anche col suo ritorno al marco, sarà vista dai mercati come l’unica scialuppa di salvezza su cui dirottare capitali, mentre noi rimarremo a secco, agonizzanti. In più, i veri manovratori della Merkel, e cioè le mega-industrie dell’export “neomercantile” della Germania, si troveranno con decine di milioni di lavoratori europei a due passi da casa, disposti a sgobbare per loro a ritmi da lager e con stipendi da Cina. E l’impero germanico dell’export si presenterà al mondo dei grandi mercati del domani (Brasile, Cina, India, Est asiatico) con prodotti a prezzi competitivi. Ironia della storia: trionfale dominio teutonico, proprio là dove Hitler fallì.
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Berlusmonti e il Pd: lacrime gratis, sangue a pagamento
Finalmente conosciamo la terapia, la condanna e il tipo di morte certificata dal governo tecnico del sig. Monti Mario che doveva essere la discontinuità, mentre, al contrario, toglie la maschera di quello che è: il governo “Berlusmonti”. Una sola sintesi: se Berlusconi dice: «Monti ci ascolta» e lo appoggia solo con la fiducia, è segno che questo governo è la protesi meccanica (governo tecnico) di Berlusconi che continua a manovrare da dietro e davanti le quinte. Tutte le misure, all’80% e passa, sono tasse sui redditi (si fa per ridere!) bassi e medio-bassi. Il resto sono pennellate di vasellina per mettere a tacere il genio del Pd che si è impiccato da solo nella casa del boia, portando la corda. Logico, per senso di responsabilità.
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Europa nemica, tagli e diktat: esautorati Stati e cittadini
L’accordo di Bruxelles sancisce la nascita di una nuova Europa basata sull’austerità e sul rigore di bilancio. E’ il trionfo dell’ideologia economica liberista più conservatrice e antisociale, che da scelta politica viene eretta a norma vincolante, come fosse una necessità oggettiva. Gli Stati rinunciano definitivamente al loro ruolo economico di stimolo alla crescita e allo sviluppo attraverso la sostenibilità del debito pubblico, e quindi attraverso la spesa pubblica, per perseguire un unico obiettivo: il raggiungimento del pareggio di bilancio per mezzo di drastici tagli alla spesa pubblica che ricadono, inevitabilmente, sulle fasce più povere della popolazione europea. E’ la sconfitta del sogno di un’Europa sociale e solidale, la vittoria dell’idea di Europa propria delle forze politiche di centrodestra, in particolare del centrodestra tedesco.
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Passera: sì alla Tav, senza uno straccio di spiegazione
Sono vent’anni che la valle di Susa formula inutilmente la stessa domanda: per favore, volete spiegarci a cosa serve la Torino-Lione? Appena insediatosi al governo, il super-banchiere Corrado Passera risponde a modo suo, cioè come tutti gli altri ministri che l’hanno preceduto: la linea Tav si deve fare, punto e basta. L’Italia – persino quella di oggi, con l’acqua alla gola – non ha tempo per rispondere a trascurabili domande del tipo: perché mai gettare al vento 20 miliardi di euro per un’opera inutile? E così, al posto della risposta tanto attesa, ai valsusini viene ancora una volta riservato il solito trattamento: repressione, militarizzazione del territorio e spietata criminalizzazione del movimento popolare No-Tav.
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Erri De Luca: la lotta della val Susa è giusta e necessaria
Si succedono governi e governatori, di qualunque specie essi rinnovano l’empio progetto di traforo e strazio della valle di Susa. Empio progetto perché empia è la bestemmia contro la terra, madre sacrificata allo sventramento per l’inutile seconda linea ferroviaria. Voi non siete gli indiani d’America, scacciati dai vostri pascoli dallo sterminio dei bisonti e dalla posa di una via ferrata. Voi siete i legittimi eredi di una terra aggredita da interessi estranei, che vogliono asservirla. Voi non siete i nemici del progresso ma l’avamposto di una nuova speranza di progredire insime al proprio suolo.
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Falliti e disperati: ecco perché ora vogliono dissanguarci
Chi ci bombarda? Sono i “proprietari universali”. Non hanno patria e sono pochi, ma sono potenti. Nelle attuali circostanze il loro quartier generale è a Wall Street, New York, Stati Uniti d’America. I più importanti tra loro sono cittadini americani, ma la cosa è inessenziale. Essenziale è che il loro portavoce principale è il presidente degli Stati Uniti. Quello di turno. Essenziale è che possano usare le armi dell’America. Ci bombardano perché sono falliti, ma essendo i padroni del pianeta (o ritenendosi ancora tali, anche se non lo sono più) non hanno nessuna intenzione né di ritirarsi né di pagare. Vogliono anzi che paghiamo noi.
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Dovevamo arrenderci: lo decise la Cia già al G8 di Genova
Manovre lacrime e sangue per tutti tranne che per la “casta” mondiale, sovranità limitata o revocata, bavaglio universale all’informazione. Sindacati neutralizzati, banchieri al governo e partiti-fantasma ormai agli ordini dei signori dell’economia. Quello che oggi chiamiamo crisi era stato largamente previsto, dagli stessi super-poteri che, già nel 2001, prima ancora dell’11 Settembre, si preoccuparono di disinnescare sul nascere una potenziale bomba democratica planetaria, quella del movimento no-global. Diritti contro soprusi, cittadinanza contro privatizzazione. In altre parole: anticorpi civili per difendersi dalla globalizzazione selvaggia. Profeticamente, li pretendeva il “popolo di Seattle”. Fu fermato appena in tempo e nel modo più brutale, con il bagno di sangue noto come G8 di Genova.
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“Ribelli” di Bengasi in Siria per la prossima guerra Nato
Sta arrivando una guerra ancora più sporca di quella appena conclusa in Libia per rovesciare Gheddafi col pretesto umanitario. Nuovo obiettivo: Damasco, anticamera di Teheran. “Libia 2.0” uguale Siria? No, peggio: «E’ più “Libia 2.0 remix”», col solito alibi “R2p”, cioè “responsabilità di proteggere”, ovvero «i civili bombardati fino alla democrazia», ma stavolta senza neppure la copertura dell’Onu, perché Russia e Cina opporranno il veto. E mentre anche la Turchia soffia sul fuoco, Hillary Clinton scalda i reattori degli F-16: alla televisione indonesiana ha appena annunciato che in Siria sta per scatenarsi «una guerra civile», ben finanziata e «ben armata» da un’opposizione zeppa di disertori, ma non solo: il nuovo regime di Tripoli ha inviato al confine siriano 600 miliziani, reduci della “rivoluzione” contro Gheddafi.