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Magaldi: avviso di sfratto a Draghi, ecco il vero Salvini
E se adesso Draghi e Mattarella – magari spinti da Salvini – si mettessero a fare l’esatto contrario di quello che hanno fatto finora? Cioè: fine del rigore, finanziario e sanitario? A buttarla lì è Gioele Magaldi, autore di “Massoni” e presidente del Movimento Roosevelt. Esponente del circuito massonico progressista, Magaldi è stato tra i più feroci detrattori del “vecchio” Draghi, quello del Britannia e del “pilota automatico”, che dal vertice della Bce intervenne solo fuori tempo massimo, quando ormai i paesi in difficoltà per gli spread erano stati commissariati (l’Italia, da Monti). Poi, due anni fa, la svolta annunciata da Draghi: la manifestata intenzione di tornare alle origini post-keynesiane, abbandonando i sodali massonici neoliberisti e “neoaristocratici”. Magaldi lo prese in parola: il “nuovo” Draghi va messo alla prova. Bilancio, dopo un anno a Palazzo Chigi: deludente. Nessuna vera iniezione nell’economia e nessun cambio di paradigma nella gestione del Covid. Anzi: le ultime restrizioni (obblighi, Green Pass) paiono letteralmente stomachevoli, inutilmente vessatorie e rovinose per la salute socio-economica del paese.Nonostante ciò, nel fronte massonico-progressista, Magaldi è stato tra i supporter di Draghi nella corsa al Colle. Motivo: grazie al suo prestigio, l’ipotetico “nuovo” Draghi (ancora solo virtuale) sarebbe stato una carta potenzialmente utile, per il rilancio dell’Italia, in Europa e non solo. Missione fallita, per ora: colpa anche di Draghi, troppo presuntuoso e poco empatico con i suoi ipotetici grandi elettori. Ma attenzione, avverte Magaldi: non crediate alla stampa, che dipinge uno scenario politico allo sbando, con partiti ridottisi a implorare Mattarella di accettare il re-incarico. Era esattamente quello che il presidente uscente sperava accadesse. Lo show del trasloco e degli scatoloni al Quirinale? Una recita perfetta, dice Magaldi. Non solo: incaricando Draghi a Palazzo Chigi, già nel 2021 – aggiunge sempre l’autore di “Massoni” – Mattarella sapeva benissimo di complicargli deliberatamente la strada per la presidenza della Repubblica. Se avesse evitato di impelagarsi nei meandri governativi, oggi probabilmente Draghi sarebbe stato eletto in carrozza, acclamato come padre nobile. E c’è di più: per un attimo, Draghi ha rischiato di venire defenestrato anche dal governo.Lo racconta Magaldi su YouTube, a “Border Nights” con Fabio Frabetti e poi a “Mrtv” con Roberto Hechich. E’ accaduto quando Salvini – fingendosi in stato confusionale – dopo aver bruciato svariati candidati perdenti ha fatto di nome di Elisabetta Belloni, incassando l’ok di Conte e della Meloni. Tradotto: i numeri per nuovo governo “gialloverde”, esteso a Fratelli d’Italia, che avrebbe comportato il “licenziamento” di Draghi. E’ stato proprio Super-Mario, a quel punto, a chiedere a Mattarella di restare al suo posto, risparmiandogli quella che sarebbe stata un’umiliazione. Lo stesso Salvini, all’ultimo minuto, avrebbe evitato il crash finale. Ammette Magaldi: una parte dei massoni progressisti hanno “punito” volentieri Draghi per il suo primo anno di governo. Ora dimostri che non scherzava, quando parlava di cambio di paradigma. Mattarella? Fino a ieri è stato funzionale al mainstream neoliberista. Ma se Draghi cambiasse registro, potrebbe affiancarlo: mai dire mai. Il banco di prova? Ci penserà Salvini, ancora: chiede 30 miliardi di ristori, pronta cassa. Altro segno di buona volontà: fine dell’emergenza, delle restrizioni e degli obblighi. Se Draghi risponderà picche, dice Magaldi, si avvierà (come Monti) verso un anonimo declino. Se invece cambiasse passo, potrebbe finalmente scrivere una nuova storia.E se adesso Draghi e Mattarella – magari spinti da Salvini – si mettessero a fare l’esatto contrario di quello che hanno fatto finora? Cioè: fine del rigore, finanziario e sanitario? A buttarla lì è Gioele Magaldi, autore di “Massoni” e presidente del Movimento Roosevelt. Esponente del circuito massonico progressista, Magaldi è stato tra i più feroci detrattori del “vecchio” Draghi, quello del Britannia e del “pilota automatico”, che dal vertice della Bce intervenne solo fuori tempo massimo, quando ormai i paesi in difficoltà per gli spread erano stati commissariati (l’Italia, da Monti). Poi, due anni fa, la svolta annunciata da Draghi: la manifestata intenzione di tornare alle origini post-keynesiane, abbandonando i sodali massonici neoliberisti e “neoaristocratici”. Magaldi lo prese in parola: il “nuovo” Draghi va messo alla prova. Bilancio, dopo un anno a Palazzo Chigi: deludente. Nessuna vera iniezione nell’economia e nessun cambio di paradigma nella gestione del Covid. Anzi: le ultime restrizioni (obblighi, Green Pass) paiono letteralmente stomachevoli, inutilmente vessatorie e rovinose per la salute socio-economica del paese.
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Siamo lo zimbello del mondo: vogliono far esplodere l’Italia
Ve ne siete accorti? Ormai siamo diventati lo zimbello del mondo. Tutti stanno andando in una certa direzione, ogni Stato smantella un po’ alla volta queste restrizioni, e noi no. Il governo continua a fare Consigli dei Ministri per rafforzare e restringere: non si va più in Posta, in banca; e poi, un po’ alla volta, vedrete, ne faranno anche altre. E’ questo è tutto normale. Lo sappiamo: il nostro è un paese speciale, nel quale sta avvenendo – letteralmente – un esperimento sociale, in cui si vuol vedere fino a che punto l’umanità può sopportare le vessazioni (soprattutto l’umanità italiana, che è molto particolare: perché ha un enorme potere erotico inespresso). Chi ci amministra, dunque, sta spingendo: questi non mollano, e insistono. Noi abbiamo imparato a gestire quegli stimoli: non con delle reazioni, ma con delle interiorizzazioni. Il mio invito a “stare fermi” è costante, affinché avvenga una crescita, dentro di noi. Questo ci ha permesso di giungere sin qui, con 7 milioni di persone che sono rimaste integre.Abbiamo preservato una qualità genetica: dentro, abbiamo ancora del sangue “solare”, mentre in altri corpi stanno scorrendo altre tipologie di sangue. Noi abbiamo conservato una nostra essenza naturale, oltre ad aver protetto una nostra integrità morale: siamo stati l’esempio di ciò che la parola “dignità” esprime. Da una parte, oggi, si sta delineando un contesto sociale dilaniato: mai, prima d’ora, la socialità individuale era stata così compromessa. Poi c’è la socialità collettiva: pensiamo alle grandi separazioni che sono avvenute all’interno delle famiglie, delle coppie, dei gruppi di amici; nelle aziende, nelle scuole. Tutto è difficoltoso, alterato: anche fare un acquisto in un negozio, o mangiare una pizza, o andare a pagare una bolletta. E il governo continua a premerci in quella direzione. Ebbene, tutto questo crea grosse lacerazioni: alcune persone sono convintissime che il Green Pass sia la soluzione di tutti i mali, la chiave d’accesso al paradiso, e non si fanno problemi a discriminare e perseguitare chi invece ha fatto una scelta diversa. Pensate, hanno persino educato i bambini a fare controlli sul pulmino, per vedere chi ha il Green Pass.In tutto questo c’è una crisi economica mostruosa, che ora si farà sentire: le bollette aumenteranno del 50%, e un’intera area produttiva non potrà più lavorare. Stiamo andando incontro a una situazione che viene fatta peggiorare, di giorno in giorno, dai continui interventi da parte del governo. Non c’è un solo intervento che vada nella direzione di ridare libertà al popolo italiano. Ma il quadro non può peggiorare in eterno: la pazienza prima o poi finisce. E dato che il governo non intende recedere, a breve si arriverà inevitabilmente alla rottura di questo equilibrio. L’elastico teso non potrà resistere all’infinito: e la rottura potrà creare anche reazioni violente. Questi pseudo-governanti stanno portando la popolazione, letteralmente, ad uno scontro: lo intravedo entro la fine di questo mese. Si arriverà allo scontro perché una parte dei perseguitati non avranno più intenzione di continuare a essere seviziati in questo modo. Se ti spiegano che non potrai più andare in banca a prelevare i tuoi soldi, capisci che in questo non c’è più niente, di sanitario (non ce n’è mai stato, fin dall’inizio). E se ti guardi attorno, adesso scopri che tutti gli altri paesi stanno smantellando le restrizioni.Alcuni paesi cominciano a portare in piazza una certa energia: abbiamo visto quello che sta succedendo in Canada, dove il premier è dovuto letteralmente scappare. Lo stesso sta accadendo in Olanda, dove si cominciano a creare manifestazioni differenti. Se chi governa non cambia atteggiamento, prima o poi allo scontro si arriva. E a me sembra che siano proprio loro, a volerlo: viceversa, solo una persona priva della capacità di intendere e volere potrebbe insistere nel molestare la gente all’infinito, pensando di non subire conseguenze. A un certo punto, capite, tutti possono sentirsi legittimati a “perdere la brocca”. Ecco, io la sento crescere fortemente, questa tensione. Sabato ero a Torino e ho visto la nostra piazza: così stabile e matura, così ferma, così già orientata a costruire il nuovo. Ma c’è una quota di umanità che necessita di fare altre esperienze. Chi non ha la nostra cultura della gestione energetica non elabora le esperienze come abbiamo fatto noi, è ancora nella fase reattiva. Un po’ come nel calcio: c’è chi sa tenere palla, e c’è l’attaccante che tocca un solo pallone ma fa goal.Sta succedendo anche in Italia: una quota di umanità è diventata letteralmente una polveriera. Ci sono piazze stabili, come le nostre, e ci sono autentiche polveriere. Cosa racconti, a una persona che ha un’impresa e ora si trova a dover fallire, perché un po’ alla volta non circola più un quattrino nell’economia reale? Cosa gli racconti, che c’è ancora un’emergenza sanitaria? Noi, sì, abbiamo investito in altro: siamo quella parte di umanità che sta già costruendo il nuovo. Ma c’è una parte di umanità che invece è pronta a saltare per aria per far finire il vecchio, per raderlo al suolo. E nessuno ha il potere di fermarla, perché sono dinamiche più grosse dell’umanità e del singolo individuo. Quando scoppia – passatemi il termine – una rivoluzione, è perché esplodono dinamiche più forti delle persone. In Italia sto vedendo questo: una inesorabile, ineluttabile deriva verso uno scenario anche cruento. E allora penso alla mia parte, a chi è rimasto fermo.Penso a noi 7 milioni, che abbiamo permesso alla magistratura di muoversi avendo le spalle un po’ più larghe. Penso ai nostri medici, ai nostri avvocati. Penso cioè a chi ha scelto di resistere, conservare l’umano e, parallelamente, costruire il nuovo. A tutti loro continuo a dire: sitaimo fermi. Ovvero: continuamo a sviluppare il nuovo tipo di società che stiamo creando. Sull’altra parte, invece, non ho potere. Non posso esortare nessuno a stare fermo. Non posso intervenire su chi ha una diversa struttura animica. Non posso oppormi a un flusso che è più grande di noi. Il governo sta continuando a togliere mattoni, quindi tra un po’ l’edificio crolla. E visto che non ha la minima intenzione di invertire la rotta, lo dico: questo governo è l’unico responsabile di tutto quello che potrebbe accadere. E badate: ci sono milioni di italiani che stanno facendo di tutto, per arrivare a questo scontro. Quando il titolare di un ristorante continua a tenere aperto, pur sapendo di esser stato preso in giro e pur sapendo che stanno facendo del male a tante persone, e però se ne frega altamente, be’, anche lui sta andando in quella direzione.Migliaia di aziende hanno finto che non fossero mai stati calpestati alcuni diritti: non solo diritti dei lavoratori, anche diritti umani. E hanno sposato appieno questa situazione, che – anzi – a qualcuno ha fatto anche comodo. Ecco: quelle aziende sono pienamente compartecipi di quello che sta succedendo. O almeno, lo sono fino a un certo punto: perché il governo, se volesse, avrebbe sempre la capacità di smantellare le restrizioni e creare condizioni diverse. Ma dietro al governo ci sono intelligenze superiori, rispetto a quelle umane: non pensate che sia Speranza, a gestire la sanità italiana. Sicché, mi viene da pensare – ripeto – che siano proprio loro, a volerci portare a questo: in fondo, è un’esperienza che l’Italia non ha mai vissuto. Se qualcuno pensa che questa situazione si possa ancora risolvere con una discussione fatta a tavolino, si sbaglia di grosso.Cosa pensare, quando vedi che gli studenti universitari vengono presi a bastonate? Non è lo scontro, che il governo cerca? Fino alla fine, io vi esorterò a portare le nostre energie nella costruzione del nuovo. Però posso mettere nero su bianco – qui, adesso – che, se loro continuano a mantenere queste restrizioni, e ad aumentarle (nonostante non vi sia più alcuna emergenza sanitaria, nonostante lo dica anche la scienza, nonostante il resto del mondo stia ormai facendo il contrario dell’Italia), allora temo che non si possa che andare a uno scontro molto violento: perché c’è una quota di umanità italiana che ha bisogno di vivere quel tipo di esperienza. Quindi prepariamoci un po’ a tutto, perché lo scenario mi sembra molto chiaro.(Michele Giovagnoli, video-intervento su Facebook il 31 gennaio 2021).Ve ne siete accorti? Ormai siamo diventati lo zimbello del mondo. Tutti stanno andando in una certa direzione, ogni Stato smantella un po’ alla volta queste restrizioni, e noi no. Il governo continua a fare Consigli dei Ministri per rafforzare e restringere: non si va più in Posta, in banca; e poi, un po’ alla volta, vedrete, ne faranno anche altre. E’ questo è tutto normale. Lo sappiamo: il nostro è un paese speciale, nel quale sta avvenendo – letteralmente – un esperimento sociale, in cui si vuol vedere fino a che punto l’umanità può sopportare le vessazioni (soprattutto l’umanità italiana, che è molto particolare: perché ha un enorme potere erotico inespresso). Chi ci amministra, dunque, sta spingendo: questi non mollano, e insistono. Noi abbiamo imparato a gestire quegli stimoli: non con delle reazioni, ma con delle interiorizzazioni. Il mio invito a “stare fermi” è costante, affinché avvenga una crescita, dentro di noi. Questo ci ha permesso di giungere sin qui, con 7 milioni di persone che sono rimaste integre.
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L’irrilevanza autoritaria italiana, sull’orlo del finimondo
Una settimana di votazioni a vuoto, per poi passare da Mattarella a Mattarella lasciando Draghi a Palazzo Chigi, con tutte le supercazzole para-virologiche trasformate in dogma religioso (con tanto di obbligatorietà, ricatti e vessazioni). In tanti hanno commentato l’autopsia della politica italiana nella sua forma più desolatamente spettacolare: un’esibizione di impotenza perfetta, interpretata da partiti-fantasma e leader di cartone, incapaci di incidere minimamente in uno spartito imbarazzante. Una sceneggiatura normalmente dettata dall’alto, secondo traiettorie più o meno inconfessabili, ma in fondo ricorrenti da qualche decennio. Nella fattispecie: la necessità di congelare lo scenario politico italiano, per ultimare l’euro-normalizzazione del paese secondo i dettami del più che vincolante programma che i dominus hanno affidato a Bruxelles, per questa parte di Occidente. Invece, il resto del mondo – Russia, India, Giappone, paesi arabi, Africa, Sudamerica, gran parte dell’Asia – sembra uscito dall’ipnosi psico-sanitaria ispirata dagli stregoni di Davos e dai loro libracci.Oggi, Greta ricompare direttamente dal benzinaio al momento di fare il pieno: la sua auto elettrica, nuova fiammante, sembra l’ultimo regalo di un destino tragicomico e, forse, drammaticamente preoccupante, almeno quando il rumore di cingoli e ferraglia che risuona lungo le frontiere orientali dell’Europa. E mentre gli ultimi scossoni (senza precedenti) oggi arrivano dal Canada in subbuglio, dopo che persino il “laboratorio Israele” annuncia un ripensamento radicale delle imposizioni farmacologiche, rivelatesi nella migliore delle ipotesi completamente inutili, l’Italia politica in agonia – urne disertate lo scorso ottobre da oltre metà degli elettori – ripropone a inizio 2022 una sorta di resa, di genuflessione senza parole, gesti, idee, pensieri, progetti, analisi e programmi. Palazzo Chigi resta nelle mani di un terminale (dichiarato) del massimo potere ordoliberista: il suo prestigio personale sembra l’unica chance, virtuale, per un ipotetico cambio di rotta, di cui però finora non s’è vista traccia. Anzi: sulla carta, la decretazione sommaria delle peggiori restrizioni non lascia sperare, francamente, in nulla di buono.Chi ha visto di cosa sono stati capaci, gli ultimi governatori del Belpaese (rigorosamente non eletti, e con mano libera su tutto nel silenzio assordante dei partiti e delle massime istituzioni) non può che tendere a “verticalizzare” le spiegazioni, in cerca di una qualche possibile riposta. Torna in mente la Struttura evocata da Paolo Rumor nel libro “L’altra Europa”: una casta di prescelti, già re-sacerdoti, agli ordini di padroni non terrestri. L’arte – recente – della politica? Solo un raffinato espediente per cementare un po’ di consenso? E i famosi superpoteri sovranazionali? E poi le sigle altisonanti, le consorterie occulte: solo livelli intermedi, anch’esse, di un potere sovrastante e non negoziabile? Gli studiosi della paleosatronutica, ferrati anche nel monitoraggio della testualità dei libri antichi (spesso definiti “sacri” dopo la fabbricazione delle religioni, una volta spariti gli antichi signori cosmonautici) dicono che quanto avviene oggi è sempre accaduto, in fondo: manipolazione genetica del Sapiens e manipolazione del gregge umano mediante narrazioni favolistiche.Analogie: la vera ratio dell’operazione planetaria scattata nel 2020 – il dominio possibilmente assoluto sugli individui – ormai ridonda ovunque, tracimando dai social e ormai arrivando a lambire lo stesso ignobile manistream. Dopo il Covid il mitico pseudo-vaccino, il distanziamento universale permanente, la patente di cittadinanza a punti (vincolata alla sottomissione), e nel frattempo la narrazione della crisi climatica per spingere la ricoversione produttiva e finanziaria in salsa ecologica, da accelerare con l’impennata folle dell’inflazione, il rincaro inaudito dalle materie prime, l’incubo dell’interruzione dei rifornimenti, il panico eneregetico, magari anche qualche bella cannonata. Se questo è il quadro, non richiede commenti l’ultima performance della politica italiota, messa in scena (come se fossimo in tempo di pace) da ex partiti ormai palesemente inservibili. Milioni di cittadini, intanto, vedono e soffrono: la loro sfiducia ha raggiunto evidenze impensabili.Molti, poi, si domandano: perché tutto questo? Perché tutto insieme? E perché proprio adesso? E leggono, là dove è ancora possibile, notizie di questo tenore: da mesi, alcune strutture di intelligence terrebbero frequenti riunioni per esaminare la possibilità concreta che, a partire dal 2024, la Terra venga visitata da forze ostili, rispetto a quelle – non terrestri, anch’esse – che deterrebbero segretamente il controllo dei maggiori paesi. Come regolarsi, di fronte ipotesi di questo tenore? Non è manchino del tutto di una sorta di teorica coerenza: la narrazione di eventuali ingerenze esterne sembra effettivamente speculare al cataclisma in corso, difficilmente spiegabile con motivazioni ordinarie, storiche, socio-economiche. Il cittadino medio (non dormiente) si è anche accorto di un aspetto inquietante e ambivalente: il potere attuale lo sta letteralmente perseguitando. Come se – in ultima analisi – temesse un possibile risveglio di massa, propiziato proprio dai maltrattamenti inflitti alla mandria: finora docile, per lo più, ma per quanto ancora?Una settimana di votazioni a vuoto, per poi passare da Mattarella a Mattarella lasciando Draghi a Palazzo Chigi, incluse le varie supercazzole para-virologiche trasformate in dogma religioso (con tanto di obbligatorietà, ricatti e vessazioni). In molti hanno commentato l’autopsia della politica italiana nella sua forma più desolatamente spettacolare: un’esibizione di impotenza perfetta, interpretata da partiti-fantasma e leader di cartone, incapaci di incidere minimamente in uno spartito imbarazzante. Una sceneggiatura normalmente dettata dall’alto, secondo traiettorie più o meno inconfessabili, ma in fondo ricorrenti da qualche decennio. Nella fattispecie: la necessità di congelare lo scenario politico italiano, per ultimare l’euro-normalizzazione del paese secondo i dettami del più che vincolante programma che i dominus hanno affidato a Bruxelles, per questa parte di Occidente. Invece, il resto del mondo – Russia, India, Giappone, paesi arabi, Africa, Sudamerica, gran parte dell’Asia – sembra uscito dall’ipnosi psico-sanitaria ispirata dagli stregoni di Davos e dai loro libracci.
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Green Pass “eterno”? Cos’ha fatto Draghi agli italiani
«È legittimo dunque porsi la domanda di fondo. Il Green Pass serve a spingere la vaccinazione di massa o il contrario?». Un articolo di importanza capitale è apparso sul quotidiano “La Verità”. Il pezzo, complesso e dettagliato, si intitola “La card non è un mezzo ma lo scopo: erogherà “diritti” solo agli schedati”. Le rivelazioni dei due giornalisti Claudio Antonelli e Giulia Aranguena, che hanno indagato sull’architettura legale e informatica del Green Pass, confermano quanto “Renovatio 21” scriveva qualche giorno fa: il Green Pass è il mezzo sul quale correrà l’euro digitale promesso dalla Lagarde alla Bce. Cioè, l’installazione di una società del controllo totale, dove il cittadino è sottomesso biologicamente, economicamente, elettronicamente al potere centrale. «La creazione di questa grande piattaforma di sorveglianza del cittadino – addirittura di capillarità più profonda di quella cinese – è il vero grande compito che i padroni del vapore si sono dati in questi anni», scrivevamo.«Con l’euro digitale, come con il Green Pass, voi dipendete dall’Istituzione: persino per le attività più basilari, perfino per i diritti “prepolitici”: mangiare, bere, muoversi…». Ora l’identità profonda delle due cose – Green Pass ed euro digitale – è dimostrata dal reportage del giornale milanese, che ha scavato a fondo nei documenti. Il Green Pass, essenzialmente, è una piattaforma elettronica pensata per esistere anche senza il vaccino: «Il Green Pass nudo e crudo è quindi un account che mira ad attestare il possesso di determinate condizioni in base alle quali un utente può dirsi abilitato e verificato rispetto a una piattaforma che eroga diritti e libertà (vedi il semaforo verde) concessi dal gestore. In questo caso il gestore della piattaforma è lo Stato, la piattaforma è proprietaria e a totale controllo statale, i diritti e le libertà di accesso a un determinato luogo vengono restituiti sotto forma di concessione da parte del gestore stesso».L’Europa ha emesso un regolamento (2021/953 del 14 giugno 2021) attraverso cui è stato creato il Dgcg – Digital Green Certificate Gateway. Tale euro-gateway è costituito da una rete di database «in ordine all’interoperabilità dei certificati verdi e alla capacità di riconoscimento reciproco tra Stati membri, definiti come semplici punti di backend della rete». Si tratta di una grande operazione informatico-amministrativa «essenzialmente riconducibile ai tecnocrati dell’e-Health network, il gruppo di soggetti pubblici istituito dalla Direttiva 2011/24/Eu» che raggruppa enti sanitari digitali di vari stati membri. I progetti, che vertevano sull’integrazione dei sistemi di identità digitale, erano stati lanciati anni prima della pandemia ma sono stati implementati da una “decisione esecutiva” della Commissione solo il 28 giugno 2021. Su questa base, si è mosso con velocità e precisione impressionanti il governo dell’ex capo della Bce Mario Draghi.«Il governo Draghi, già dallo scorso aprile con il Decreto Sostegni, poi a maggio e giugno, rispettivamente con l’introduzione della governance per il Pnrr ex decreto 31 maggio 2021 e con il decreto del 17 giugno 2021, ha tirato in piedi, non certo dal nulla, la ciclopica macchina della piattaforma nazionale Digital Green Certificate (Pn-Dgc) per l’emissione, il rilascio e la verifica dei certificati verdi». Il tema al centro è sempre quello della comunicazione tra database. Così, Draghi «ha reso interoperabili le banche dati dell’anagrafe nazionale vaccinale (Anv) e quelle regionali, e le ha collegate al sistema della tessera sanitaria gestita dal ministero dell’economia e dell’Eu-Dgcg sopra menzionata, facendo diventare il tutto il “gateway” portante dell’intera infrastruttura digitale. Il compito della certificazione è stato affidato, per l’Italia, al Poligrafico della Zecca dello Stato». Si tratta insomma dell’unificazione di tutte le banche dati in un unico sistema elettronico.I due giornalisti del quotidiano milanese risalgono la morfologia, criptica, opaca, del sistema e della sua genesi. «In pratica, il cuore stesso del Green Pass si basa sulla tecnologia della blockchain, destinata a conservare e aggiornare tutte le chiavi pubbliche di firma attribuite alle autorità di certificazione designate nei singoli Stati membri per convalidare i certificati verdi, prima della loro definitiva convalida, nonché tutte le aggregazioni alle chiavi private corrispondenti all’identità di ciascun “holder” abilitato dal possesso certificato di una delle tre condizioni di rilascio del pass (vaccinazione, tampone negativo o guarigione)». La struttura «grazie a questa forte interoperabilità (finanche con i “framework” in corso di sviluppo a livello internazionale, come quello dell’Oms datato agosto 2021)» si conforma quindi «come un sistema complessivamente dotato di modularità e scalabilità, costruito cioè come idoneo ad adattarsi a picchi di carico improvvisi senza diminuire il livello di servizio (…) adatto quindi anche a impieghi addizionali, usi, scenari e tipologie di certificazione diverse».«È facile allora concludere che il Gp account non è null’altro che la stessa identità digitale pubblica degli utenti, o portatori di certificazione verde, da custodire nei portafogli digitali iOS e Android istallati sui cellulari». Quindi «tale Id account sembra proprio essere subordinato nel rilascio alla tenuta di una determinata condotta o al possesso di un determinato status da porre in essere sulla propria persona senza alcuna reale possibilità di libera scelta». «Insomma, siamo di fronte a uno strumento di censimento anagrafico nella sua forma più evoluta. Il cittadino diventa così un Id account a cui sarà possibile collegare funzioni, servizi e diritti di varia natura». Cioè: siamo sicuri che il vaccino sia il fine ultimo di tutta l’immensa architettura elettronica del Green Pass? «Dinanzi a una siffatta potenza del lasciapassare verde e l’immensa impalcatura della blockchain si può forse dedurre che la vaccinazione non sia il suo fine ultimo o surrettizio. Ma che il Green Pass sia fine a sé stesso. E una volta messo a terra, non ci sarà marcia indietro».«È chiaro che una volta ottenuta e rilasciata a tutti gli italiani l’Id digitale pubblica, per ora condizionata a condotte sanitarie, tale identità digitale possa essere in futuro non solo condizionabile, ma anche plasmabile facilmente per altre esigenze. Controlli fiscali, pagamenti, multe. Anche se la più importante si candida a essere l’applicazione dell’euro digitale, che così come previsto dalla Bce non potrebbe mai essere introdotto senza un’autostrada blockchain come quella del Green Pass». In pratica, dietro al Green Pass vaccinale c’è lo stesso software, lo stesso sistema (informatico e legale) che può stravolgere le nostre vite: con il Green Pass pagherete le tasse, con il Green Pass salderete le multe. Anzi, non farete nulla: il danaro vi sarà direttamente prelevato senza che voi facciate nulla, perché tutto sarà gestito da un potere centrale che vuole la trasparenza totale. La trasparenza delle vostre finanze, la trasparenza del vostro stato di salute: la privacy non è più un diritto e nemmeno un valore.L’euro digitale mira all’abolizione totale del contante. Con esso l’Europa potrebbe portarsi persino più avanti della Cina nell’evoluzione dello Stato moderno verso il totalitarismo della sorveglianza assoluta. Con l’euro digitale, ogni vostro acquisto sarà tracciato. Quanto spendete in cibo, vestiti, servizi. I prodotti stessi che consumate: la marca dei gelati, la griffe del maglione, il titolo del film, il medicinale omeopatico per l’ansia. Dove andate in vacanza, in che albergo, quale ristorante. Tutti dati che al fisco interessano – e non solo al fisco. Interessano alla sanità, al ministero degli interni, a quello degli esteri. Interessano anche a «terze parti». I dati sono il petrolio del XXI secolo, si dice. Il Green Pass è un’automobile che vi costringono a comprare per attaccarvi al nuovo ciclo del combustibile. Di più: ogni vostra transazione può essere impedita. Avete il diabete? Il sistema potrebbe impedirvi di comprare la Nutella. Domenica senz’auto? Vi possono impedire di acquistare la benzina. Voglia di approfondire? Certi libri no-vax non si possono comperare – su Amazon, lo sapete, è già così: tanti autori sono spariti.Tutto può essere controllato in tempo reale da algoritmi talmente potenti da non poter nemmeno spiegare se stessi. Incrociano i dati in modi incomprensibili per la mente umana, e danno un responso che decide della vita di una persona: è quello che si vede in Cina, dove il sistema del pass è stato implementato immediatamente durante la pandemia, con le persone controllate all’uscita della metropolitana – se ti capitava il coloro rosso, dovevi ritornartene a casa e metterti in quarantena. Nessuna spiegazione. Lo Stato e il suo cervellone non ve ne devono alcuna. Questa è la destinazione del mondo moderno: la sottomissione dell’individuo. La nuova schiavitù economica, informatica e biotica che tocca al XXI secolo. Qualche lettore potrà dire: comodo, non avere più la rogna di pagare più le multe, ora che te lo potranno prelevare direttamente. La realtà è che alla vostra comodità non pensano minimamente. L’idea è quella di abolire ogni passo intermedio, cioè lo spazio per la reazione ad una decisione calata dall’alto: non avrete il tempo di opporvi, subirete la sentenza e basta.È la disruption, la disintermediazione dello Stato di diritto. Lo stiamo già vedendo con i social media, che bannano e censurano, “depiattaformano” migliaia di persone senza nemmeno dire loro cosa hanno fatto che non va. Nessun processo, tantomeno un “giusto processo”. È la nuova civiltà autoritaria che si nasconde dietro il mito della trasparenza. E, visto che parliamo di processi, pensiamo davvero a cosa succederà al sistema legale. Sarà più facile, sarà immediato, ottenere i danari in un decreto ingiuntivo – o vederveli sottratti. Al contempo, immaginate quando un giudice potrà bloccare o cancellare tutti i vostri beni con un clic. Non avrete più di che vivere, perché non ne avrete nemmeno di nascosti sotto il materasso, perché il contante sarà illegale, e anche l’elemosina avverrà (se sarà ancora consentita) per via digitale – quindi potranno stopparvi anche quella. Ora capiamo meglio perché hanno insistito tanto con il vaccino.Ora capiamo meglio perché per il Green Pass sono andati allo scontro totale con la società e con un numero cospicuo di lavoratori – con il rischio di innescare un autunno di lotte operaie che potrebbe paralizzare l’Italia e l’Europa. I pagamenti saranno facili e rapidissimi, spariranno i bancomat e forse anche le cassiere. Tanti ebeti (quelli che hanno votato, magari, un partito il cui guru aveva promesso in effetti tutto questo) saranno felicissimi: “Io non ho niente da nascondere”. Con l’Id account del Green Pass, avremo il conto dove metteranno gli euro digitali creati dal niente della Eurotower. Magari, per aiutarci ad iniziare a usarli, potrebbero addirittura regalarcene in quantità. Milioni cadranno nella trappola. Qualsiasi cosa faranno, dovrà avere il marchio elettronico. Il futuro prossimo dello Stato moderno, e delle nostre vite, passa di lì. Un sistema di sorveglianza totalista che non ha precedenti nella storia. Un sistema che, tuttavia, ci era stato descritto da migliaia di anni. «Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome» (“Apocalisse” 13, 16-17).Roberto Dal Bosco, “Sorveglianza: il Green Pass è la piattaforma dell’euro digitale, cioè della vostra schiavitù”, da “Renovatio 21” del 12 ottobre 2021. Tema ripreso da Claudio Antonelli il 25 gennaio 2022 su “La Verità”, nell’articolo “Il Green Pass diventa eterno”).«È legittimo dunque porsi la domanda di fondo. Il Green Pass serve a spingere la vaccinazione di massa o il contrario?». Un articolo di importanza capitale è apparso sul quotidiano “La Verità”. Il pezzo, complesso e dettagliato, si intitola “La card non è un mezzo ma lo scopo: erogherà “diritti” solo agli schedati”. Le rivelazioni dei due giornalisti Claudio Antonelli e Giulia Aranguena, che hanno indagato sull’architettura legale e informatica del Green Pass, confermano quanto “Renovatio 21” scriveva qualche giorno fa: il Green Pass è il mezzo sul quale correrà l’euro digitale promesso dalla Lagarde alla Bce. Cioè, l’installazione di una società del controllo totale, dove il cittadino è sottomesso biologicamente, economicamente, elettronicamente al potere centrale. «La creazione di questa grande piattaforma di sorveglianza del cittadino – addirittura di capillarità più profonda di quella cinese – è il vero grande compito che i padroni del vapore si sono dati in questi anni», scrivevamo.
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“Oggi le sigarette, domani il vino e le mignotte: sono finiti”
«Se ora s’attaccano alle sigarette, e domani magari pure al vino e alle mignotte, vuol proprio dire che sono finiti». Sintesi perfetta, in idioma lucchese, firmata dal maestro Andrea Colombini, direttore d’orchestra. Con la sua infaticabile intelligenza e la sua verve sarcastica, Colombini dà voce all’anima della resistenza civile italiana di fronte al grottesco stritolamento delle libertà di tutti, inflitto (grazie anche a una buona dose di ottusità diffusa) con l’alibi della più grande “pandemia di asintomatici” della storia. Morale? Il governo dei pagliacci ora si appresta ad allestire l’apartheid del Tso anche per banche, sportelli pubblici, uffici postali e negozi, incluse le tabaccherie. Scelta davvero illuminata e strategica, per far perdere la pazienza ai santi: come se un genio del male si divertisse a mostrare l’infinita idiozia dei provvedimenti, inutilmente cattivi, improntati alla vessazione e alla persecuzione. Un po’ come quando i nazisti, ormai consapevoli di essere sconfitti – dice il musicista toscano – si ridussero a procurare il maggior danno possibile, per rabbia, di fronte a un destino ormai segnato.Il furore più grande – sottolinea ancora Colombini, in web-streaming con Riccardo Rocchesso (giornalista, animatore di “100 Giorni da Leoni”) – deriva dalla prova di forza messa in atto da milioni di italiani: pur radicalmente contrari alle misure criminal-demenziali della “democratura” chiamata Draghistan, hanno accuratamente evitato di abboccare all’amo della violenza. «State fermi», ha incessantemente raccomandato l’alchimista Michele Giovagnoli, altro mattatore delle piazze, sodale di Colombini. Agli ultimi decreti-vergogna, la communiy di Giovagnoli (“Essere Solare”) risponde così: affiggendo un cuore sulle vetrine dei negozi, per invitare i clienti a entrare comunque. Si chiama disobbedienza civile: ne è stata campionessa Rosanna Spatari, titolare della Torteria di Chivasso (Torino). Assistita dall’avvocato Alessandro Fusillo, ha lottato come una leonessa per tenere aperto il suo bar. Alla fine, la Corte di Cassazione le ha dato ragione. Ed è solo un esempio, il suo, di questa nuova “Italia che resiste”, come un tempo cantava l’oggi silente De Gregori, sordomuto come tantissimi suoi illustri colleghi.Storie che esemplificano – per i non addetti – la nozione scientifica di “speciazione”: una parte dell’umanità si separa dal “volgo disperso che nome non ha”, per tracciare una nuova traiettoria evolutiva. Esempio: alle ultime elezioni amministrative, lo scorso ottobre ha votato solo un italiano su due. E nelle grandi città, ai ballottaggi, ha raggiunto le urne appena un elettore su tre. Oggi, come ricorda Andrea Colombini, pare che il problema numero uno del paese sia l’identità del successore di Mattarella. Partiti e giornali non parlano d’altro. Peccato che i partiti facciano ridere la maggioranza dei cittadini, e che i giornali non li legga più nessuno. C’è qualcosa di addirittura empio, forse, nel voler comunque celebrare il rituale democratico del Colle, come se fossimo ancora in un regime pienamente democratico, in tempo di pace. Vivono, lorsignori, in un mondo parallelo? Pensano davvero che importi a qualcuno, se al Quirinale salirà l’ometto che – dopo aver chiuso i bancomat della Grecia – ora si appresta a blindare anche le tabaccherie italiane?Lo stesso Colombini, inveterato toscanaccio sempre incline al vernacolo, fa i conti in tasca ai galantuomini tuttora sul ponte di comando. E’ semplice, dice: hanno perso. Presto non controlleranno più il paese, e lo sanno: gli italiani faranno di testa loro, come sempre (“fatta la legge, trovato l’inganno”). Dicono che alla manifestazione di Roma il 15 gennaio c’erano poche migliaia di persone? Ridicolo, erano almeno 350.000. Continuano a mentire? Sì: pare non sappiano fare altro. Ma chi li sta più ad ascoltare? Sempre meno persone. Che fai, imponi il mitico tampone anche a chi ha subito tre dosi di siero magico? E allora, dice Colombini, poi non ti devi stupire se milioni di italiani, quella famosa terza dose, non la faranno mai. E quindi come ti regoli, li chiudi tutti in casa? Auguri. Già oggi, bar e ristoranti hanno dimezzato i clienti. E il settore turistico alberghiero (dell’Italia, notare) sconta perdite catastrofiche: all’appello manca l’80% del volume d’affari. La scuola? Nel caos: decine di migliaia di insegnanti in quarantena, benché sottoposti all’inoculo sperimentale mRna.Bella, la storia del siero magico. Non immunizza nessuno, ma ora viene imposto come Tso. E nel frattempo – storia ancora più bella – si continua a far finta che le normali cure non esistano: è l’unico sistema, per sperare di vedere ancora qualche ricovero. Per il Tar del Lazio, il protocollo-Speranza (Tachipirina e vigile attesa) è autolesionistico: è da pazzi impedire ai medici di curare i pazienti, usando i farmaci adatti in tempi ragionevoli. La sentenza è stata appena sospesa: ma per quanto, ancora, la verità potrà essere tenuta sotto il tappeto? Colombini cita il profeta supremo della sciagura mondiale, sua maestà Bill Gates. In tono più che dimesso, ha capitolato: abbiamo fallito, ha ammesso. La maggior parte della popolazione del pianeta non si è sottoposta ai nostri sieri e vede in opera un grande complotto. E vorrei vedere, chiosa Colombini: proprio Bill Gates aveva auspicano un bel taglio demografico, a nostre spese.In altre parole, il Grande Reset è abortito. C’è rimasto sotto solo l’Occidente, e neppure tutto. La stampa inglese ha appena dato risonanza all’ultima sortita ufficiale dell’Oms: i sieri genici C-19 non sono più necessari. Molti paesi europei – Spagna in testa – hanno voltato pagina. Solo Austria e Francia paiono voler seguire l’esempio italiano: il peggiore. Ma sembrano in preda, ormai, a una quasi-disperazione. Un’altra fetta di verità arriva, a valanga, dallo Spallanzani di Roma, che ha analizzato i dati di San Marino: il vaccino russo Sputnik (vaccino vero, in quel caso) funziona molto meglio dei sieri genici in circolazione da noi, e non crea nessun problema all’organismo. Alla fine del suo cupo regime, il dittatore rumeno Nicolae Ceaucescu lasciò il palazzo presidenziale scappando via con l’elicottero per sfuggire all’assedio popolare. Raccomanda Colombini: noi invece continuiamo così, stiamo fermi e rinunciamo al Green Pass. Semmai, ridiamogli in faccia. E’ quello che si meritano. «Oggi le sigarette, domani il vino e le mignotte: sono finiti». E buon Quirinale a tutti.(Giorgio Cattaneo, 21 gennaio 2022).«Se ora s’attaccano alle sigarette, e domani magari pure al vino e alle mignotte, vuol proprio dire che sono finiti». Sintesi perfetta, in idioma lucchese, firmata dal maestro Andrea Colombini, direttore d’orchestra. Con la sua infaticabile intelligenza e la sua verve sarcastica, Colombini dà voce all’anima della resistenza civile italiana di fronte al grottesco stritolamento delle libertà di tutti, inflitto (grazie anche a una buona dose di ottusità diffusa) con l’alibi della più grande “pandemia di asintomatici” della storia. Morale? Il governo dei pagliacci ora si appresta ad allestire l’apartheid del Tso anche per banche, sportelli pubblici, uffici postali e negozi, incluse le tabaccherie. Scelta davvero illuminata e strategica, per far perdere la pazienza ai santi: come se un genio del male si divertisse a mostrare l’infinita idiozia dei provvedimenti, inutilmente cattivi, improntati alla vessazione e alla persecuzione. Un po’ come quando i nazisti, ormai consapevoli di essere sconfitti – dice il musicista toscano – si ridussero a procurare il maggior danno possibile, per rabbia, di fronte a un destino ormai segnato.
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Verità e giustizia: è sempre giovane il sole della resistenza
Li allinearono all’alba, in montagna. Il comandante, Giulio Nicoletta (calabrese di Crotone, socialista, tenente dei carristi) spiegò loro che i nazisti avevano appena fucilato 51 ostaggi civili, giù a Cumiana. I prigionieri – Ss italiane e sottufficiali tedeschi – pensarono: ecco, ora ci fucilano per rappresaglia. E invece no: non vi fuciliamo, precisò il comandante, perché i vostri hanno in mano ancora cento ostaggi rastrellati per la strada. E non vi fuciliamo, soprattutto, perché non siamo bestie, noi. Lo scambio infine avvenne, e che scambio: militari contro civili inermi. Un anno dopo, a Torino – il 26 aprile, tra gli ultimi spari – il comandante si sentì chiamare. Erano loro, i prigionieri dell’anno prima. Ma ormai, vestiti anch’essi da partigiani. Abbiamo disertato, gli spiegarono, poco dopo esser stati rilasciati. Non erano bestie, nemmeno loro. E avevano imparato. Avevano anche visto che i partigiani rilucevano di una speciale bellezza giovane: ridevano. Quando potevano, nonostante tutto, suonavano e cantavano. Ballavano. Nel sangue avevano il futuro, non il lutto.Tachipirina e vigile attesa: per il Tar del Lazio, è stato folle impedire ai medici di curare i pazienti. Due anni dopo, gli inservienti del grande potere oscuro insistono: ai loro tirapiedi dei media fanno tuttora contare i contagi e possibilmente i ricoveri, senza mai ricordare che i protocolli per le efficacissime cure domiciliari non sono ancora stati varati. Se Conte poteva accampare qualche attenuante, raccontando la storiella della catastrofe inaspettata (e certo amplificata in ogni modo, anche dalla richiesta di evitare le autopsie), per Draghi non esistono alibi possibili. Alcuni legali, spiega Andrea Colombini, stanno predisponendo le denunce: concorso in strage colposa. Questo è il punto davvero dirimente, oggi oscurato dalla barzelletta dei non-vaccini (che non immunizzano nessuno). Non-vaccini che, per essere imposti, avevano bisogno esattamente di quello: di tanta inutile Tachipirina, di tanta pericolosa attesa. Lo hanno fatto, lo hanno rifatto, e continuano tuttora a farlo. Tanto, la colpa – per i telegiornali, per i ministri – è dei cosiddetti No-Vax, i renitenti al Super Green Pass.A proposito: secondo Confesercenti, nella sola Torino, la demolizione controllata dell’economia italiana (disposta dai signori che manovrano il governo Draghi) costa qualcosa con un milione e mezzo di euro al giorno. E il bello deve ancora arrivare, con l’ultima stretta in scadenza. Quanti sono, i cittadini muniti di terza dose? Non più del 35%, secondo lo stesso Colombini (una delle voci della resistenza civile). Per Michele Giovagnoli, altro esponente dell’Italia libera, sono 6,7 milioni le persone finora sottrattesi all’inoculo. Vanno sommate a chi ha subito la prima e la seconda dose, ma ora esitano di fronte alla terza: e infatti disertano bar e ristoranti (e domani, anche i negozi). Non sono tutti cretini: le ascoltano, le parole pronciate a Milano dal grande Luc Montagnier. Giovagnoli, che predica incessantemente la nonviolenza, paventa comunque il rischio di disordini entro febbraio. Spiega: la menzogna governativa è ormai talmente scoperta, e talmente persecutoria, da non poter produrre altro che rabbia e disperazione. Persino in un paese come il nostro, sempre riluttante di fronte alla possibilità di vere rivolte.Ben diverso, dice Michele, il caso della Francia: la sua rivoluzione cambiò il mondo. L’Italia sembra più immatura, più adolescente, anche se ha prodotto l’Impero Romano e quello vaticano, il Rinascimento, il fascismo e tante altre cose. Non è un caso – insiste Giovagnoli – che oggi il male infierisca sui due paesi europei storicamente dotati di maggior potenziale creativo, proprio mentre la Gran Bretagna festeggia la ritrovata libertà (zero restrizioni, nessuna emergenza sanitaria) e la stessa Spagna annunci di voler chiedere all’Ue di declassare il Covid, nella variante Omicron, al rango di semplice influenza, senza più alcun bisogno di politiche speciali. Da noi no, la musica è ben diversa: in attesa che la verità finisca di emergere anche ufficialmente, magari per via giudiziaria, questo potere colpevole e bugiardo (che la verità la conosce benissimo) va avanti per la sua strada, verso il baratro, sapendo di fare il male deliberatamente. Fino a quando? Già a luglio, si sbilancia Giovagnoli, assisteremo alle prime, grandi sorprese. In altre parole: la farsa ha ormai i mesi contati.Certo, agli italiani tocca soffrire ancora. Chi è riuscito a resistere al ricatto, oggi vede benissimo l’infinita debolezza (civile, politica) di chi invece all’estorsione ha ceduto: vede cioè che il ricatto aveva l’effetto magico di oscurare le cure, la drammatica necessità delle terapie. Cedere, in fondo, significava dire: vi diamo partita vinta, cose se davvero foste detentori di una parte di verità. Ma senza verità – ripeteva Giuletto Chiesa – non c’è alcuna possibilità di ottenere libertà e quindi giustizia. Proprio verso il raggruppamento di Ferruccio Parri (Giustizia e Libertà) inclinava la 43esima divisione autonoma della Val Sangone, sui monti fra Torino e Pinerolo. Era una specie di Cln in armi: la brigata garibaldina del padre di Piero Fassino convineva con quella (monarchica) del marchese Felice Cordero di Pamparato, nome di battaglia Campana, cui poi il capoluogo piemontese intitolò la storica sede universitaria delle facoltà umanistiche.Ebbi la fortuna di conoscere personalmente Giulio Nicoletta. Un uomo di pace, costretto dalla storia a fare il guerriero: scelto come comandante di divisione proprio per la sua capacità di conciliare anime tanto diverse. In casa, aveva conservato come una reliquia la pistola Luger avuta in dono dal generale delle Ss Peter Hansen, con il quale nel 1944 aveva trattato il rilascio degli ostaggi superstiti di Cumiana. Per sviare testimoni e interpreti, i due si erano parlati in latino. Ora l’ho capito, gli disse il generale, nella lingua di Cicerone: se fossi italiano – scandì – sarei anch’io partigiano. Prima regola: tirar fuori il coraggio. Mezzo secolo dopo, alla valle di quei combattenti, il Quirinale conferì una medaglia al valor militare. A una condizione: che nella cerimonia non pronuciassero mai la parola “fascismo”. Lo aveva imposto Oscar Luigi Scalfaro, spaventato dalla Lega di Pontida: la storia andava riscritta, per non rianimare il fantasma della guerra fratricida fra italiani. Me lo confidò lo stesso Nicoletta, con un groppo in gola, poco prima di prendere la parola, al sacrario dei loro caduti. Poi, quando toccò a lui, guardò in faccia il presidente Scalfaro. E vuotò il sacco: non era stata solo colpa dei tedeschi. Né si diventa partigiani per caso. Bisogna lottare, per la libertà. E qualcuno deve pur farlo.(Giorgio Cattaneo, 17 gennaio 2022).Li allinearono all’alba, in montagna. Il comandante, Giulio Nicoletta (calabrese di Crotone, socialista, tenente dei carristi) spiegò loro che i nazisti avevano appena fucilato 51 ostaggi civili, giù a Cumiana. I prigionieri – Ss italiane e sottufficiali tedeschi – pensarono: ecco, ora ci fucilano per rappresaglia. E invece no: non vi fuciliamo, precisò il comandante, perché i vostri hanno in mano ancora cento ostaggi rastrellati per la strada. E non vi fuciliamo, soprattutto, perché non siamo bestie, noi. Lo scambio infine avvenne, e che scambio: militari contro civili inermi. Un anno dopo, a Torino – il 26 aprile, tra gli ultimi spari – il comandante si sentì chiamare. Erano loro, i prigionieri dell’anno prima. Ma ormai, vestiti anch’essi da partigiani. Abbiamo disertato, gli raccontarono, poco dopo esser stati rilasciati. Non erano bestie, nemmeno loro. E avevano imparato. Avevano anche visto che i partigiani rilucevano di una speciale bellezza giovane: ridevano. Quando potevano, nonostante tutto, suonavano e cantavano. Ballavano. Nel sangue avevano il futuro, non il lutto.
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Magaldi: Draghi ci ha deluso, ma l’alternativa dov’è?
Per chi avesse ancora interesse a scrutare tra i retroscena della politica, cioè il teatro d’ombre dove oggi si recita l’ipocrisia di una pace apparente mentre si sta portando la guerra in tutte le case a colpi di vessazioni surreali, vale comunque la pena di ascoltare la voce di un politologo atipico come Gioele Magaldi, autore nel 2014 del saggio “Massoni” dedicato al ruolo occulto delle superlogge sovranazionali che dominerebbero il “back office” del potere. Cosa dice, oggi, Magaldi? Due cose. La prima: Mario Draghi lo ha profondamente deluso, come primo ministro. La seconda: forse avrebbe l’autorevolezza per propiziare, dal Quirinale, la svolta che non ha voluto o potuto imprimere da Palazzo Chigi, mentre tutte le alternative quirinalizie (nomi del calibro di Casini) non farebbero che riproporre una grigia continuità, rispetto all’operato di Mattarella.La posizione di Magaldi, massone progressista e presidente del Movimento Roosevelt, è nota: serve una rivoluzione copernicana, per archiviare per sempre la stagione del rigore. Rivoluzione che lo stesso Draghi era sembrato evocare, nel forte richiamo al New Deal rooseveltiano e keynesiano pubblicato sul “Financial Times” nel 2020, auspicando il ritorno a una politica finanziaria espansiva. Ora ha riproposto lo stesso tema – in tandem con Macron – chiedendo, appunto, una radicale revisione di Maastricht e dei parametri europei che limitano severamente la spesa pubblica, sabotando l’economia reale. Sembra l’unica luce, dice Magaldi, nell’ultima stagione di un Draghi che ha sostanzialmente deluso, come primo ministro, su tutti i fronti. Doveva propiziare una brusca sterzata nella politica economica italiana, ma non è andato oltre le briciole.Peggio che andar di notte, se pensiamo alla gestione dell’affare Covid: rispetto alla gestione Conte, ha soltanto rimosso figure come quella di Arcuri. Di fatto, non ha osato (o voluto) cambiare l’approccio al problema: l’intollerabile coercizione ricattatoria (imporre il Tso) oscura la gravissima omissione a monte, cioè la rinuncia ad adottare efficaci protocolli di cura. Terapie che – dicono centinaia di medici – avrebbero salvato vite e svuotato gli ospedali: ma in quel modo, sgonfiandosi l’emergenza, sarebbe stato impossibile imporre i sieri genici sperimentali come unica soluzione. Secondo Magaldi, i massoni progressisti controllano un discreto pacchetto di voti parlamentari: non abbastanza per garantire a Draghi la certezza dell’elezione al Colle, ma sufficienti per bocciarlo. Che fare? Non abbiamo ancora deciso, dice Magaldi a Fabio Frabetti di “Border Nights”: in queste ore i circuiti massonici “rooseveltiani” chiederanno chiarimenti a quello che, fino a ieri, era il loro candidato.L’analisi di Magaldi aiuta ad approfondire le reali dinamiche del potere, che anche storicamente rispondono a logiche sovranazionali interpretate da filiere contrapposte, progressiste e reazionarie. Mario Draghi – se si ravvedesse – potrebbe essere davvero una carta utile, per l’Italia, nell’Europa post-merkeliana? Certo, l’ex liquidatore del Belpaese ha ora peggiorato ulteriormente il suo curriculum patriottico. Prima ancora della scelta di imporre (pena la perdita del lavoro e di quasi tutte le libertà) questi sieri Rna che nella migliore delle ipotesi risultano inefficaci, Draghi sconta la colpa storica non aver cestinato il paradigma del terrore sanitario: e rifiutarsi di curare i pazienti, in attesa del peggioramento e dell’ospedalizzazione, è qualcosa di più di un errore. Lo ha appena detto anche il Tar del Lazio: ai medici è stato impedito di agire secondo scienza e coscienza. E Mario Draghi non può pensare di non risponderne.Le alternative a Draghi, al Qurinale, sarebbero tutte peggiori? Questo spiega ancora meglio la profondità dell’abisso nel quale l’Italia è precipitata, nonostante Draghi (o grazie a lui), proprio mentre l’Occidente colpito dalla gestione emergenziale sta inziando a dare segni di risveglio. Negli Usa, la Corte Suprema ha bocciato l’obbligo vaccinale preteso da Biden. E mentre la Gran Bretagna corre verso l’abolizione di ogni residua restrizione, la Spagna annuncia che proporrà all’Ue di trattare la “variante Omicron” come un normale raffreddore. La sensazione è che una quota rilevante di opinione pubblica, anche in Italia, stia ormai aprendo gli occhi. E si può immaginare quale entusiasmo possa mostrare, all’idea che il suo “carceriere” diventi presidente della Repubblica. I lockdown di Conte erano pesantissimi, così come il coprifuoco, ma almeno avevano carattere temporaneo. Il Green Pass, invece, ha l’aria di candidarsi a diventare permanente.Proprio Gioele Magaldi è stato tra i primi, in Italia, a denunciare la “cinesizzazione” dell’Occidente e la matrice oligarchica del potere che ha manipolato l’emergenza Covid. L’autore di “Massoni” accusa determinate superlogge “neoaristocratiche”, che avrebbero utilizzato il potere cinese per revocare progressivamente i diritti dell’Occidente. Mario Draghi, fino a ieri campione proprio di quelle superlogge, due anni fa si sarebbe convertito al progressismo, promettendo di cambiare registro. E invece, finora, agli italiani ha inflitto sofferenze infinite: tormenti probabilmente anche incostituzionali, che stanno letteralmente minando l’economia, la scuola, la sanità, la società nel suo insieme. Il vulnus inferto da lui e da Conte in questi ultimi due anni sta producendo una disaffezione dilagante, destinata a farsi sentire, a prescindere da quale sarà il prossimo capo dello Stato.Per chi avesse ancora interesse a scrutare tra i retroscena della politica, cioè il teatro d’ombre dove oggi si recita l’ipocrisia di una pace apparente mentre si sta portando la guerra in tutte le case a colpi di vessazioni surreali, vale comunque la pena di ascoltare la voce di un politologo atipico come Gioele Magaldi, autore nel 2014 del saggio “Massoni” dedicato al ruolo occulto delle superlogge sovranazionali che dominerebbero il “back office” del potere. Cosa dice, oggi, Magaldi? Due cose. La prima: Mario Draghi lo ha profondamente deluso, come primo ministro. La seconda: forse avrebbe l’autorevolezza per propiziare, dal Quirinale, la svolta che non ha voluto o potuto imprimere da Palazzo Chigi, mentre tutte le alternative quirinalizie (nomi del calibro di Casini) non farebbero che riproporre una grigia continuità, rispetto all’operato di Mattarella.
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Non ti curar di lor, ma guarda e passa: come se fosse antani
Strónzo (Treccani): massa fecale solida. Quello che ieri disse: se non ti inietti quella roba, muori. Non solo: fai anche morire chi ti è accanto. Strónzo (Treccani, ibidem), quello che oggi dice: se abbiamo problemi è colpa loro, di quelli che non si sono iniettati quella roba. Si schianta a terra uno dei tanti, il calciatore Ousmane Coulibaly: tre dosi di felicità cardiaca. Treccani: massa fecale solida. Correlazioni? Sì. Massa fecale solida. Cuore che trema e crolla. Menzogna clinica, ceffoni sulla verità. Ceffoni a cena, a casa, al bar, ovunque. Palestra, discoteca, Olimpo. Non ascoltarle, dice il buffone, quelle lingue tronche: il disco rotto, le rette spezzate, la gommalacca che vi avvolge e vi distoglie da quello che siete veramente. Siete capelli e vento, canta il poeta. Ma dite che il poeta è pazzo, giustamente. Lo dite “voi che siete uomini, sotto il vento e le vele” (“Rimini”, De André).Ebbene, abbiamo qui uno strónzo (Treccani: massa fecale solida), però è il nostro strónzo, er mejo der bigoncio: e poi, li avete visti, gli altri? Li abbiamo visti, sì. Però il biglietto l’avevamo pagato per intero, sperando che la scelta non fosse tra lo strónzo e gli altri strónzi, magari meno acconci e meno presentabili, meno prestigiosissimi nonché graziosamente oracolari. E’ che le supercazzole han fatto il loro tempo, non hanno retto di fronte agli schiaffoni: che fioccano spietati, come se fosse antàni, senza misericordia per nessun diritto. Fioccano a muso duro, rompendo il guscio delle convenzioni e dell’ipocrisia. Scassano le vestigia di quel ch’è stato il Novecento, diroccato nei tremila morti delle Torri, nei diecimila infermi di Ground Zero cucinati a fuoco lento dall’amianto.Chi siete voi, reggenti? Cosa volete, ancora? Quale alchimia mefitica, dietro la vostra disgustosa macroeconomia? E quali squallidi pagliacci si nascondono nel vostro bisogno di nascondervi? Voi non vi verognate, no. Voi siete i player, siete gli storyteller. Siete i sapienti delatori della lezioncina. Incubatori pitagorici, soavi aspersori di sempre nuove religioni. Sapete, avete l’aria di essere defunti, vagamente, come defunta – inconsapevolmente – è la platea di quanti ancora (per pigrizia, per greve consuetudine) vi stanno ancora ad aspettare, sul litorare ripido dove la notte si concede le sue svenevoli licenze, ben consapevole dell’alba che verrà. Il primo a dirlo, Enki: avanti, costruisciti la barca. Verrà il diluvio, si salveranno solo quelli come te. Di lor non ti curar, ma guarda e passa.(Giorgio Cattaneo, 11 gennaio 2022).Strónzo (Treccani): massa fecale solida. Quello che ieri disse: se non ti inietti quella roba, muori. Non solo: fai anche morire chi ti è accanto. Strónzo (Treccani, ibidem), quello che oggi dice: se abbiamo problemi è colpa loro, di quelli che non si sono iniettati quella roba. Si schianta a terra uno dei tanti, il calciatore Ousmane Coulibaly: tre dosi di felicità cardiaca. Treccani: massa fecale solida. Correlazioni? Sì. Massa fecale solida. Cuore che trema e crolla. Menzogna clinica, ceffoni sulla verità. Ceffoni a cena, a casa, al bar, ovunque. Palestra, discoteca, Olimpo. Non ascoltarle, dice il buffone, quelle lingue tronche: il disco rotto, le rette spezzate, la gommalacca che vi avvolge e vi distoglie da quello che siete veramente. Siete capelli e vento, canta il poeta. Ma dite che il poeta è pazzo, giustamente. Lo dite “voi che siete uomini, sotto il vento e le vele” (“Rimini”, De André).
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Draghi come Conte: sul Covid una marea di menzogne
Troppe balle. Il gioco delle tre carte è in scena a Palazzo Chigi, con un premier che pare aver subito una trasformazione inaspettata. Mario Draghi è davvero cambiato oppure nessuno lo conosceva così come si è manifestato. Dopo aver preso il posto di Giuseppe Conte sembrava l’Uomo della Provvidenza. E per un po’ è andata così, con la campagna vaccinale a gonfie vele. Poi, il sogno del Quirinale lo ha fatto sbattere contro la verità. Un’ambizione coccolata da troppi politici e giornalisti sembra avergli fatto perdere il senso della realtà. I sorrisini che allietavano per i più le sue conferenze stampa sembrano spariti. I partiti non gli obbediscono più se non al prezzo di estenuanti, sfibranti trattative. Il suo problema è che un grande banchiere è abituato a discutere di moneta e non conosce il fatturato democratico: è composto da voti che si rappresentano.L’obbligo vaccinale a metà è l’ultima delle balle che ci sono state propinate nel contrasto alla pandemia. È ovvio che i no vax non possono essere il modello da seguire, perché il Covid va sconfitto. Ma si sono ignorate troppe alternative in maniera incomprensibile, a partire dalle cure domiciliari e tanto altro ancora, si sta riportando tutto in ospedale, non c’è un briciolo di autocritica sugli errori commessi. Gli italiani si sono – ci siamo – vaccinati per circa il 90 per cento della popolazione. Il resto non lo fa per ideologia antivaccinista o per paura, confusione, dubbi alimentati da chi governa. Irridere, sfottere, mortificare chi non ha ancora detto sì è sbagliato, soprattutto da postazioni privilegiate come quelle istituzionali. Ed è inutile prendersela con i partiti che danno voce alle preoccupazioni dei cittadini, inclusi quanti si sono sottoposti al siero. La pandemia, la corsa al Colle, il probabile tonfo della politica e l’arrivo delle elezioni anticipate, determinano il caos voluto dalla presunzione di chi governa convinto di non sbagliare mai.Cinque grandi balle stanno facendo precipitare Draghi in un tunnel simile all’agonia del secondo governo di Giuseppe Conte. La luna di miele del premier col popolo italiano pare essere finita da un pezzo. C’è un’impressionante continuità con Conte, anche allora c’era tanta propaganda che continua pure adesso. Ricordatelo il tempo in cui ci si invitava a dare fiducia, si giurava che con i vaccini saremmo tornati alla normalità. Prima si diceva che bastava il 70 per cento di vaccinati, e l’80 ci avrebbe catapultato nell’immunità di gregge. E poi ogni giorno percentuali oscillanti sul siero. Ma all’indietro. 95, 80, 65, 35 per cento. E tutti noi stralunati a leggere le cifre. La seconda grande balla per la quale i volantini erano distribuiti dalle legioni capitanati dai virologi televisivi e canterini era quella sul vaccinato che non poteva contagiarsi né contagiare. Ecco il braccio, dottore, mi punturi. Poi abbiamo scoperto che si può finire anche in terapia intensiva. «Forma lieve».Terza balla. Mica ci siamo dimenticati che per noi vaccinati finiva la stagione del tampone. «È pandemia di non vaccinati». Veramente pare riguardare anche altri ed è insopportabile davvero. La bugia numero quattro della Draghi’s band ha ruotato attorno al magico Green pass, propagandato in forma mini, maxi e super. Farà partire l’economia: le attività ricominciano a chiudere. Salverà il Natale. Mai lo abbiamo trascorso con tanta tristezza. Nessun rischio contagi. Balla clamorosa. Infine, al quinto posto, lo stato d’emergenza. Ormai siamo oltre i due anni e già possiamo immaginare che non si fermerà neppure al 31 marzo, visto che per l’obbligo vaccinale Draghi ha proposto un limite a giugno. Poi, speriamo che non sia prevista la fucilazione.(Francesco Storace, “Le cinque bugie di Draghi. Vaccini, contagi, green pass…”, da “Il Tempo” del 7 gennaio 2022).Troppe balle. Il gioco delle tre carte è in scena a Palazzo Chigi, con un premier che pare aver subito una trasformazione inaspettata. Mario Draghi è davvero cambiato oppure nessuno lo conosceva così come si è manifestato. Dopo aver preso il posto di Giuseppe Conte sembrava l’Uomo della Provvidenza. E per un po’ è andata così, con la campagna vaccinale a gonfie vele. Poi, il sogno del Quirinale lo ha fatto sbattere contro la verità. Un’ambizione coccolata da troppi politici e giornalisti sembra avergli fatto perdere il senso della realtà. I sorrisini che allietavano per i più le sue conferenze stampa sembrano spariti. I partiti non gli obbediscono più se non al prezzo di estenuanti, sfibranti trattative. Il suo problema è che un grande banchiere è abituato a discutere di moneta e non conosce il fatturato democratico: è composto da voti che si rappresentano.
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Sacchetti: il regime di Draghi abbaia, ma non morde
Dunque alla fine il regime di Draghi non ha fatto né l’obbligo vaccinale generalizzato né il certificato rafforzato per tutti i lavoratori. Invito gentilmente i lettori a prendere nota di tutti gli agenti della falsa controinformazione che fino a ieri hanno fatto credere il contrario. Ne abbiamo già parlato in diverse occasioni e questa credo sia l’ennesima dimostrazione di come questi soggetti agiscano da mantici del terrore e della paura e facciano esattamente il gioco del regime di Mario Draghi. Rovesciano addosso alle persone i peggiori scenari catastrofici e le più assurde ipotesi di deportazione dei non sierati o di irruzioni forzate nelle case delle persone per procedere alle vaccinazioni forzate. La missione di questa gente non è quella di aiutarvi a resistere, ma piuttosto è quella di spingervi a capitolare.Veniamo ora a quanto deciso dal regime di Draghi. Prima che qualcuno inizi a strapparsi i capelli e a lasciarsi andare all’isteria dobbiamo fare alcune precisazioni. Non c’è nessuna sospensione della pensione per gli over 50 pensionati né multe di vario tipo come qualche delinquente ha fatto credere, e anche in questo caso invito a depennare colui o coloro che hanno messo in giro queste assurde falsità. Nessuno può togliere le pensioni. Sono diritti indifferibili. A questo punto, anche nella remota ipotesi che facessero dei controlli praticamente impossibili da fare, di cosa avete timore se non ci sono sanzioni di nessun tipo? Veniamo adesso alla estensione del certificato rafforzato per i lavoratori over 50.Se leggiamo attentamente il testo c’è scritto in primo luogo che parte dal 15 febbraio. Successivamente viene subito detto che i dipendenti senza questo certificato verde possono “essere sospesi per un periodo non superiore a dieci giorni lavorativi” rinnovabili fino al 31 marzo 2022 senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto di lavoro.Prima cosa da far notare. Il fatto che abbiano fatto coincidere gli effetti della sospensione con la fine dello stato di emergenza ci fa pensare che non vogliano spingersi oltre quella data. Ricordiamo sempre che devono esserci comunque dei controlli costanti e reiterati per verificare se il lavoratore ha questo certificato rafforzato o meno, e sappiamo che anche in molti luoghi di lavoro pubblici non chiedono nulla. Nel caso però di eventuali controlli, è possibile aggirare l’ostacolo andando nuovamente in malattia oppure prenotando l’appuntamento al centro vaccinale più in là per poi puntualmente disertarlo. Ci sono quindi spazi di manovra per aggirare queste misure. Tenete presente che sanno perfettamente che non possono continuare ancora a lungo perché si rischia la paralisi del settore pubblico, già duramente provato, a causa delle numerose assenze per malattie o ferie.Adesso l’obbiettivo deve essere quello di arrivare fino alla data del 31 marzo perché per loro diventa estremamente difficile continuare su questa china. Tra dieci giorni le forze dell’ordine e le forze armate scendono in piazza per protestare contro il regime di Draghi. La fuga dal Cdm odierno di Giancarlo Giorgetti, uno degli uomini più influenti dello stato profondo italiano, è stato il segnale che persino coloro che appartengono alla ristretta cerchia dell’uomo del Britannia iniziano a preparare un piano di fuga. E’ stato il segnale che molti, nelle stanze di Palazzo Chigi, sono perfettamente consapevoli che non è più possibile proseguire così. Le crepe sul muro del regime iniziano ad essere veramente troppe e sempre più vistose. A questo punto dobbiamo continuare a fare ciò che abbiamo fatto fino ad ora. Da un lato coinvolgere la piazza e marciare assieme alle forze dell’ordine e le forze armate che vogliono liberare il paese. Dall’altro praticare ostruzionismo ad ogni livello e impedire le inoculazioni. La dittatura mondialista voleva mettere all’angolo l’Italia, ma è l’Italia che, se tiene duro, può mettere all’angolo la dittatura mondialista.(Cesare Sacchetti, messaggio inoltrato in questi giorni su Telegram e ripreso su Facebook).Dunque alla fine il regime di Draghi non ha fatto né l’obbligo vaccinale generalizzato né il certificato rafforzato per tutti i lavoratori. Invito gentilmente i lettori a prendere nota di tutti gli agenti della falsa controinformazione che fino a ieri hanno fatto credere il contrario. Ne abbiamo già parlato in diverse occasioni e questa credo sia l’ennesima dimostrazione di come questi soggetti agiscano da mantici del terrore e della paura e facciano esattamente il gioco del regime di Mario Draghi. Rovesciano addosso alle persone i peggiori scenari catastrofici e le più assurde ipotesi di deportazione dei non sierati o di irruzioni forzate nelle case delle persone per procedere alle vaccinazioni forzate. La missione di questa gente non è quella di aiutarvi a resistere, ma piuttosto è quella di spingervi a capitolare.
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Come in cielo, così in terra: chi vuole la fine dell’Occidente
Sta finalmente fallendo, il disegno criminale del Reset della Verità? Ne è convinto Nicola Bizzi, co-autore e editore di “Operazione Corona”. Vero, l’Italia del “nuovo” Draghi si conferma il peggior paese-lager d’Europa, il più arcigno custode della menzogna sanitaria: mi ostino a non garantire terapie tempestive, in modo da costringere i malati a ricoverarsi, quando ormai si saranno aggravati. Per contro, il resto del mondo ormai parla tutt’altra lingua. Squillante il segnale da Londra: fine delle restrizioni, pretestuose e inutili. I maggiordomi di Davos, dice Bizzi, sono soltanto i ventriloqui di grandi poteri anche dinastici, come quello degli eredi Asburgo: ma a questo “asse del male” sono rimasti fedeli soltanto l’Unione Europea e il Vaticano, escluso dal Quantum Financial System, nuovo paradigma ancora piuttosto misterioso. Una rivoluzione finanziaria di cui ha parlato quasi solo Luca La Bella su “Database Italia”: in teoria, il Qfs sarebbe una leva capace di mettere in crisi la dominazione bancaria della moneta a debito, di cui proprio l’attuale premier italiano è uno dei frontman più vistosi e più carichi di colpe, anche recenti e recentissime.Storico e studioso di archeologia, Bizzi non teme di frugare nella mitopoiesi, alla ricerca di possibili indizi per scovare le ragioni dell’anomala fretta che sembra pervadere quell’élite planetaria che due anni fa aveva puntato tutto sulla psico-pandemia terroristica, per poi arrivare a tappe forzate alla civiltà orwelliana del microchip, cominciando dal Green Pass, passando per il congelamento dei governi in ossequio all’ambigua overdose di aiuti europei. Un cavallo di Troia – l’ideologia tecno-green – per fare del gretismo la nuova religione dogmatica del dominio fondato sull’emergenza permanente (non più sanitaria, ma climatica). Sotto questo aspetto, al governo Draghi non manca nulla: può contare sul profeta del 5G, Vittorio Colao, come pure sullo scienziato Roberto Cingolani, promotore del nucleare “verde” e dei nano-bot inoculabili e attivabili da remoto con le radiofrequenze. Lo stesso Cingolani ci ha appena illuminato sul grande rebus demografico del pianeta: la Terra sarebbe perfetta per ospitare tre miliardi di persone (ergo, almeno quattro miliardi di noi sarebbero di troppo).Di “depopolamento malthusiano” parlano apertamente le rosacrociane Georgia Guidestones, senza contare i pensatori-filantropi del calibro di Bill Gates. In Italia tiene ancora banco la storiella secondo cui il “vaccino” C-19 proteggerebbe almeno dagli effetti peggiori della patologia, mentre i media tacciono sui dati ufficiali emessi dalla famarcovigilanza dell’Ema, a fine agosto: 24.000 decessi poco dopo l’inoculo e 2 milioni di cittadini costretti a ricorrere a cure mediche, specie cardiologiche. Negli ospedali, nessuna differenza tra “vaccinati” e non. Dati ufficiali del Regno Unito: nelle terapie intensive, ogni 5 pazienti, ben 4 sono “vaccinati”. Nicola Bizzi prova a mappare il problema: l’imposizione dei sieri genici sperimentali investe quasi solo l’Occidente, più le sue propaggini post-coloniali in Oceania (Australia e Nuova Zelanda). Una sovrapposizione pressoché perfetta, rispetto alle inquietanti previsioni esibite nel 2017 dal sito statunitense “Deagel.com”, che – evocando fonti d’intelligence – prefigurava (non si sa in base a che cosa) un drastico crollo demografico per l’Europa Occidentale e gli Stati Uniti. Cioè: esattamente le aree sottoposte alle vessazioni sanitarie basate sull’inoculo genico.Lo stesso Bizzi riflette su un dettaglio: nel 2020 il presunto Covid-19 comparso a Wuhan esplose stranamente nella provincia di Bergamo, i cui abitanti furono sottoposti a mappatura genetica a tappeto quando gli inquirenti davano la caccia al killer di Yara Gambirasio. Quella di Bergamo è anche un’area fortemente inquinata, nonché affollatissima di antenne 5G. Non solo: nel 2019 la popolazione bergamasca fece registrare una specie di record, per l’inoculo dei vaccini antinfluenzali. Sempre a Bergamo intervenne la stranissima missione militare inviata dalla Russia: a fare cosa? Gli specialisti di Mosca, brigate addestrate a rilevare la presenza di armi non convenzionali – dice sempre Bizzi, citando un vescovo della Chiesa ortodossa russa – avrebbero individuato il rilascio (nell’aria, nell’acqua e sul suolo) di agenti tossici già noti e presenti negli arsenali “proibiti” di cui dispongono le superpotenze. Naturalmente, il report – trasmesso al governo Conte – sarebbe stato concordemente secretato. Onde per cui non è possibile ottenere conferme precise, neppure giornalistiche. Ma, come dire: la verità potrebbe essere custodita in cassaforte, come strumento di pressione.Addirittura spettacolare il recente ruolo della Russia nell’opporsi alla narrazione occidentale ancora dominante: prima il “niet” all’Onu sulla pretesa di trasformare la cosiddetta emergenza climatica in problema per la sicurezza internazionale, poi il declassamento del Covid come pericolo non più emergenziale. Oltre ad aver prontamente sdoganato il protocollo De Donno (plasma iperimmune) anche sotto forma di farmaci a base di anticorpi monoclonali, gli scienziati di Mosca hanno diffuso annunci espliciti: la variante Omicron sarebbe stata ingegnerizzata e rilasciata, a partire dal Sudafrica, per contagiare finalmente tutti e quindi immunizzare davvero la popolazione. Spiegano i virologi russi: da un lato sono stati inseriti elementi genici per velocizzare i contagi, dall’altro sono state rimosse le componenti responsabili delle complicanze polmonari. Risultato: la Omicron provocherebbe al massimo un forte raffreddore. Potrebbe essere lei il vero vaccino, ha sintetizzato lo stesso Putin: l’uscita, definitiva, dal delirio “pandemico”.Che l’Italia di Draghi sembri non accorgersene – boicottando ancora le cure precoci e le terapie domiciliari, in modo da reiterare il terrorismo sanitario per spingere i renitenti a capitolare, di fronte al ricatto “vaccinale” – non è che un dettaglio, l’ennesimo, destinato probabilmente ad aggravare in modo irreparabile le imputazioni di cui forse un giorno si occuperà il tribunale della storia. Intanto però le popolazioni occidentali marciano in direzione nettamente opposta: negli Usa, gli Stati trumpiani hanno stoppato il Tso ricorrendo alla magistratura federale, mentre mezza Europa si sta agitando in modo rumoroso, dalla tenace Germania fino alla Francia, che sconta l’insurrezione di mezzo Parlamento, contrario alle imposizioni all’italiana. In un modo o nell’altro, la sensazione è che l’uscita dal tunnel potrebbe essere prossima. Lo stesso Bill Gates – in qualità di tuttologo onnisciente – ha appena dichiarato che, ad aprile, lo spettro del Covid sarà solo un brutto ricordo. Sta davvero per crollare, l’immane impalcatura mistificatoria che ha provato a sequestrare il pianeta? E comunque: quale potrebbe esser stato il movente principale?La prima risposta è facile: estendere all’Occidente il modello sociale cinese. Libertà relativa, condizionata alla buona condotta del suddito: obbligato a circolare in eterno con il suo bravo Green Pass a punteggio. Sottolinea Bizzi: se il piano doveva essere globale (e infatti lo era) è già praticamente fallito, perché non puoi imporlo senza la Russia, senza metà degli Usa, senza l’India, senza il Brasile e senza il Sudafrica (la “patria” di Omicron, primo paese in assoluto ad abbandonare ogni misura restrittiva). Forse, però, l’immenso reticolo dove si intrecciano interessi plurimi e spesso insospettabili, di cui restano visibili solo le filiere terminali (il mega-business di Big Pharma), non basta – da solo – a spiegare l’accaduto. Specie in giorni in cui la Nasa, sconcertando molti, ha annunciato di aver “reclutato” 24 teologi per capire come preparare le masse all’eventuale (imminente?) contatto con entità aliene. Dal 2020, il tema ha cessato di essere relegato nella fantascienza: il Pentagono ha infatti ammesso l’esistenza degli Ufo, ribattezzati Uap.Studioso della tradizione misterica eleusina, lo stesso Bizzi prova a riassumere: da autori classici come Esiodo “sappiamo” che i Titani, progenitori mitologici di una parte dell’umanità, sarebbero stati sconfitti 20.000 anni fa dalle nuove “divinità”, quelle del pantheon greco dell’Olimpo. Per la mitologia di Eleusi, i Titani sarebbero sbarcati sul nostro pianeta 90.000 anni fa, trovandolo già popolato. Diecimila anni dopo, dalla loro centrale operativa (l’arcipelago Ennosigeo-Atlantideo) avrebbero “fabbricato” un particolare nostro antenato preistorico, l’Uomo di Cro-Magnon, i cui geni – pare – sarebbero all’origine dell’attuale uomo bianco occidentale. Quello letteralmente travolto, oggi, dalla follia Covid, e sottopposto alle peggiori angherie: fino all’imposizione ricattatoria del siero sperimentale Rna che, di fatto, interviene sul corredo genico della persona. Semplici suggestioni? Niente affatto, stando a illustri scienziati: non si contano più i medici che sostengono la potenziale pericolosità del preparato, i cui effetti a lungo termine non sono noti.Secondo voci di intelligence, poi, c’è chi teme che nel 2024 la Terra possa essere raggiunta da visitatori non desiderati: da qui l’improvvisa accelerazione della “disclosure” in corso, fino alle clamorose esternazioni del generale israeliano Haim Eshed: da trent’anni collaboriamo con razze aliene in un Federazione Galattica, che dispone di basi spaziali condivise. E se ad aver paura degli altri alieni in arrivo, presentati come “cattivi”, fossero proprio gli alieni che – secondo Bizzi e molti altri – reggerebbero segretamente la Terra da almeno 20.000 anni, attraverso i loro rappresentanti umani? In altre parole: si può immaginare una ipotetica correlazione tra l’apocalisse in corso e il timore per l’eventuale ritorno di entità ostili al dominatori occulti del nostro pianeta? E poi: c’è un nesso, tra la brutale persecuzione di noi occidentali e il possibile ritorno dei nostri “progenitori” titanici, largamente annunciato dalle profezie eleusine? Domande, certo: solo domande (fuori dalla portata, in ogni caso, di chi ancora crede a Babbo Natale e ai virologi televisivi).Qualcuno potrebbe dire: cerchiamo di non essere ridicoli, rincorrendo fantasie mitologiche e magari consolatorie, fuorvianti, letteralmente lunari. Per contro, cosa offre il menù della realtà quotidiana? Il tenore estetico della farsa è reso magistralmente dalle parole testuali del primo ministro, quello che vorrebbe finire al Quirinale: «Se non ti vaccini, muori e fai morire chi ti è accanto», ove peraltro il verbo “vaccinare” è utilizzato in modo sfacciatamente abusivo. Ora, sta forse compiendo la sua Opera al Nero, l’alchimista Draghi, propedeutica – per eterogenesi dei fini – alla riscossa coscienziale, e quindi poi anche politica e civile, che può scaturire solo dalla rivolta morale di fronte alla peggiore delle ingiustizie? Dettagli trascurabili, in fondo, in un teatro mondiale in cui compaiono problemi sanitari deliberatamente procurati, ma anche teologi e alieni, astronauti di ieri e di oggi. L’unica vera notizia forse è questa: una quota rilevante della popolazione ha saggiato la natura dell’attuale potere, e non vuole più averci a che fare. Ha aperto gli occhi, definitivamente: qualcuno ce l’ha con noi, proprio con noi occidentali.Sta finalmente fallendo, il disegno criminale del Reset della Verità? Ne è convinto Nicola Bizzi, co-autore e editore di “Operazione Corona”. Vero, l’Italia del “nuovo” Draghi si conferma il peggior paese-lager d’Europa, il più arcigno custode della menzogna sanitaria: mi ostino a non garantire terapie tempestive, in modo da costringere i malati a ricoverarsi, quando ormai si saranno aggravati. Per contro, il resto del mondo ormai parla tutt’altra lingua. Squillante il segnale da Londra: fine delle restrizioni, pretestuose e inutili. I maggiordomi di Davos, dice Bizzi, sono soltanto i ventriloqui di grandi poteri anche dinastici, come quello degli eredi Asburgo: ma a questo “asse del male” sono rimasti fedeli soltanto l’Unione Europea e il Vaticano, escluso dal Quantum Financial System, nuovo paradigma ancora piuttosto misterioso. Una rivoluzione finanziaria di cui ha parlato quasi solo Luca La Bella su “Database Italia”: in teoria, il Qfs sarebbe una leva capace di mettere in crisi la dominazione bancaria della moneta a debito, di cui proprio l’attuale premier italiano è uno dei frontman più vistosi e più carichi di colpe, anche recenti e recentissime.
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Sciopero della fame: il governo ci ha dichiarato guerra
Perché questo sciopero della fame? E’ lo Stato che ci condanna alla fame: siamo in 40 mila, attualmente, ad essere privati dell’intero stipendio, e tra pochi giorni forse anche di più. Chi commette colpe gravi, di lesione agli altri, viene sospeso con metà stipendio e mantiene assegno familiare per gli alimenti. A noi invece tolgono tutto, non ci restano neppure gli assegni familiari o indennità per alimenti. Ci vogliono prendere per fame. Lo sciopero della fame è questo: mostrare che lo Stato ci sta affamando. E’ una risposta nonviolenta alla deriva di uno Stato sempre più totalitario, che si sta appropriando del corpo dei cittadini. Prima di essere sospeso, facevo il tampone ogni due giorni; eppure vengo accusato di mettere a rischio la salute pubblica. Cosa rispondo? Che appunto non esiste alcuna logica sanitaria in questo provvedimento. E’ chiaro che si tratta di una misura punitiva riservata a dei dissidenti politici.Dobbiamo finalmente comprendere che ciò che più mette a rischio la salute di tutti noi, è la distruzione dello Stato di diritto. La storia ci racconta come nascono i totalitarismi: durante le emergenze, soprattutto se queste durano a lungo, le persone vengono private delle loro libertà fondamentali, umiliate, ricattate, annichilite nella loro dignità. La storia ci racconta che il virus dell’odio è il più grande pericolo per il benessere psicofisico di ogni comunità. Non mi sono mai considerato un professore, ma uno studente anziano che continua a guidare gli studenti più giovani: io non insegno, ma imparo insieme ai ragazzi, che sono compagni di viaggio. Come negli anni abbiamo insieme appreso storia e filosofia, così ho discusso con loro questa mia scelta. Ho spiegato che avevo bisogno di disobbedire ad un ordine ingiusto, per poter continuare ad essere libero di pensare, libero di dubitare, libero di proseguire la mia ricerca scientifica.I ragazzi mi hanno risposto con una grande comprensione. Ma la risposta più vera e profonda si vedrà negli anni. Ognuno semina qualcosa nell’animo altrui. Mi chiedo invece quali frutti nasceranno dai seminatori di odio. Perché questo tracollo della sinistra, ossessionata dal mito della sicurezza e dell’obbedienza, un tempo parole chiave della destra? Prima di essere “di sinistra” o “di destra”, occorre essere “umani”. Provare umanità, compassione, comprensione. Mettere al centro la dignità dell’uomo e della donna, prima di ogni ideologia. Senza questa comprensione il tracollo è inevitabile. Le idee sono lo strumento, ma l’obiettivo è l’essere umano. Purtroppo, spesso, nella storia, per seguire l’ideologia, si è perso di vista l’essere umano. Così è successo anche questa volta, e così siamo caduti in una guerra contro una minoranza di cittadini inermi.Sto ricevendo tantissimi messaggi di sostegno, da tutta Italia e anche da fuori Italia: tanti vogliono aderire allo sciopero. Ma non dobbiamo concentrarci in un solo modo di lotta; mi auguro sempre più disobbedienza pacifica. E’ l’unico modo per resistere al potere senza scatenare una reazione violenta spropositata. Ricordiamoci sempre che lo Stato ha armi e potere, noi abbiamo solo il nostro corpo. Le regole sono contraddittorie, i decreti ogni due settimane creano un senso di incertezza e controllo continuo. Credo che sia una scelta voluta. E’ una sorta di tortura psicologica verso tutti i cittadini, anche verso chi obbedisce. Nessuno, neppure chi obbedisce, sa più quanto durerà la propria libertà, quando dureranno i propri diritti. Per questo non devono esserci divisioni né odio né disprezzo tra vaccinati e non vaccinati. Tutti dobbiamo lottare per ripristinare lo Stato di diritto.(Davide Tutino, dichiarazioni rilasciate a Linda Maggiori per l’intervista “Siamo 40 mila, condannati alla fame”, pubblicata da “Pressenza” il 3 gennaio 2022. Professore di storia e filosofia di un liceo di Roma e referente del sindacato Fisi per il Lazio, Tutino è stato sospeso dall’insegnamento dopo l’introduzione dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico e il 31 dicembre 2021 ha iniziato il suo sciopero della fame. Costretto a prenotare il proprio Tso, il 3 gennaio il professore si è presentato al centro vaccinale di Grottaferrata insieme all’avvocato Ida Nazzaro, uno dei legali dell’associazione “Umanità e Ragione”. Constatato il suo stato di deperimento fisico, il medico vaccinatore ha ritenuto di esentarlo dal trattamento. «Questo provvedimento apre una piccola, grande crepa nella norma sull’obbligo, ma soprattutto apre la strada ad una lotta nonviolenta di massa», ha dichiarato Tutino, che prosegue comunque il suo digiuno per chiedere che il governo fermi la “condanna alla fame” per decine di migliaia di cittadini, privati del lavoro e del pane per ragioni politiche, non sanitarie, e che tutti i dispositivi di sicurezza imposti dal governo, tamponi compresi, siano gratuiti per i lavoratori).Perché questo sciopero della fame? E’ lo Stato che ci condanna alla fame: siamo in 40 mila, attualmente, ad essere privati dell’intero stipendio, e tra pochi giorni forse anche di più. Chi commette colpe gravi, di lesione agli altri, viene sospeso con metà stipendio e mantiene assegno familiare per gli alimenti. A noi invece tolgono tutto, non ci restano neppure gli assegni familiari o indennità per alimenti. Ci vogliono prendere per fame. Lo sciopero della fame è questo: mostrare che lo Stato ci sta affamando. E’ una risposta nonviolenta alla deriva di uno Stato sempre più totalitario, che si sta appropriando del corpo dei cittadini. Prima di essere sospeso, facevo il tampone ogni due giorni; eppure vengo accusato di mettere a rischio la salute pubblica. Cosa rispondo? Che appunto non esiste alcuna logica sanitaria in questo provvedimento. E’ chiaro che si tratta di una misura punitiva riservata a dei dissidenti politici.