Arlacchi: Venezuela nella trappola Usa, sui media solo bugie
Scritto il 03/3/19 • nella Categoria:
idee
Ho appena terminato uno studio della crisi del Venezuela basato su documenti Onu e di centri di ricerca indipendenti. Mi è stato difficile mantenere la calma mentre davanti ai miei occhi si componeva una narrativa opposta a quella corrente. Il caso del Venezuela si configura nei termini di una gigantesca truffa informativa che ci oltraggia ogni giorno con notizie false, omissive e distorte su ciò che accade in quel paese. Sono le barbare sanzioni americane inflitte dal 2015 in poi approfittando del crollo del prezzo del petrolio, e cioè della maggiore fonte di entrate pubbliche del Venezuela, e non le politiche sbagliate dei governi Chavez-Maduro a detenere la massima colpa del dramma odierno sofferto da 32 milioni di persone. L’economia del Venezuela è crollata a causa del blocco delle importazioni dovuto all’impossibilità di usare il dollaro per pagarle dopo l’imposizione delle sanzioni da parte prima di Obama e poi di Trump. Gli ospedali del Venezuela sono rimasti senza medicine perché le banche internazionali si rifiutano di accettare i relativi pagamenti in dollari da parte del governo Maduro. E così sta accadendo per il cibo e per le risorse necessarie a far funzionare la macchina produttiva.
L’opera viene completata dall’accaparramento di beni e dal mercato nero dominati dai gruppi mafiosi locali protetti e incoraggiati dall’ opposizione e dalla longa manus del governo Usa. C’è poi una mafia valutaria che ha distrutto la moneta locale, il bolivar, alimentando un’iperinflazione senza riscontro nei fondamentali dell’economia. Mafia protetta anch’essa da chi vuole far crollare il governo legittimo e consegnare uno dei paesi più ricchi di risorse naturali del mondo nelle mani degli Stati Uniti. Come? Tramite la solita ricetta neoliberista di privatizzazioni, liberalizzazioni e tagli della spesa sociale promessa da Guaidò ed altri pupazzi manovrati dal governo Usa e dalle sue estensioni internazionali. Questa è una prima sintesi dei risultati della mia ricerca. In un post successivo approfondirò ancora e vi indicherò le fonti cui ricorrere per contrastare questa industria della menzogna globale.
(Pino Arlacchi, “Il grande imbroglio sul Venezuela”, dalla pagina Facebook di Arlacchi del 23 febbraio 2019; post ripreso da “Megachip” il 26 febbraio 2019. Sociologo e criminologo, docente anche alla Columbia University di New York, Arlacchi è stato tra gli ideatori della strategia antimafia, insieme a Falcone e Borsellino, firmando il progetto della Dia, Direzione Investigativa Antimafia. Attivo anche a livello internazionale contro la criminalità organizzata, dal 1997 al 2002 ha ricoperto l’incarico di sottosegretario generale delle Nazioni Unite, direttore dell’Undccp (antidroga e prevenzione del crimine), dirigendo anche l’ufficio delle Nazioni Unite a Vienna. Nel 2000 ha promosso a Palermo la Convenzione Onu contro la criminalità internazionale, firmata da 124 paesi. Nel campo della lotta al riciclaggio del denaro sporco, Arlacchi ha promosso la firma nel 2001 da parte di 34 paradisi fiscali di un accordo che li ha impegnati a lavorare con l’Onu per adeguare le loro legislazioni agli standard internazionali di trasparenza finanziaria. E’ stato impegnato con successo in Tagikistan, Kosovo, Cina. Analista geopolitico, è considerato un esperto internazionale in materia di sicurezza).
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Il Venezulea … uno dei paesi più ricchi di risorse naturali del mondo …..
Ma sig. Arlacchi Lei non si pone la domanda del perchè i venezuelani NON sono stati ne lo sono tuttora capaci dopo la rivoluzione del Chavez-Maduro, di sfruttare tale ricchezze a cominciare da quelle che fornirebbe una agricoltura appena decentemente organizzata?
Possibile che sia sempre colpa di qualcun altro che segretamente complotta contro inermi popolazioni?
Non è che per caso tali popolazioni più che inermi sono incapaci di provvedere anche alle minime necessità della vita appena sopra la soglia di quella animale?
Non stento a ricevere la disamina di Arlacchi quando analizzo le dimissioni di papa Ratzinger ad opera degli yankee, il capo del Vaticano la più ricca organizzazione mondiale, cosa vuoi che sia il Venezuela a confronto?
Quanto alle osservazioni di luigiza non sono del tutto peregrine, si tende sempre ad addossare ad altri le proprie responsabilità e l’Italia con il suo sud ne è un esempio particolarmente significativo ed i numeri sono li a confermarlo. I geni dei sindaci tipo De Magistris ed Orlando, i più conosciuti, sono splendidi con i soldi del nord, hanno prodotto dei deficit nelle loro amministrazioni che le fosse delle Marianne a paragone sono delle increspature, ciò nonostante vogliono dettare le regole. Non custodiscono un briciolo di pudore.
Una cosa giusta i grullini l’hanno inverata: non schierarsi a fianco dei gringos, differenziandosi in ciò dal loro socio ruspista che in nome della sua amicizia con Putin ha abbracciato le decisioni di Trump. Grande Salvini!!!!!!
Ovvio che tutto ciò che dicono i media è FUFFA, un cumulo di menzogne peraltro mal costruite, ma per le masse addormentate più che sufficienti.
Le popolazioni sudamericane non mi pare si lagnino quando la loro prosperità arriva da export di droga o turismo sessuale, hanno dei governi ultra corrotti ma non fanno un accidente di niente per cambiare le loro condizioni di vita, e adesso con chi vorrebbero prendersela in effetti? La verità è che il sistema brutto e cattivo prospera dove regna l’ignoranza mista all’arroganza di chi non ha voglia di fare un tubo se non sfruttare le risorse della propria nazione e accettare passivamente tutto ciò che gli accade, perché dunque i venezuelani dovrebbero suscitare pena in chicchessia?
“La cattiva memoria fabbrica mentitori”, Paul Valéry, ( 1871-1945), scrittore, poeta e filosofo francese.
Quindi per converso la buona memoria invece fabbrica verità, andiamo a farlo. Prima parte.
MEMORIA: I Colpi di stato appoggiati dagli Stati Uniti in America Latina dal 1948 ad oggi.
Per rinfrescarci la memoria ricordiamo il ruolo decisivo che Washington ha avuto in quasi tutti i colpi di stato in America Latina.
Gli Stati Uniti ha avuto un ruolo da protagonista in decine di colpi di stato in tutto il mondo, in particolare in America Latina.
Sebbene Washington abbia negato al momento la sua partecipazione al rovesciamento dei governi, i documenti declassificati anni dopo dalle proprie istituzioni rivelano il contrario.
Recentemente, il Venezuela ha denunciato un colpo di stato in corso nel paese, organizzato dagli Stati Uniti, dopo l’auto-proclamazione del vice Juan Guaidó come “presidente in carica”.
Il parlamentare ha annunciato che il prossimo sabato costringeranno l’ingresso di “aiuti umanitari” nel territorio venezuelano, qualcosa che Caracas ha qualificato come “spettacolo” per giustificare un “intervento militare” e defenestrare il governo di Nicolás Maduro .
Venezuela 1948 e 2002
Il 24 novembre 1948 l’allora presidente Rómulo Gallegos fu deposto in Venezuela, dopo 9 mesi al potere, occupando il posto di una giunta militare del governo. Nel Manifesto alla Nazione che circolò pochi giorni dopo, il legittimo presidente riferì che in una caserma a Caracas un membro della Missione militare degli Stati Uniti aveva dato consigli ai golpisti. Più tardi, al suo arrivo a Cuba, in esilio, disse: “Questo colpo ha l’odore del petrolio”, in riferimento agli interessi di Washington nel territorio venezuelano.
Gli Stati Uniti hanno anche partecipato al colpo di stato, perpetrato l’11 aprile 2002, contro il presidente Hugo Chávez, che però riprese il potere due giorni dopo. Documenti declassificati nel 2006 dall’agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID, il suo acronimo in inglese) hanno rivelato che gruppi politici oppositori del governo di Caracas ricevevano finanziamenti degli Stati Uniti, tra cui il National Endowment for Democracy (NED), un’entità finanziata dal Congresso degli Stati Uniti .
Paraguay 1954
Nel maggio 1954, il generale Alfredo Stroessner condusse un colpo di stato in Paraguay contro il presidente Federico Chaves del Partito Colorado. Si formò un Governo e si tennero le elezioni che il golpista vinse senza opposizione. Prese il potere nell’agosto di quell’anno e prorogò il suo mandato fino al 1989.
Nel libro “Paraguay e Stati Uniti d’America: Alleati distanti” gli statunitensi Frank Mora e Jerry Cooney rivelano che Stroessner ha girato diverse unità militari statunitensi tra maggio e giugno 1953, invitato dal Segretario dell’Esercito Robert Stevens. Sottolineano inoltre che una volta stabilita la dittatura, il Paraguay fu tra i tre principali destinatari degli aiuti statunitensi in America Latina tra il 1954 e il 1961.
Proseguimento:
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-memoria_i_colpi_di_stato_appoggiati_dagli_stati_uniti_in_america_latina_dal_1948_ad_oggi/82_27279/
“La cattiva memoria fabbrica mentitori”, Paul Valéry, ( 1871-1945), scrittore, poeta e filosofo francese.
Quindi per converso la buona memoria invece fabbrica verità, andiamo a farlo. Seconda parte.
“Cento anni fa gli Usa entravano in guerra: iniziava il nuovo ordine mondiale”
Esattamente 100 anni ci separano da una data spartiacque della storia: 6 aprile 1917, giorno dell’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America. Mille significati si celano dietro l’avvenimento che conferisce una sterzata decisiva alle sorti del primo conflitto mondiale: gli Imperi centrali escono dì li a poco dalla storia e le cartine geografiche vengono ridisegnate a beneficio delle democrazie e del mondo anglosassone. Da qui comincia l’affermarsi inarrestabile degli States come superpotenza globale e protagonista negli affari europei, che fino a quel momento erano stati il “centro” della storia. Il nome fondamentale da analizzare è senz’altro quello del presidente americano Wodroow Wilson, con il quale «la dottrina Monroe si dissolve nel suo significato concreto per divenire un’idea universalistica» (Giovanni Damiano). Alle spalle del leader democratico, già autore di numerosi interventi militari in America Latina, c’è una tradizione messianica corroborata dall’idea di superiorità rispetto al mondo europeo, dove si decide di intervenire a dispetto di un corposo patrimonio isolazionista, e pensiamo solo al «Farewell Adress» di Lincoln.
di Francesco Carlesi da “Il Primato Nazionale” del 6 aprile 2017.
La specificità dell’ideologia wilsoniana sta nel tentativo di realizzare il duplice compito di portare gli Stati Uniti nell’arena del mondo, mantenendone però intatte purezza e diversità. Da qui l’idea di un «nuovo ordine mondiale di carattere rigenerativo», come descritto dal Professor Andres Stephanson nei suoi studi sull’«eccezionalismo» americano. Wilson descrive il suo paese come «faro del mondo», «nuova Israele» abitata da «i campioni dei diritti dell’umanità, crociati in lotta per una santa causa». E’ inequivocabilmente il Bene contro il Male, il primo passo per quelle che saranno le idee guida di molte amministrazioni, non solo quella di G. W. Bush ma democratiche in particolare. Come Roosevelt, Wilson viene rieletto sulla base di un programma neutralista, per poi sconfessare clamorosamente le promesse portando la nazione in guerra. Come Obama, Wilson riceve un premio Nobel per la Pace a dir poco generoso, coprendo dietro le parole diritti umani e democrazia la logica economica e di potenza a stelle e strisce. L’impresa di portare il paese nel Prima guerra mondiale è elaborata. Nel 1915, William Bryan, segretario di Stato dell’amministrazione Wilson e convinto sostenitore della neutralità, si dimette a favore di Robert Lensing, vicino al complesso militare-industriale: i rubinetti delle banche si aprono allora a favore dell’Intesa, tanto che «la guerra in Europa dilatò di quasi cinque volte l’avanzo mercantile degli Stati Uniti», come ha scritto Geminello Alvi. A corollario si riportino le parole del 5 marzo 1917 dell’ambasciatore americano a Londra, Walter Page: «forse la nostra entrata in guerra è l’unica via per conservare al nostro commercio la sua posizione preminente e per scongiurare la crisi».
Proseguimento:
http://www.storiainrete.com/11845/stampa-italiana-2/cento-anni-fa-gli-usa-entravano-in-guerra-iniziava-il-nuovo-ordine-mondiale/
In conclusione e in breve, ben cento anni fa gli USA entrarono in modo decisivo nella prima guerra mondiale per imporre la propria potenza economica in tutto il mondo occidentale inaugurando ( si fa per dire ) il cosiddetto “Nuovo Ordine Mondiale”, figurarsi allora che potevano fare dal 1948 in poi in Sud America che già consideravano dai tempi della “Dottrina Monroe” come un’estensione territoriale di loro esclusiva pertinenza: solo carne di porco!
E infatti, se la memoria storica non fa cilecca in buona o in malafede, è quello che è successo per davvero, vedasi il post precedente.
“La cattiva memoria fabbrica mentitori”, Paul Valéry, ( 1871-1945), scrittore, poeta e filosofo francese.
Quindi per converso la buona memoria invece fabbrica verità, andiamo a farlo. Terza parte, della serie: per non farsi mancare niente.
1. “La CIA e il traffico internazionale di droga”, a cura di Luca D’Agostini per AuroraSito.
6 dicembre 2018
Il coinvolgimento dei servizi segreti statunitensi (CIA – Central Intelligence Agency) nel traffico internazionale di droga al fine di contrastare l’Unione Sovietica, è un argomento che i media occidentali si sono ben guardati dall’approfondire.
Iniziamo con gli anni ’70. In quel periodo la CIA aveva organizzato un vero e proprio laboratorio di lavorazione dell’oppio nel nord del Laos, e grazie all’appoggio del generale laotiano Vang Pao, il sudest asiatico divenne a quel tempo il maggiore produttore ed esportatore di eroina. La compagnia aerea statunitense “Air America” fu usata segretamente dalla CIA fino al 1976, con compiti di rifornimento e appoggio in operazioni ritenute top secret soprattutto durante la guerra del Vietnam. In realtà trasportava droga. La droga, così come le armi, è sempre stata usata dalla CIA come merce di scambio o per finanziare gruppi antisovietici. Anche dittatori favorevoli alle politiche degli Stati Uniti beneficiarono degli introiti derivanti dal narcotraffico. Molto interessanti furono anche le dichiarazioni del pentito di mafia Francesco Marino Mannoia, il quale dichiarò ai giudici statunitensi che Cosa Nostra utilizzava la base NATO di Sigonella per spedire ingenti quantitativi di eroina dalla Sicilia verso gli Stati Uniti. Secondo il pentito, “tra il 1979 ed il 1980 furono spedite diverse partite di eroina, raffinata dallo stesso Marino Mannoia per conto della famiglia di Santa Maria di Gesù, che faceva capo ai fratelli Stefano e Giovanni Bontade, e di altri boss, come Antonino Grado e Francesco Mafara. (1)
Proseguiamo con gli anni ’80. Pochissimi anni prima in Nicaragua si era instaurato il governo filosovietico di Daniel Ortega e, in contemporanea alla sua ascesa, Reagan autorizzò la costituzione di un esercito per destabilizzare il legittimo governo nicaraguense. Questo esercito divenne poi noto come fronte democratico nicaraguense (FDN) o Contras, da “contrarrevolucionarios” ed era agli ordini del colonnello Bermudez, vecchio ufficiale della guardia nazionale. L’obiettivo dei Contras era di fiaccare il morale della popolazione, e indebolire il sostegno ai Sandinisti, vittoriosi nelle elezioni democratiche. Negli anni a venire, il gruppo si fece conoscere soprattutto a causa di episodi molto spiacevoli, tra i quali attacchi ad ospedali e chiese. Si calcola che almeno 22.000 civili, per lo più contadini, donne e bambini, morirono durante le azioni dei Contras. I finanziamenti ai Contras però non erano sufficienti. Fu così che nel marzo del 1982, due esiliati nicaraguensi, Danilo Blandon e Juan Meneses, volarono in Honduras per riunirsi con il colonnello Bermudez, dovevano trattare il finanziamento dei Contras. Meneses era un narcotrafficante noto come “il re della droga“. Presero accordi; Meneses andò a San Francisco a curare l’importazione di tonnellate di cocaina, mentre Blandon la distribuiva ai trafficanti. La CIA e il Pentagono, con il colonnello Oliver North, erano già implicati. (2) Il caso finì sotto i riflettori (ma non troppo) quando nel 1996 tale Gary Webb, giornalista del San Jose Mercury News, un piccolo giornale californiano con sede a Sacramento, pubblicò un’investigazione completa di testimonianze, dettagli, date e documenti che dimostrava come agissero questi controrivoluzionari. Dalle indagini di Gary Webb emerse che il sostenitore principale, nonché finanziatore, dei Contras era niente di meno che la CIA, i servizi segreti degli Stati Uniti. Quello che Gary Webb scoprì durante suoi numerosi viaggi in America centrale, spulciando trai documenti che riuscì ad ottenere ed intervistando poliziotti, trafficanti, avvocati e membri della malavita fu davvero sorprendente. Gli Stati Uniti finanziarono i Contras con i profitti della vendita delle armi in Iran e quando il Congresso decise di bloccare l’operazione, intervenne la CIA. Il piano architettato e successivamente portato a termine dalla CIA aveva dell’incredibile: i Contras furono finanziati con i profitti derivati dalla vendita di cocaina in tutto il Nord America, soprattutto in California che, per motivi geografici, era una regione particolarmente comoda.
Proseguimento:
http://aurorasito.altervista.org/?p=4345
2. Per trovare questo secondo articolo sull’argomento, scrivere le seguenti parole chiave:
Operazione Bluemoon dalla CIA eroina e morte di stato Altreinfo
In conclusione e in breve, visto e considerato che la CIA non si è fatta nessuno scrupolo a implementare massicciamente il commercio e l’uso di droga in USA, figurarsi allora che poteva fare in Sud America e in altre aree del mondo dove si produceva e si produce droga: solo carne di porco!
Ma chi scopre questo verminaio immondo fa subito una brutta fine e purtroppo il coraggiosissimo Gary Webb è stato uno dei tanti a fare una brutta fine.
“La cattiva memoria fabbrica mentitori”, Paul Valéry, ( 1871-1945), scrittore, poeta e filosofo francese.
Quindi per converso la buona memoria invece fabbrica verità, andiamo a farlo. Terza parte, integrazioni.
Correzione parte finale del precedente post, questa la versione definitiva.
In conclusione e in breve, visto e considerato che la CIA non si è fatta nessuno scrupolo a implementare massicciamente il commercio e l’uso di droga in USA, figurarsi allora che poteva fare in Sud America e in altre aree del mondo dove si produceva e si produce droga: solo carne di porco!
Ma chi scopre questo verminaio immondo fa subito una brutta fine e il coraggiosissimo giornalista americano Gary Webb è stato uno dei pochissimi a farlo e purtroppo ha fatto una brutta fine e finora né in USA e nè in Europa è stato mai istituito un premio giornalistico in suo onore, nè intitolata una piazza, una via o che altro, niente di niente, un’ipocrisia e una vergogna inaudite, a dir poco.
3. “CIA e droga: parla Noriega” di F. Casari per Altrenotizie
http://www.altrenotizie.org/esteri/3340-cia-e-droga-parla-noriega.html
Pino Arlacchi è quel signore che dall’alto del suo Ufficio ONU, ha regalato milioni ai NARCOS-TALEBANI per “togliere la coltivazione del papavero da oppio” invece (ma pensa te…) si sono tenuti i soldi e li hanno “investiti” per incrementare la coltivazione di OPPIO e la raffinazione dell’EROINA ed ora dopo l’intervento del geniale Pino Arlacchi l’AFGHANISTAN è il maggior produttore mondiale di oppio/eroina.
Grazie Pino per non capire assolutamente nulla di politica internazionale.
Che Pino sia stato usato da chi voleva che l’Afghanistan diventasse il maggior produttore di droga al Mondo? Può essere, infatti Pino è così stupido e pieno di sè che sarebbe stato il pupazzo perfetto, oppure per le stesse ragioni, può aver avuto la geniale idea tutto da solo, credendo veramente che regalando soldi ai telebani-narcos quelli avrebbero poi piantato dei tulipani.
Dopo quel “fallimento” l’incapace Pino se ne stette in un angolo per più di un decennio, ma ora la sua arroganza ha ripreso vigore ed eccolo qua a pontificare.
Circa il Venezuela: Maduro è un ladro incapace, come Chavez che appena arrivato al potere ha messo i suoi famigliari ignoranti e ladri a capo delle aziende di stato, poi per assicurarsi il potere ha lanciato delle campagne razziste contro gli italo-venezuelani ed i bianchi in genere.
L’ultima ruberia è stato l’accordo con la Turchia per “raffinare l’oro grezzo” (?!) ma chiunque di noi sa che raffinare l’oro, non è una tecnologia fantascientifica, lo facevano tutti i popoli della preistoria, dunque “dietro” l’accordo cosa poteva esserci se non…
Dunque chiunque sostituisca il marcio razzista Maduro, non può essere peggio, ma essendo venezuelano, non penso che sarà meglio.
Bravo Pino. Qui va a finire che la meglio risposta l’avrebbe data il governo italiano.