Carotenuto: Iran-Israele, gli oligarchi della prossima guerra
Scritto il 24/5/18 • nella Categoria:
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La cattiva notizia? Vogliono trascinarci in guerra, provocando l’Iran. L’altra notizia è altrettanto deprimente: nessuno ha ragione, nessuno racconta tutta la verità. Già analista internazionale per conto dell’intelligence, Fausto Carotenuto offre una visione lucida sull’ennesimo, pericoloso smottamento geopolitico in Medio Oriente: Israele cerca la rissa col presunto nemico di turno, il regime degli ayatollah, confidando nell’appoggio della potente lobby ebraica americana e nel presidente Trump, che ha appena trasferito l’ambasciata statunitense a Gerusalemme, provocando la reazione dei palestinesi di Gaza guidati dagli sciiti di Hamas, vicini a Teheran. In più, Netanyahu ha esibito un dossier del Mossad che dimostra la progressione nucleare dell’Iran, preparando lo strappo della Casa Bianca, ritiratasi dall’accordo siglato da Obama. Tutto vero, dice Carotenuto in web-streaming per “Coscienze in Rete”, ma la realtà è un’altra. Non ci sono buoni e cattivi, ognuno recita la sua parte. E il film dell’orrore prosegue imperterrito, verso esiti particolarmente rischiosi, essenzialmente per un motivo: il rifiuto, da parte della destra reazionaria che oggi governa Israele, di fare la pace con i palestinesi. Cosa che metterebbe fine a tutte le altre guerre parallele già in corso, in cui ogni attore fa leva sull’alibi irrisolto della Palestina per alimentare il vortice artificioso della tensione.
Ognuno ha una parte di ragione, ma nessuno la racconta giusta: la destra israeliana investe sulla paura ben sapendo che Israele «dispone di un territorio così piccolo che, in caso di guerra, potrebbe essere invaso in mezza giornata». Al tempo stesso, Tel Aviv – che denuncia il pericolo del nucleare iraniano – finge di non sapere di disporre di 230 testate atomiche: «Un potenziale pari almeno a quello della Francia e probabilmente della Gran Bretagna, tale da mettere Israele in grado di colpire anche le capitali europee, con missili o almeno con aerei». Sul fronte opposto, non è che l’Iran sia un modello tranquillizzante: «E’ un paese imperialista, fautore di un Islam ostile all’Occidente, e che persegue un suo cinico disegno di potenza regionale». La Russia? «In tanti vedono in Putin una sorta di pacificatore». Ma, al di là dell’effettivo ruolo di stabilizzazione attualmente svolto, il Cremlino «non fa altro che gli interessi della potenza russa». A sua volta, il fronte islamico è spaccato: e gli sciiti iraniani sono quelli che più si sono avvantaggiati dall’aggressione occidentale contro paesi sunniti come l’Iraq. Per l’Occidente, una sequenza di autogol a catena: oggi i soldati di Teheran combattono in Siria al fianco di Assad, il presidente che Obama voleva rovesciare. E in Siria si sono saldati con la potente milizia sciita di Hezbollah, proveniente dal Libano.
Gli apprendisti stregoni che dopo l’11 Settembre hanno dato alle fiamme il Medio Oriente devastando l’intera regione, dall’Iraq alla Siria, dalla Libia allo Yemen, oggi vedono Israele accerchiato da nemici filo-iraniani. A sua volta, lo Stato ebraico enfatizza il pericolo per invocare come sempre il supporto degli Usa, senza il quale Tel Aviv non potrebbe disporre del temibile apparato militare che ne fa la principale potenza dell’area. Facile profeta, anni fa, il generale americano Wesley Clark: rivelò che i neocon firmatari del Pnac, il Piano per un Nuovo Secolo Americano, prima ancora del Duemila avevano messo nel mirino tutti i paesi – dall’Afghanistan alla Siria – poi effettivamente colpiti dalle guerre “per conto terzi” a cui stiamo assistendo, con strascichi grottechi che si estendono alla Somalia, dove miliziani filo-sauditi combattono contro guerriglieri armati dal rivale Qatar. Smisurate follie innescate dalla Cia e dal Mossad, che hanno regalato consenso e influenza territoriale proprio all’Iran, l’unico paese – della famosa lista nera – non ancora attaccato direttamente. Succederà a breve? Il rischio è concreto, ammette Carotenuto: ma in caso di guerra, aggiunge, Teheran si rivelerà un osso durissimo. E in ogni caso, prima o poi, avrà l’atomica: raggiungerà cioè una parità strategica con Israle, che già oggi potrebbe cancellare l’Iran a suon di bombe.
Carotenuto invita a leggere la situazione evitando semplificazioni o, peggio, l’errore tipico delle tifoserie che parteggiano per gli ipotetici buoni contro gli altrettanto ipotetici cattivi. Si fa presto a dire “Israele”, “l’Iran”, “gli Usa”, come se in guerra fossero intere nazioni. Si tratta di élite pericolose, di oligarchie nascoste. La guerra la fanno davvero, ma il più delle volte sotto falsa bandiera – utilizzando il terrorismo – e comunque agitando retoriche patriottiche che non corrispondono mai alle vere intenzioni degli oligarchi che intessono trame dinamitarde, ogni giorno più pericolose. Da decenni il Medio Oriente petrolifero è la polveriera del mondo: possono cambiare gli attori e il copione può subire variazioni, ma la sostanza non cambia. L’uomo che volle fermare una volta per tutte questa follia – Yitzhak Rabin – fu assassinato nel ‘95 a Tel Aviv: non da palestinesi, ma da un estremista ebraico. Da allora, la situazione è preciptata: l’11 Settembre, le guerre “americane”, l’orrore dell’Isis e l’affermarsi della potenza iraniana, a sua volta – sostiene Carotenuto – controllata da un gruppo di potere “oscuro” che non finirà mai in televisione. Tutti si guardano in cagnesco, col dito sul grilletto. Il pericolo di un’esplosione cresce. Ma i popoli della regione non hanno mai avuto una sola occasione per parlarsi e chiarirsi, in modo trasparente. A dominare, più che mai, è il vecchio copione della guerra, fondato sulla menzogna di chi agita bandiere ma pensa soprattutto ai soldi, sapendo che in ogni caso il “vortice della tensione” è l’alimento perfetto per rendere eterna la logica aberrante del conflitto, che pare destinata a non finire mai. Fino a quando?
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Carotenuto invita a leggere la situazione evitando semplificazioni o, peggio, l’errore tipico delle tifoserie che parteggiano per gli ipotetici buoni contro gli altrettanto ipotetici cattivi. Si fa presto a dire “Israele”, “l’Iran”, “gli Usa”, come se in guerra fossero intere nazioni. Si tratta di élite pericolose, di oligarchie nascoste. (Articolo )
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Interessante….molto interessante questa frase.
“gli Sciiti di Hamas, vicini all’Iran”…. ma Dio mio, ma perchè?? Ma perchè questi pseudo-guru ‘ex-insider’, devono per forza fare i tuttologi?
Hamas sciita?? Ehhh? Boh…
Hamas, semmai è più vicino ideologicamente ai Fratelli Musulmani, anche se la nuova leaderscip si è scostata dalla linea turco-qatariota tenuta dalla dirigenza precendente.
Hamas, la nuova dirigenza, si è progressivamente avvicinata all’Iran, in quanto quest’ultimo è il solo Stato o Paese che non ha mai abbandonato i palestinesi, continuando a sostenerli, mentre tutti gli altri Paesi musulmani hanno sempre predicato bene ma razzolato male, non facendo nulla di concreto nei riguardi dei palestinesi e del genocidio che subiscono da molti decenni. Solo l’Iran e la Siria hanno SEMPRE cercato di aiutare concretamente i palestinesi; se non era per l’Iran e la Siria, i palesinesi non avrebbero nemmeno i sassi per potersi difendersi. Il regime sionista, ha paura che l’Iran sopratutto, ma anche la Siria, possano cominciare a cooptare Hamas, trasformandolo in un movimento di resistenza anti-sionista molto temibile, come è stato fatto con Hezbollah in Libano (che il regime sionista TEME, anche se cerca di non farlo vedere). Hamas negli anni precedenti si schierò politicamente contro la Siria laica e contro Assad, nonostante Hamas abbia sempre ricevuto aiuto e supporto da Damasco e dagli Assad; Hamas seguì la linea del Qatar e della Turchia, ma successivamente capì poi (dal 2014-2015) che tale politica sarebbe stata un suicidio in tutti i sensi. Hamas è nato come movimento di difesa dall’occupazione sionista, e se non prende sul serio il suo compito principale, il suo motivo di esistere cessa. Per questo la nuova dirigenza di Hamas ha ripristinato i rapporti con Damasco, abbandonando quelli con Turchia e Qatar. Succesivamente, dal 2015 in poi, alcune brigate paramilitari facenti parte di Hamas hanno cominciato a ricevere regolarmente sostegno dall’Iran (armi nuove ed efficaci, addestramento, soldi, intelligence e copertura politica) in funzione anti-sionista, anche se ovviamente non in modo paragonabile ad Hezbollah.
Ha ragione Carotenuto, le guerre se le fanno davvero, e in quel posto ci rimettono sempre i popoli, che con questi conflitti vorrebbero prenderne le distanze. Comunque se vogliono soggiogare l’Iran, le élite occidentali prenderanno una bella batosta, e ovviamente le conseguenze del conflitto giungeranno non solo alle porte dell’Europa ma nel cuore di tutta l’Europa.
Senate Committee Approves AIPAC Bill to Give Israel $38 Billion Over 10 Years, With Additional Perks
By Michael Wilner
July 12, 2018 “Information Clearing House” – WASHINGTON – A Senate panel approved a bill on Tuesday endorsing a decade-long aid package to Israel brokered by the Obama administration.
The US-Israel Security Assistance Authorization Act of 2018 authorizes a memorandum of understanding negotiated in 2016 between the two governments which will provide Israel with $38 billion in military aid between 2019 and 2028.
http://www.informationclearinghouse.info/49836.htm
Pratically, the US cannot afford health care or Social Security, but the Senate has $38 billion in protection money to pay Israel, hence, it isn’t just a matter of dangerous elites and hidden oligarchies as Fausto Carotenuto was saying.
In other words, the US and Israel are just the two faces of the same medal.
Ricordate che come riportato anche qua: https://www.libreidee.org/2018/05/loccidente-teme-liran-sovrano-non-riesce-a-sottometterlo/
L’occidente teme l’Iran sovrano perchè NON riesce a sottometterlo.
Il vero problema, in questo caso, è il sionismo. E’ un dato di fatto, inconfutabile.