Spaghetti-Trump cercasi: Emiliano, dopo Salvini e Grillo
I più spiazzati dalla vittoria di Donald Trump sono stati quelli che più avrebbero dovuto aspettarsela. Ma si sa, gli Dei rendono ciechi coloro che vogliono perdere. Da quando il fascistone è diventato presidente degli Stati Uniti, quaggiù s’è aperto il talent per la ricerca del “Trump all’italiana”, lo Spaghetti Trump. Salvini e Grillo sono in pole position da tempo, ma adesso persino il Pd ha il suo concorrente: Michele Emiliano. Nonostante il ruolo di populista di grana grossa che interpreta, però, la manovra con la quale il corpulento governatore della Puglia ha accompagnato fuori dal Pd quasi tutti gli altri antirenziani, suoi concorrenti diretti, per poi non seguirli è stata di rara sottigliezza. Adesso Emiliano è l’unico leader dell’opposizione interna al Pd (Orlando è solo un proxy di Napolitano) e quando Renzi si sarà schiantato definitivamente, potrà ereditare il partito. Renzi è un perdente che continuerà a perdere, a maggior ragione adesso che ha esaurito le cazzate da spacciare.
Perderà sia le amministrative che l’eventuale referendum sui voucher. Persino le primarie aperte del Pd sono a rischio, da quando l’astuto Emiliano le ha indicate come nuova ordalia antirenziana, invitando a votare tutti coloro, dentro e fuori dal Pd, che vogliano infliggere al Cazzaro la disfatta definitiva. Per le elezioni politiche il Pd avrà quindi comunque disperatamente bisogno d’un altro leader spendibile che riesca nel compito fallito da Renzi: catalizzare il voto anti-establishment per convogliarlo nel principale partito dell’establishment. Di fronte agli elettori del Pd, Emiliano potrà vantare d’essere un oppositore leale che ha cercato di evitare la scissione per il Bene Supremo del partito, e che ora potrebbe ricomporla. Di fronte agli altri elettori, reciterà la sua solita parte di populista verace, che alle ultime regionali gli ha fruttato un vasto consenso trasversale. A prescindere dalla sua riuscita, la strategia di Emiliano per scalare il Pd è un notevole esempio della congenita doppiezza del cosiddetto centrosinistra.
Non sono migliori gli scissionisti Dp, che pur continuando a sostenere il governo, progettano di raccogliere voti a sinistra del Pd, per poi rivenderli allo stesso Pd con la Grossolana Coalizione auspicata dal nefasto Scalfari, che va da Brunetta a Vendola in funzione anti-M5S. In realtà ognuna delle loro tortuose manovre avvicina al governo sia Grillo che Salvini. Che la parola “Sinistra” sia preda di certi grotteschi parassiti è una delle ovvie cause dell’avanzata delle destre. La protesta di ambulanti e tassinari inferociti davanti alla sede del Pd dove si celebrava l’ennesimo rituale bizantino è stata la perfetta rappresentazione plastica della situazione. Le bombe-carta che hanno fatto saltare in una pioggia di cocci tutti i vetri della strada non hanno scosso i piddini dalle loro procedure ossessivo-compulsive, che accelerano la rovina che vorrebbero scongiurare. Ma si sa, gli Dei rendono sordi coloro che vogliono perdere.
(Alessandra Daniele, “Trump It”, da “Carmilla Online” del 26 febbraio 2017).
Visto che l’establishment dà segni di scricchiolamento, c’è da aspettarsi un po’ ovunque che qualcuno cerchi di cavalcare la tigre del “populismo”: la quale ha due zanne in apparenza formidabili: 1. il rifiuto della “globalisation” – 2. il rifiuto della propaganda LGBT. – Ma il primo porterà alla glocalisation (come notato ieri da Barnard, che, al di là dell’insopportabile narcisismo, non è scemo). Il secondo è già stato sterilizzato dalla perdita di diritti civili e politici, dalle nuove normative etico-giuridiche già radicate ovunque…e sterilizzato non solo da questo, ma dalla perdita orwelliana di elementare privacy. – Che è irrevocabile; e non sarà “populisticamente” recuperata.
Il fatto è che, se il riferimento planetario è Trump, a me sembra che non solo manchino ideologie, ma manchino addirittura idee degne di questo nome. La sua “America first” ha due facce, e gli “alternativi” prendono in considerazione solo la prima: l’interesse nazionale prima di tutto, e fin qui va bene. Ma c’è pure una seconda faccia dell’ America first: quella già obamiana della “nazione eccezionale”; dev’esser lei la prima su tutti gli altri; quindi ha la faccia dell’imperialismo. Sperare che sia proprio un presidente degli USA ad essere il grimaldello che fa saltare l’imperialismo e il capitalismo mi sembra un po’ troppo. Ma forse qualcuno ci crede, o meglio fa finta, così può “cavalcar la tigre” in casa sua, per imitazione. Cosa non si fa per la carriera!! – Ci muoviamo sempre nella sala degli specchi, nel castello delle illusioni… il castello di Atlante.
Quanto ai tentativi “trumpiani” all’interno del PD, vediamo cosa ne verrà fuori. Ma quel che fa o potrebbe fare il PD mi lascia totalmente indifferente…..Ne manca ancora di tempo per trovare un’alternativa che “fa male” all’establishment !!!
Parafrasando: Emiliano, il furbetto del pidiino.
Ma chi l’ha sciolta a questa
Quanto ai tentativi “trumpiani” all’interno del PD, vediamo cosa ne verrà fuori (Giannetto )
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Perdonatemi il termine: ne uscirà fuori una “cagata” (una ne fanno..e mille ne pensano ) ….quelli son capaci a produrre solo quello. Non capisco perché ci siano milioni di persone che ancora “credono” con il voto alle loro proposte (non che gli altri siano migliori..ma il PD…è il peggio del peggio )
dei lestofanti patentati e stomachevoli….