Letta, l’esultanza e la realtà: Italia svenduta agli stranieri
E bravo Letta: il premier esulta per il contentino strappato a Bruxelles, che ci concede di spendere un po’ di soldi – i nostri, comunque – mentre il piano europeo di devastazione del paese va avanti indisturbato, e senza che i media mainstream e i partiti ne parlino mai. «Le vittorie di Letta sono quantitativamente insignificanti e servono a non parlare dei vizi strutturali macroeconomici dell’Eurosistema», accusa l’analista indipendente Marco Della Luna, che “smaschera” – conti alla mano – la reale portata dell’operazione d’immagine gestita dal governo. «Dal potere europeo – spiega Della Luna – Enrico Letta ha ottenuto 1,5 miliardi spendibili in due anni a partire dal prossimo gennaio, e altri 7 miliardi in cofinanziamento, cioè 3,5 messi dall’Italia e 3,5 messi dall’Ue, però con soldi dei contributi italiani, grazie a una deroga al plafond del 3% di disavanzo pubblico». Sostanzialmente, per tutto il 2014, «si tratta dell’autorizzazione a spendere soldi quasi tutti nostri».
Di fatto, si tratta di importi molto modesti: 7,75 miliardi sono «meno dell’1% della spesa pubblica complessiva e meno dello 0,5% del Pil». E’ meno di metà di quel 20% che l’Italia ha già versato nel Mes, il “Fondo salva-Stati” detto anche “Meccanismo europeo di stabilità”. Cifrette, pari a «meno del 3% dei capitali italiani fuggiti all’estero sotto l’azione del governo Monti». Quello che Letta si vanta di aver “rimediato”, continua Della Luna, rappresenta appena lo 0,7% della svalutazione del patrimonio immobiliare nazionale, franato sotto il governo Monti, ed è appena «il 25% del calo del Pil previsto per quest’anno». Di che vantarsi, dunque? «Questi 7,75 miliardi – aggiunge Della Luna – per il settore produttivo sono ancor più risibili in confronto ai 2.000 che la Bce ha creato per le banche, recentemente», con una manovra che in realtà vale «zero miliardi per l’economia reale», dal momento che “salva” solo il sistema finanziario. Ben diverso il peso della Fed, che immette ogni mese 85 miliardi di dollari, dopo averne creati 16.000 tra il 2007 e il 2011 per puntellare le banche di tutto il mondo.
Domanda: perché si danno migliaia di miliardi alle banche, per la speculazione finanziaria,e senza il minimo timore di scatenare l’inflazione, mentre al settore produttivo si lesina il diritto di investire i suoi stessi soldi? Ma niente paura, Letta esulta e ora cresce nei sondaggi: «L’impatto psicologico è soggettivo, non risponde ai numeri oggettivi e opera sull’immediato, non tenendo conto delle scadenze di autunno: ammortizzatori sociali, F-35, Iva, Imu, ondata di licenziamenti, legge di bilancio». L’effetto-sollievo è così effimero da ignorare il fatto che, «in Italia, ogni 20 minuti fallisce un’impresa», e che «nel 2012 gli investimenti stranieri sono crollati del 70% – evidentemente, all’estero è chiaro che la barca sta affondando». Prevale il profilo socio-psicologico, perché governo e mass media codificano i “successi” di Letta in questi termini: «Siamo stati obbedienti al modello economico-finanziario dominante e alle conseguenti prescrizioni dell’Autorità, quindi il potere effettivo ci premia, permettendoci di spendere di più (dei nostri soldi) e dandoci da spendere un po’ di soldi suoi (una piccola parte quelli che le avevamo versato noi)».
Per Della Luna, si tratta di «una visione paternalistica e infantile, nella quale vi è appunto un’Autorità, per sua natura detentrice della ragione e del potere, della legittimazione, che ci insegna come funziona l’economia, che ci dice come dobbiamo fare, che ci punisce se non obbediamo, che ci premia se obbediamo (compiti a casa)». Peraltro, il “premio” consiste «nel lasciarci usare i soldi nostri o nel renderci un po’ di quelli che abbiamo dato». In questa visione, «di tipo autoritario, paternalistico, antiscientifico e dogmatico», non è previsto che si verifichi seriamente se il modello economico-finanziario adottato sia stato confermato oppure confutato dai fatti, e se e le ricette prescritte abbiano avuto gli effetti promessi o, al contrario, siano state smentite. «Quello che conta è il rapporto di approvazione-disapprovazione con l’Autorità, non di successo-insuccesso con la realtà». Basterebbe applicare un minimo di razionalità per scoprire che il pazzesco sistema finanziario adottato nell’Eurozona, semplicemente, non avrebbe mai potuto funzionare: lo confermano i risultati e gli indicatori-chiave, cioè Pil, debito, occupazione, domanda, investimenti, bilance commerciali, convergenza tra i sistemi-paese, prevenzione delle crisi e stabilizzazione dello sviluppo.
Metodo: in teoria, ci si dovrebbe accertare sull’efficacia del sistema, verificare se e quanto funzioni, chi avvantaggi e chi svantaggi, se è sostenibile oppure no. «Se non ha funzionato, se ha causato danni, tendenze nocive e maggiori divergenze, allora obbedirgli è stupido: va cambiato o abbandonato perché è sbagliato». Peccato che gli inventori dell’euro ne fossero perfettamente al corrente fin dall’inizio: l’attuale crisi era precisamente l’esito voluto. «L’adozione dell’Eurosistema, ossia di un sistema di cambi fissi tra i paesi aderenti, mantenendo separati i loro debiti pubblici e stabilendo che questi dovessero essere finanziati sui mercati speculativi globali, territorio di caccia di pochi grandi gruppi privati sovranazionali che li manipolano, poneva un problema ovvio e gigantesco: come compensare gli sbilanci delle partite correnti tra i paesi membri, dato che i meno efficienti avrebbero importato di più ed esportato di meno, finendo per indebitarsi verso quelli più efficienti, cioè finendo per dover pagare loro flussi di interessi notevoli, il che avrebbe peggiorato ulteriormente la loro efficienza e competitività, in un avvitamento letale – che è ciò che stiamo vivendo in Italia». Tutto questo, oltre al fatto che i paesi debitori non hanno più potere negoziale, ormai concentrato nelle mano ai paesi creditori, «dando così a questi l’egemonia sulle strutture comuni e il modo di usarle sempre più nel proprio interesse, a spese dei paesi debitori».
Negli Usa, spiega Della Luna, il problema è stato risolto a monte grazie ad un unico bilancio federale, a un debito pubblico unico e comune a tutti gli Stati federati, e ad un’autorità centrale che trasferisce attivi e passivi ripianando i deficit degli Stati in difficoltà attraverso la leva della spesa pubblica, evitando così il default dei singoli Stati in affanno. «In Europa questo non è stato fatto, ed è il più importante dei difetti, la causa primaria del malandare. E ovviamente non se ne parla all’opinione pubblica, e non si fa nulla per correggerlo nelle sedi europee». Letta esulta, naturalmente, «ma non dice che, sul piano macro, non vi è stata – per compensare gli squilibri delle partite correnti entro l’Eurozona – l’ammissione dell’interdipendenza organica tra gli euro-paesi con l’istituzione di un euro-ministero federale delle finanze che compensasse gli squilibri, imponendo ai paesi con notevole e strutturale avanzo di reinvestirlo, in parte, nei paesi con disavanzo, e di neutralizzarlo, in parte, mediante l’aumento della domanda interna».
Vi è stata, invece, «la diabolica scelta – diabolica perché divisiva, contrapponente – da parte della Commissione Europea, di stabilire che sono accettabili (e non si deve intervenire) disavanzi delle partite correnti fino al 4%, ma surplus fino al 6%». Così, la Germania è stata “in regola” mentre, anno dopo anno, comprimendo i salari e la spesa pubblica, accumulava avanzi su avanzi e crediti su crediti, negli scambi intra-euro, con pari accumularsi di disavanzi e debiti e maggiori interessi passivi a carico dei paesi periferici, fino agli attuali scompensi critici. Proprio a causa del rifiuto di riconoscere l’interdipendenza economico-finanziaria tra i paesi membri, continua Della Luna, in Europa c’è stata «l’imposizione del principio “ciascuno per sé faccia i compiti a casa”, ossia che chi è in disavanzo di partite correnti debba e possa pareggiare (procurarsi denaro) solo offrendo alti tassi e tagliando i salari per competere nelle esportazioni, mentre i paesi già competitivi aumentano la loro competitività grazie all’afflusso dei capitali in fuga dal fisco e dall’instabilità e dalla recessione dei paesi deboli, e al conseguente minor costo del denaro». Tutto questo sta demolendo la competitività del sistema-Italia, perché genera una spirale negativa e implosiva, fatta di tasse, tagli, recessione, deflusso di capitali, “demonetazione” e credit crunch, insolvenze e fallimenti a catena.
Mentre aumenta l’indebitamento dell’Italia e degli altri paesi periferici verso i paesi euro-forti, conclude Della Luna, cresce anche l’emigrazione dei lavoratori, che dal Sud-Europa cercano uno stipendio in Germania e negli Stati nel nord, «oltre che verso altri paesi extra-euro che si difendono grazie al mantenimento di una certa autosufficienza monetaria, come Regno Unito, Usa, Giappone e Cina». Beninteso: nessuno vuole che si parli di questo perverso meccanismo macro-economico. La congiura del silenzio è imposta dalle massime autorità – Bce, Commissione Europea, Fmi – e giù giù fino al governo italiano e ai partiti che lo supportano. «Il fatto che il governone Letta non apra questa discussione, che in sede europea è quella che conta, ma si accontenti di più flessibilità e di qualche premio di buona condotta da parte dell’Autorità europea, lo palesa quale inutile arca di Noè della partitocrazia parassitaria, la quale – pur essendo causa essenziale del male nazionale – continua a millantarsi, all’interno, come soluzione di quel male, per non mollare colli e poltrone. E a offrirsi, all’esterno, come garante degli interessi del capitalismo straniero sul nostro paese».
(Marco Della Luna, “Letta, l’esultanza e la realtà”, dal blog di Della Luna del 4 luglio 2013).
quella bandierina blu ormai è dappertutto…
siamo occupati dallo straniero e tutto ciò è davvero irreversibile purtroppo
lelamedispadaccinonero.blogspot.it
Il tumore non si guarisce con l’aspirina
ne con i cioccolatini, va estirpato.
In un sistema totalitario, il capo dello stato, detta le leggi e il popolo è suddito di questo personaggio, che potrebbe essere un Re, un imperatore, o un dittatore.
La storia è piena di questi personaggi, e purtroppo ancora oggi ce ne sono troppi, che tengono i loro popoli come schiavi, nella fame, nei soprusi, e quando questi si ribellano, spesso sono massacrati.
In democrazia, il popolo elegge i suoi amministratori.
Questi dovrebbero essere al servizio del popolo, hanno il
compito di gestire lo stato e stabilire le regole necessarie, affinché si crei
un giusto equilibrio di scambio, di giustizia, di pace, e libertà, per la serenità dei cittadini e il futuro delle generazioni.
Spesso accade che questi signori, raggiunto il potere si dimenticano quale è il loro compito, diventano ignoranti, e forse molti di loro lo erano già, e non essendo capaci di governare, formulano, leggi contro sopravvivenza atte solo a chiudere ogni opportunità, poiché,( incapaci), gli rimane facile chiudere.
Questi onorevoli signori, rendono il popolo sovrano, loro suddito, e si prendono tutti i privilegi per arricchire il loro portafoglio.
Tutto il mal gestire, crea un aggrovigliarsi di regole, che mettono in pericolo il futuro delle famiglie, produce, corruzione, evasione, ingiustizia,
poca fiducia nel futuro, ansia, disoccupazione, disperazione, e non per ultime, paura, e miserabilità.
Con l’evento della unione Europea, si sarebbe dovuto creare, unione di stati federali, con unico governo centrale, e una costituzione, che doveva stabilire quelle regole di base, che pur unificando gli stati, manteneva la libertà
di questi nella loro autonomia, nell’interesse del futuro dei popoli, e della pace mondiale.
In vece si è fatto il solito minestrone con la cipolla. (miscuglio).
Si è pensato a fare le leggi sul fagiolino, sulla lunghezza della banana, della zucchina, di quanti semi deve avere il pisello, a distribuire contentini, tramite prestiti iniqui, senza un vero programma di sviluppo.
La cosa più importante, la moneta, che è gestita dalle grandi banche mondiali.
Queste stampano e prestano il denaro agli stati, i quali dovranno restituirli con gli interessi, e questi si stanno indebitando sempre di più, grazie anche, al fatto che i politici di alcuni paesi europei, tra questi, anche il nostro, non hanno saputo gestire, le risorse, hanno creato sprechi e investimenti sbagliati, accumulando debiti su debiti, e per pareggiare i bilanci hanno aumentato le tasse
bloccando l’economia, creando disoccupazione, e disperazione.
Con il tempo questi luminari bancari (benefattori, internazionali,)
si impossesseranno dei territori appartenenti ai popoli.
Mi domando, non sarebbe meglio che il denaro lo stampi lo stato?
Lo stato stampando denaro per costruire le infrastrutture, necessarie, e servizi utili, case per i cittadini, senza ruberie e favoritismi, con intelligenza politica, e onestà, distribuirebbe questa moneta al popolo, tramite il lavoro, cosi eliminerebbe la disoccupazione, aumenterebbero i consumi, si metterebbe in moto l’economia, l’aumento dei capitali dello stato, in sostanza, la ricchezza delle nazioni. (Non dimentichiamo, il lavoro è la vera ricchezza, più dell’oro)
Signori politici: Oggi siamo arrivati al punto che molti cittadini onesti si uccidono per la disperazione, che cosa aspettate, a ridare, il potere
alla politica, che il popolo vi ha affidato? Forze anche voi siete succubi di quei poteri economici gestiti da anime dannate, che sono capaci solo di sfruttare la gente incuranti delle loro vite? Possibile, che non si riesce a fare una politica vera? La politica, deve servire a creare equilibrio di scambio nella società,
attraverso leggi atte a proteggere il principio di sopravvivenza, che si basa sulla produttività, la procreatività,e la creatività, della natura, di qui l’umanità ne è parte integrante, le leggi che non rispettano questo principio, sono un abuso di poteri ignoranti, ottusi e mafiosi che non si rendono conto del male che stanno
facendo a tutta l’umanità, e alla fine essi stessi pagheranno, perché non basterà tutto il sangue delle anime innocenti, versato nel mondo per lavare i loro peccati.
Le leggi atte a premiare il principio fondamentale, sopra descritto, oltre a creare, sviluppo, porterebbe, vera giustizia, libertà, benessere e pace per tutto il genere umano.
In oltre, i governi, trarrebbero grosse entrate, tassando i consumi, e non le persone, così avrebbero un migliore controllo, creerebbero più sviluppo, più lavoro, servizi, necessari ai cittadini, senza strangolarli, con tasse insopportabili.
Questa secondo il mio modesto parere si chiama democrazia, altrimenti è solo un monopolio mafioso, e dittatura mascherata.
Non dimentichiamo che la moneta è un mezzo di scambio,e di potere, per la libertà, ma è anche un’idea basata sulla fiducia dello stato che rappresenta, perciò stiamo attenti, mal gestendo la politica, potremmo trovarci, un bel pugno di mosche in mano.
Per caso mi è venuta in mente una domanda: Questi magnati della economia che hanno dato la loro anima al demonio, una volta che hanno acquisiti i territori e i capitali degli stati e dei popoli non svaluteranno la moneta?
Forse cosi facendo aumenteranno il valore dei loro capitali?
Una volta che i popoli non avranno più potere quanto valeranno i loro capitali?
Forse intendono ricreare la schiavitù dei secoli passati?
Tutti i migliardi di danni creati da alluvioni, incendi, siccità, frane ecc.ecc.
Sarebbe molto meglio investirli per prevenire e curare i territori, questo creerebbe tanto lavoro e tanta ricchezza e benessere per tutti.
Ai politici onesti imploro! Coraggio! Diamo il potere ad una vera politica!
(SE SBAGLIO, CORREGGETEMI, GRAZIE!)
RICETTA
UNO STATO CHE FUNZIONI MEGLIO, IN PREVENZIONE.
TUTTI SAPPIAMO, CHE NON SI PUO CURARE IL TUMORE CON ASPIRINE.
BISOGNA ESTIRPARE IL MALE ALLA RADICE.
1) DIMEZZARE IL COSTO DELLA POLITICA.
2) ELIMINARE GLI SPRECHI E LE RUBBERIE DI CERTI POLITICI.
3) ELIMINARE LA CORUZIONE DI ALCUNI BUROCRATI.
4) EVITARE PENSIONI FASULLE E ASSENTEISMO DAL LAVORO.
5) RIDARE LA DIGNITA’ AL LAVORO TRAMITE IL GIUSTO RICONOSCIMENTO, PREMIANDO RESPONSABILITA’
PRODUTTIVITA’ E ONESTA’ CHE E’ FONDAMENTALE.
6) RIDARE LA MONETA ALLO STATO, NO ALLE BANCHE.
7) UN SISTEMA FISCALE PIU EQUO.(tassando le cose no le persone.)
9) INVESTIRE SUL TERITORIO, BONIFICANDOLO DALL’INQUINAMENTTO, CHE HA RAGGIUNTO LIVELLI PERICOLOSISSIMI, CREANDO INFRASTRUTTURE UTILI.
10) UTILIZZARE LE INFRASTRUTTURE ESISTENTI.
11) PIU AMMINISTRATORI ONESTI E CAPACI.
12) LEGGI PRO SOPRAVVIVENZA NO CONTRO.
EQUITA, GIUSTIZIA , SOLIDARIETA , = BENESSERE PER TUTTI.
QUESTO PROGETTO DI UNIFICAZIONE DELL’EUROPA è STATO PIANIFICATO DA MOLTISSIMI ANNI DA PERSONE SENZA ANIMA ANZI ANIME DANNATE CHE SE FREGANO DELLA POVERA GENTE.
QUESTI SIGNORI VOGLIONO RAGGIUNGERE IL POTERE MONDIALE, LA DOVE NON RIESCONO CON LE ARMI E IL TERRORISMO CI PROVANO CON IL SISTEMA ECONOMICO,CREANDO LA CRISI,LA CONFUSIONE E LA PAURA.
SOLO CON UNA RIVOLUZIONE CULTURALE DI MASSA RENDENDO I POPOLI CONSAPEVOLI DI REALTA’ SI POTRA’ RIUUSCIRE DA QUESTO SFACELO PROGETTATO DAI FALSI PROFETI,CHE SI SONO SERVITI DI MEZOGNE FACENDOLE PASSARE PER REGOLE DI VITA DA ACCETTARE.
LA PACE POSSIBILE.
La storia, e non solo, anche il presente, ci mostrano, che nel mondo seguitano a svolgersi conflitti sanguinosi con stragi d’innocenti.
Il livello di coscienza dei popoli è ancora troppo basso perché costruisca la pace.
Maestri della storia da Aristotele, Gesù, Gandi, W. Loter Cheeng e tantissimi altri, martiri e santi, si sono prodigati, per dare agli uomini una coscienza che li rendesse liberi di essere e di fare, capaci di controllare ed essere controllati e vivere in armonia con la natura e fra loro con l’amore e il rispetto, che scaturisce dalla dignità.
I poteri forti della storia hanno eliminato questi maestri, con loro anche tutti gli uomini che predicavano e lottavano per la pace e la giustizia, poiché, al potere da fastidio l’uomo che ragiona, a loro serve un gregge di pecore ignoranti, furbette e incapaci, controllate con la paura, da mungere, da tosare e mandare al macello in nome di ideali fasulli e magari in nome di DIO ad uccidere altri come loro.
Il mondo, purtroppo è in mano ai grandi monopoli del potere.
PRIMO le grandi banche internazionali che controllano i mercati favorendo le grosse speculazioni e quindi inflazione, frecandonese altamente della povera gente.
SECONDO i grandi armatori costruttori d’armi, ai quali le guerre fanno comodo al loro portafoglio, perciò il loro scopo è di fomentarle, magari servendosi anche del terrorismo o di dittatori pazzi e senza scrupoli.
TERZO i monopoli dell’energia, che gestiscono, petrolio, nucleare e grandi centrali idriche invadenti e pericolose e vanno d’accordo con i primi sopra scritti.
QUARTO Molti capi di dottrine religiose, che invece di illuminare le menti, liberando gli uomini dall’ignoranza e la pigrizia, aiutandoli ad esprimere la creatività che è nella loro natura, li addormentano, li rendono ignoranti di realtà, superstiziosi e paurosi, spesso alcuni di essi fanno anche di peggio.
QUINTO le dottrine politiche, gestite da politici faziosi e demagoghi, interessati a mantenere la loro poltrona e spesso sottoposti ai poteri di qui sopra e ai sindacati che fanno ostruzionismo per avere anche essi la loro fetta.
SESTO le sette mafiose organizzate, con spaccio di droga, furti, rapine, emigrazione clandestina e chi più ne ha più ne metta.
SETTIMO, guerriglieri fanatici e faziosi che con la scusa dei loro ideali, spacciano droga, commerciano armi per distruggere e uccidere.
OTTAVO, Non per ultimo il potere burocratico,(corrotto)che dovrebbe servire a mantenere ordine, invece crea confusione e intralcia la produttività.
NONO Alcuni professori e insegnanti che spesso spargono cultura fasulla, demagogica invece di illuminare le menti dei giovani imparandoli a ragionare ed usare gli strumenti che la natura gli a dati, in modo che questi possano affrontare il futuro con capacità e determinazione.
DECIMO Lo statalismo, economico e politico, mascherato da democrazia, che impone ai propri cittadini, leggi, che non rispecchiano la giustizia, poiché, queste sono contro il principio di sopravvivenza e non premiano la creatività.
Potrei seguitare, ancora ma mi fermo, tanto molte cose si sanno.
Quando i popoli aumenteranno il loro livello di coscienza, illuminati dalla verità, dettata dai grandi maestri, e riconquisteranno la dignità, e il senso della giustizia, nel rispetto della natura, quando non si lasceranno più abbindolare dai falsi profeti religiosi e dai demagoghi politici, quando i monopoli sopra descritti capiranno che distribuire le ricchezze, premiando la creatività e la responsabilità, dando ad ogni essere umano, tramite un lavoro dignitoso, la possibilità di raggiungere i loro scopi di vita e di sopravvivenza, quando questi signori megalomani e super potenti, capiranno che anche loro non sono eterni, poiché tutti si muore, che, costruire è meglio che distruggere, e ciò converrebbe anche ai loro interessi.
Solo allora, la pace sarà possibile.
Non dobbiamo dimenticare che la natura è sempre la più forte, se noi seguiteremo ad infrangere i suoi equilibri, senza curarla con attenzione, attraverso la scienza, e la ricerca per salvaguardare questi valori naturali, come nostro dovere, presto avremo la pace: ( quella eterna ).
USCIRE DALLA CRISI.
DAL LIBRO BIANCO DEL CITTADINO.
Dai principi fondamentali della costituzione italiana, si rileva quanto segue: art.(1) L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. articolo (4): la Repubblica, riconosce a tutti i cittadini, il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto, e In questo confida ogni cittadino onesto.
Il lavoro è importante per la vita, per la sopravvivenza, per la dignità e la libertà.
L’articolo 53 della costituzione Italiana informa: tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
La prima parte dell’articolo è scontata, poiché ogni cittadino onesto è disponibile a contribuire alle spese che lo stato deve sostenere: (fermo restando che ci sia un riscontro reale al loro contributo.).
La seconda parte dell’articolo è sicuramente erronea e non rispetta il principio fondamentale della vita e della sopravvivenza che si basa sulla produttività e la creatività.
Il criterio di progressività, essendo contrario a questo principio, premia la non produttività, castiga la creatività, mette in difficoltà la sopravvivenza del cittadino, crea lavoro nero e legittima l’evasione.
LA PERCENTUALE IN NATURA STABILISCE L’EQUO CANONE, NON BISOGNA COMBATTERE LA RICCHEZZA, MA LA POVERTÀ CHE GENERA MISERABILITA’.
Tutti, siamo produttori, poiché lavorando, svolgiamo un servizio alla società, e siamo tutti consumatori, poiché bruciamo energie per vivere, e tutti i costi che dobbiamo sopportare come produttori, li ritroviamo al mercato come consumatori, i maggiori
costi abbassano il nostro potere di consumatori, creano il fermo dei consumi,mettono in difficoltà le aziende il lavoro e lo stato.
Il denaro, per la società, è come il sangue per il corpo umano, dove arriva porta ossigeno e salute, e se in una parte del corpo non arriva a sufficienza, questa si
ammala, dove arriva troppo sangue, avviene la congestione, la malattia, dell’arto e la sofferenza del corpo.
La tassa sul reddito non combacia con la demograzia.
Bisogna tassare le cose e non le persone.
Vogliamo che il ricco paga più tasse basta mettere una accise più alta ai prodotti di lusso e dato che tutti consumano, si crea una libera scelta: così facendo il cittadino che vuole migliorare il suo tenore di vita, è stimolato a migliorare le sue condizioni economiche, lavorando di più e meglio e spendendo di più pagherà più tasse.
In questo modo miglioreremmo non solo l’economia ma anche la società, avremmo più consumi, più aziende floride, più occupazione, ovviamente i prodotti di prima necessità dovranno supportare accise minime,affinché tutti possano avere il necessario per vivere dignitosamente.
L’I.V.A. imposta valore aggiunto, è una tassa sul prodotto ed è un giro conto, che aumenta ad ogni passaggio, di fatto (diamo un valore al nostro servizio e su questo ci paghiamo l’imposta.) questa andrebbe sostituita con un dazio o accise alla fonte.
Se consideriamo che spesso un’azienda sana riesce ad avere un reddito netto del 10% al massimo del 20%. LIVA de10% sul lordo del valore aggiunto equivale al 50% del reddito netto, senza contare tutti i restanti balzelli e barzellette varie.
L’accise ( o dazzio ) sui consumi, dovrà avere una scala asseconda dei prodotti.
Tutti i prodotti di prima necessità, compresa la casa, avranno una accise minima, e man mano che l’ utilità dei prodotti diminuisce, questa, potrebbe aumentare, oltre per i prodotti di lusso . Ovviamente tre aliquote dovrebbero essere sufficienti.
Questo sistema consentirebbe la libera scelta per i cittadini, e uno stimolo per migliorare le loro capacità produttive, creative e sociali.
Il governo usando questo tipo di tassazione e inserendo il dazio sui prodotti importati, dai paesi dove la manodopera viene sfruttata, potrebbe abbassare le tasse alle imprese, controllare il mercato,e favorire l’esportazione, lo sviluppo delle nostre aziende e del lavoro.
Nel medesimo tempo si dovrebbero aumentare gli stipendi a quegli operai di quei popoli che ancora oggi sono sfruttati, dalle grandi società internazionali, in questo modo,
aumentando il loro potere di acquisto, si metterebbe in moto l’economia mondiale e questa povera gente non sarebbe costretta ad andare in altri paesi a cercare il lavoro.
La globalizzazione e il libero mercato deve servire al benessere di tutti i popoli, allo sviluppo economico e sociale, e alla pace, non al mantenimento dei monopoli, economici che sfruttano la gente.
Trattandosi di economia globale sarebbe giusto e conveniente, portare questi popoli alle stesse condizioni degli altri.
Potremmo favorire gli investimenti di capitali, nel nostro paese da dove questi sono evasi.
Un altro enorme abuso e danno economico che il sistema attuale, provoca a tutte le nostre aziende,viene creato dal fatto che le spese di manutenzione e di restaurazione eseguite per cassa, dalle aziende, si debbono scaricare dal reddito in 5 anni, mentre dovrebbero venire scaricate, al momento delle uscite di cassa, al saldo delle fatture stesse.(Questo non è corretto, e non è corretta la tassazione sulle uscite I.R.A.P.
Questa è un grosso abuso, ed è una trappola, una rapina che lo stato fa ai cittadini fa levitare i costi e frena lo sviluppo dell’economia crea lavoro nero, con gravi danni per lo stato stesso).
Tutto questo con il nuovo sistema verrebbe eliminato e aiuterebbe ad uscire dalla crisi.
Ovviamente in situazione di crisi economica, le fatture vengono pagate sempre più in ritardo, provocando enormi disagi alle aziende, che non avendo denaro disponibile non potranno pagare gli stipendi ai loro collaboratori e saranno costrette a licenziare i loro
dipendenti, aumentando ancora più la crisi già esistente, e lo stesso vale anche per lo stato che, con il tempo non potrà pagare il dovuto ai suoi impiegati.
Non dobbiamo mai dimenticare che la libertà ha bisogno di regole che debbono essere conosciute e rispettate da tutti, ma queste regole debbono essere pro sopravvivenza e non
contro, altrimenti sono solo, abuso di potere, una prigione da qui tutti sono costretti ad evadere.
Questo sistema di regole, costruite nei tempi passati, ormai obsoleto, mi fà pensare, che è stato creato di proposito da personaggi ignoranti, disonesti, e mafiosi, per costringere
la gente ad evadere per necessità di vita, e vivendo questi, fuori della legge avendo evaso, tacciono e subiscono tutte le angherie, le ruberie, i danni, gli sprechi e le ingiustizie, di questi onorevoli signori che hanno governato.
Tutto questo, con grande rammarico, ha provocato non solo il disagio economico, ma
soprattutto, degrado morale, etico e sociale.
Cambiano i suonatori ma la musica è sempre la stessa: coraggio! Cambiamo musica!
Se i nostri politici avranno il coraggio di cambiare politica, estirpando le cause che ci hanno portato a questa situazione, presto la crisi sarà solo un cattivo ricordo.
Lo scopo della politica non è di conquistare, ma di civilizzare; deve essere una lotta contro la stupidità e l’apatia che ci sta’ portando verso l’ autodistruzione. La vera barbarie della terra è l’ignoranza dei veri valori della vita; essa germina conflitti irrazionali tra ideologie, Invece, il governo di una nazione, dovrebbe essere gestito, da persone realmente sagge e oneste, che abbiano una buona cultura empirica, della vita e dell’economia.
Nei secoli passati e ancora oggi, i politici e i capi dei governi delle nazioni, non sono riusciti, o non hanno voluto, creare una vera democrazia sul nostro pianeta: essi hanno solo cercato il monopolio del potere e anno sempre protetto i monopoli economici esistenti, questo, non solo in Italia, ma purtroppo in tutto il mondo. Questi lunghi anni di mal governo, anno condotto il nostro pianeta in una situazione sempre più gravosa: l’aumento della disoccupazione è la prova indiscutibile. I problemi non risolti sono tanti e tutti connessi fra loro come gli anelli di una catena: la casa, la scuola, il lavoro, il turismo, il commercio, l’artigianato, l’agricoltura, l’industria, la giustizia, l’assistenza, la prevenzione, le infrastrutture e non per ultima, la libertà, intesa come vero potere democratico.
Da dove possiamo incominciare, per risolvere tutti questi problemi, se non dalla comunicazione? False verità e dati errati, a destra e a manca non servono.Questo giochetto ha fatto comodo a troppi, i quali si sono serviti delle menzogne per spodestare i loro avversari, la chiave è la comunicazione, ma questa deve essere basata, sul confronto delle realtà, fra le dinamiche che compongono la società, considerando, anche le minoranze, e soprattutto i cittadini, che ricevono attenzione, solo nel periodo delle votazioni, occorre un dialogo aperto tra cittadini e istituzioni, che aiuti queste a migliorare i servizi, ed acquisire maggior fiducia, allo scopo prioritario, di raggiungere l’accordo, per creare quelle regole che ricreino il giusto equilibrio, necessario alla rinascita dell’economia, della giustizia e della vera democrazia. Libertà è potere, ma il potere va dato alla responsabilità, premiando la produttività. In periodi d’emergenza economica molti governi cercano di creare occupazione, distribuendo posti per dare stipendi a più persone possibili, per far si che questo avvenga, cercano di diminuire anche l’orario di lavoro, tutto ciò dal punto di vista demagogico e pure umano potrebbe sembrare un ottima soluzione. Secondo la mia modesta opinione, è proprio lo stipendio che crea il disoccupato. In Italia e nel mondo, ci sono troppe persone che non producono pur percependo lo stipendio e tante persone a qui non viene dato il giusto riconoscimento per il loro lavoro. In oltre lo stato per assicurare occupazione a più persone grava di tasse il lavoro esistente, mettendolo in difficoltà. Il lavoro lo crea chi lavora e per se e per gli altri, perdere tempo sul lavoro e lavorare male è un costo che si paga sul prodotto.
Qualcuno dice bisogna lavorare di più, io credo, non di più, ma meglio.
I servizi hanno valore se sono utili e se funzionano, altrimenti sono solo un costo. Molti ministeri sono stati creati e se avessero funzionato a dovere, in comunicazione tra loro e con il mercato nazionale e internazionale, attivando dei programmi adeguati, tramite studi di ricerca sul territorio avrebbero sviluppato il loro valore, il lavoro nei loro reparti e nelle dinamiche di appartenenza. Nel nostro paese e nel mondo intero c’è tanto da costruire e lavorare, basterebbe un poco ONESTA’ e di buona volontà.
Non dimentichiamo, che la libertà è potere, ma non c’è peggiore schiavitù di una libertà senza regole: che debbono rispettare, il giuoco della vita, e della sopravivenza, (intesa come futuro delle generazioni) e queste regole vanno fatte rispettare, da tutti, altrimenti, creano ingiustizia, sfiducia, e grosse difficoltà al cittadino che le rispetta.
Molti grandi evasori, hanno portato i loro denari fuori del nostro paese, tutti se ne meravigliano e si scandalizzano, il governo di destra, volendo far rientrare questi capitali nel nostro paese, si è inventato il condono con una tassazione del 5% e la sinistra non è d’accordo, io credo che se in Italia e non solo, anche in Europa e in America, il sistema fiscale non cambia saranno molto pochi i capitali che rientreranno.
Il nostro gentilissimo governo, grazie alla bellissima idea dell’illustrissimo ministro Giulio Tremonti, ha posto il quesito, lavoro fisso o a tempo indeterminato come dir si voglia.
Questa proposta, sarebbe ottima, ma bisogna realizzarla, altrimenti è solo uno scope di carattere elettorale.
Nel tempo passato la nostra patria grazie al lavoro, e alla creatività, degli italiani, raggiungeva un livello di potere eccellente, che fu chiamato boom economico.
Da quel momento si pensò di ridistribuire la ricchezza ed aumentare i consumi, creando occupazione (l’occupato consumatore).
Questo sistema all’inizio dava buoni risultati ma esagerando in quel senso, senza dare una vera utilità e sviluppo ai servizi che lo stato creava attraverso i ministeri,
senza investire sulla ricerca e la specializzazione, senza creare infrastrutture utili al bisogno della vita dei cittadini.
Senza investire per il miglioramento del territorio, dell’agricoltura, della distribuzione delle acque, del mantenimento e cura dei boschi, dei giardini, dei monumenti, senza creare servizi utili a sviluppare il turismo, senza una comunicazione costruttiva tra i ministeri per raccogliere le informazioni necessarie allo sviluppo del paese.
L’occupazione diveniva un costo troppo alto e lo stato per sopperire,
a mantenere certi costi doveva aumentare le tasse, ai lavoratori autonomi, ai piccoli imprenditori, ai liberi professionisti, e alle piccole aziende, e addirittura,ai pensionati più poveri, poiché, ciò non bastava, siamo arrivati a versare allo stato un anticipo del novantotto per cento della tassa sul reddito un anno prima.
Tutto questo a creato l’aumento dei prezzi e uno stato d’emergenza grave, perciò molte persone pur percependo uno stipendio sono costrette ad eseguire altri lavori, ovviamente in nero e grazie anche questo la società italiana è riuscita ad andare avanti, e non solo per questo, grazie alla lira noi abbiamo avuto un gran flusso di turisti che compravano i nostri prodotti in quanto erano favoriti dal cambio.
Adesso il turismo in Italia non è diminuito come quantità, ma con l’evento dell’euro, il potere d’acquisto, dei turisti europei e specialmente americani, è
bassissimo, tanto più che i nostri prezzi sono troppo alti, grazie ai costi, che le nostre aziende debbono sostenere.
Quali sono le persone che non vorrebbero la sicurezza di un lavoro fisso?
Ora purtroppo, dalla emergenza siamo passati alla crisi, perciò dobbiamo decidere se vogliamo uno stato assistenziale, quindi una dittatura mascherata da democrazia, o una vera democrazia liberale e socialista, che assista i veri bisognosi e non crei uno stato di miserabili.
Abbiamo sentito parlare spesso di libero mercato, di globalizzazione, tutto questo doveva servisse a risolvere i nostri problemi, mentre a solo favorito i soliti magnati dell’ economia che se ne fregano della povera gente.
Quando si parla di libero mercato e di globalizzare si dovrebbe pensare alla sopravvivenza delle persone, che vivono di lavoro, e creare quelle regole che stabiliscano il giusto equilibrio di scambio nella società, altrimenti e inutile parlare di libertà, senza un giusto equilibrio non ci può essere giustizia, senza giustizia non esiste libertà.
Quella libertà, che consenta alle persone di buona volontà il potere, per raggiungere i propri scopi, tramite un lavoro dignitoso, e dal giusto riconoscimento.
Questi scopi, sono solo il desiderio, di creare una famiglia, avere una casa, e possibilmente un futuro per loro e i loro figli, semplicemente, una vita serena.
Da quando il ministro del lavoro Roberto Maroni ha cercato di regolamentare la legge sull’articolo 18, la sinistra e ugualmente i tre sindacati anno iniziato, una battaglia demagogica, solo per accattivarsi, consenso politico e screditare il governo: altrimenti, avrebbero dovuto raggiungere un accordo e stabilire, quelle regole che pur confermando i diritti dei lavoratori onesti, avrebbero, protetto le aziende dai lavoratori disonesti, che con comportamenti poco corretti, mettono in difficoltà le stesse e il lavoro degli altri operai, i quali oltre ad accollarsi gli oneri dei nulla facenti, devono accollarsi anche i compiti che questi non svolgono.
(Il fatto stesso che i sindacati e i partiti si sono esentati dagli obblighi dell’articolo 18 è la prova della loro ipocrisia.)
Non bisogna dimenticare che l’azienda è il piatto dove tutti ci mangiano, (l’imprenditore, l’operaio, lo stato e anche il sindacato.)
Le aziende devono dare profitti per sopravvivere e per creare nuove aziende, altri posti di lavoro e quindi più soldi per lo stato.
Un’azienda che muore è un grave danno per tutta la società.
L’imprenditore oltre al tempo, e la fatica, rischia il suo denaro per attivare l’azienda, che se va bene crea posti di lavoro per molte famiglie di collaboratori, e denaro per lo stato; se va male perde tutto e niente gli è riconosciuto.
L’imprenditore, quando deve licenziare un collaboratore, trova grosse difficoltà burocratiche, costi che vanno a gravare sul prezzo del prodotto al mercato, mettono in difficoltà il potere d’acquisto dei consumatori, le aziende, lo stato e il lavoro.)
Bisogna attivare un sistema più semplice, che crei più sviluppo più aziende più lavoro e benessere per tutti.
Fermo restando i diritti dei lavoratori che non possono essere licenziati senza giusto motivo, bisogna stabilire con chiarezza e giustizia, quali sono i giusti motivi, visto che se un’azienda è in crisi e non può pagare gli stipendi, non è considerato un giusto motivo e oltre al T.F.R. si pretende un’indennità, che va da tre mesi ad un anno di stipendio: anche se l’operaio è in forse da poco più di un anno.
( ADESSO MI SEMBRA CHE LA PROF: FORNERO ABBIA PORTATO, L’INDENNIZZO FINO A 24 MESI, COSI LE AZIENDE CHIUDONO E GLI OPERAI TUTTI A CASA. BRAVA! GRAZIE! è FACILE ESSERE GENEROSI CON LE TASCHE DEGLI ALTRI!!!!!!
Un’ azienda deve spedire tre lettere di richiamo ad un suo dipendente che si comporta scorrettamente, a distanza di trenta giorni l’una dall’altra, per convalidare il tutto deve punire l’operaio con alcuni giorni di sospensione, altrimenti il richiamo non è valido: questa è una caricatura, una perdita di tempo e di denaro, un richiamo verbale o scritto è più che sufficiente per chi vuole capire: le aziende hanno bisogno dei loro collaboratori, perciò non licenzieranno mai quelli onesti e sono, in difficoltà quando questi si ammalano, per sostituirli nel periodo della malattia.
L’obbligo di assumere un andicappato quando l’azienda supera un certo numero di collaboratori, non è opportuno, poiché, non tutte le aziende, possono adattare queste persone, che creerebbero intralcio al lavoro e pericolo alla loro stessa incolumità e a quella degli altri operai .
Lo stato si deve preoccupare di adattare queste persone in lavori a loro confacenti.
Per ottenere contratti stagionali le aziende dovevano presentare all’ufficio di collocamento tutto il movimento di lavoro dell’anno precedente, tre mesi prima del fabbisogno, ogni anno, poi gli era concesso un numero di collaboratori.
Nessuno può stabilire a priori, quanto dura una stagione di lavoro, visto che è stagionale e le stagioni non sono sempre uguali, visto anche i comportamenti climatici di questi ultimi anni, in oltre, molte attività artigianali, ricevono ordini di manufatti dai loro clienti, saltuariamente, da consegnare in tempi
ben determinati da contratti convalidati, anche da penali, e avendo bisogno di manodopera periodicamente, si possono trovare in gravi difficoltà.
La stessa cosa, vale per gli extracomunitari, che per la lentezza e le complicazioni burocratiche, spesso non riescono a trovare un lavoro regolare.
Sarebbe meglio semplificare la burocrazia del lavoro, dando la possibilità di assumere con più facilità liberalizzando le contrattazioni tra aziende e collaboratori,
con accordi stabiliti dagli stessi, senza intaccare i diritti del lavoratore che deve in ogni modo ricevere il giusto riconoscimento per le sue prestazioni.
La cosa migliore per sviluppare il lavoro sarebbe, di togliere la tassa sul reddito agli operai, alleggerire gli oneri fiscali delle aziende che, gravano sulla busta paga del lavoratore, facendo in modo che gli oneri che l’azienda deve allo stato vadano a beneficio del collaboratore, premiandolo effettivamente per le sue qualità.
Dando una busta paga consistente inserendo su questa anche la somma della tredicesima e quattordicesima il T.F.R. sarebbe un giusto risarcimento al mancato lavoro.La promessa di riassunzione, citata dall’articolo 18 è solo demagogia.
Aumentando il potere d’acquisto, degli operai, aumenterebbero i consumi, diminuirebbe il lavoro nero, e la disoccupazione, aumenterebbe lo sviluppo delle aziende e lo Stato preleverebbe più soldi dai cittadini, poiché tutti producono e tutti consumano.
Il governo di destra applicando la legge del caro professor Biagi ha eliminato molte storture, ma vanno migliorate ancora le regole per ottenere risultati a favore di tutta la società produttiva.
Innanzi tutto un sistema fiscale che rispetti il principio fondamentale della sopravivenza che premia la creatività e la produttività.
Molti operai si adagiano e danno tutto per scontato, sentendosi protetti dal contratto.
Oggi per i matrimoni che non funzionano, è consentito il divorzio; allora mi domando perché se una persona si comporta male sul lavoro, oppure il datore, non riesce ad incassare il denaro sufficiente per pagare gli stipendi, questi non sono giusti motivi per licenziare?
Molti sanno, che ci sono alcuni imprenditori, che sfruttano i loro operai
facendoli lavorare senza dare loro il giusto riconoscimento, altre volte ci sono piccole imprese che non possono pagare tutte le spettanze, in questo caso deve essere l’operaio che se accetta, deve rispettare la trattativa, senza poi alla fine ricorrere ai sindacati per le vertenze.
Oggi dopo un periodo di contratti a termine, le aziende anno, l’obbligo di assumere la persona a tempo indeterminato; questo no è possibile per tutte le aziende, che per loro natura hanno solo un lavoro stagionale, in oltre, ottenuto il contratto, capita che, le persone si adagiano, non rendono come dovrebbero e le aziende incominciano ad entrare in emergenza, con conseguente pericolo per il lavoro di tutti: imprenditori e operai.
Dando uno stipendio sostanzioso come specificato in precedenza il
T.F.R. sarebbe un giusto riconoscimento per il mancato lavoro, senza ricorrere all’articolo diciotto.
Bisogna precisare una cosa molto importante: le aziende anno bisogno di bravi operai, che non licenzieranno mai, mentre si trovano in difficoltà per licenziare le carogne, che mettendo in difficoltà le aziende rovinano anche il lavoro degli altri
Può certamente andare bene il contratto a tempo indeterminato, e magari anche un premio di produttività o di partecipazione agli utili per chi merita, ma l’operaio
deve sapere che se si comporta male con un preavviso di trenta giorni se ne deve andare a spasso.
Il buonismo demagogico è fasullo: rovina le persone, da povere le trasforma in miserabili.
Siamo stufi di demagogia e d’ignoranza vogliamo una politica seria e uno stato che funziona.
Diritti e doveri per tutti.