Grazie alla Corea del Nord, gli Usa accerchiano la Cina
Cosa conta di più: un missile-bluff da sparare nell’oceano o i tremila miliardi di debito americano detenuti da Pechino? Più che a una improbabile guerra termonucleare, ci stiamo avvicinando al 2017. E’ la data entro la quale – secondo il Progetto per il Nuovo Secolo Americano redatto dalla destra statunitense nel ’98 – la Cina diverrà l’avversario col quale gli Usa si scontreranno. Secondo Giulietto Chiesa, è illuminante l’enfasi con cui i media occidentali drammatizzano la crisi nordcoreana, come se davvero Pyongyang rappresentasse una minaccia per la sicurezza del mondo: «Alla prima mossa sbagliata, la Corea del Nord verrebbe incenerita in dieci minuti: e questo lo sanno perfettamente sia Kim Jong Un che i suoi generali». Il giovane dittatore? «E’ un demente, ma non un suicida: sta solo tirando la corda per poi trattare aiuti per il suo popolo affamato». Un gioco pericoloso? Sì, ma non per la Corea né per gli Usa: perché a rischiare è il potente vicino, la Cina.
Secondo Chiesa, la gestione della crisi dimostra che gli Usa cercano sostanzialmente di “coltivare” la Corea del Nord, «una dittatura orwelliana», mostruosa, dove un’esigua nomenklatura dinastica vive a spese di 10 milioni di schiavi, usando il ricatto militare per ottenere aiuti, sotto forma di energia e generi alimentari, dai suoi principali finanziatori, cioè gli Stati Uniti e la Corea del Sud. Il giovane despota di Pyongyang è certamente “pazzo”, ma non al punto di innescare davvero un’escalation militare che si tradurrebbe nell’immediata catastrofe del suo regime. Se insiste nelle sue provocazioni è anche perché suppone che gli sarà perfettamente consentito di fare teatro, visto che la “minaccia” nordcoreana è l’alibi perfetto per accelerare la militarizzazione statunitense dell’area da parte degli Usa, a partire dalla base di Guam, fino alle installazioni strategiche in Giappone, paese che sta contendendo alla Cina alcune isole in apparenza insignificanti.
«Non credo alla favola del dittatore impazzito che minaccia la sicurezza del pianeta, così come non ho mai creduto alla fiaba dell’11 Settembre organizzato da un pugno di dirottatori solitari armati di temperino», dice Giulietto Chiesa in un video-editoriale su “Megachip”. Dietro al “teatro” coreano c’è la realtà della crisi mondiale, quella vera, con gli Usa che non sono più in grado di ripagare il debito contratto coi cinesi. E’ stato lo stesso vicepresidente Joe Biden ad annunciare di recente alla Nato il progressivo disimpegno degli Usa, pronti ad abbandonare il Mediterraneo e trasferire le loro portaerei dall’Atlantico al Pacifico. Il “demente” di Pyongyang è utilissimo a Washington per accerchiare Pechino. Le sue stravaganze sono un pretesto perfetto per l’espansione militare Usa nella regione. Una seria ipoteca sul futuro, verso scenari da Terza Guerra Mondiale.
Ipotesi plausibili.In effetti più la crisi cresce più si creano condizioni di scontri armati fra nazioni.
Gli Stati Uniti sono falliti. Milioni di disoccupati vivono con i buoni pasto e milioni di senza tetto vivono nei tunnel sotterranei. Cina e Russia si sono comprate rispettivamente il 35% e il 18% dell’Italia. E la sola Cina si è comprata mezza America con i dollari americani. La Russia non li prende neppure in considerazione, tanto è vero che il 15 maggio arriveranno nel Mediterraneo le prime cinque navi da guerra russe e cacceranno quelle americane, che sono già scappate da Napoli, Bagnoli e dalla Sardegna, a cakci nel sedere.
Il vostro sito mi piaceva. D’ora in poi non lo leggerò più.