L’Europa ci strangola al 3% per uno scherzo di Mitterrand
Clamorosa rivelazione del quotidiano francese “Le Parisien” (in italiano su “PressEurop”). Qualcuno si è mai chiesto coma mai il deficit pubblico non può superare il 3% del Pil? Un limite talmente ferreo da costringere governi e cittadini a manovre lacrime e sangue, a sacrifici inenarrabili, all’obbedienza a parametri d’acciaio che ripetono il sacro mantra del 3%. Nessuno se lo è mai chiesto, ma si dà per scontato che sia frutto di menti eccelse, illustri economisti europei che in anni e anni di studi hanno stabilito tale regola aurea come unica soluzione ai problemi economici. Ebbene: manco per niente. E’ tutto nato per caso.
“Le Parisien” intervista Guy Abeille, ex funzionario della direzione del Bilancio del governo Mitterrand, che racconta: «Abbiamo stabilito la cifra del 3 per cento in meno di un’ora. È nata su un tavolo, senza alcuna riflessione teorica. Mitterrand aveva bisogno di una regola facile da opporre ai ministri che si presentavano nel suo ufficio a chiedere denaro. Avevamo bisogno di qualcosa di semplice. Tre per cento? È un buon numero, un numero storico che fa pensare alla trinità». Il 3 è il numero perfetto, suona bene, così i due hanno stabilito la regola del 3% a caso e scarabocchiandola su un tovagliolo per togliersi di torno i ministri che chiedevano quattrini.
Quei ministri, nel 1981, se la sono bevuta, e con loro per i decenni successivi se l’è poi bevuta tutta l’Europa. E’ stata scolpita nei Parametri di Maastricht senza che un cane degli autorevoli redattori a Bruxelles si sia domandato se era sensata, se stava in piedi o no, e da quali studi provenisse. Oggi vi trovate a sputare sangue per “restare in Europa”, ma sappiate che lo dovete solo al trucchetto di un funzionario francese per far risparmiare il suo Presidente.
(Debora Billi, “Deficit pubblico: perché entro il 3%? Perché suonava bene”, dal blog “Crisis” del 4 ottobre 2012).
precisiamo::::si poteva anchè perchè ogni paesino aveva la sua zecca:::
Molte regole, riguardanti il governo di un paese o di un continente, sono state stabilite a “sentimento”, senza nessuna scientificità. Molto spesso decisioni importanti sono opera di qualche oscuro funzionario, che ha redatto una bozza, successivamente fatta frettolosamente propria dal politico di turno che magari non l’ha neanche letta.