Armamenti e maxi-debiti: Spagna in crisi, tagli alla difesa
«Non avremmo dovuto acquistare sistemi d’arma che non utilizzeremo, per scenari di guerra che non esistono e, ciò che è più grave, con soldi che non avevamo allora e non abbiamo ora». Costantino Mendez, segretario spagnolo alla Difesa, denuncia così il collasso finanziario creato dalla corsa al riarmo: in Spagna la crisi colpisce anche un settore che non conosce crisi, e i militari si trovano costretti a tirare la cinghia. Quattro legislature – in percentuale dell’85% sotto il governo del Pp – hanno prodotto un debito di 26 miliardi di euro, che la Difesa deve saldare entro il 2025. Armamenti avanzatissimi, per teatri bellici assolutamente improbabili, come la “minaccia” di Iran e Corea del Nord.
Secondo il quotidiano “El Pais”, scrive Luca Galassi su “PeaceReporter”, il programma di modernizzazione e riarmo lanciato un decennio fa ha lasciato un buco che mette in forse le nuove acquisizioni e la tenuta stessa del bilancio della Difesa di Madrid. Nell’informativa sulla situazione del bilancio preventivo, un rapporto ottenuto dal “Pais” e presentato al Parlamento spagnolo a settembre, si legge: «Si evidenzia l’insufficienza della capacità finanziaria del ministero della Difesa a far fronte, nel presente e nel futuro, agli obblighi contrattuali». E visto che «il carico del debito è tale da far collassare qualsiasi previsione», si conclude che «sarà praticamente impossibile affrontare nuove acquisizioni nei prossimi vent’anni».
L’origine del problema è chiara, spiega “PeaceReporter”: La Difesa ha contrattato ordini per 26 miliardi di euro negli ultimi due decenni, senza aumentare in maniera proporzionale la previsione di bilancio: «E’ ricorsa alla formula della “illusione finanziaria”, che consiste nel finanziare i programmi con crediti senza interesse del ministero dell’Industria». Sono stati liquidati 14 miliardi, e ora tocca rimborsarli. Ma nel frattempo gli inziali 26 miliardi sono aumentati con gli interessi, e il costo finale oscillerà tra i 31 e i 36 miliardi, il 30% in più nel migliore dei casi. «Per scongiurare un ulteriore peggioramento della situazione – continua Galassi – la Difesa ha predisposto una dilazione dei pagamenti al 2030 anziché al 2025, e una revisione completa dei sistemi d’arma, cancellando gli acquisti di alcune e riducendo la quantità di altre».
La Spagna, aggiunge “PeaceReporter”, soffre ancora enormi carenze nel settore della Difesa, e gran parte dei suoi armamenti sono obsoleti. Ciononostante, dispone di alcuni sistemi più avanzati del mondo: il caccia Eurofighter Ef-2000, elicotteri Nh-90, carri armati Leopard di ultima genenazione e la fregata F-100, i cui sistemi d’arma possono integrarsi con il futuro scudo antimissile. «In merito a quest’ultimo – racconta Galassi – due settimane fa, durante il summit della Nato a Bruxelles, Zapatero ha annunciato che quattro navi militari statunitensi con intercettori anti-missile verranno dispiegate presso la base militare di Rota, a Cadice, entro il 2013». La Spagna accoglierà i 1.200 militari Usa e i 100 civili che prenderanno parte al nuovo sistema di difesa contro le “minacce” di paesi come Iran e Corea del Nord. «Come sottolineava Mendez – conclude Galassi – il Paese si prepara a fronteggiare minacce che, per l’Europa, anche con un notevole sforzo di immaginazione, è difficile considerare realistiche».