Lou Dalfin coi No-Tav: musica libera per resistere insieme
Libera musica dal “presidio” No-Tav sotto assedio: venerdì 10 giugno sventolerà anche la bandiera occitana tra i castagneti della Maddalena di Chiomonte, le “Termopili” dell’ultima resistenza valsusina contro la Torino-Lione. A rincuorare gli abitanti, che da decenni si oppongono alla grande opera ferroviaria temendo la devastazione del territorio alpino, provvederanno i Lou Dalfin con un concerto militante, liberamente offerto in omaggio alla tenacia dei valsusini. Non è la prima volta che i cantori rock della musica d’Occitania scendono in campo dalla parte della valle di Susa: già nel 2005, durante le proteste di massa dopo il violento sgombero del sito di Venaus, i musicisti cuneesi erano intervenuti sul campo a testimoniare il loro sostegno alla lotta civile dei valsusini.
Decisamente strategico l’appuntamento del 10 giugno, perché il concerto (ore 21.30) scalderà gli animi proprio nel cuore del “caposaldo” della resistenza No-Tav, il sito che l’ex sindaco torinese Sergio Chiamparino ha invitato a sgombrare anche con la forza, chiedendo alla polizia di rompere gli indugi e allontanare con ogni mezzo i manifestanti che occupano fisicamente l’area per impedire l’avvio del cantiere che sbloccherebbe la prima colossale tranche di finanziamenti europei, quasi 700 milioni. Il nuovo sindaco, Piero Fassino, è dello stesso parere. E nei giorni scorsi i dirigenti torinesi del Pd hanno rivolto pressanti appelli al ministro Maroni e ventilato persino il dispiegamento dell’esercito per piegare definitivamente una protesta civica che ha finora resistito a pressioni di ogni genere, dagli incendi dolosi dei “presidi” No-Tav alle cariche dei reparti antisommossa.
Un invito a nozze per un “eretico” come Sergio Berardo, voce e anima dei Lou Dalfin insieme al fido Dino Tron, con cui – recuperando l’antica lingua d’Oc dei Trovatori, riproposta in salsa folk-rock – ha snocciolato in tanti anni una narrazione poetica del territorio alpino occidentale, “nazione” mancata dai tempi della geopolitica medievale ma ancora viva sul piano culturale: una dimensione più che mai vitale, per chi vede nella rilettura della storia alpina un attualissimo “ritorno al futuro”, grazie alla determinazione di “comunità resistenti”, capaci di riscrivere il proprio modo di abitare la montagna e le valli anche nel 2011, in piena crisi planetaria, tra globalizzazione e voglia di decrescita, di pace e lavoro, di ritorno al territorio e alla responsabilità dei diritti democratici.
Nati nel lontano 1982 per rivisitare la musica tradizionale occitana con una “line-up” acustica per un repertorio di brani storici e popolari, sia strumentali che vocali, i Lou Dalfin sono “risorti” nel ’90 contaminando le radici occitaniche con rock, jazz ed elettronica: accanto alla ghironda e al “semiton”, l’organetto delle valli tra Cuneo e la Provenza, sono comparsi basso, batteria, tastiere, chitarre elettriche. Obiettivo: far diventare world music la nicchia culturale delle danze dei villaggi. E così i Loi Dalfin hanno sciolto le redini, raccontando anche ai più giovani il “mondo dei vinti” testimoniato da Nuto Revelli, storie di fatica e contadini, ma anche di briganti e ribelli, contrabbandieri e amori di frontiera, guerre contro i poveri, soldati, marinai. Un’epica popolare, che contiene quel suono di “infanzia d’Europa” caro a Simone Veil, sentimento diffuso ben prima che nascessero gli Stati nazionali e l’Unione Europea, quella che oggi taglia il welfare ma continua a imporre «grandi opere inutili» come la controversa Torino-Lione.
Anche attraverso il Valsusa Film Fest, che ha proposto al pubblico valsusino autori e registi come Giorgio Diritti, Erri De Luca e Massimo Carlotto, il “popolo No-Tav” non cessa di inviare messaggi all’Italia: «Stiamo resistendo anche per voi», ribadiscono i valsusini, «perché l’inutile Torino-Lione, 20 miliardi di euro, sarebbe un peso mostruoso interamente a carico dei contribuenti di oggi e di domani». Beppe Grillo, Luigi De Magistris, Giorgio Airaudo della Fiom: non sono molti gli amici della politica nazionale su cui possono contare i valsusini. Ci sono voci come quelle di Alex Zanotelli e Giulietto Chiesa: si fanno sentire, ma non hanno facile accesso ai maggiori media. Grande è la solitudine dei valsusini, a cui ora hanno testimoniato solidarietà gli operai genovesi della Fincantieri. Ancora più preziosa, quindi, la missione speciale dei Lou Dalfin: perché niente come la musica aiuta a farsi coraggio (info: No-Tav).