Studenti senza futuro? Dai ragazzi uno schiaffo alla Casta
Finisce in prima pagina sul New York Times la clamorosa protesta degli studenti italiani contro la riforma Gelmini: sull’edizione cartacea del quotidiano newyorkese, lo scatto di Giorgio Benvenuti dell’Ansa alla stazione di Bologna, in primo piano uno studente che sferra un calcio contro gli scudi degli agenti antisommossa. «La protesta degli studenti è la prima buona notizia in Italia da tanto tempo», commenta Curzio Maltese di “Repubblica” il 1° dicembre dallo studio di “Exit”, su La7. «E’ un grido di chi chiede di aver diritto al futuro, da parte della prima generazione consapevole che godrà di minori opportunità rispetto a quelle dei loro genitori».
Tutta colpa di un ministro «incompetente, incapace e senza alcun reale potere», di un governo «moribondo» e di un Parlamento in scadenza, «composto da fedeli ai capi (di sinistra, centro e destra) che li hanno nominati». Durissimo il giudizio di Roberto Renzetti dal blog “Fisicamente”, uno dei monitor web della protesta. Renzetti accusa il Ddl Gelmini: un provvedimento «prescritto da Confindustria» ma scritto, trasversalmente, «con la collaborazione dell’accademia che conta (di sinistra, centro e destra)». In sostanza: la riforma, secondo Renzetti, «regalerebbe gli atenei ai poteri forti», accademici ma anche economico-politici, grazie a «una casta di politici-zombie».
Nonostante la vastità di una protesta studentesca «sempre più qualificata e partecipata», secondo “Fisicamente”, «i soliti baroni-opinionisti» dai loro quotidiani continuano a difendere un Ddl «confindustriale», schierandosi a favore «di un provvedimento che non hanno mai letto». Per Renzetti, gli opinion leader «non si sono ancora resi conto che la loro controriforma è già stata bocciata da un movimento che svilupperà le proprie iniziative per impedire la definitiva approvazione del Ddl da parte del Senato e che comunque non ne consentirà l’applicazione». Pessima prova, intanto, da parte della politica: una maggioranza «che non c’è» e una opposizione «che non si è mai realmente opposta», con in mezzo il singolare dietrofront dei “colonnelli” finiani.
«Rispetto a questo mondo di zombie», continua “Fisicamente”, spicca ancora di più un movimento che «ha capito bene con chi ha a che fare» e che ora «non può accettare che si faccia polpette degli atenei statali per soddisfare i rapaci interessi di coloro che hanno operato, trasversalmente, in tutti questi anni per soffocare del tutto l’autonomia e la democrazia nelle università». Sotto accusa anche il Pd, nonostante Bersani sia salito sui tetti di Roma insieme ai ricercatori precari: guardatevi dalla sinistra, scrive Marco Bascetta sul “Manifesto”, alludendo alla «riesumazione televisiva di Luigi Berlinguer da parte dei Tg di regime». E guardatevi da un Bersani che, dopo «doverosa passeggiata sui tetti», secondo Bascetta «offre alla ministra un confronto per “correggere” le “distorsioni” e i difetti del suo disegno di legge», guardandosi bene dal formulare «una spietata autocritica» sulla politica universitaria «praticata per decenni dalla sinistra»: tra «dirigismo ministeriale» e «allucinazioni liberiste», dalla sinistra non c’è da attendersi «nulla di buono.
Per fortuna, aggiunge Renzetti, ora gli addetti ai lavori devono fare i conti con gli studenti: un movimento creativo e intelligente, capace di conquistarsi le prime pagine della stampa internazionale. Il grande traguardo? Un futuro possibile, fatto di opportunità reali. Gli studenti italiani in rivolta «stanno dimostrando una grande sensibilità sociale e un profondo interesse per la cultura e per la libertà dell’insegnamento e della ricerca: valori, questi, praticamente assenti tra coloro che dovrebbero essere più “adulti”». Studenti veri, conclude Renzetti, liberi e pensanti («altro che strumentalizzati!»). Ragazzi che «stanno dando una lezione di vita a una “classe dirigente” che troppo spesso pensa solo alla propria sopravvivenza» (info: www.fisicamente.net).