Obama: l’Italia lasci lavorare i suoi ottimi giudici
Scritto il 22/5/10 • nella Categoria:
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Anche il governo americano si schiera contro la legge sulle intercettazioni, con una presa di posizione che ha pochi precedenti. Per l’amministrazione Obama, le intercettazioni telefoniche sono uno «strumento essenziale delle indagini» che non va indebolito. «Non vogliamo che succeda niente che impedisca ai magistrati italiani di continuare a fare l’ottimo lavoro svolto finora», ha affermato in una conferenza stampa all’ambasciata a Roma il vice-sottosegretario del dipartimento penale Usa con delega per la lotta alla criminalità organizzata, Lanny Breuer, commentando il disegno di legge in discussione al Senato.
Breuer ha evidenziato «l’eccellente collaborazione» tra Italia e Stati Uniti nella lotta alla criminalità organizzata, riferendosi ai rischi contenuti nella nuova legge per limitare il ricorso allo strumento strategico delle intercettazioni. Contro le norme contenute nel ddl, che «rappresentano un grave attacco alla libertà di stampa e di espressione», è sceso in campo anche un gigante dell’informazione come Sky, che in una nota ha annunciato che «chiederà un intervento a tutte le autorità internazionali competenti, anche ricorrendo presso la Corte europea dei diritti dell’Uomo».
Sull’argomento è intervenuto anche Luca di Montezemolo, contrario alla violazione sistematica della privacy di singoli cittadini ma pronto a difendere il valore strategico delle intercettazioni per la giustizia italiana, mentre la Federazione nazionale della stampa ha chiamato a raccolta per il 24 maggio i direttori delle principali testate: “La notizia prima di tutto, fermiamo la legge bavaglio”, è lo slogan dell’iniziativa. Sul tema si confronteranno, tra gli altri, Ferruccio De Bortoli (“Corriere della Sera”), Mario Calabresi (“La Stampa”), Gianni Riotta “Il Sole 24 Ore”, Ezio Mauro (“La Repubblica”), Vittorio Feltri “Il Giornale”, Concita De Gregorio (“L’Unità”) e Norma Rangeri (“il Manifesto”).
In un editoriale, Feltri critica duramente il provvedimento sulle intercettazioni per quanto riguarda la parte dedicata alla divulgazione di quelle telefoniche: si tratta, sostiene, «di un attentato alla libertà di stampa e non potrà passare al vaglio della Corte Costituzionale, mi auguro». Continua Feltri: «Si parla di galera per i giornalisti ficcanaso, multe ingenti agli editori. Per fortuna non sono previste pene corporali. Ma gli effetti della disciplina saranno devastanti per la democrazia».
Anche i finiani intanto prendono le distanze dal ddl. Limitare le intercettazioni significa comprimere la libertà di stampa «e quindi anche il diritto degli italiani di conoscere cosa sta accadendo, specialmente nel caso di personaggi pubblici», scrive Italo Bocchino sul sito di “Generazione Italia”. Testo migliorato, ma ancora perfettibile: in ogni caso, se anche qualche magistrato avesse abusato delle intercettazioni, aggiunge Bocchino, «siamo convinti che ci troviamo dinanzi a uno strumento comunque utilissimo per affermare la giustizia».
Per Gad Lerner, infine, il clamoroso intervento di Barack Obama per scongiurare il bavaglio alla giustizia italiana è una graditissima ingerenza nella politica nazionale: «Siamo talmente abituati alle tonache e alle porpore che esprimono giudizi sulle leggi in discussione nel Parlamento italiano, ringraziate per questo da politici ossequiosi e clericali, da non poterci certo scandalizzare per la sublime ingerenza del sottosegretario alla Giustizia statunitense contro la limitazione delle intercettazioni telefoniche».
«Ho particolarmente apprezzato i complimenti ai magistrati italiani impegnati nella lotta contro la criminalità organizzata: immagino la faccia di Berlusconi, Dell’Utri & co quando avranno letto le agenzie», scrive Lerner nel suo blog. «Ma è chiaro che gli Usa hanno un interesse diretto nell’impedire l’entrata in vigore di questa legge sciagurata. Perchè i vantaggi per i mafiosi si ripercuoterebbero anche oltreoceano. Chi lo avrebbe detto che ci saremmo ritrovati a ringraziare un presidente americano nel contrasto alle malandrinate del governo nostrano?».
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