Gli italiani: sanità gratuita anche per i clandestini
Per otto italiani su dieci, anche gli immigrati irregolari hanno diritto alla sanità pubblica. Lo afferma l’ultima indagine dal Censis, secondi cui l’80 per cento degli italiani chiedono che anche i clandestini abbiano accesso ai servizi sanitari pubblici. Il 65,2% degli intervistati ritiene che la tutela della salute sia un diritto inviolabile, quindi curare tutti è un atto di solidarietà irrinunciabile. Risalendo la penisola, diminuisce la quota di intervistati che parlano della salute come diritto per tutti, mentre aumentano quelli convinti che occorre assicurare la sanità anche agli irregolari per evitare il rischio di epidemie incontrollate.
Meno del 20% del campione è contrario a garantire l’accesso al servizio sanitario nazionale a clandestini e irregolari. Si tratta di poco più del 24% dei residenti al Nord-Ovest, del 24,8% delle persone con basso titolo di studio, di oltre il 24% di chi vive nelle grandi città, con più di 250.000 abitanti. Solo per il 13% degli intervistati, clandestini e irregolari non hanno diritto alla sanità perchè non pagano le tasse; per poco più del 5% perchè fanno aumentare i costi della sanità.
La popolazione immigrata è mediamente più giovane e in salute di quella italiana. Per il momento gli stranieri utilizzano meno le strutture sanitarie (circa il 65% di essi) e per lo più per ricoveri di emergenza al pronto soccorso (il 5,7%, contro il 3,3% degli italiani) piuttosto che per prevenzione e visite specialistiche. Per il futuro, secondo il Censis, una maggiore integrazione degli immigrati comporterà anche livelli più alti di tutela della loro salute, in linea con gli standard italiani.