TVB, un successo la campagna per l’acqua del rubinetto
T.V.B. Ovvero: Ti voglio bere! È la dichiarazione – d’amore e d’intenti – firmata dagli ecobevitori più romantici. Destinataria? L’acqua del rubinetto. Perché è ben più che potabile: sicura, controllata, comoda, economica, preziosa. A lei il Centro Studi Ambientali di Torino ha dedicato una vera e propria campagna nazionale (www.tvb-tivogliobere.it) , al fine di incentivare il risparmio idrico e la ‘promozione’ dell’acqua di rete a bevanda da bere, in barba a pregiudizi e leggende metropolitane.
Una bella sfida nel paese che vanta il record di consumo pro capite di acqua in bottiglia, con circa 867 litri bevuti all’anno e 260 euro spesi per ogni famiglia media di tre persone (dati Aduc, Associazione Nazionale per i Diritti degli Utenti e Consumatori). Per non parlare dei costi ambientali di questa scelta: ogni anno gli italiani consumano più di 7 miliardi di bottiglie in plastica di acqua, il cui ciclo di vita (dalla produzione al trasporto all’eventuale recupero) comporta uno spreco notevole di risorse naturali ed economiche, e l’emissione di agenti inquinanti in atmosfera (pensiamo a quanta CO2 viene prodotta col trasporto delle bottiglie).
Che fare, allora? Aderire a T.V.B, scegliendo lo sfuso. Facile come bere un bicchiere di acqua, del rubinetto. “T.V.B. Ti voglio bere” prevede interventi educativi, tecnici e di comunicazione per la valorizzazione della risorsa idrica. Il progetto viene realizzato all’interno di diverse tipologie di strutture, attraverso una metodologia articolata in diverse fasi: dalla formazione dei “water manager”, gli esperti referenti del progetto che gestiscono localmente la “risorsa idrica”, all’installazione di tecnologie di risparmio idrico nei punti-acqua della struttura (rompigetto aerati e riduttori di flusso per un risparmio anche del 50%).
Si preve inoltre il monitoraggio del risparmio idrico ottenuto e la contabilizzazione del conseguente risparmio economico. Se le condizioni lo richiedono, si installano sistemi di trattamento per l’erogazione di acqua del rubinetto che migliorano le caratteristiche organolettiche dell’acqua, togliendo cloro, cloroderivati e eventuale materiale in sospensione. Infine, si distribuiscono borracce griffate per incentivare l’uso dell’acqua sfusa, si effettua il monitoraggio della riduzione raggiunta evitando di produre rifiuti (bottiglie di plastica non consumate) e il calcolo del relativo risparmio energetico e di CO2. Completa l’intervento un piano di comunicazione per divulgare anche sul territorio i risultati ottenuti e le buone pratiche adottate.
“T.V.B. Ti voglio bere” è nato e cresciuto all’interno delle scuole, ma col tempo ha trovato anche nuove sedi in cui svilupparsi e nuovi destinatari a cui rivolgersi: i locali pubblici, le strutture turistico-ricettive, così come le singole famiglie e le strutture di competenza delle pubbliche amministrazioni. Attualmente, grazie anche alla Regione Piemonte, le scuole T.V.B. sono 41 istituti superiori su tutto il territorio piemontese (32.000 utenti, tra studenti, docenti e non docenti, con un 15% di popolazione scolastica coinvolta), a cui si aggiungono una trentina di scuole elementari e medie.
Per ogni fascia di età vengono attuati percorsi formativi diversi, con un obiettivo comune: in-formare gli studenti sull’importanza del risparmio idrico e sulla qualità dell’acqua del rubinetto. Seconda missione, educare attraverso di loro, i coetanei (sfruttando la peer education, “educazione tra pari”), e addirittura gli adulti: insegnanti, famiglie, istituzioni e il popolo di internet, attraverso gli articoli scritti dalla giovanissima redazione di T.V.B. Tam Tam. Oltre agli interventi educativi e di comunicazione, nelle scuole vengono anche effettuati interventi tecnici, che prevedono l’installazione di tecnologie per il risparmio idrico e di Fontanelle T.V.B. erogatrici di acqua microfiltrata, che i ragazzi bevono usando borracce personalizzate.
«In tre anni – spiegano i coordinatori del progetto – nelle scuole superiori che hanno aderito è stato registrato un risparmio idrico medio per utente compreso tra il 15% e il 29%. Ogni studente ha in media ridotto i suoi consumi idrici annuali di ben 1.340 litri per un totale di circa 67.000 mc». Il risparmio idrico ha comportato anche una riduzione di 24 tonnellate di CO2, grazie all’energia risparmiata per il pompaggio e la produzione di acqua calda sanitaria (Acs). «Per quanto riguarda la riduzione dei rifiuti, con l’installazione delle Fontanelle T.V.B. e la distribuzione delle borracce, i ragazzi eviteranno di produrre 18 tonnellate di plastica ogni anno».
E dopo le scuole, le strutture pubblico-rivettive: tra bar, ristoranti, alberghi, agriturismi, b&b e rifugi alpini, sono già 28 i locali che, da Briançon a Reggio Emilia, hanno aderito alla campagna, scegliendo di servire ai loro clienti acqua sfusa microfiltrata, naturale o gasata. Le stesse famiglie possono sostenere la campagna, bevendo acqua del rubinetto e «facendo outing sul sito www.tvb-tivogliobere.it» e magari sperimentando il kit “T.V.B. Famiglia” per migliorare la qualità dell’acqua del rubinetto di casa. «Mediamente, una “famiglia T.V.B.” evita di produrre 15 kg di plastica all’anno e risparmia quasi 300 euro».
Il successo dell’iniziativa si misura anche dal favore con cui la campagna è stata accolta nelle strutture pubbliche, come residenze universitarie, sedi, centri sportivi, puntando a sensibilizzare amministratori, dipendenti pubblici e, a cascata, le famiglie a un uso consapevole della risorsa idrica. «Tra gli effetti desiderati, anche qui, il taglio della “bolletta idrica” dell’amministrazione – confermano i coordinatori del progetto – e la riduzione della massa di rifiuti all’origine». Esempio: nelle 13 residenze universitarie torinesi, T.V.B. «ha permesso in 6 mesi un risparmio idrico di circa il 20% e una riduzione all’origine di rifiuti plastici di circa 911 kg, pari a 1.800 kg di CO2 non emessa in atmosfera».