Pallante: Decrescita, appello alle liste civiche
Scritto il 14/5/09 • nella Categoria:
idee
Un programma di lavoro comune, per orientare la politica degli enti locali in senso ecologico. Liste civiche, movimenti e comitati di cittadinanza attiva della provincia di Torino: sono tutti invitati il 15 maggio al Centro studi Sereno Regis di Torino, per una serata in cui Maurizio Pallante, presidente del Movimento per la Decrescita Felice, aprirà un dibattito sul tema: come condividere idee e unire le forze, per far crescere la cultura ecologica nell’azione pubblica, in vista della tornata elettorale che a giugno ridisegnerà la geografia politica amministrativa.
«Questo invito – spiega Mauro Marinari, del gruppo “Rivalta sostenibile” - è rivolto a coloro che vogliono fare politica a livello istituzionale al di fuori dei partiti, o la stanno già facendo nel proprio Consiglio comunale: occorre incontrarsi per verificare la possibilità di costruire un programma di lavoro a livello provinciale, dove gli schieramenti politici che si contrappongono sul piano elettorale sono unificati nel proporre soluzioni devastanti a problemi quali la gestione dei rifiuti, la viabilità, alcune grandi opere».
«La pseudo-cultura da cui nascono le loro proposte – aggiunge Pallante - risponde all’esigenza della crescita del Pil. Per cui, se non ci si vuol limitare a iniziative difensive caso per caso, che possono risultare a volte vincenti ma sono perdenti in prospettiva, è necessario costruire un progetto di futuro alternativo, credibile e realizzabile, che si inserisca nella cultura della Decrescita».
In tempi di crisi economica come quello che stiamo vivendo, osserva Pallante, la soluzione potrebbe essere nell’attuazione di una “recessione ben temperata”. Utile, dunque, mettere in cantiere una serie di incontri per verificare se si possono individuare elementi unificanti, superando i protagonismi e gli individualismi che hanno finora impedito la nascita di una «valida alternativa alle politiche devastanti proposte da tutte le forze politiche rappresentate a livello istituzionale».
Ciò che in questo momento accomuna maggiormente le politiche torinesi a quelle nazionali, dice Pallante, sono «i vani tentativi di rivitalizzare l’economia come si è fatto negli ultimi 50 anni, ossia mediante il rilancio dell’edilizia e dell’automobile». Il “piano casa” proposto dall’attuale governo, piuttosto che gli incentivi alla rottamazione delle autovetture, sono «tanto inutili quanto lo sono state la costruzione degli edifici messi in piedi per le Olimpiadi di Torino 2006 (ora in parte in uno stato di degrado o di abbandono) e le feste fatte nel luglio del 2007 sulle rive del Po per la “nuova 500”, con la quale si prometteva la fine della crisi, ma che ha lasciato dopo nemmeno un anno e mezzo centinaia di migliaia di persone in cassa integrazione».
Il tentativo di rilanciare l’economia come si è fatto negli anni Sessanta, secondo Pallante denota «non solo una incredibile pigrizia mentale, ma anche una miopia disarmante». Se si pensa che le autovetture presenti nel nostro Paese nel 1960 erano un milione e novecentomila, mentre già nel 2008 superavano i 35 milioni, è facile immaginare che il mercato dell’auto in Italia è da considerarsi saturo. Stessa cosa vale per l’edilizia: nonostante i processi di cementificazione del territorio che hanno portato ad uno spropositato consumo dello stesso, oggi ci si ritrova ad avere migliaia di case, appartamenti e capannoni vuoti o sfitti.
«Il superamento della crisi economica e ambientale che stiamo attraversando – sostiene Pallante – deve pertanto essere il vero elemento unificante di una presenza politica che possa orientare l’economia verso nuovi spazi di mercato e ridurre al contempo il consumo di risorse e di energia, così come la produzione dei rifiuti». Occorre innanzitutto un’innovazione tecnologica che possa permettere riduzioni, creando nuova occupazione. «In tutto questo – annota il presidente del Mdf – può avere un ruolo strategico la provincia di Torino, che per poter “cambiare direzione” potrebbe iniziare ad usare al meglio la cultura industriale già presente e ben radicata nel suo tessuto socio-culturale».
Secondo Pallante, la provincia di Torino potrebbe in breve tempo diventare leader nell’implementazione delle cosiddette “tecnologie della decrescita”, ossia tutte quelle tecnologie che possano portare ad un uso “sensato” e razionale sia delle risorse che dell’energia. «Considerato il fatto che nessuno, a livello istituzionale, fa di questi ragionamenti, le Liste Civiche, i movimenti i comitati di cittadinanza attiva che intendono partecipare all’elaborazione di un progetto politico di questo genere non possono che agire in uno spazio “altro”, rispetto a quello in cui i partiti di destra e di sinistra competono elettoralmente per fare le stesse cose».
Per costruire un progetto comune che vada in questa direzione, occorre una ricerca sui contenuti che accantoni l’esigenza di affermare la propria “etichetta” e i protagonismi tipici della scena politica italiana. Solo in questa logica, sempre secondo Pallante, si potrebbero davvero affrontare le problematiche più gravi per la provincia (inceneritori, Tav, grattacieli, grande viabilità). Senza dimenticare le politiche energetiche: «In ordine di importanza, viene prima l’efficienza energetica e poi le energie rinnovabili. Se infatti non si costruiscono, o meglio non si ristrutturano gli edifici in modo da renderli efficienti, le energie rinnovabili non riescono a far fronte al loro fabbisogno di energia. Bisogna prima di tutto tappare i buchi del secchio, e solo dopo cambiare la fonte con cui si riempie».
In materia di rifiuti, ciò che si deve fare è prima di tutto ridurne la quantità. «Bisogna implementare poi la raccolta “porta a porta”, o almeno portare la gente ad iniziare a fare la raccolta differenziata, laddove (come in certe zone di Torino!) non è ancora presente». I piani regolatori, inoltre, «non devono assolutamente più prevedere un aumento della cementificazione del territorio». Come hanno già deciso di fare alcuni comuni (come Cassinetta di Lugagnano in provincia di Milano) «non si può più costruire, ma solo ristrutturare ciò che già esiste, migliorandone l’efficienza energetica».
Scelte di questo tipo, se eseguite su scala provinciale, o in futuro nazionale, sono in grado di creare molta più occupazione di quanto non possano fare i “piani casa”. Insomma, i punti da discutere sono molteplici. Primo obiettivo, «riunire i gruppi che a livello provinciale condividono la stessa visione, sono intenzionati a fare politica al di fuori di partiti e, su questa piattaforma di contenuti, possano fondare una discussione di partenza».
Quello del 15 maggio, al Centro studi Sereno Regis (via Garibaldi 13, Torino, ore 20.30) è solo il primo di una serie di incontri. Poi, pensa ad un seminario tra il 19 e il 21 giugno, nell’ambito della Festa nazionale della Decrescita Felice in Val Borbera (Alessandria), dove si ritroveranno anche gli eletti delle liste civiche certificate da Beppe Grillo (il quale parteciperà all’evento, in un dialogo pubblico con Maurizio Pallante, il 19 giugno), «in modo da avviare una comune politica oltre a fare un punto della situazione subito dopo le elezioni di giugno».
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